"Il lampo che candisce alberi e muri
e li sorprende in quella eternità d'istante..."
[Eugenio Montale ~ La Bufera]
Fugace e abbagliante,
compagna del tuono,
culla del pensiero.
Consolami luce,
rischiara la notte,
imponiti di nuovo
e rammentami la vita.
Stringimi, soffocami,
graffiami il cuore;
tingiti di rosso,
poi dissolviti.
Solo la pioggia
scandisce le mie lacrime,
solo l'oscurità
può abbracciarne il dolore.
E ogni notte pregherò il cielo
di avvolgermi col suo pianto,
e ogni mattina m'illudero
che invece sorriderà per me.
Ma ancora, nuvole, concedetemi un bacio;
attraverso questi vetri, sommergetemi il cuore.
Perché a me volere non è più concesso,
il mio polso si piega al soffiare del vento.
E allora piangi cielo, per me che non so più farlo,
urla la tua rabbia, costringimi a sperare.
E se l'illusione è ancora mia sorella,
irradiala di luce e donale la forza.
La forza di essere più
di un lamento nel vento;
la forza di imporsi,
vibrante, sul suo fato;
la forza di esistere
anche oltre una bugia,
e ridestare
un'anima che giace.
02/12/04