Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Wren    07/08/2008    8 recensioni
Un momento di quiete, piccoli fuochi d'artificio sulla spiaggia... un frammento di felicità. Per lo meno dovrebbero esserlo...
[KuroFay - Spoiler su un particolare che viene rivelato nel capitolo 158]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Chi non muore, prima o poi produce nuove fanfics... XD

Scritta per assolvere contemporaneamente a due diverse richieste letterarie... è evidente che non sempre
ciù is megl che uan! XD

Per il Contest Estivo @ KuroxFai ~ Prompt: Splashpage del capitolo 86 (in pratica la richiesta consisteva nell'elaborare fic o art ispirandosi alle illustrazioni o alle splashpages di TRC)

Per la Writing Community Settemì:
Inconfessabile Tradimento


E dopo la pappardella di dovere, potete anche leggere, se non vi è passata la voglia! XD









E’ una notte serena nonostante il chiasso. In spiaggia c’è aria di festa.
Un’altra piuma restituita, un altro mondo da abbandonare, ma per l’addio c’è tempo; adesso c’è spazio solo per rallegrarsi.
A Sakura qualcuno ha donato dei piccoli fuochi d’artificio da tenere in mano per illuminare la notte, e lei li ha visti come un’occasione per passare del tempo lieto tutti insieme, accendendo il buio sulla riva del mare.
I giochi luccicanti sono innocui, ma Shaoran non può fare a meno di preoccuparsi per la principessa, le sta chino accanto, si assicura che nessuna scintilla si avvicini troppo alla sua mano.
In uno spruzzo di acqua e sabbia, accanto a loro sfrecciano Fay e Mokona. La creaturina agita il suo spruzzo di scintille, che ben presto si esaurisce, così lei salta in braccio a Sakura e cerca di raggiungere con le zampine il bastoncino che la ragazza ha tra le mani.
Tutti ridono.
Tutti tranne il ninja, un po’ in disparte, anche se non ha rifiutato il bastoncino luccicante e per uno come lui è già un passo avanti. Può tenere il muso, ma è lì a festeggiare con loro.
Tutti, persino Fay ride e in questo non c’è nulla di strano. Eppure il riso del mago ha qualcosa di diverso questa sera, anche se i ragazzini non riescono a cogliere cosa sia quel qualcosa che colora il suono della sua voce e l’espressione del suo viso. Dovrebbero essere Kurogane per rendersene conto.
Fay intanto continua a correre e ridere con i suoi fuochi artificiali in mano, non fa caso a quanto si stia spingendo lontano.
La brezza che soffia verso il largo e gli gonfia i vestiti leggeri è un solletico piacevole e i piedi sono carezzati dall’andirivieni irregolare delle onde, acqua fresca, ma non fredda. Non c’è nulla di minaccioso nella schiuma ricamata sulle increspature della corrente, nulla di simile ai cupi oceani che flagellano le coste ghiacciate di Celes.
Sono molte, a dire il vero, le cose che Fay non conosceva prima di partire, non mancano mai di scuotergli il cuore in un piacevole brivido di stupore: un sole brillante, un vento caldo, la pioggia, un mare dove potersi bagnare…
E quella sera poco importa il copione che si era imposto di seguire, quello del personaggio che conosce tutto ed ha già visto tutto. Stasera preferisce non pensarci e sorprendersi.
Fay arresta la sua corsa, la vista della notte specchiata nel mare toglie il fiato. Solo un bastoncino è sopravvissuto, sputa le sue scintille sulla superficie e così i baluginii si moltiplicano. I piedi affondano nel pavimento ondulato di sabbia resa molle dall’acqua, difficile da scrollarsi di dosso, quasi come certi vecchi ricordi.
Quando l’onda torna verso il mare, anche la sabbia scappa via sotto di lui e lo coglie una vertigine, gli manca l’appoggio, così come a volte le sue certezze gli scivolano via dalle mani, ma non se ne preoccupa, non stasera; se anche si sente cadere, pazienza!
“Oi!”, una voce raccoglie la sua coscienza che precipita. Un corpo, un abbraccio, ferma la sua caduta.
“Kurorin!” risponde Fay, voltandosi verso l’altro senza mettere distanza tra loro come al solito, cercando ancor più contatto, ancora più calore.
Gli getta le braccia al collo lasciandolo di stucco, togliendogli l’ispirazione a fare domande. Sa che lo sguardo di Kurogane lo segue sempre, se lo sente addosso come la carezza impalpabile della sabbia, sa che il guerriero è sempre qualche passo dietro di lui, instancabile e con qualche domanda negli occhi. Stanotte però non è fatta per domande, menzogne, pensieri spiacevoli o bisticci, e Fay non è sicuro che il guerriero abbia intenzione di rispettare quella tregua non concordata, deve agire in fretta.
E la felicità può dare alla testa peggio del liquore più infidamente dolce, gli ha già insinuato nel cervello un’ebbrezza frizzante e leggera. E’ sicuramente per questo stato incauto di vaghezza mentale che il mago, perenne fuggiasco, non sente la morsa di alcuna restrizione e si lascia andare.
Il corpo dell’altro, le sue labbra, la sua esistenza… Fay cova da qualche tempo dentro di sé una curiosità viscerale di conoscerli, toccarli, sperimentare in prima persone che sapore abbiano. E per una volta è riuscito a rispondersi con un “perché no?”.
Il bacio sa di acqua salata, dello zolfo dei fuochi e della sorpresa di Kurogane e non avrebbe saputo immaginarsi niente di così straordinario, come un mare estivo durante i bui giorni di Celes.
Quasi non si accorge che il suo gesto è ricambiato, tanto si è perso nell’atto, almeno finché un improvviso dolore sul dorso di una mano e un’imprecazione dell’altro non li costringono ad allontanarsi. Il bastoncino di luce è arrivato agli ultimi barbagli.
“Sta’ più attento a quell’affare!” brontola Kurogane, massaggiandosi la nuca.
“Non ci stavo pensando…” confessa in una risata Fay.
“A quell’affare o a quello che stavi facendo?” domanda il guerriero, senza traccia di imbarazzo o rimprovero, forse un po’ insicuro ed incerto, per quanto lui possa mostrar d’essere. Non c’è accettazione né rifiuto, solo attesa.
L’istante dopo, tutto s’oscura, la fontanella di luce fiammeggiante si spegne, lo scoppiettio di incoscienza nella mente di Fay si dissolve.
“Era solo uno scherzo, Kuropon!” ride e Kurogane si accorge subito della differenza, come di uno schiaffo.
“Sei un idiota!” gli ringhia contro. “E se ci avesse visto qualcuno?!”
E qualcuno li ha visti di sicuro, Fay lo sa bene. C’è sempre quella presenza tenebrosa e costante ad osservarli, ad assicurarsi che le sue pedine si muovano secondo lo schema che ha progettato. Il mago lo sa perché è suo compito fare in modo che ciò accada, uno scambio equo che si perde nella notte, nella neve e nel sangue: una vita importante in cambio di vite insignificanti. Perché quella che ha di fronte ora dovrebbe essere una vita insignificante, giusto?
“Awww~ Kurotan! Che insospettato animo sensibile e timido che ci hai nascosto fino ad oggi! Aspetta solo che lo racconti agli altri!” e Fay comincia a scappare in quella farsa di litigio, così simile alla farsa del loro viaggio, un gioco di strategia così ritorto e perverso che nemmeno lui sa più chi sia più vittima del suo tradimento.
Eppure è ancora lì che corre, ride, inganna, perché lui lo sa bene: permettere alla felicità di legarlo a quell’illusione è come tenere in mano troppo a lungo un fuoco d’artificio.
Finirà soltanto per bruciare.



Owari





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