Spesso ho pensato alla felicità, al suo significato. Per quanto sia auspicabile a ognuno una vita felice, sono convinta che non sarebbe apprezzata. Verrebbe anche questa data per scontata; invece ciò che la rende importante, ciò che la rende indimenticabile è l'affannata corsa a cui tutti prima o poi partecipiamo. È la rarità del momento che rende speciale l'occasione. E di questo sono contenta e convinta. Come un bambino viziato abituato a possedere, non a ricevere, come se fosse un suo diritto, tutto ciò che vuole, anche noi, assuefatti dalla felicità ne sminuiremmo il significato rendendola irrimediabilmente vana. La brevità della vita, la rapidità con cui sfugge un'attimo di felicità hanno, diceva Erodoto, reso gli dei invidiosi degli uomini. Invidiosi degli stessi uomini mortali, impotenti, gelosi, trasportati da vane emozioni che hanno causato guerra e pace, amore e odio.
Cos'è allora che ci spinge a disprezzare la vita? Cosa ci impedisce di renderne ogni momento non indimenticabile, ma apprezzabile?
------------------------------------------------
ciao a tutti! questa era una riflessione, una delle tante che affollano la mia mente (e non penso la mia solamente:D) durante quei momenti di filosofeggianti pensieri:) spero vi sia interessato e mi piacerebbe sapere cosa invece ne pensate voi. grazie del vostro tempo! ciao!