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Autore: Ardespuffy    07/08/2008    3 recensioni
E hai vissuto decenni solo per arrivare a questo istante, per arrivare ad afferrare la grande legge che è dietro la vita, dietro la morte, dietro il peccato e dietro l’Alchimia, dietro il tuo stesso essere e dietro il suo, dietro il bimbo patetico e sperduto in cui hai riposto ogni traccia d’umanità, e convogliata nel bene e nel male, e in un’affezione macabra e strana che ti ha portato all’orlo.
Tu, che non hai mai sperato in niente.
{Forse in qualcuno.}
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Envy, Wrath
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo hai vestito come te

Lo hai vestito come te.

Lo hai reso quello che è oggi, qualunque cosa sia.

Lo hai accudito come un animaletto di pezza, lo hai persino sfamato.

 

 E lui ti odia.

 

{Non potrebbe essere altrimenti.}

Tu lo hai reso un essere pensante, lo hai portato ad una vita che, potendo scegliere, chi di voi avrebbe mai accettato?

E pazienza per i vostri nomi, quei vizi che portate ricamati sulla carne, intrecciati come fili d’oro nelle umane lettere dei vostri appellativi.

Sai che il peccato è per gli uomini, per le donne e per i soldati.

Ma per voi? Per favore.

 

 Te lo ha detto chiaro e tondo, un’infinità di volte da quel giorno.

 

E tu hai fatto scena, tenuto duro, rubato la sua identità e vestitone l’ira.

Lo hai pestato perché solo guardarlo ti porta alla mente qualcosa che non dovresti più essere in grado di ricordare.

Hai cercato di insegnargli, amorevolmente, come un mentore, un precettore – continui a ripetertelo, ma c’è poco da fare, queste sono cose da umani – che esistono solo due modi per andare avanti nel vostro stato.

Fidarsi o Apprendere.

Sai da tempo qual è la tua strada, e inconsciamente hai implorato che fosse anche la sua.

{Per sentirti un po’ meno solo.}

Eppure è strano, perché a te piace, essere quello diverso. Lo hai adorato per i secoli della tua esistenza.

 

 Per opporsi a te, che disprezza più di se stesso, ha scelto di Fidarsi.

 

Non hai tentato di persuaderlo, allora.

{C’è un limite anche alla tua perseveranza.}

Tutto ciò che hai fatto è stato tenerlo d’occhio, da vicino, vicino, più del necessario, impegnato com’eri ad osservare il suo crollo.

In altri tempi non ne avresti forse goduto?

Non prendiamoci in giro, adesso. Non è questione di vecchiaia.

È la sua diversità, quel suo essere un patetico bimbo sperduto che nessuno vuole accanto.

 

 Te ne sei accorto troppo tardi, che la sua strada era ancora differente.

 

Se sei arrivato a questo punto, insisti, è solo grazie alla tua capacità di vedere le cose per ciò che sono. Per il cinismo, se è così che si chiama, con cui hai intravisto la verità e hai saputo agguantarla, tenerla stretta e gelosamente custodirla.

Precludendola, parrebbe, agli occhi degli altri.

Non che t’importi, naturalmente. Sei stato il primo e sei ancora il migliore. Peggio per loro.

{Ma la tua reliquia, la tua preziosa verità del cazzo, saresti stato disposto a dividerla con lui. Con lui soltanto.}

 

 Più che affidarsi alle brame di Quella Persona, ha continuato a rincorrere lo spettro di una madre.

 

E adesso, adesso che hai compreso realmente quanto vano tutto sia stato, quanto impotente ti abbia reso, adesso vedi che è anche peggio.

Perché lui qualcosa in cui credere e che lo tradisse ce l’aveva sul serio.

Se un tempo – in altre circostanze, ammettilo – ti saresti fatto fregio della tua rinnovata ed indiscussa superiorità, persino per meriti non tuoi come essere baciato da un fato più indulgente, ora che lui se n’è andato ti sembra di aver perso la voglia di trionfare.

Non puoi neanche iniziare ad accettarlo, ma capirai, non è questa gran cosa.

Tu non conti niente. Non sei importante.

Le cose vanno in un certo modo a prescindere dalla tua volontà di mezzo uomo artificiale, e ne hai avuto piena conferma.

{Se le cose fossero andate come volevi tu, non sarebbe mica finita così.}

 

 Ti ha lasciato spalancare il portale e inseguire la tua vendetta, perché di te non gli è mai importato.

 

Ora te ne stai qui, in questa cella d’altro tempo, conoscendo solo le buie mura della nuova dimensione. Quella in cui ti sei gettato rinunciando ad ogni cosa, persino alla tua forma, pur di conseguire il tuo ultimo scopo.

Troverai Hohenheim della Luce e pagherà, oh se pagherà, per tutte le sue colpe.

Perché è solo a causa sua se porti quel marchio sulla pelle.

{Perché è solo a causa sua se hai rinunciato al corpo con cui hai conosciuto lui.}

 

 Deve essere stata una liberazione.

 

Ovunque sia in questo momento, sai che Wrath è pieno d’ira.

E i conti tornano, perché tu non hai mai invidiato con tale intensità. 

Qui, in un mondo che ti appartiene ancor meno dell’altro, siedi e attendi, sbuffando caldo fiato di fuoco sulle tue stesse squame.

Aspetti l’arrivo dell’uomo che ti libererà di nuovo, quale sia degli Elric, neanche t’interessa.

Sai che presto sarai ancora utile, strumentalizzato da esseri che hai aborrito con ogni atomo. Il peggio è ammettere che questo è il meglio in cui potessi sperare.

Tu, che non hai mai sperato in niente.

{Forse in qualcuno.}

 

E hai vissuto decenni solo per arrivare a questo istante, a questi occhi d’ambra che poi sono anche i tuoi, alla presunzione di questi uomini-dèi dalla ridicola fallacia, alle armi di questi burattini militari senza coscienza –  ma più veri di te.

E hai vissuto decenni solo per arrivare a questo istante, per arrivare ad afferrare la grande legge che è dietro la vita, dietro la morte, dietro il peccato e dietro l’Alchimia, dietro il tuo stesso essere e dietro il suo, dietro il bimbo patetico e sperduto in cui hai riposto ogni traccia d’umanità, e convogliata nel bene e nel male, e in un’affezione macabra e strana che ti ha portato all’orlo.

E hai vissuto decenni solo per arrivare a questo istante, per arrivare a capire che è sempre mancato qualcuno, tra voi, un ottavo vizio che è il padre degli altri ed è loro padrone.

 

{Giacché nulla logora uomini veri o presunti come il peccato, e non v’è peccato che più dell’Amore possa annientare.}  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fin.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

_*_

 

 

La mia prima fic su questo fandom! ^^

Venuta di getto, senza alcuna pretesa se non quella di omaggiare

il mio homunculus preferito.

Gli ultimi tre periodi si riferiscono, come credo facilmente intuibile,

alla trasformazione di Envy in drago, nel film

The Conqueror Of Shamballa.

 

 

Dedicata a NekoRika, perché anche se lei può non ricordarsi di me,

io conosco e ammiro il suo lavoro, così come

la passione per questo pairing

che piace tanto anche

à moi ^.^

  
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