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Autore: Shaitanah    07/08/2008    5 recensioni
Qualche volta, se vuoi che accada qualcosa, non devi far altro che chiederlo. Sasuke incontra la “Forza Ultima”.
Non siate sciocchi: è una storia tragica di un uomo che non ha controllo della propria vita.
[Vagamente implicito il SasuNaru]
Per favore R&R!
Traduzione di rekichan e hanabiuchiha
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sasuke Uchiha, Sorpresa
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Introduzione Originale:

Titolo: “Meet the Maker”
Autrice: Shaitanah
Rating: G
Riassunto: Qualche volta, se uvoi che accada qualcosa, non devi far altro che chiederlo. Sasuke incontra la “Forza Ultima”. Non siate sciocchi: è una storia tragica di un uomo che non ha controllo della propria vita. [Vagamente implicito il SasuNaru] Per favore R&R!

Disclaimer: Naruto appartiene a Masashi Kishimoto. Kishimoto Masashi appartiene a Kishimoto Masashi. Quando penso a questo, il mio cervello probabilmente appartiene a lui adesso, come è giusto che sia. Non so nulla su Kishimoto Seishi, ma non sarei sorpresa se anche lui appartenesse a Masashi. La canzone devira da: What I’ve Done dei Linkin Park.

A/N: è una fanfiction molto strana, un po’ emo e per metà RPF e crackfic. Non prendetela troppo seriamente! È dedicata a: [info]industrialgirl1 che non solo ha detto la frase che me l’ha fatta scrivere: «Kishi ama il SasuNaru ma mai quanto ama il SasuKishi», ma ha anche scritto: this remarkable piece of brain freeze. È dedicata anche all’imponente: [info]artsatalex creatrice di un’incredibile fanart of SasuKishi . Diffondi l’insanità!

Link alla fanfiction originale: Meet the maker

Note delle traduttrici:

Questa fanfiction è stata tradotta da rekichan e HanabiUchiha che, oltre ad essersi divertite da matte a tradurre, hanno anche deciso di diffondere il pairing nei fansite italiani.

Ammettiamo subito che le autrici di tutte le fanfiction che posteremo sono geniali, oltre che simpaticissime XD! Tutti i vostri commenti saranno tradotti e inviati alla legittima autrice.

A presto!

INCONTRA IL CREATORE

- Vi metterò una pietra sopra con mani colme d’insicurezza -

C’è un dolce, inebriante profumo d’erba nell’aria, la nebbia si aggrappa al prato come una spessa tenda. Sasuke chiude gli occhi e trae un profondo respiro. Non sa per quanto tempo è stato lì – sa solo che, da quando è arrivato, il cielo ha preso tonalità più scure e la temperatura (la sente vagamente, quasi fosse stordito) è calata di alcuni gradi.

La stanchezza lo divora. Ricorda quel prato. E’dove è arrivato, vivo, dopo la propria “morte” durante il viaggio per il villaggio segreto del suono. Da qualche parte, al di là della foresta, le nuove torri protettive di Konoha, oppressive, sconosciute, ma ancora inspiegabilmente familiari.

Non vuole tornare indietro. Non c’è nulla per lui laggiù. Ancora, tutte le notti, si apposta presso quei muri, osservando le bruciature causate da sigilli esplosivi scomparire a poco a poco, e i buchi che vengono riempiti. E’ difficile riposare dopo tutte quelle battaglie. Il suo corpo dolora terribilmente, sebbene la tensione non se ne sia ancora andata del tutto.

Sasuke singhiozza, getta via il mantello dell’Akatsuki e si alza in piedi. Spazza via i fili d’erba dai propri vestiti, ripone la spada Kusanagi nel fodero e comincia il suo ultimo viaggio.

Ci sono ancora alcune cose incompiute di cui occuparsi.

Trova il posto in modo relativamente veloce. Le luci sono spente, eccetto per un lumino tremolante proveniente dalla finestra che Sasuke sta osservando. Balza sul davanzale senza far rumore, cominciando ad esaminare il vetro. Questo cede facilmente, permettendo a Sasuke di strisciare furtivamente nella camera.


Alcuni raggi di luce sparsi si riflettono sul pavimento. Una voce proviene dalla stanza a fianco, attraverso la porta socchiusa. Sasuke deduce che è una conversazione, ma, come non sente le risposte dell’altra persona, altrettanto non gliene importa molto dei contenuti della discussione.

Lancia uno sguardo esaminatore a tutta la stanza, osservando una pila di fogli sparsi sul tavolo in un modo troppo attento per essere definito noncurante. Sono disegni, pochi schizzi preparatori fatti a matita e un po’ più di tavole completate.

Sasuke non sa molto di arte, ma forse sa abbastanza da supporre che chi ha fatto quelle tavole conosce gli stessi jutsu artistici di Sai.

C’è un disegno che cattura immediatamente la sua attenzione. E’ tutto colorato, aperto negli appunti di photoshop: lui e Naruto, in piedi schiena a schiena, con una pace dimenticata stampata in viso.

Per un momento, Sasuke dimentica perché è lì.

La luce nell’altra stanza si spegne. Il ricevitore viene posato e, nell’immediato silenzio che si crea, il suono dei passi somiglia a quello di un martello. Sasuke non si scompone.

L’uomo si ferma sulla soglia, sembrando genuinamente sconcertato.

Quindi, la sua espressione muta in una specie di mal fatta consapevolezza, e mormora:

“Tu? Come hai-?”

“Pensavi che ti avrei lasciato scappare così facilmente?” Domanda Sasuke, con tono piatto.

L’uomo sbatte le palpebre con perplessità. E’ di media altezza, ha i capelli scuri e il viso simpatico, rotondo, di quel tipo che non perderesti mai tra la folla. Ma il modo in cui i suoi occhi fissano Sasuke è un pochino allarmante.

“Non dovresti essere qui.”

Constata tranquillamente, quasi fosse incerto della rilevanza della propria affermazione.

Sasuke gli gira attorno, cercando armi. Non ne trova. La mano stringe una matita ma, se decidesse di usarla, per lui sarebbe la fine.

Segue Sasuke con sguardo perplesso. Chiaramente, di questo incontro non sa che farsene.

“Quando Madara mi ha raccontato la verità su mio fratello, ne sono rimasto devastato. - affermò Sasuke, estraendo la propria katana. - Era al di sopra di ciò che potevo aspettarmi. Pensavo di conoscere perfettamente il mio fratello bugiardo e traditore, ma mi sbagliavo. E’ diventato praticamente un Santo! Non ho avuto scelta se non seguire Madara, cercando vendetta verso i veri responsabili della fine del mio Clan. Ma dopo un po’, me ne sono reso conto: nemmeno Madara era la mente diabolica dietro tutto ciò. Questo fa parte di un complotto di dimensioni ancor più grandi di quanto potessi mai immaginare.”

L’uomo ammicca perplesso di nuovo, quindi sorride un po’ impacciato. Forse si sente lusingato, o forse, più semplicemente non comprende la ragione di questa conversazione. Ricorda a Sasuke di Tobi, ma questo lo rende soltanto più risoluto. Conosce molto bene cosa si può nascondere dietro la maschera di infantile innocenza.

“E che cosa vorresti da me?” punzecchiò l’uomo con cautela.

Sasuke si sporge per sentire il suo chakra. E’ potente, forse, in qualche modo, sta ancora nascondendo le proprie reali capacità.

“Voglio sapere come finisce.”

“Tu e mezzo mondo.” Ridacchiò l’uomo.

Si muove in direzione del tavolo. Sasuke alza la propria Katana in avvertimento e nota con vaga curiosità che il suo avversario non è per nulla intimorito da lui. Nervoso, sì. Ansioso. Ma non impaurito.

L’uomo gli prende la mano e gliela solleva amabilmente. Non rappresenta un pericolo per Sasuke. Uchiha si sente leggermente insultato, ma così poco da poter supporre che la causa non sia quello.

“Tu me lo dirai.” Dice Sasuke gravemente.

“Spoilers.” Esalò l’uomo sconvolto. “Vuole degli spoilers. Mi stai prendendo in giro!” Alza il braccio all’improvviso e comincia a ridere stancamente “Io…uh. Ho bisogno di sedermi. Scusa, ho avuto una giornata pesante. Vuoi qualcosa? Ho un po’ di riso freddo coi pomodori. Ti piacciono ancora, giusto? Ho anche una tazza di ramen, ma credo non faccia per te. Cavoli, non riesco ancora a crederci!”

Sasuke lo fissa con sospetto. Lo strano cambiamento nel comportamento dell’uomo lo allarma. Alza la Kusanagi e torreggia sull’avversario seduto in poltrona, scrutandolo come se fosse un idra a tre teste.

“Sembri conoscere parecchie cose su di me.” Dichiarò Sasuke. “Allora ho trovato la persona giusta.”

“Parecchie cose…? Oh, certo! So anche cose che non conosce nessuno. Ad esempio di che colore era il giocattolo a forma di dinosauro che avevi da bambino.”

Sasuke aggrotta le sopracciglia. E’ difficile capire se l’uomo stia scherzando o meno. Ammicca verso Sasuke.

“Saresti sorpreso dallo scoprire quante dispute hanno causato quelle poche informazioni.”

E’ molto strano per essere uno shinobi. Oltretutto, Sasuke comincia a dubitare che lo sia. Ma, alla fine, a volte essere un ninja significa essere qualcuno di “non convenzionale”.

Getta brevemente uno sguardo al tavolo dove i disegni sono impilati. Sasuke segue il suo sguardo, aggrottando un po’ di più le sopracciglia. Ora che guarda con più attenzione, si accorge che gli schizzi sono tavole di un manga. Figure disegnate rozzamente, a volte poco più che omini stilizzati, completate con fumetti per i dialoghi vuoti.

“Quelle sono…uh. - Pondera l’artista. - Non è ancora il gran finale. Mancano ancora un paio di volumi.”

“Dimmi come finisce.” Ripete Sasuke.

I suoi occhi brillano di un rosso cremisi. Più per abitudine, che per fronteggiare un pericolo in quel momento. C’è in lui la radicata certezza che lo Sharingan non nocerebbe allo strano shinobi.

“Perché dovresti credermi?”


”La tua parola è sincera.” Afferma, glaciale. L’inquietante fiducia che esprimono le sue parole lo sconvolge.

L’uomo quasi rotea gli occhi.

“Che succederebbe se ti dicessi che non lo so?”

“Staresti mentendo. Tu sei…”

“Sì, la mente diabolica, lo so.“ Le sue spalle cedono in un modo che ricorda molto quello di un Naruto imbronciato. E’ fastidioso, e allo stesso tempo caldamente familiare.

“Non voglio più rimanere solo. - Ammette Sasuke con riluttanza, guardando da un’altra parte. - E non voglio nemmeno più essere manipolato ed usato. Non so se quello che ho fatto l’ho fatto per mia volontà o perché lo voleva Itachi. O Madara.- Assottiglia gli occhi. - O tu. Pensi che io sia un’allucinazione. Perché?”

“Non è vero…ok, cos’altro dovrei pensare? Pensi che qualcuno come te possa far semplicemente irruzione in casa mia, chiedendomi degli spoilers?”

Sasuke sfodera la propria ultima arma.

“Lo diresti a Naruto?”

C’è un logo in basso all’immagine ritoccata con Photoshop, una macchia arancione in caratteri latini che dice:

“NARUTO”

E una scritta più piccola, in Katakana sotto quella arancione. Sasuke è investito dall’improvvisa rivelazione. L’artista è mistificato.

“Questa è una copertina.” Constata Sasuke, in un respiro.

L’uomo sta in piedi e gli posa una mano su una spalla, ricordando uno scienziato pazzo. Un altro colpetto, stavolta sulle costole. Quando cerca di raggiungere la sua fronte, Sasuke afferra il suo polso e lo ferma.

Non è soltanto una copertina, realizza. E’ l’ultima copertina. Quello è il gran finale.

“Non vuoi essere solo, vero?” Specifica l’artista.

“Naruto” Il nome sfugge dalle labbra di Sasuke come un lamento, in un modo in cui non se lo sarebbe mai aspettato. Sembra che lo spaventoso logo arancione si stia ingrandendo sempre di più.

“Naruto. Vuoi stare con Naruto. Ora, Sasuke-kun, questa è la notizia che tutti aspettavamo di sentire.”

Libera la sua mano dalla stretta di Sasuke e incespica verso il computer. Sulla sua faccia è dipinta una tale contentezza che Sasuke deve resistere dall’impulso di correre via. Non riesce a staccare gli occhi dall’ultima copertina finché questa non scompare, cedendo il posto ad una pagina di Internet in caricamento. I suoi contenuti sembrano dubbi a Sasuke. Inarca le sopracciglia e lancia all’artista uno sguardo apprensivo.

“Farò ciò che è in mio potere. - Afferma l’uomo, con una scrollata di spalle. - Ma sai, non è molto, il rating per ragazzi e tutto il resto. Loro, tuttavia…vai a perseguitare loro.”

“Qualcuno di più potente di te? Chi?”

L’artista quasi fischiettò.

“Sono un numero incalcolabile. - La sua voce cade in un respiro cospiratorio - A volte prendo idee da loro.”.

Sasuke memorizza l’indirizzo e cerca il volto dell’artista nel caso ci fossero altre cose di cui dovrebbe essere messo al corrente. Probabilmente non ce ne sono. Se ne va tanto lentamente quanto è arrivato lì.

L’artista abbassa il capo. Forse si è appena liberato di un’allucinazione, cosa che sarebbe positiva, forse invece ha appena perso un’occasione unica. Non appena lo squillo assordante del telefono interrompe la scia dei suoi pensieri, brontola:

“Ti terrei con me se potessi.”

E alza il ricevitore.

“Seishi. - Dice non appena si sono scambiati i saluti abituali. - Hai mai visto uno dei tuoi personaggi venire fino a casa tua e, capisci, parlarti?”

C’è una pausa, poi suo fratello osserva interrogativo:

“Penso che tu abbia un po’ esagerato con quel finale di Naruto, fratellino. Riposati un po’, poi procedi con quel tuo pazzesco shonen-ai.”

“E’ un manga sui Ninja. - Replica duramente il fratello più grande. - In generale.”

Poteva quasi vedere la faccia del fratello contorta in una strana smorfia.

“Sì, va bene. Dillo ai tuoi personaggi.”

  
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