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Autore: joy_jua    05/06/2014    0 recensioni
La storia parla di Francesca ed Emma. Francesca è impegnata sentimentalmente, ma sta cominciando ad avere dei dubbi sulla sua relazione, mentre Emma si è da poco lasciata con il suo ragazzo. Le due ragazze si incontreranno e succederà qualcosa.. per saperne di più, stay tuned!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Francesca

 

Francesca chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sul tavolo.
Era esausta. Erano da poco passate le due della mattina e doveva ancora ripassare un intero capitolo del libro.

Tenendo gli occhi chiusi concesse alla sua mente di divagare per alcuni istanti. Ed eccolo, sempre lì, il suo viso. Capelli scuri e mossi, che incorniciavano due occhi neri. Le labbra aperte a metà, quasi stesse per dire qualcosa. Uno sguardo che sembrava leggerti dentro, anche se da una fotografia. Era bellissima. La foto era in bianco e nero e lo sfondo era sfumato cosicchè non si poteva capire dove fosse stata fatta.

Ma non che lei volesse saperlo. “No”, si ripetè per quella che sembrava la centesima volta, “non mi può piacere così tanto quella foto, a me piacciono i ragazzi”, ma la sua mente tornava sempre allo stesso punto.

Frustrata, decise di riaprire Facebook e cercare di rintracciare quella foto. Ben presto però si rese conto che non c'era più. Forse era stata cancellata? Si arrabbiò con sé stessa per aver chiuso Facebook così in fretta dopo averla vista, ma si ricordò che non ce n'era motivo. Dopotutto era solo un'altra foto di una bella ragazza.

Facendo uno sforzo chiuse il browser e spense il computer. L'ultimo capitolo avrebbe dovuto aspettare la mattina seguente, decise. Si sarebbe svegliata presto.

Si cambiò e, dopo aver fissato la sveglia alle cinque e mezza, si preparò per dormire.

Ma il sonno non sembrava voler venire, sebbene fossero ormai le due e mezza e lei fosse esausta.

Il viso di quella ragazza sconosciuta continuava a tormentare i suoi pensieri. Provò a pensare a qualcos'altro, come all'esame che l'aspettava il giorno dopo, ma la sua mente continuava a proiettare l'immagine della ragazza nei suoi nuovi pensieri. Prendeva l'autobus, ed era lì ad aspettarlo con lei. Entrava in aula, ed eccola lì, seduta davanti a lei, lunghi capelli mossi che le ricadevano morbidi sulla schiena...

Francesca si svegliò improvvisamente. Dando un' occhiata all'orologio si rese conto che aveva dormito quasi tre ore e che aveva anticipato la sveglia solo di qualche minuto. Andò a lavarsi la faccia e dopo essersi svegliata un po' si guardò allo specchio. Si ricordava benissimo i suoi sogni. Chiuse gli occhi con tutte le sue forze e li riaprì solo per trovarsi davanti alla stessa immagine di poco prima. Una lacrima scivolò lenta lungo la sua guancia, ma si asciugò subito gli occhi per prevenirne altre. “Non devo pensarci” si disse ancora, e questa volta ci riuscì. Si sedette alla scrivania e aprì il libro dove lo aveva chiuso durante la notte.

Studiò per un' ora e poi cominciò a prepararsi per la giornata che l'aspettava. Quel giorno c'era l'esame di entrata per Medicina. Il suo sogno più grande era diventare una dottoressa, o meglio, una pediatra. Aveva studiato sodo, e sapeva di avere una possibilità di entrare, sebbene i posti disponibili fossero molto limitati.

Con la mente finalmente concentrata sulla giornata che l'aspettava, Francesca si vestì e scese le scale, attenta a non far rumore per non svegliare i suoi genitori e sua sorella che ancora dormivano. Le avevano augurato “in bocca al lupo” la sera prima, quando si era ritirata nella sua camera per ripassare. Erano dei bravi genitori. Non l'avevano spinta a fare medicina, anzi, le avevano chiesto se sarebbe stata pronta alle lunghe ore di studio. Ma sapevano da sempre qual era il suo sogno e, senza ostacolarlo, l'avevano sostenuta in ogni modo.

Entrando in cucina, l'attenzione di Francesca fu subito attratta da un pacchetto sopra il tavolo. Sua madre le aveva preparato il pranzo da portarsi via. Ancora una volta si sentì fortunata ad avere una famiglia così speciale.

Ripose il pranzo nello zaino e si mise la giacca. Richiuse la porta dietro di sé, attenta a non fare rumore, e si incamminò verso la fermata dell'autobus.

Era l'alba, e il silenzio intorno a lei era interrotto solo dal cinguettare degli uccelli e dal rombo di qualche macchina lontana. L'aria profumava di rugiada e soffiava un venticello freddo. L'autunno non era ancora cominciato, ma l'estate stava definitivamente per finire. Francesca si abbracciò per scaldarsi un po' e mise le mani sotto le ascelle.

Proprio mentre stava per raggiungere la fermata sentì il bip del suo cellulare. “Nuovo Messaggio” da Amore lesse, e il cuore le sprofondò in petto. Tutti i pensieri di quella mattina ritornarono in forze nella sua mente. Si fermò e fissò il cellulare e quella parola, “Amore”, ormai diventata così familiare dopo tanto tempo. La prima volta che l'aveva inserita nel cellulare si era sentita così eletrizzata! Finalmente anche lei poteva dire di avere un ragazzo. Era stata l'ultima tra le sue amiche ad averlo. Prima, quando parlavano di ragazzi e di cosa fare per piacergli si era sentita esclusa e un po' annoiata, perchè per quanto ci provasse, non riusciva a comportarsi come le altre e il più delle volte i suoi tentativi di “flirt” finivano con un buco nell'acqua.

Con Michael però, era stato diverso. Si erano incontrati durante una festa a casa della sua migliore amica, Aurora. Era la festa del suo sedicesimo compleanno e per la prima volta aveva avuto il permesso di invitare anche dei ragazzi. Il primo invitato era stato naturalmente Dario, il suo ragazzo, e lui aveva portato alcuni amici.

Quella sera Francesca era arrivata già di malumore. Sapeva che alla festa ci sarebbero stati dei ragazzi e voleva fare colpo, ma dal suo armadio non era riuscita a tirare fuori niente di utile. Tutti i vestiti che aveva la facevano sembrare un sacco. Infine si era decisa per un paio di pantaloni neri e una maglietta beige, molto semplice.

Per questo motivo era arrivata alla festa con un po' di ritardo e aveva subito visto che erano già un po' tutti brilli. La musica era alta e la pista da ballo piena. Lei, che odiava ballare, si era subito diretta verso un divanetto. Osservando le coppie in pista era diventata sempre più depressa. “Avrebbe mai avuto anche lei qualcuno con ballare così stretta?”. In quel momento un ragazzo si era seduto vicino a lei. Era stato in piedi dall'altra parte della stanza e la osservava da quando era entrata. Si era subito presentato dandole la mano da stringere e avevano cominciato a parlare di quanto odiassero ballare. Lui l'aveva fatta ridere parlando di alcuni episodi piuttosto imbarazzanti che gli erano successi sulla pista da ballo e lei aveva cominciato a fargli domande per poter continuare la conversazione. Dopo non molto però, si era resa conto che parlare con quel ragazzo era diventato molto naturale. La metteva a suo agio come nessun'altro, le faceva domande intelligenti e profonde e, molto importante, ascoltava con attenzione le sue risposte. Mentre parlavano non riusciva a non pensare a quanto carino, gentile ed educato quel ragazzo fosse. Sentiva che si stava formando un legame e sentiva il suo cuore battere in fretta. “E' questo l'Amore?” si chiedeva. L' ora di separarsi era arrivata troppo presto. Si erano scambiati i numeri di telefono e Francesca era andata a casa molto eccitata. Proprio mentre stava per entrare in casa le era arrivato un messaggio da Michael. Si era divertito molto quella sera, diceva, e gli sarebbe piaciuto vederla di nuovo. Potevano uscire la sera dopo? Lei gli aveva subito risposto di si e da quel giorno la loro relazione era cominciata.

Erano passati quasi quattro anni e Michael era ancora con lei. Il loro rapporto era cresciuto e pian piano si era trasformato. Michael era diventato il suo migliore amico e poi il suo amante. Si era sempre trovata a suo agio con lui e gli confidava tutto. Bhé, quasi tutto.

Francesca aprì il messaggio e lesse: “Sono sull'autobus, ti stò tenendo un posto sul retro, amore”. Suo malgrado, Francesca sorrise. Aveva il ragazzo perfetto. Dopo quattro anni ancora le teneva il posto, le apriva la portiera della macchina, la faceva passare per prima, le portava le cose pesanti. I suoi genitori lo adoravano e ormai faceva parte della famiglia. Ogni volta che pensava al futuro si vedeva vicina a lui. Ultimamente però, quel pensiero non la faceva stare più così bene come prima. Michael non aveva fatto niente di male, ma lei si sentiva intrappolata. Avevano già cominciato a parlare di matrimonio e dei nomi che avrebbero dato ai loro bambini e se da una parte questo la faceva sentire sicura del suo futuro, dall'altra sentiva un tarlo roderle il cervello. Ogni volta che era con lui aveva la sensazione di mentirgli e ogni volta che lui la baciava o la abbracciava sentiva l'angoscia stringerle il cuore.

Forse avrebbe docuto rompere con lui. Dopotutto era il suo primo ragazzo, non avrebbe dovuto avere altre esperienze prima di sistemarsi? La sua mente tornò prepotentemente alla foto della ragazza, vivida più che mai davanti ai suoi occhi. Perchè si era tanto fissata con quell'immagine? Cosa aveva di tanto speciale? Francesca scosse la testa, come per liberarsi da quei pensieri. In quel momento vide l'autobus avvicinarsi e facendogli segno con il braccio di fermarsi decise che per quel giorno poteva mettere i problemi da parte e concentrarsi solo sull'esame. Dopotutto, era solo il giorno più importante della sua vita.

  
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