Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |       
Autore: Atticus 182    05/06/2014    3 recensioni
"L'aria bruciava la pelle, il silenzio teneva con cura tutto il Giacimento nelle sue mani e il dente di leone era appassito."
Questa è la storia vista dalla prospettiva di Primrose, e racconta tutto ciò che succede durante l'assenza di Katniss nella vita di Prim. Ricordi, sensazioni, amori, luce e oscurità.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il cigolio di quella ferraglia era così fastidioso per le orecchie di mia madre, mi guardava dalla finestra aperta con quegli occhi grigi e persi e maneggiava con cura i capelli di Katniss, mia sorella. Il cielo pareva triste per l'evento che incombeva, come lo erano gli uccelli e i comignoli delle case e l'erba calpestata, era tutto grigio, anche la pelle della gente che passava davanti casa, ho pensato per un attimo che avessi problemi alla vista. In realtà quella era tristezza pura. Tutti al Giacimento, soprattutto i ragazzi, il giorno della Mietitura cercavano di contemplare quella vita che poco dopo o a breve gli sarebbe potuta scivolare dalle dita. Conoscevo quasi tutti al Giacimento. Sembrava che io piacessi davvero alla gente, non posso dire lo stesso per mia sorella Katniss, lei tendeva ad allontanare tutti e stare per conto suo. Dopo la morte di mio padre si era chiusa ancora di piu’ in lei stessa, ma io le volevo bene e questo le bastava.
Ero lì immobile a guardare e riguardare le mie scarpette nere, erano un po’ consumate ai lati, ma a me piacevano così, avevano un’aria vissuta, e al Giacimento dire di aver vissuto è una conquista. Quel giorno riuscii quasi a sentire le mani consumate di mio padre sui fianchi che mi spingevano sull’altalena nel cortile, potevo riascoltare la sua voce e i suoi canti ben racchiusi nella mia mente, nei ricordi vividi e tristi. Una piccola amara lacrima mi rigò il viso, per poi cadere sull’erba fresca e confondersi  con la rugiada. Non potevo farlo, non potevo piangere, sarei  finita come la mamma, triste e inconsolabile dopo la morte di mio padre. Dovevo essere forte per  Katniss e per la mamma, e per papà. Quando mi sembrava di cadere in pezzi senza il sostegno di mio padre a sorreggermi, mi aggrappavo all’unica persona presente nella mia vita, Katniss. Mi diceva di occuparmi di Lady e fare il formaggio, raccogliere i fiori e andare a scuola. E io lo facevo, per lei, per mia madre, quella donna ormai senza volto che vagava per casa senza una meta, senza vivere.  La mano gelida di Katniss mi distaccò da tutto questo pensare e prendendo la mia, con voce calda e rassicurante, mi accompagnò dentro casa, da dove ci incamminammo tutte e tre verso la piazza.
Dopo tutte le noiose cerimonie organizzate da Capitol City, la voce squillante di Effie Trinket mi mandò in frantumi. Aveva pronunciato il mio nome dopo la frase “…prima le signore!”. I miei piedi erano piantati al suolo, e i miei polmoni facevano fatica a muoversi, era come se tutti i miei organi avessero smesso di funzionare. Decisi di non farmi vedere impaurita e mi diressi sul palco, aggiustandomi la camicetta e ripetendomi “Tieni dentro la coda, paperella”. Ma le parole che mi sconvolsero di piu’ furono “Mi offro volontaria come tributo!” e provenivano proprio dalle labbra della mia coraggiosa e forte Katniss. In quel momento l’organo piu’ importante del mio corpo perse un battito e iniziai ad urlare.Mi sentii stringere da braccia troppo possenti per potermi liberare, ma mi dimenai e cercai invano di raggiungere Katniss che si allontanava da me. La sentivo scivolare via dalle mie mani come l'acqua sui tetti , e non potevo fare niente. Quando le porte del Comune si chiusero e scomparve nel buio io svenni. Riuscii a svegliarmi per salutarla un'ultima volta e tutto ciò che potei dirle e darle furono brevi frasi e un abbraccio. In seguito a questo distacco mi sentii diversa, cambiata. Qualcosa si smosse dentro di me, non sapevo di preciso cos'era, ma sentivo che si faceva largo dentro di me e non era piu' la purezza di una primula, ma il gelido vento di una mattina di inverno, mi stava rendendo fredda e riluttante e avrei dovuto farci i conti ogni giorno.







Autrice:

Questa è la mia prima storia. Spero vi piaccia il mio modo di scrivere. So che potrebbe sembrare la solita noiosa storia su HG, ma mi piacerebbe che continuaste a leggere anche i prossimi capitoli. Mi farebbero piacere anche delle recensioni, magari dei consigli per migliorare. Accetto qualunque tipo di critica, basta che non siano insulti. Grazie mille a tutti i lettori :) 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Atticus 182