Titolo: First breath after a coma
Pairing: FitzSimmons
Prompt: la puntata e questa canzone https://www.youtube.com/watch?v=w0o8JCxjjpM
Disclaimer: Non mi appartengono
Note: OS ambientata in seguito alla 1x22

First breath after a coma

Il primo respiro dopo un coma provoca sensazioni difficili da descrivere. Quelle che se non si vivono non si conosceranno mai appieno, perché non esistono parole sufficienti per spiegarle. Ti fa sentire davvero vivo, più degli sport estremi, più delle forti emozioni o di qualsiasi altra cosa cosa al mondo. Anche se i ricordi sono vaghi e nella tua mente non c'è nulla di certo eccetto la stanza in cui ti sei risvegliato, ti senti vivo come nessun altro, uscito da un'apnea durata fin troppo.
E fa male, terribilmente male.
Il primo ricordo della vita passata è il dolore... Perché vivere è doloroso, mentre morire è molto più semplice.

L'ultima cosa che ricordo di aver fatto è stata dichiararmi alla mia migliore amica e poi salvarle la vita, ma se tutto fosse andato per il verso giusto io sarei dovuto essere morto. Ricordo l'esplosione, l'acqua che è entrata di colpo nella camera e l'espressione di disperazione sul volto di lei, prima di perdere i sensi senza riuscire a dirle senza tanti giri di parole il primo ed ultimo “ti amo”.
Vorrei capire perché sento il rumore dei macchinari dell'ospedale, ma aprire gli occhi sembra un'impresa titanica, per cui mi cullo ancora nell'incoscienza, consapevole che la vita sarà ardua da quel momento in avanti. Chissà che danni avrò riportato... Se non altro sono ancora in grado di pensare.
Ripensandoci, l'ossigeno bastava per una persona sola, se io sono vivo e disteso su un letto vuol dire che ho avuto l'ossigeno in questione, mentre lei no! Una scarica di adrenalina mi spinge a spalancare gli occhi e risvegliarmi, non so se dopo alcune ore, giorni o addirittura mesi e riempire i miei polmoni d'aria per urlare:
- Jemmaaaaaa! Dov'è Jemma?!
Quello che esce, tuttavia, è un flebile sussurro che temo nessuno udirà, ma dopo pochi secondi sento qualcuno prendere la mia mano.
- Ha aperto gli occhi! Fitz ha aperto gli occhi! - gridò Jemma a qualcuno che probabilmente era fuori dalla stanza, prima di rivolgersi a me, in lacrime - Hai detto qualcosa? Ti prego, ripetilo, non posso averlo sognato... Ti prego Fitz.
È ancora più bella di come me la ricordavo, nonostante le guance costellate di lacrime, nonostante le occhiaie dovute alla stanchezza, nonostante quello che ha passato. Cerco di dirle qualcosa, ma è tremendamente difficile avendo esaurito tutte le mie energie poco prima, senza risultato.
- Non ti affaticare, hai aperto gli occhi, già questo è un miracolo. - mi dice, dandomi un bacio sulla mano che mi sta ormai stritolando.
- Se riesci a parlare, quando te la senti, ti prego fallo. Ho bisogno di sentire la tua voce... Ho avuto paura di non poterla sentire mai più, se non nella mia testa.
La paura che qualcosa di brutto le fosse potuto accadere mi ha dato la forza di sospirare il suo nome, l'amore che provo magari mi aiuterà a formulare una frase.
- Avevi... Avevi detto...
- Cosa avevo detto? - chiese Jemma, cominciando a piangere copiosamente.
- Che anche tu.. non potevi vivere se non sopravvivevo.
- Sì, è vero Fitz! Lo penso tuttora. - mi risponde sorridendo.
- Sono qui... Sono vivo per te.