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Autore: Queila    05/06/2014    2 recensioni
Dal testo : "Successe tutto in un secondo: il camion, il clacson e il grido proveniente da una finestra lì vicino… per un attimo Hinata vide se stesso immobile sull’asfalto della strada col sangue rosso che gli colava dalla testa sporcandogli i vestiti, ma quella voce lo aveva salvato riportandolo alla realtà e facendolo scampare da una morta quasi certa." La storia partecipa al contest "Tutti o quasi i sentimenti dell'uomo" di AmahyP
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Yui
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:  Quando io vedo lei, mi dà il sole
Autore (forum e EFP se sono diversi):  S.Elric_ sul forum e Queila su EFP (preferisco questo per banner, grazie ^^)
Fandom:  Angel Beast
Pairing (se scelto):  Hinata x Yui
Pacchetto scelto: Coraggio
Genere:  Romantico
Rating:  Verde
Introduzione: lei muove il collo ed è paralizzata quindi dal collo in giù, se non potesse muovere neanche il collo non potrebbe né respirare autonomamente né parlare… lui intravede le sua testa rosa perché è con il letto molto vicino alla finestra (è una cosa altamente stupida da scrivere, ma magari risulta poco chiara).
Le citazioni sono quelle con l’asterisco vicino e alla seconda (la frase in corsivo) ho cambiato persona e tempo ai verbi… la canzone è “Al di fuori di me” di P.Collins dal film Disney “Tarzan”. Alla fine mi è uscita così, anche se avevo una cosa un po’ diversa in mente… non mi piace pienamente, vorrei che si capisse però, che descrivo il classico colpo di fulmine (classico de che?!?! XD).
Avvertimenti:   What if? // AU (secondo l’interpretazione… forse non ci sono neanche questi avvertimenti, dipende da come uno ha capito dall’opera –io ho visto l’anime-)
 
 
Quando io vedo lei, mi dà il sole(*)
 
Era la primavera del 1941 e mentre nel resto del mondo infuriava il secondo conflitto mondiale, nella città di Tokyo Hideki Hinata si godeva il sole d’Aprile allenandosi a baseball.
Gli alberi di ciliegio erano in fiore e i petali rosa creavano un tappeto profumato sulla strada, formando un manto che abbracciava tutto il quartiere.
Hinata, perso nei suoi pensieri, non si accorse di aver messo troppa forza nell’ultimo lancio e la palla raggiunse l’altra parte della strada; il ragazzo, distolto lo sguardo dal cielo limpido, con un sonoro sbuffo andò a recuperarla.
Facendosi strada tra i petali di fiori di ciliegio che ricoprivano il marciapiede, si apprestò ad attraversare ponendo poca attenzione ai veicoli che passavano di lì; il suo unico obiettivo era recuperare l’oggetto sferico e continuare ad esercitarsi.
Successe tutto in un secondo: il camion, il clacson e il grido proveniente da una finestra lì vicino… per un attimo Hinata vide se stesso immobile sull’asfalto della strada col sangue rosso che gli colava dalla testa sporcandogli i vestiti, ma quella voce lo aveva salvato riportandolo alla realtà e facendolo scampare da una morta quasi certa.
Si ritrovò miracolosamente dell’altra parte della strada con la palla da baseball in mano; si girò nella direzione della voce e vide un leggero movimento da una delle finestre di una villetta a pochi metri da lui. Socchiuse gli occhi per riuscire a focalizzare meglio, ma niente: chiunque fosse la persona affacciata che avevo gridato, ora era scomparsa; il ragazzo decise allora di tornare a casa, per quel giorno l’allenamento poteva bastare.
 
Hinata si ritrovava ad esercitarsi tutti i giorni in quel piccolo parco nella periferia di Tokyo da qualche mese. Lo aveva scoperto per caso passeggiando in solitudine tra le centinaia di strade della capitale, ed era stato subito amore.
Mai si era accorto di una spettatrice silenziosa che lo guarda allenarsi celata dalle tende della sua finestra.
Il giorno dopo al quasi incidente, però, il ragazzo prestò più attenzione a quella villetta e alcune volte aveva la certezza di intravedere una ragazza dai capelli rosa e il suo cuore sussultava ad ogni piccolo movimento che riusciva a percepire all’interno dell’abitazione. Voleva bussare a quella porta, ringraziare chiunque gli aveva salvato la vita, ma non aveva abbastanza coraggio per farlo. I suoi genitori gli avevano insegnato a portare rispetto per ogni persona, e non poteva di certo presentarsi in casa di sconosciuti e disturbare loro per uno sciocco presentimento: non era sicuro che il grido fosse venuto proprio da lì e che fosse riferito proprio a lui.
I giorni passavano e il cuore di Hinata non smetteva di sussultare alla vista di quella villa: in qualche modo vi era legato e sentiva di doverci entrare  per conoscere la misteriosa ragazza dai capelli rosa.
Ormai la primavera aveva lasciato spazio all’estate, ma lo sguardo del ragazzo andava più volte al giorno a posarsi su quella casa e vi indugiava per molto tempo. I petali di fiori ciliegio non addobbavano più il quartiere e il caldo era soffocante, allenarsi era diventato più stremante, ma mai avrebbe rinunciato a quelle ore di svago.
Un giorno quella forza misteriosa lo guidò e, seguendo il ritmo dei battiti del suo cuore, gli fece raggiungere il portico d’ingresso della misteriosa abitazione.
La via era silenziosa; non si muoveva una foglia, anche gli uccelli non cantavano, al ragazzo sembrò che il tempo si fosse fermato, che la natura stessa lo stesse incoraggiando a bussare.
Finalmente Hinata, preso un respiro profondo e riscoprendo il coraggio che gli batteva in petto, sbatté due secchi colpi alla porta.
Gli aprì una signora di bell’aspetto, dai capelli castano chiaro: era sicuro, però, che non fosse lei la persona che quel giorno aveva urlato.
“Ehm… salve, mi chiamo Hideki Hinata, lei non mi conosce e mi scuso per il disturbo, ma ecco…” non sapeva come continuare, le parole gli erano morte in gola e il coraggio acquisito poco prima lo stava abbandonando pian piano.
Con sua immensa sorpresa, però, la signora sorrise.
“Ma certo, sei il ragazzo che viene ad allenarsi a baseball tutti i pomeriggi nel parco, giusto?”
“Sì, ecco sono io” rispose portandosi la mano dietro la nuca imbarazzato.
“Piacere, io sono Rikawa Nabiki, prego entra: con questo caldo avrai sete, ti offro un bicchiere d’acqua o se preferisce del tè freddo…”
“Grazie signora Rikawa, glene sarei molto grado.”
La prima cosa che Hinata vide entrando nell’abitazione, fu la foto di una ragazza. Si vedevano solo il volto e i capelli rosa, il cuore del ragazzo prese a martellare in petto e le farfalle gli invasero lo stomaco.
La donna nel frattempo riempì un bicchiere con del tè e lo porse al giovane ospite.
“Quella è mia figlia Yui. E’ bella, non è vero? Ha la tua età, penso… compie diciotto anni il mese prossimo.”
Hinata era incantato, c’era qualcosa che lo spingeva verso quel volto solare e dai lineamenti delicati.
“Potrei conoscerla?”
“Oh, vedi lei non esce molto: le piace stare in camera  a guardare la televisione…”
A Hinata sembrò che gli occhi della donna si fossero velati di lacrime e che il suo volto si rabbuiò leggermente.
Non si arrese, ormai aveva riscoperto il coraggio che lo aveva fatto entrare e non poteva fermarsi proprio ora.
“È in casa quindi? La dovrei ringraziare per una cosa avvenuta in Aprile”.
Nabiki, dopo aver riflettuto un po’ sulla questione, annuì in maniera quasi impercettibile e indicò la stanza di Yui al ragazzo.
Arrivato di fronte la porta, bussò.
Una voce dall’interno lo intimò ad entrare.
Una volta aperto l’uscio la vide: Yui sdraiata sul letto con lo sguardo rivolto verso la finestra; senza guardarlo in volto, la giovane cominciò a parlare.
“Ti vedo spesso fuori al parco a giocare… mia madre sposta le tende per me così da poterti ammirare meglio. Sei davvero bravo, sai?”
A quel punto la ragazza si girò e sorrise a Hinata il quale, in quel preciso istante, vide il sole e tutto nella stanza si illuminò e  assunse un nuovo aspetto. La sua anima tremò e le ginocchia gli cedettero per un attimo: rimase fulminato dal suo sguardo, era attratto da quegli occhi, lei era la Terra e lui la Luna, non riusciva a capire come potesse essere attratto da una perfetta sconosciuta. Voleva rimanere ad ammirare il suo volto per sempre, voleva perdersi in quegli occhi e accecarsi con la luce che essi producevano.
Stava succedendo qualcosa in più e non sulla terra ma un po’ più su, oltre le nuvole tra noi, ora si orientava un po’, era vivo.(*)
Capì che le loro anime si completavano… da quel giorno trascorse la mattina ad allenarsi, sotto sorveglianza di Yui che lo ammirava dalla finestra, e il pomeriggio a parlare con lei.
Le insegnò ad avere il coraggio di amarlo, superando le paure e le angosce, facendole capire che l’amore vero non ha limiti né confini.
I profondi sentimenti lo portarono al di fuori di se stesso, scoprì un mondo oltre il suo e lei fece lo stesso, tramite Hinata riusciva ad uscire da quella stanza e sentire ciò che sentiva lui (*), viaggiando in luoghi mai visti e arrivando a raggiungere vette mai scalate prima.
S’innamorò di lui subito, perché Yui lo capì immediatamente: erano destinati e non potevano sfuggire a quel sentimento, così lei trovò il senso della vita riflesso negli occhi di Hinata.
  
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