Se fossi stata come lei sarei riuscita a tornare a casa?
Se fossi stata come lei, meno fredda e sadica, forse ci sarei tornata veramente al mio Distretto.
Forse avrei dovuto cercare qualcosa o qualcuno e farne il mio punto d’appiglio, la mia ancora di salvezza.
Dovevo cercare un motivo per tornare a casa.
Ma quel motivo ce l’avevo per davvero?
Al Distretto avevo alcuni amici, ma parlavano con me solo perché mi temevano, perché ero la Regina dei Coltelli.
Non avevo fratelli o sorelle e i miei genitori volevano che vincessi, ma rimanendo sadica, fredda. Mi volevano senza sentimenti e senza alcun tipo di emozione.
E allora perché volevo così ardentemente tornare a casa?
Lei ha una sorella che ama e per cui si è offerta volontaria alla Mietitura. Una madre e forse degli amici.
Io mi ero offerta volontaria per orgoglio. Avevo una famiglia, ma era come se non l’avessi. E quei pochi amici non avrebbero sofferto nel vedermi morire.
Poi capisco il motivo per cui volevo tornare a casa.
Per me stessa. Per far capire a tutti chi sono veramente: una vincente.
Se non avessi vinto, avrei solo sprecato la mia vita, visto che mi sono sempre allenata per vincere.
Ma alla fine sono morta e tutto quello che ho fatto non è valso a niente.
Lei ha vinto e questo mi convince ancora di più sul fatto che sarei dovuta essere come lei.
Meno fredda, meno sadica, meno ossessionata dalla vittoria, più consapevole di cosa sia la fame.
Ma mi dispiace. Sono solo questa.
E se sono morta ci sarà pur sempre un motivo.
Penso che non ci siano molte differenze fra me, Clove, e lei, Katniss.
Entrambe abbiamo fatto di tutto, abbiamo lottato. Per cosa?
Per tornare a casa, per sopravvivere, per vincere, per vivere.
Per non morire.
Solo che lei lo meritava. Io no