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Autore: SinisterKid    05/06/2014    0 recensioni
“Lei lo ama, agente Barton, vero?”, chiede Audrey in modo ingenuo rompendo il sottile clima di ostilità che si era venuto a creare tra lei e il suo guardiano. “Phil, intendo. Lo vedo dai suoi occhi, dall’abisso in cui sprofondano ogni volta che il suo nome viene pronunciato”.
[The Only Light In The Darkness]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Phil Coulson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, take me back to the start

“Lei lo ama, agente Barton, vero?”, chiede Audrey in modo ingenuo rompendo il sottile clima di ostilità che si era venuto a creare tra lei e il suo guardiano. “Phil, intendo. Lo vedo dai suoi occhi, dall’abisso in cui sprofondano ogni volta che il suo nome viene pronunciato”.
Oh, per l’amor di Dio! Clint tace e non sa se sia la cosa migliore da fare. Continua ad accarezzare distrattamente la punta della sua freccia e a tenere la schiena inarcata. Potrebbe spezzarsi da un momento all’altro, la tensione preme con impazienza. Con tutti i civili che avrebbe potuto proteggere, perché proprio lei?
“Glielo si legge in faccia, Clint. La dolcezza del suo sguardo contrasta così tanto con il dolore dei suoi occhi”
Audrey si ammutolisce tutto ad un tratto e volta il capo per nascondersi dall’agente che le è così nemico, per nascondergli le sue debolezze. Non è semplice spiegare perché si sente così.
Clint non si accorge nemmeno della lunga pausa di Audrey e rivolge un’occhiata carica di malinconia all’astro più lucente della notte. Si domanda cosa stia facendo Phil in questo momento, se anche lui lo stia pensando, se la sua fronte sia contratta e i suoi occhi persi nel soffitto del suo ufficio. Si chiede se se sia ancora preoccupato per l’incolumità della sua dannata violoncellista e se abbia bisogno di un abbraccio. Oh, come si precipiterebbe subito da lui! Una volta lì, lo stringerebbe forte e tra una stupida battuta e l’altra, riuscirebbe a farlo sorridere. Clint può già vederlo quell’adorabile, dolce e timido sorriso fiorire sulle labbra di Phil e si sente già impazzire al solo pensiero.
Perché, si chiede, perché non può riavere tutto questo? Clint chiude le palpebre per un secondo, evitando di fulminare colei che gli ha strappato via la speranza di una nuova e migliore vita.
Cosa ha lei di tanto speciale, dannazione, per trasformare Clint in un adolescente accecato dalla gelosia? Ha poteri sovrannaturali, è una dea o addirittura una spia come Nat? Cosa diavolo ha lei se non quello stupido strumento musicale? Clint glielo brucerebbe all’istante quel maledetto violoncello se solo lo avesse a portata di mano. Oh, diavolo, eccome se lo farebbe!
Ci sono così tante cose che lei non può comprendere. Cosa ne sa lei dei fantasmi del passato, del sangue che scorre sui ricordi di un amore spezzato a causa di un dio delirante, dell’inverno che tutto uccide e tutto seppellisce sotto un’impenetrabile coltre di neve? Cosa ne sa lei di …
Clint spezza finalmente la freccia che aveva in mano e ne lascia cadere i pezzi sul pavimento. Audrey – che nel frattempo gli si era silenziosamente avvicinata – gli sfiora un gomito e lo sente sussultare. Gli rivolge un’occhiata comprensiva e piena di angoscia e lo abbraccia appoggiando la testa sul suo petto. Clint resta immobile, così come il suo cuore per una manciata di secondi, con le braccia incollate ai fianchi e il volto inespressivo. Sente le lacrime di lei bagnargli la maglietta e non sa bene come reagire. Nell’incertezza, si augura solamente che non gli tocchi consolarla per chissà quale piccolo problema di cuore. Non potrebbe proprio reggere un patetico discorso sulla presunta morte di Phil e sul loro sfortunato amore.
“Vorrei poter fare qualcosa per lei, agente Barton”, singhiozza lei stringendo in un pugno un lembo della maglietta di Clint.
Quest’ultimo non capisce e aspetta che la donna concluda.
“Lei non merita di vivere questo, lei ha la faccia di chi ne ha vissute tante … troppe. Il dolore per la perdita di Phil è insopportabile, lo so bene. Vorrei solo aiutarla ad andare avanti”.
Tutto questo non ha senso, pensa Clint sempre più allibito.
“Perché”, chiede spontaneamente lui. “Perché avrei bisogno del suo aiuto, Audrey?”
“Perché … perché Phil mi ha raccontato tutto su di lei, Clint, su di voi. Sul perché è stato costretto a lasciarla di punto in bianco”. Le parole corrono velocemente, Audrey è costretta a prendere fiato. “Voleva che lei non soffrisse più, Clint, e avesse una vita migliore. E con il lavoro che faceva, come poteva concederle tale opportunità?”
Clint spalanca la bocca, più sorpreso e confuso di prima. Vorrebbe dirle di smetterla di parlare così su questioni di cui non è a conoscenza, ma qualcosa gli suggerisce di non farlo.
“Come se il mio di lavoro fosse più tranquillo”, risponde sarcasticamente a bassa voce.
“So cosa pensa di me, non fa molto per celare il suo odio nei miei confronti. Eppure ha accettato di proteggermi e questo le fa onore, agente Barton”.
“Non me importa nulla dell’onore, Audrey. Sono chiamato a svolgere qualunque missione che mi affidino, che mi piaccia o meno. Vorrei solo capire cosa sta cercando di dirmi”.
Perché questo discorso sembra davvero non avere senso dalla prospettiva di Clint.
Audrey lo ignora e alza il viso verso di lui, le guance bagnate di lacrime e gli occhi pieni di vita.“Phil sarebbe tanto orgoglioso di lei, Clint. Lo diceva sempre che lei era il migliore dei suoi agenti”.
Clint prova ribrezzo mentre immagina Phil elogiare le sue doti in camera da letto con Audrey. È spinto per l’ennesima volta ad allontanare la donna, ma ciò che lei dice dopo, lo inchioda al pavimento.
“Phil l’amava tanto, agente, e per quanto ci abbia provato, non l’hai mai dimenticata”.
Clint circonda Audrey con le sue braccia e le intima di calmarsi. È frastornato e sente che più che parlare, sta balbettando. Questo momento gli appare così surreale che stenta a credere di essere sveglio.
“Se solo potessi riportare indietro Phil, se solo ci fosse un modo, io mi metterei da parte e vi permetterei di riavere una vita insieme, Clint. Glielo giuro”, mormora lei in preda a profondi singhiozzi.
“Se solo potessimo ricominciare da capo, signore”, mormora invece Clint, ormai estraniato dalla realtà, in direzione della videocamera di sorveglianza.
Dall’altra parte della telecamera, Phil ha assistito a tutto e sente il cuore dilaniato da sentimenti contrastanti. Audrey non avrebbe dovuto essere così sincera e illudere Clint. Con i gomiti appoggiati alla scrivania e il volto frustrato nascosto dietro le pallide mani, Phil evita di rispondere all’agente Barton e chiude il portatile.
“E’ stato giusto così”, ripete ad un’istantanea incorniciata sul suo piano di lavoro. “Tu non meriti una vita di incertezze e perdite, Clint”.
Afferra quella cornice e fissa tormentato i due uomini che sorridono radiosamente al suo interno. Le vecchie ferite non andrebbero mai riaperte.
“Tu meriti …”. Un gemito lo coglie alla sprovvista e interrompe le sue parole. “Tu meriti la vita che io, nelle mie condizioni, non potrò mai darti”.





Note: Non so nemmeno da dove iniziare, probabilmente tutto quello che ho scritto sarà sembrato un enorme ammasso di robe insensate. Mettiamola così: "The only light in the darkness" non ha distrutto solo me e il mio povero cuore, ma in particolare la mia OTP e questa è una cosa che non potrò accettare nemmeno tra milioni di anni. E per questo, mi sono sentita in dovere di scrivere ciò. Non lo so, da mesi avevo in testa un confronto da Audrey e Clint e non potevo non realizzarlo. Sinceramente non so come spiegare bene questa storia, ognuno ne tragga le conclusioni che vuole. So solo che, beh, io e le cose allegre sulla mia OTP non andiamo d'accordo. *si defila implorando venia per quanto pubblicato*
   
 
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