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Autore: Sabriel Schermann    05/06/2014    3 recensioni
“A volte, guardando il cielo infinito, provo un enorme senso di tristezza.
Il mio passato pesa sulle mie spalle più di quanto pensassi.
Ogni volta che ripenso a lui, mi sento così debole e fragile. Un senso di vuoto e malinconia mi avvolge, e non riesco più a liberarmene.
Mi sento così stupida. Adesso che è tutto finito, non c'è più nessuno su cui io possa contare.
Sono sola come una foglia nel vento d'estate".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Riven
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Musa arrivò a Melody, si sentì immediatamente a casa.

Fece il giro della propria città, respirando il suo profumo e osservando la sua gente.

Sentì la musica dei locali risuonarle nelle orecchie, vide le mamme giocare con i bambini al parco vicino alla sua vecchia scuola.

Poi decise di passare la notte in un albergo. Non sapeva quanto ci sarebbe rimasta, ma sapeva che quel giorno non avrebbe avuto la forza di vedere e affrontare suo padre.

Voleva parlare, voleva chiarire, voleva sapere il motivo di quel gesto estremo che non aveva dimenticato.

Non si sentivano da due settimane, lui aveva provato molte volte a chiamarla, ma lei non ne voleva sapere.

Era ancora molto arrabbiata con lui, perché sapeva che era da lì che erano partiti tutti i problemi, uno dopo l'altro, ininterrottamente.

Aveva bisogno di una pausa, erano successe troppe cose insieme, si sentiva persa, si sentiva un'estranea persino nella sua vita.

Come Lorelei.

Quella donna la stava influenzando più di quanto potesse immaginare.

Non sapeva cosa avrebbe fatto adesso che la scuola era finita.

Le sue amiche erano tornate a casa, dalla loro famiglia, e presto i loro fidanzati le avrebbero seguite e insieme avrebbero cominciato una nuova vita.

Aisha sarebbe diventata presto regina, ed era molto positiva sul proprio futuro.

Soltanto lei vedeva davanti a sé un enorme buco nero, in cui si stava addentrando volontariamente sempre di più.

Quando si lasciarono, si promisero di rivedersi presto e di non dimenticarsi.

Musa sapeva che loro ci sarebbero sempre state.

Quello che la preoccupava e che le occupava costantemente i pensieri era Riven.

Quando si erano salutati, lui le aveva rivolto soltanto una gelida occhiata, parlandole freddamente.

Le persone non si amano a metà, Musa.

E soltanto in quel momento, in quella stanza d'hotel, coi ricordi tra le mani, Musa capì che aveva ragione.

Riven aveva ragione, le persone non si amano a metà.

La loro relazione non poteva continuare tra bugie e menzogne.

E lei lo sapeva bene, ma aveva continuato ad arrampicarsi sugli specchi, a cercare una soluzione a qualcosa che soluzione non aveva.

Si sentiva così inutile, così fuori strada.

Poi, nel buio freddo della stanza, la fata si addormentò, cullata soltanto dalla paura di non essere più nel posto giusto.


~


Quando si svegliò era mattino presto.

Fuori era ancora buio, ma Musa si alzò e si preparò meccanicamente per affrontare la giornata.

Era la prima volta che quella sveglia terribile di Tecna non la svegliava.

E, con sua grande sorpresa, sentiva la sua mancanza.

Non pensava di aver mai provato tanta nostalgia di quella scuola.

Ma le mancava ogni angolo, le mancava la sua stanza, la sua scrivania, le chiacchierate con Tecna e i loro silenzi.

La verità era che quelle cinque ragazze erano diventate la sua vita, e non riusciva più a distaccarsene.

Fin da quando se n'era andata, pensò che sarebbe stata dura.

Ma non pensava così tanto.

Ma quel che le mancava di più era Riven.

Istintivamente, pensando a lui pensò al diario che aveva preso nella sua stanza.

Non aveva avuto il coraggio di ridarglielo, e forse lo avrebbe tenuto per sempre.

Sarebbe stato sempre suo, in fondo lui non gliel'aveva neanche chiesto.

O meglio, sembrava non si fosse nemmeno accorto della sua sparizione.

Così lo prese dalla valigia, aprendolo con cura.

Ma il diario si aprì all'ultima pagina, dove Musa scoprì un altro disegno.

Era una ragazza coi capelli lunghi, molto magra, che sembrava specchiarsi nella sua camera.

Vicino si poteva intravedere una parte del letto, e sullo specchio c'era il riflesso del viso e dell'intero corpo.

Assomigliava moltissimo alla donna della prima pagina.

Ma a differenza di quest'ultima, la ragazza sembrava togliersi una maglia, rivelando la pancia piatta e le costole appena accennate.

Musa osservò il disegno con grande ammirazione, esaminando quei meravigliosi dettagli con attenzione.

Poi girò la pagina precedente, e si stupì a trovarla vuota.

In effetti il diario era scritto solo per metà.

Lo aveva letto e riletto tante volte, ma non erano molte le pagine scritte.

Poi girò ancora la pagina, e ciò che trovò fu soltanto una piccola scritta.



15 ottobre 1988

Le persone non si amano a metà.

Ti prego, non ti dimenticare mai di me.

Ricordati sempre che sono esistita.


Poi, sotto, più in basso, c'era un'altra scritta in corsivo molto più piccola, tanto che Musa fece fatica a leggere.


Puoi andare ovunque nel mondo,

ma senza radici,

affondi.

   
 
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