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Autore: Zimt    05/06/2014    3 recensioni
Fanfiction scritta per il compleanno di Draco. La storia si svolge durante il Ballo del Ceppo, quando si cominciano a vedere i primi segni del ritorno del Signore Oscuro. Draco chiede a Hermione di ballare con lui. Vuole solo farsi beffe di lei? Nell'ascoltarlo Hermione scoprirà che se il sangue li divide, dei sentimenti li avvicinano, e forse non è solo la paura. Un po' What if, un po' Dramione.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Viktor Krum | Coppie: Draco/Hermione, Vicktor/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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“MUDBLOOD”


 

Era seduta su una panca a bordo pista, sorridente e abbagliante nella felicità di una ragazzina che per la prima volta si sente bella. Le girava un po' la testa e le veniva da ridere, aveva il sapore della burrobirra sulle labbra e la musica nelle orecchie; riusciva quasi a non pensare alle scarpe troppo strette che le facevano male ai piedi e alla stanchezza dell'ora tarda. Stava pensando a quanto magica fosse quella serata; più di qualsiasi altra avesse mai passato, persino a Hogwarts, aveva deciso, quando si accorse di una figura ferma di fronte a lei. Pensò per un attimo che fosse Viktor che si era finalmente liberato dai suoi ammiratori che l'avevano preso da parte poco prima per congratularsi con lui e chiedergli degli autografi. Il ragazzo che le stava davanti però era più esile e slanciato, più elegante, ma anche più rigido nella postura. Cosa voleva Malfoy da lei? Voleva rovinarle quella serata stupenda? Non glielo avrebbe permesso. Alzò lo sguardo fino ad incontrare il suo con espressione accigliata e solo allora si accorse che lui le tendeva la mano con perfetta e inaspettata cavalleria. Lo guardò ancora più perplessa. "Allora, mi concedi questo ballo o no, Granger?" le chiese. Voleva farsi beffe di lei? Troppo tardi, aveva istintivamente alzato una mano per rispondere al suo gesto e così lui la afferrò e la fece alzare senza troppe cerimonie. "Ah, bene... Avrei fatto una magra figura se tu avessi rifiutato" commentò con un ghigno. "Perché balli con una col sangue sporco, Malfoy? Tu mi disprezzi... Cosa diranno i tuoi cari amici?" chiese acida e orgogliosa. "Diranno quello che io gli dirò di dire: che l'ho fatto per farmi una risata. Tu non farmi fare la figura del cretino, vieni più vicina! Non mordo." E con ciò le posizionò una mano sulla schiena, facendo pressione per avvicinarla a sé, facendola quasi aderire al suo corpo. Lei arrossì e si trovò senza fiato per la sorpresa e per quell'improvvisa vicinanza. "Chi si fida di un serpente?" gli ringhiò addosso sperando che suonasse come una protesta. Lui alzò un sopracciglio, si chinò verso di lei e rispose in tono ironico, come se non l'avesse presa affatto male: "chi si fida di una leonessa?" Era stato solo un sibilo sussurrato nell'orecchio, ma li aveva avvicinati di più, non solo fisicamente, in quella battuta c'era anche della complicità. Draco teneva ancora una mano premuta contro la sua schiena con decisione, Hermione ne sentiva il calore attraverso la stoffa leggera del vestito; con l'altra mano teneva delicatamente la sua mentre la guidava nella danza. Era un ballerino elegante, anche se forse non troppo appassionato e spontaneo, come un ragazzo che recita una poesia a memoria, ma non le dispiaceva la precisione con cui la conduceva, perché mascherava quanto lei fosse inesperta. Si trovò con il viso molto vicino al vestito di lui e si sorprese a riflettere su quanto somigliasse a un qualunque vestito da cerimonia babbano. Le tornarono in mente le domeniche in cui suo padre la portava in città, quando era piccola, e passeggiavano fino a che non era stanca, allora la prendeva in braccio. Lei adorava aggrapparsi alla stoffa delle sue camicie fresche, lisce e profumate, che metteva nei giorni di festa. Era strano che stare vicina a Draco risvegliasse in lei sensazioni così familiari. Per un po’ ballarono senza parlare, poi lei riprese la conversazione per distrarsi dai suoi pensieri.
"Conosci questa canzone?" il modo in cui lui teneva la guancia appoggiata ai suoi capelli la spinse a parlare con più dolcezza di quanta avesse voluto, ma era curiosa, da come ballava quella canzone lenta e malinconica sembrava che l’avesse ascoltata mille volte.
"Oh sì, è piuttosto lunga, non trovi? Ho scelto bene però." Disse lui sorridendo. Si sentiva sempre più confusa, forse anche piacevolmente stupita. Cosa sapeva di lui, dopotutto? "Draco, perché..." cominciò. "Hermione", la interruppe quasi con urgenza, "volevo ballare con te, per una volta. Sei molto bella, sai? Io non credo che sia una colpa essere nata in una famiglia babbana. E nascere da una famiglia di mangiamorte, secondo te, lo è?" Aveva un sorriso triste e sembrava più giovane, come un bambino che si sente escluso da qualche gioco, ma anche più vecchio e preoccupato di quanto non le fosse mai apparso. Lo guardò senza sapere bene come rispondergli, poi si fece coraggio e disse: "sembri un uomo messo di fronte alla sua ultima possibilità, cosa sai? Ha a che fare con quello che è successo alla Coppa del Mondo di Quidditch? Con il torneo?" Era allarmata, e voleva sapere, poteva fare la differenza. Se Draco sapeva qualcosa doveva scoprirlo. "Ah! Sei sempre stata sveglia, non si può negare. So meno di quanto puoi pensare in realtà. I miei sono soltanto timori, gli stessi che hanno tutti." Disse a bassa voce, era molto serio ora. "Se sai qualcosa lo devi dire… se non a me a… qualcuno, Draco! Se Voldemort..." si fermò nel sentire la mano di lui tremare nella sua. Quando le parlò il suo volto era cupo, nei suoi occhi leggeva paura e disperazione, la sua voce però era rassegnata. "Non lo nominare." bisbigliò, deglutì, riprese fiato e guardandola dritta negli occhi disse: "Tu non hai paura? Dovresti averne. Non capisci? Come puoi non capire che cosa significherebbe per noi il suo ritorno?" sembrava così spaventato e in trappola. "Noi? Per me significherebbe terrore, persecuzione, morte... Lo capisco fin troppo bene! Ma tu cos'hai da temere?" Sentiva di sapere la risposta. Draco mosse appena le labbra per articolare tre parole che lei riuscì appena a sentire: "servirlo, colpa, morte". La musica si era fermata, così lui la ricondusse alla panca su cui era stata seduta prima di accettare, quasi inconsciamente, quel ballo. Lei cadde a sedere, ma lo trattenne un attimo; lui con il pollice le accarezzò il dorso della mano con un gesto intimo e premeditato, poi fece per andarsene. "Aspetta", le uscì dalle labbra quasi come un singhiozzo. "No, per il bene di entrambi, no." Anche stavolta fu poco più di un sussurro. Dopo il calore del suo abbraccio l’aria della stanza le sembrava fredda. "Draco!" stava parlando troppo forte e la musica non era ancora ricominciata, alcune teste si voltarono a guardarli, o forse li avevano osservati per tutto il tempo. "Allora ti sei divertita, eh? Ti senti onorata? Sciocca mezzosangue!" tuonò lui con un ghigno sprezzante che non raggiunse mai i suoi occhi. Le strinse un'ultima volta la mano, poi la lasciò andare e raggiunse i suoi amici, che ridevano dall'altra parte delle sala.
"Cosa voleva?" Krum era tornato ed era evidentemente indispettito. Quando ritrovò la voce Hermione disse semplicemente: "non avrei dovuto ballare con lui."
 
NOTA DELL’AUTRICE: Fanfiction scritta per il compleanno di Draco Malfoy, tanti auguri! Era da un po’ che volevo scrivere di lui dato che lo ritengo un personaggio abbastanza incompreso, come molti serpeverde, poveri noi! Non dico che sia per forza un bravo ragazzo, ma neanche che abbia deciso lui di finire (dalla parte sbagliata) nella guerra in cui si è trovato. Questa storia è molto What if, e la mia prima Dramione, ma ne vado quasi fiera contando che l’ho scritta per metà stamattina dalla parrucchiera usando il cellulare mentre aspettavo, quindi capirete che non ha chissà che pretese! :P Comunque spero vi sia piaciuta! :) Le recensioni sono molto gradite!

 
  
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