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Autore: Erre_Bizarre    05/06/2014    5 recensioni
Una giornata di pioggia, una felpa dal profumo che evoca ricordi…Questo basta perchè Nami, sola nella sua cabina, si ritrovi a pensare alla persona che ama...
** Fanfiction partecipante alla Settimana Zonami indetta dal Midori Mikan **
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccolo Test:
-Apri mai un cassetto di camera tua, sperando che Zoro emerga da esso in stile Doraemon?
-Piangi quando mangi un mandarino?
-Quando ti perdi -per qualsiasi motivo- non ti senti un pò come un Marimo?
-Quando ti arrabbi, sfoderi mai denti squalini e capelli ardenti di rabbia in stile cartografa?
-Inveisci mai contro Oda e la sua passione anti-zonami?
-Nell'ultima settimana, hai sognato, almeno una notte, un mandarino e un marimo che rotolavano insieme?
-Alla precedente domanda, hai aggiunto "E non solo"?
-A uno spdaccino privo di senso del'orientamento, serve una navigatrice sapeinte?
-Ti sei mai chiesta perchè prorpio Nami e Zoro abbaimo colori complementari?
-Alla vista di due oggetti vicini, uno arancione e uno verde, fan girli urlando "Zonamiiiiiiiiiii"?
-Quando entri su EFP, prima ancora di leggere il titolo della prima Fan Fiction postata, vai di già sulla sezione "coppie" è cicchi Nami x Zoro ?
Se hai risposto SI per la maggioranza alle domande, un giro sul MIDORI MIKAN è d'obbligo.
 
 

Rainy Day



Sospirava la navigatrice, chiusa nella sua camera che condivideva con l’affascinante archeologa.
Fuori pioveva, e la nave era ferma in mezzo all’oceano.
Si era chiusa in camera per concentrarsi sul lavoro che aveva da sbrigare, ma non ne aveva alcuna voglia. Quel tempo non la motivava, la rendeva oziosa e la faceva annoiare a morte.
La matita da disegno continuava ad alloggiare tra il suo naso e le labbra.
-Uffa! – sbuffò, mettendosi a gambe incrociate sulla sedia.
Prese una cartina che aveva disegnato pochi giorni prima, guardandola, analizzandola per accertarsi di non aver commesso errori. All’improvviso, un brivido freddo l’attraversò. La temperatura era scesa leggermente e anche le sue mani si erano infreddolite.
Si alzò e si diresse verso l’armadio per prendere un maglione caldo. Nell’aprire le ante, si accorse che a terra c’era una felpa; la raccolse e la guardò sorridendo .
L’annusò , per poi infilarsela.
Si perdeva in quella felpa verde con una stella rossa cucita sulla schiena, attraversata da una cicatrice, che le copriva le mani e il sedere. Aveva lasciato i capelli dentro, sistemandosi il cappello mentre tornava alla scrivania.
Stava cominciando a riscaldarsi, ma non riusciva a concentrasi per via dell’odore che l’avvolgeva.
Odore di uomo con un lieve accenno di sakè.
Odore di Zoro.
Quella felpa era proprio dello spadaccino, gliel’aveva comprata lei quando si trovavano sull’isola degli uomini pesce. Appena l’aveva vista, l’aveva subito immaginata addosso al marimo e così l’aveva acquistata. Era stata anche molto fortunata, perché grazie al loro amico stilista Pappagu aveva ottenuto un super sconto, nonostante la maglia fosse di una nota marca che andava molto di moda e per di più venisse prodotta proprio in quel luogo. Occasione assolutamente da non perdere per la sua sete di vestiti firmati.
Di solito, quando andava a fare shopping con Robin e il piccolo Chopper, si divertiva molto ad immaginare Zoro al posto dei manichini esposti nelle vetrine.
Le piaceva immaginare come sarebbero stati determinati capi su di lui.
Quest’idea la faceva sempre ridere e le faceva desiderare, ogni volta, di assistere ad una sfilata improvvisata dallo spadaccino. Fantasticava su di lui nei panni di un modello… Perché sì, moriva dalla voglia di vederlo più spesso senza quello yukata verde! Voleva vederlo con una t-shirt, una camicia aperta, una felpa, una canotta, addirittura con un giubbino di pelle, ma sapeva che sarebbero state poche le occasioni in cui l’avrebbe visto senza il suo inseparabile yukata. Non che stesse male, anzi, rendeva quel lungo indumento verde più bello di quanto non fosse, gli donava un fascino che in realtà non aveva. Amava il suo uomo anche con quel “obbrobrio” (come lo definiva lei) addosso.
Sentì la porta aprirsi all’improvviso e vide catapultarsi in camera lo spadaccino mezzo bagnato.
- Ehi! – lo guardò a metà fra il perplesso e lo scocciato.
- Dannazione! Ma sei qui?! Perché?!–
- Come perché?! E’ la mia camera, in caso non l’avessi notato! –
Zoro richiuse la porta alle sue spalle e alzò lo sguardo, guardandola mentre se ne stava girata sulla sedia, con le gambe incrociate.
Alzò un sopracciglio, arricciando le labbra, dopo aver notato il suo aspetto.
- Pensavo fossi nel tuo studio e invece sei qui da sola –
- Sì, non mi andava di stare lì. Poi sentivo Rufy e gli altri far casino. Anche di fronte a questo tempo non si arrendono.– disse, passandogli un asciugamano blu scuro.
Lo spadaccino si sedette sul letto e cominciò a passarselo sulla zazzera verde.
- Non li ferma il Governo Mondiale, figurati se li ferma il tempo! – un sorriso comparve sulle sue labbra.
- Già, hai ragione! – sorrise.
Zoro la prese per il polso e poggiò il capo sul suo ventre, mentre stringeva leggermente il suo polso sottile nella sua grande mano.
Il pallore della sua carnagione, in contrasto con la pelle bronzea dello spadaccino, creava un bellissimo effetto. Sembrava quasi del caffè versato nel latte.
Con la mano libera, passò le dita tra i capelli umidi di Zoro.
- Ti sei bagnato tutto. Togliti lo yukata, ti verrà un accidente! E non tirarmi fuori la storia: sono un fortissimo spadaccino, di certo non mi fermerà un raffreddore preso con un po’ di pioggia!-
Zoro si mise a ridere.
- Beh, mi tolgo lo yukata, ma con cosa mi copro se la mia felpa la indossi tu?
Nami arrossì leggermente. E così l’aveva notata…
- Tua?! Non scherziamo! L’ho comprata io, con i MIEI soldi! – disse scherzando, anche se quando si trattava di soldi era piuttosto seria.
- Ovvio, con i TUOI soldi! A noi non dai un centesimo! Ad eccezione del cuocastro, che deve occuparsi delle provviste –
- Appunto! Lui li spende per una giusta causa! –
- E’ quello che credi tu! Un tipo come lui, secondo te, non spende il resto in cose che gli interessano? - sottolineò con enfasi quell’ultima parola, facendo una chiara allusione alla sua passione incontrollata per le donne.
A quelle parole, le sue guance cominciarono a tingersi di rosso.
- Ti prego, non dirmi che… -
- Mh mh - annuì ad occhi chiusi, un po’ sorpreso che non avesse mai sospettato nulla.
- Aaaaaaaah, quel cuocastro!!! Me la paga!!! Non dobbiamo sprecare neanche un centesimo! –
Lo spadaccino scoppiò in una fragorosa risata, notando il nomignolo che aveva usato per Sanji.
Si distese sul letto, tirandosela dietro. Si ritrovò così spalmata sul suo petto.
- Dai, mettiti la felpa. Non voglio che ti ammali. Non ci serve uno spadaccino malato! – disse divertita.
- No, tienila, serve più a te che a me. Posso coprirmi con le coperte. E poi… -
- E poi? –
Nami alzò lo sguardo su di lui, notando le sue guance leggermente arrosate.
- E poi…e poi niente! Sto bene così! –
Capì cosa voleva dire e accettò di tenersi la felpa senza dire nulla.
Zoro non era cambiato per niente. Forte nel combattimento, ma “debole” nell’esprimersi. Nell’esprimere cose carine o insolite per la sua bocca.
Si sistemò meglio su di lui, poggiando la schiena contro il suo petto e infilandosi il cappuccio della felpa in testa.
Zoro, come suo solito, mise una mano dietro il capo e con l’altra toccava il suo gomito.
Fuori si sentiva lo scrosciare della pioggia e, adesso, quell’odore di uomo con una piccola traccia di sakè, l’odore di Zoro, riempiva la camera e lei ne era felice. Aveva la sensazione di essere coccolata da quel bellissimo profumo.
- Volevo che Brook suonasse qualcosa per me… –
– Perché? – lo vide aprire il suo unico occhio.
- Perché quando piove e sono costretta a starmene chiusa in cabina, mi piace ascoltare della musica rilassante. –
- E perché non l’hai chiamato? Avrebbe suonato volentieri. –
- Lo so, ma sicuramente mi avrebbe detto: “Nami-san, posso vedere le tue mutandine?”. Non mi andava di litigare. Però..è triste stare senza musica –
Lo spadaccino sospirò.
- Ascolta…-
- Eh? –
- … -
- Cosa devo ascoltare, Zoro?–
- Shhhh - le prese una ciocca di capelli e cominciò ad accarezzarla - Ascolta… - disse con voce roca e calda - Ascolta e chiudi gli occhi. –
Seguì il suo suggerimento e sentì subito una dolce melodia. Ma non era Brook…Era la pioggia.
La pioggia stava creando quella melodia forte ma al tempo stesso dolce. Una melodia che le permetteva di rilassarsi e di abbandonarsi. Molto meglio di un massaggio.
Rilassò i muscoli e si fece ancora più piccola.
Zoro sorrise appena, guardandola.
- Allora? La senti? –
Annuì.
- E’ bellissima – disse con un filo di voce, allungando una mano verso il volto dello spadaccino.
Sentì i freddi pendenti dorati sotto la punta delle sue dita, passando poi alle labbra. Zoro le baciò lievemente le dita bianche.
Oltre alla melodia che creava la pioggia, si sentivano solo i loro respiri calmi e regolari.
- Vorrei che fosse sempre tutto così… Ascoltare questa bella melodia, stare al caldo con te e con la tua felpa addosso ed essere immersa nel tuo profumo. –
Le tolse il cappello e la baciò sulla testa. Lei salì un po’ più su e gli cinse il collo con un braccio, posizionando la testa nell’incavo della sua spalla, regalandogli un delicato bacio sul collo.
- Non voglio più starti lontana per 2 anni… –
- Non accadrà. Non succederà mai più. Siamo diventati tutti più forti e ho giurato che non lascerò più che ci accada una cosa simile. Vi proteggerò sempre. Ti proteggerò sempre. – le cinse la vita con un braccio - Cavoli, ti perdi in questa felpa! –
Rise di gioia, sembrando quasi una bambina.
Sapeva che avrebbe mantenuto la promessa, ma sapeva anche che lei sarebbe stata al suo fianco per proteggere la loro famiglia e per proteggere loro due. Era cambiata. Non era più la ragazzina fifona e debole di due anni fa. Aveva studiato e si era allenata proprio per evitare di passare chissà quanto tempo lontana da casa sua e da lui.
- Se ti sento starnutire, giuro che ti do un pugno!-
- Per quanto tu voglia fare la gentile, so che non mi avresti ceduto la felpa. –
- Ma sentitelo! Uno vuole essere gentile e lui nemmeno ti crede! –
- L’hai detto tu, no? –
- Cosa? –
- Che ti piace essere immersa in questo profumo –
Avvampò, sorpresa del fatto che avesse ricordato le sue parole.
Si alzò e lo baciò sulle labbra. Lo spadaccino spalancò gli occhi: non si aspettava di certo un bacio, ma un calcio nei paesi bassi, magari!
- Sei crudele! Manchi di tatto! – disse, fingendosi arrabbiata e rossa in viso, accoccolandosi nuovamente contro di lui.
- Ma sei stata tu a dirlo, sbaglio? –
- Sssshhhh, non è vero! –
- Mocciosa! –
- Stupido Marimo! –
- Adesso parli come quel cuoco di serie C?! –
- No, dico solo quello che sei! –
Fece spallucce Roronoa.
Inspirò pesantemente la strinse più forte a sé.
- E comunque, non l’avrei accettata la felpa. Sta meglio a te che a me. – disse, convinto che ormai si fosse abbandonata al sonno.
Stava per raggiungerla, quando la sentì sorridergli sul collo.
Arrossì.
Gliel’aveva fatta, quella strega.
Dopo pochi minuti, si lasciarono andare alla melodia della pioggia, al tepore dei loro corpi e al sonno.



Piccolo Angolo Autore
Salve a tutti!
E' la prima volta che scrivo e pubblico una FanFiction e ho scelto la settimana Zonami per pubblicarla proprio perchè è dedicata a questa meravigliosa coppia che amo alla follia!
Non so che dire >_<
Ma vorrei solo ringraziare Placebogirl per avermi betato la ff! Senza di lei, non sarebbe venuta fuori così: DECENTE!
Grazie mille Place! Come sempre sei gentilissima e disponibilissima!
Ti ringrazio anche per avermi aiutata a partorire sto benedetto bambino! Cavolo quanto è faticoso pubblicare una fic O_O
Vabbè, ringrazio tutti i lettori che hanno letto e..niente, buona settimana Zonami <3
W il Midori Mikan!
Erre_Bizarre.
  
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