Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: teresartist    05/06/2014    1 recensioni
Blaine vive in un mondo in cui l'amore è vietato, lui se ne vuole andare perchè sa troppo, troppo di quello che c'è al di là del filo spinato.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Blaine lo sapeva, lo sapeva che non sarebbe stato facile, ma doveva farlo, quella era la legge, quello era lo stato e ormai mancava così poco ai suoi diciotto anni, a quell’età che tutti volevano raggiungere tranne lui, sarebbe stato incatenato e costreto ad un iniezione di un liquido potentissimo che gli avrebbe fatto dimenticare come ci si sentisse quando si vuole bene a qualcuno, quando la si ama. Tutto questo era finalizzato a una cosa sola “la specie”, la chiamavano tutti così, l’uomo doveva sopravvivere e Blaine lo sapeva, a scuola studiava tutti i giorni la storia della specie, anni addietro gli uomini erano stati attaccati da creature che i libri di scuola descrivevano come malvagie, come cannibali assetati di sangue umano, barbari, che non avevano pietà per nessuno, uccidevano chiunque incontrassero; ma non era così e Blaine sapeva anche quello, quelle creature non erano affatto crudeli e cannibali, anzi erano bellissime creature, simili a umani ma molto più alti e snelli e per quanto Blaine potesse immaginare erano anche molto più belli. Blaine non avrebbe mai dovuto sapere tutto questo eppure lui lo sapeva, e sapeva anche molto altro, sapeva probabilmente più di chiunque alto che lui avesse mai conosciuto. Ogni giorno si intrufolava nella biblioteca comunale e di nascosto andava in quella sezione da cui tutti giravano alla larga, era quella dove si nascondeva davvero il sapere non della specie ma del mondo, il mondo vero, quello fuori da quei stupidi fili spinati, quello non controllato dalle guardie in uniforme; ma Blaine sapeva di più, non smetteva mai di sapere, e più cose sapeva più aveva paura, paura di sapere troppo.
 
Quello del sapere era solo uno dei segreti che Blaine teneva nascosti dentro la sua giovane anima non ancora sporcata da quel liquido che lo avrebbe trasformato in un essere senza cuore, destinato solo a procreare e a far nascere altri esseri che a loro volta sarebbero diventati senza cuore. Ma questo era il punto, lui non voleva, non voleva svendere il suo corpo per esseri incapaci di amare e poi che senso avrebbe avuto? E’ vero per il sesso non serve l’amore, sarebbe stato come costringere se stessi in una prigione, tra bugie e sensazioni che non avrebbero avuto nessun senso perché lui non le voleva provare, non in quel modo, non perché era costretto. Aveva letto una cosa che lo aveva affascinato più delle altre
 
“Noi non siamo costretti ad amare, noi amiamo e basta”
 
Era scritto su un libro del popolo del di là, quelli dietro i fili spinati, quelli senza le guardie, senza le costrizioni, senza le siringhe piene di liquido viola che ti rendeva insensibile. Quel mondo sembrava così bello e inverosimile.
 
Blaine non se ne era mai accorto fino a che un giorno aveva assistito a un combattimento di uomini, appartenenti alla specie, i loro corpi muscolosi, ma non eccessivi, erano coperi di olio che faceva scorrere le mani più facilmente e risplendevano al sole di mezzogiorno. Blaine vide un piccolo ragazzo dietro di loro, avrà avuto più o meno la sua età ed era lì, in piedi, nudo con la pelle oliata che splendeva al sole, lo sguardo fiero di chi sa di essere bravo abbastanza per essere scelto. Perché funzionava così, gli apparteneti alla specie a dodici anni sceglievano se studiare o se allenarsi, chi studiava andava a scuola tutti i giorni e imparava la storia della specie e una serie di mestieri che avrebbe potuto fare nella vita, le scuole maschili e femmilini erano ovviamente separate. Chi sceglieva di allenarsi passava sette anni in un campo con altri atleti e si trasformava in una guardia, una terribile arma da guerra, le guardie si sposavano ma non vivevano la vita matrimoniale, erano semplicemente destinati a trasmettere il gene della forza alle generazioni future.
Il giovane sembrava tutto pieno di se in quel corpo atletico e quando il generale si avvicinò per scrutarlo da vicino e per toccare la sua pelle che brillava al sole Blaine si rese conto che nulla, mai lo aveva attratto così tanto. Quella pelle lucida, queli lineamenti quasi spigolosi, quei muscoli appena scolpiti nel suo petto e nel suo addome catturarono Blaine con una forza incredibile e capì che cosa l’iniezione avrebbe evitato: quella sensazione di desiderio, di bisogno, di passione che lo spinse ad alzarsi per raggiungere il bordo dell’arena per scrutare meglio il giovane. Non sapeva se quello fosse amore ma sapeva che era una cosa che non aveva mai provato prima e non voleva dimenticarlo, voleva ricordare quell’attimo per sempre.
Da quel giorno Blaine ebbe ancora più paura, perché capì che il suo corpo poteva amare chiunque ma la legge non lo permetteva, perché che un uomo amasse un uomo era stupido, non serviva a nulla, non sarebbero stati in grado di far progredire la specie.
Poi un giorno qualunque Blaine vide una cattura: una coppia di giovani uomini era accampata sotto un albero che faceva fiori rossi, si stringevano le mani e le loro labbra si fondevano insieme. Blaine non aveva mai visto nulla di così bello e poetico, ma non sapeva come quell’atto di abbandonarsi alle labbra l’uno dell’altro si chiamasse o a cosa portasse ma lo capì. Quando vide i cani correre e una serie di guardie sparare frecce avvelenate in direzione dei due giovani, caddero a terra senza lasciare andare le mani l’uno dell’altro, li presero e a quel punto il cuore di Blaine non sopportò più la visione di quello spettacolo straziante e scappò via in lacrime.
Quello era il suo destino, lui sentiva di dover amare un uomo e questo avrebbe comportato la morte sicura, perché quei ragazzi non li vide mai più. Ma in fondo – pensò quella notte mentre non riusciva a chiudere occhio – cos’è peggio? Morire abbracciati a colui che ti ama o morire nell’anima per coloro che non capiscono?
 
Blaine aveva amici, maschi ovviamente, ed ogni volta che qualcuno raccontava qualcosa che aveva a che fare con lo scoprire una donna non ancora maggiorenne tutti ridevano e facevano battute, Blaine rideva per non piangere, teneva il suo segreto stretto nella parte di anima che il liquido viola avrebbe cancellato e nulla e nessuno lo venne mai a sapere.
La sua mente si tormentava giorno e notte di domande, voleva scappare, voleva andarsene, già, ma come? Voleva correre al di là delle guardie e del filo spinato eppure quando arrivava in quel luogo non controllato dove era stato aperto un varco tra i rovi si fermava e guardava indietro, in fondo era stupido scappare, tra pochi mesi sarebbe finito tutto, la sua mente avrebbe smesso di chiedersi e il suo corpo di essere attratto quindi che senso aveva abbandonare quel tutto? E poi chi lo sa, magari le creature che vivevano di là erano davvero che aveva dovuto studiare a scuola e lui sarebbe morto comuque dopo poco, o ucciso o di fame e di stenti. Così tutte le volte tornava indietro, si sedeva sul suo letto e piangeva senza capirne neppure il perché.
 
 
Sembrava essere stato un giorno come un altro: Blaine era tornato da scuola e si era subito diretto in biblioteca, i suoi genitori sarebbero stati via per qualche giorno ma lui comunque tornò a casa puntuale, si fece la cena e dopo poco tornò a leggere sulla sua amaca.
 
D’un tratto uno sparo di fucile, sembrava vicino, molto vicino, vicino quanto il latrato dei cani, udì un uomo urlare
 
“Sparategli!”
 
Anfibi che si muovevano veloci sul terreno, poi un colpo secco e il silenzio, il colpo non era uno schioppo di fucile, sembrava il rumore di mille ossa che si spezzavano insieme.
Blaine sentì bussare alla porta velocemente e nervosamente, qualcuno gli stava chiedendo aiuto
 
“Ti prego!” sentì gridare dalla voce più cristallina che avesse mai udito “Ti prego aprimi!”
 
Blaine si alzò e raggiunse la porta
 
“Per favore” la voce era disperata, e apparteneva di sicuro a un uomo, un giovane uomo, Blaine ricordò l’ultima volta che aveva sentito dei cani latrare così, all’albero dei fiori rossi, mentre i due giovani si fondevano le labbra le une con le altre.
Non ci pensò due volte e aprì la porta.
Una figura alta, magra e snella gli apparse davanti, la luce della luna illuminava i contorni di quell’essere, Blaine non lo vide bene, fino a che, un attimo dopo, quella figura entrò in casa sua e si lanciò sul pavimento per fare il più in fretta possibile.
I suoi capelli corti e marroni, con riflessi più chiari e più scuri, le mani lunghe e sottili che gli coprivano gli occhi. Il giovane si alzò in piedi e guardò Blaine, una scossa percorse il corpo di entrambi. Blaine notò i suoi occhi e per un attimo vi si perse dentro, azzurri come il cielo e come il mare calmo, Blaine ne era folgorato e ci vide dentro qualcosa che non aveva visto in nessun altro, non era paura ma era libertà, il suo sguardo era fiero e libero e per un attimo Blaine si ricordò del giovane dell’arena ma no, lui era di più. Il giovane dagli occhi magici era vestito in un modo che faceva sentire Blaine proprio come in quel momento all’arena, indossava una camicia leggera di seta che lasciava intravedere i suoi muscoli appena definiti, dei pantaloni attillatissimi che gli lasciavano scoperte ginocchia e polpacci e facevano capire che anche le sue cosce erano muscolose. La camicia aveva dei tagli sulle braccia, sembravano dovuti a dei morsi o dei graffi, c’erano delle ferite sul corpo del ragazzo, tagli profondi sui bicipiti e sui polpacci fino alle caviglie, ma quelli sembravano provocati solo da spine e rovi. Dai lati delle tempie scorrevano piccoli rivoli di sudore che scendevano fino al collo.
 
Quando Blaine smise di fissarlo disse “C-Ciao”
 
Il ragazzo rispose con un cenno del capo
 
“Tutto bene?”
 
Il giovane guardò in basso “Sì, grazie” dopo un attimo guardò Blaine di nuovo, anche lui non poteva non ammirare quanto fosse bello, quei ricci neri e corti, quegli occhi color nocciola che in certi momenti parevano quasi diventare verdi “Non dire a nessuno che sono qui, ti prego”
 
Blaine sorrise “Non preoccuparti” spostò una sedia “Accomodati”
 
Il giovane lo guardò spaesato
 
“Mi sembra che tu sia stanco” disse Blaine cercando di suonare il più gentile e meno compassionevole possibile “Ti farebbe bene sederti e se vuoi posso offrirti qualcosa, per riposarti un po’”
 
Il giovane lo guardava sempre più spaesato, non capiva perché quel ragazzo di ciu non conosceva neppure il nome lo stesse trattando così, ma si sedette sulla sedia e lasciò che Blaine gli servisse una scodella piena di brodo.
 
Mentre Blaine appoggiò la scodella sul tavolo e il ragazzo la prese tra le mani
 
“Come ti chiami?” chiese Blaine
 
Il giovane non rispose, Blaine lo capiva, era appena stato rincorso dalle guardie e aveva dei profondissimi tagli su tutto il corpo che dovevano sicuramente bruciare molto.
 
“Io sono Blaine” disse dopo poco
 
Il ragazzo non rispose ancora e Blaine lo lasciò bere tranquillamente, si sedette di fronte a lui e cominciò nuovamente a scrutare ogni singolo particolare del suo corpo, sembrava così magnifico e perfetto,  non c’era una cosa fuori posto, la sua pelle chiara brillava quasi alla luce della luna che penetrava dalla finestra e alle piccole fiamme che le candele della casa emettevano, era interrotta soltanto da grandi righe rosse da cui sgorgava ancora sangue vivo che bagnava la sua camicia e il suo corpo
 
“Non ti fanno male?” chiese Blaine
 
Il giovane scosse la testa con la bocca piena di quel brodo caldo e buonissimo, però si vedeva che non stava bene, i muscoli rigidi e i denti che si affondavano nelle labbra per fermare i gemiti di dolore, Blaine fece finta di non vederli.
 
Quando il giovane finì la camomilla appoggiò la tazza sul tavolo e sussurrò “Grazie”
 
“Di nulla” Blaine sorrise, era quasi un riflesso incondizionato “Perché ti hanno rincorso?” chiese, in realtà non voleva davvero suonare così diretto ma era inevitabile
 
Il ragazzo fece un respiro profondo e volse lo sguardo a terra, perché era sicuro che Blaine sarebbe riuscito a leggere nei suoi occhi, dietro le parole
 
“Sono scappato dai laboratori” disse con la voce meno convinta che Blaine avesse mai udito, ma non ci fece troppo caso, la voce di quella creatura era così bella e melodiosa che Blaine voleva solo sentirlo parlare “Ho avuto paura”.
 
Che avesse avuto paura era chiaro ma Blaine poteva sentire che nella sua voce mancava qualcosa.
 
“Anche io sono terrorizzato” disse Blaine abbozzando un sorriso e improvvisamente sentì come se gli fosse possibile pensare ad alta voce, rivelando a quel ragazzo tutti i suoi segreti sul sapere e sull’amore “Quella cosa ti ruba l’anima” disse dopo qualche istante.
 
Il giovane lo guardò di nuovo con quegli occhi liberi e stanchi e gli sembrò come se potesse davvero guardare l’anima di Blaine, il modo in cui lo scrutava, la gentilezza quasi incomprensibile che aveva dimostrato verso di lui, si sentiva al sicuro, e così si sentiva Blaine
 
“Com’è la tua anima?” chiese il ragazzo con gli occhi color del mare calmo d’estate
 
Blaine lo guardò confuso “Non lo so, ma almeno so di averla per ora”
 
“A me la tua anima sembra molto sincera e bella, come i tuoi occhi” il giovane ora suonava vero, sincero, come se in quella frase ci fosse tutto. Ed era così, gli occhi di Blaine sembravano parlare, riflettevano tutto quello che pensava e il giovane li capiva, li sapeva leggere
 
Blaine guardò in basso e si sentì arrossire “Grazie” disse con un fil di voce
 
“I tuoi occhi sono davvero interssanti” disse il giovane che continuava a guardarlo, era strano sentirsi dire che gli occhi erano interessanti ma Blaine non disse nulla, lo lasciò parlare “Riesco a leggerci dentro, sono così puri, belli, gentili e molto molto spaventati. Come te”
 
Una scossa percorse nuovamente il corpo di Blaine, si era sentito dire che era bello, nessuno glielo aveva mai detto, nessuno come quel meraviglioso sconosciuto e lui non riusciva a smettere di guardarlo, di ammirarlo e di cercare di trovare un aggettivo che fosse migliore di perfetto per descriverlo.
 
“Sembri molto stanco” disse Blaine all’improvviso “Vieni con me” disse alzandosi, il giovane lo seguì su per una stretta rampa di scale, entrarono in una stanza con un bellissimo letto a baldacchino, era la stanza di Blaine.
 
“Puoi dormire qui” disse Blaine accendendo una piccola luce
 
Il ragazzo si guardò intorno, quella stanza era bellissima e non poteva certo rifiutare un’offerta fatta con così tanta gentilezza.
 
“Grazie” disse il giovane “Grazie di tutto”
 
Blaine sorrise pensando che solo con la sua presenza il giovane lo aveva ringraziato abbastanza.
 
Blaine uscì dalla stanza mentre il ragazzo all’interno si toglieva la camicia con cautela, la appoggiò ai piedi del letto e poi si sdraiò sopra il copriletto e le coperte per non rovinare nulla, non aveva mai dormito su nulla di così comodo. Dopo pochi secondi già dormiva.
 
Blaine rientrò nella stanza e si sedette su una poltrona ammirando quel corpo perfetto che si muoveva ritmicamente con suo respiro lento, la pelle nuda e chiara che brillava macchiata di sangue rosso rubino. Blaine avrebbe voluto alzarsi e sfiorare quelle membra perfette ma non lo fece, stette seduto tutta la notte cercando di memorizzare ogni singolo angolo e ogni singola curva dell’essere meraviglioso che dormiva vicino a lui. Si alzò solo quando il sole entrò nella stanza e si rese conto che il giovane si sarebbe potuto svegliare da un momento all’altro.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: teresartist