Anime & Manga > Yowamushi Pedal
Ricorda la storia  |      
Autore: Oducchan    06/06/2014    0 recensioni
[Yowamushi Pedal]
Ha appena finito di rimettersi i calzini, raddrizzandosi per prendere il borsone dalla panca, quando si ritrova davanti al naso la schiena di Shinkai, nuda e imperlata di piccole gocce d’acqua. Non la aspettava.
Di lupacchiotti che mordono e conigli che li fanno fessi.
[Shinkai/Arakita]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nick autore: Queen of the lower court 
Titolo: Imprinting
Personaggi: Shinkai Hayato, Arakita Yasutomo (Toudou Jimpachi, menzionato il resto dell'Hakogaku)
Pairing: ShinAra (si dirà così? Devo ancora imparare)
Genere: introspettivo, NON NE HO IDEA, erotico? Insomma, almeno nelle mie intenzioni.
Avvisi: bite!kink (all'incirca)
Rating: giallo
Note:
Arakita è un simpatico (ma dove?) lupacchiotto, e fin qui siamo tutti daccordo, sì? Arakita è un lupacchiotto e quindi morde.
Questo doveva essere il tema di questa fic.
Invece mi è diventata un pochino più comica senza volere e, uhn... in realtà c'è Shinkai che si fa un po' beffe del poverino. Vabbè. Non sono ancora pratica nel muovere i bimbi di Yowapeda, abbiate clemenza.


 
Imprinting
 
 
Ha appena finito di rimettersi i calzini, raddrizzandosi per prendere il borsone dalla panca, quando si ritrova davanti al naso la schiena di Shinkai, nuda e imperlata di piccole gocce d’acqua. Non la aspettava.
 Non l’aveva premeditato. Aveva cercato di stargli lontano apposta, mentre si cambiavano dopo l’allenamento mattutino, per cercare di arrivare a lezione con una parvenza di sanità mentale, invece di ritrovarsi il cervello intasato di filmini mentali di dubbio gusto.
Espira, rassegnato, e si lascia andare a un’imprecazione. Shinkai lo guarda di traverso, il volto che si piega in uno sfarfallio di crini color mattone e quei dannati occhi blu che lo fissano, seppur senza una particolare espressione, se non quel divertimento che gli è proprio giù dalla bicicletta.
-Niente, niente- si affretta a chiarire, facendo una smorfia che possa suggerire sia solo alterato per i fatti suoi. Ingolla una sorsata di Bepsi, e Hayato annuisce, chissà poi perché, e torna a frizionarsi i capelli.
È il contrarsi delle spalle, che lo attira di nuovo a guardarlo. È il modo in cui i muscoli si muovono sotto la pelle e si tendono attorno alla nuca. È anche la linea sottile dell’abbronzatura, quella che li accomuna un po’ tutti, la soglia netta oltre il quale il sole non filtra e separa pelle scurita dal cielo di Hakone da pelle bianca coperta dalla divisa. È quel moto attorno a quel tracciato lineare, e quel piovere di ciocche scomposte su di esso.
Riesce a malapena a dare un’occhiata attorno ― Izumida è tornato in palestra, Fuku-chan è già andato, Toudou è ancora sotto la doccia a cantare qualcosa di sconclusionato (ma cui si intercala periodicamente un “Maki-chaaaaaan” particolarmente stonato, segno che non ha ancora smesso di sostituire tutti i nomi che compaiono nei testi delle sue canzoni preferite), Manami... chissenefrega di dove diamine è Manami ― perché la sua attenzione è già di nuovo tutta lì, i suoi sensi sono tutti lì, e non riesce a frenarsi dall’avvicinarsi.
Neppure quando Shikai abbassa le braccia gettando l’asciugamano lì accanto e la sua spalla viene a premere contro il suo sterno e il suo odore si fa quasi intossicante ― che razza di deodorante usa? Glielo dovrà cambiare. Ha un aroma che... che gli annebbia il cervello e gli fa salivare le fauci ― riesce a fermarsi. Neppure con la fronte contro la sua nuca, coi capelli che gli solleticano le narici e gli pizzicano gli occhi, riesce a fermarsi.
-Yasutomo...?- sente Shinkai mormorare il suo nome, per niente allarmato, per niente sorpreso, tranquillo come sempre, e non saprà mai cosa volesse dirgli, perché non riesce a fermarsi. Apre la bocca e affonda i canini nel collo, proprio nei tendini solidi del trapezio, lo morde di scatto e poi chiude la bocca e deglutisce, il sapore del ferro e del sapone che gli cola giù in gola.
Lo sente contrarsi. Lo sente irrigidirsi, respirare di diaframma, espirare tutto d’un colpo, così forte che pare una scudisciata, quel respiro. Lo sente tremare, appena appena, prima che una delle sua mani salga a cercare il suo viso e ad arruffargli i capelli, calma, gentile. Affettuosa.
Arakita lo lascia andare con uno schiocco della mandibola, leccandosi i denti e pulendosi le labbra con il dorso della mano, alterato.
-Ehy- ringhia, assottigliando lo sguardo, e Shinkai si volta, le labbra piene stirate in uno di quei suoi sorrisi irritanti –Non sono mica un cane!-
Un battito di palpebre. Quegli occhi blu prima o poi lo faranno morire, o d’imbarazzo o di struggimento.
-No, non lo sei – ride, il bastardo, e poi gli avvolge il viso tra le mani –Però sei mio, sì?-
Arakita quasi si strozza. Vorrebbe urlargli che è il contrario, visto che lo ha appena marchiato come sua proprietà, e che quei segni rossi si vedranno per bene se non starà attento. Che farebbe bene a non farsi mettere le mani addosso da nessun altro. Che non è quello il modo di fare domande, non quel tipo di domande, e per chi cazzo l’ha preso, si può sapere? Però quasi si strozza, quindi non riesce a blaterale nulla che non sia un –Idiota-, e finisce con l’annuire selvaggiamente.
-Ottimo- e il suo viso è così vicino che deve chiudere gli occhi per non farsi andare insieme la vista, e il suo fiato è così caldo da farlo rabbrividire, e per un istante si ritrova a credere che lo bacerà, sa che lo bacerà, e sono settimane che tra una cosa e l’altra non si baciano decentemente, e...
...E quello dopo il calore scompare, Shinkai si infila la camicia mentre si alza in piedi, e addenta una barretta energetica.
-...BRUTTO...-
Arakita non può finire la sfuariata. Non può neanche cominciarla, a dirla tutta, perché Toudou smette proprio in quel momento di decantare le proprie lodi a Makishima sotto l’acqua e fa irruzione negli spogliatoi, mezzo nudo e avvolto da una buona dose di vapore, strillando come una bertuccia isterica; quindi gli tocca far cadere l’argomento e cercare disperatamente di non arrossire, anche se Shinkai, lo stronzo, gli strizza un occhiolino e gli sorride prima di uscire dalla stanza continuando a sgranocchiare sereno.
Brutto bastardo. Questa gliela farà pagare, poco ma sicuro.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yowamushi Pedal / Vai alla pagina dell'autore: Oducchan