21)Principessa per un
giorno, perdente tutto l'anno (posso evitare il ballo?).
Se
il tuo ragazzo dorme da te e i tuoi non lo sanno è quasi un
obbligo alzarsi
molto presto e farlo sgattaiolare via.
Così
alle sei Tom se ne va e io noto che c’è un nuovo
strato di neve sui marciapiedi
e sui giardini, per non parlare della strada. Oggi sarà
molto difficile
raggiungere la scuola, quasi quasi vado in pullman, non sono morta ieri
dopo
aver combattuto con un gigante, non voglio morire oggi per un banale
incidente
automobilistico.
“Che
palle, bella la neve, ma che seccatura!”
Sbadiglio,
per poi tornarmene a letto, dato che ho diritto ancora a
un’ora e mezza di
sonno.
Mi
sveglio alle sette e mezzo, sono la prima a usare il bagno e trovo mia
madre in
cucina che guarda preoccupata fuori dalla finestra.
“Buongiorno.”
La
saluto assonnata.
“
‘giorno. È nevicato ancora questa notte, che
strano inverno.”
“Sì?
Forse è meglio che io prenda l’autobus
stamattina.”
“Forse
è meglio, gli autisti sono più esperti.”
“Perché
stamattina dobbiamo prendere l’autobus?”
Ci
chiede la voce assonnata di mia sorella.
“Perché
ha nevicato ancora.”
“Che
palle.”
Si
siede davanti alla sua ciotola di cereali e inizia a mangiare
svogliata, ha
un’aria stanca.
Quando
saliamo al piano di sopra le chiedo cos’ha.
“Sono
preoccupata. Per voi, per Mark e… un pochino per me, ho
l’impressione che
qualcuno miri a far fuori quelli che sanno.”
Io
sospiro.
“Ecco
perché non volevo dirtelo.”
“No,
tu hai fatto bene. Le mie sono solo paranoie.”
Mi
risponde prima di chiudersi in camera sua, io lo chiamerei istinto di
conservazione ed è un bene che non ne sia sprovvista, almeno
mi faciliterà il
compito di proteggerla.
Mi
vesto, cercando i miei abiti più pesanti e pensando che
probabilmente dovrò
proteggerla da Joel, cioè quello che teoricamente dovrebbe
essere un nostro
alleato.
Io
in lui non credo più, credo a Keisha, ma non a lui.
In
lui c’è qualcosa di sospetto che aumenta di minuto
in minuto, sembra senza
cuore, senza emozioni e contro di noi.
Finisco
di vestirmi e mi reco alla fermata del bus con mia sorella, stranamente
stamattina è molto affollato e gli unici posti liberi sono
quelli vicino
all’autista.
“Ah,
le sorelle Malone! Erano anni che non vi vedevo.”
“Da
quando Chia ha preso la patente due anni fa.”
Lui
sospira.
“Come
passa il tempo. Sembra ieri che eravate delle matricole e
quest’anno vi
diplomate.”
“Già,
il tempo passa.”
Commento
io.
Il
tempo passa e si scoprono nuove cose di sé stessi e della
propria natura e – purtroppo – certe volte si
rimpiange di averli scoperti e si
desidera tornare all’innocenza primaria.
Nulla,
purtroppo, può ridarcela e dobbiamo convivere con queste
nuove parti, per
quanto a volte possano fare male come protesi sbagliate.
-In
fondo non ho mai desiderato davvero conoscere la mia vera famiglia, i
miei e
Izzie mi bastavano, ma ci sono inciampata il giorno in cui ho salvato
Tom.
Non
mi pento, ma avrei preferito non sapere della missione, della mia
morte, di
Keisha e di Joel.
Forse
c’è un destino più grande di noi che
muove le pedine a suo piacimento e ci fa
degli sgambetti, a volte.
Chissà.
Chi
può saperlo di noi miseri umani o alieni che siano?-
In
ogni caso il pullman è arrivato a scuola e io e mia sorella
scendiamo, nel
parcheggio ci sono Tom e Anne che chiacchierano tranquillamente. Loro
devono
aver preso la macchina.
Appena
ci notano ci vengono incontro, Tom mi bacia, Anne e Isabel
chiacchierano, ormai
sono diventate amiche.
“Pronte per una nuova
giornata scolastica?”
Ci chiede ironico Tom.
“Chi è mai pronto per
queste cose?”
Rispondo io con un
sospiro.
“Tanto più che alla prima
ora ho un compito di mate.”
“C’era un compito di
mate?”
Mi chiede stupito Tom.
“Sì.”
“Merda!”
Si passa le mani sul
volto.
“Non lo sapevo, non sono
preparato.”
Ci guarda.
“Voi non mi avete visto,
io me ne vado.”
“Ehm, ok.”
Guardo il mio ragazzo
fuggire attraverso il parcheggio e penso sia matto in senso buono,
spero che
andrà da Mark o da qualche amico o è in guai
peggiori del compito di mate.
“Dai, Chia entriamo. Non
ho intenzione di congelare qua fuori.”
Mia sorella mi trascina
dentro e cerca di coinvolgermi in una conversazione con Anne,
principalmente
per distrarmi da Tom, e alla fine ci riesce. Parliamo tutte e tre di un
ballo
che si svolgerà prima del giorno del Ringraziamento.
Noi non abbiamo il ballo
di Halloween, ma questo. Immagino sia un tentativo di renderci
originali
rispetto alle altre scuole, ma io lo trovo piuttosto insensato. Non la
pensano
così mia sorella e Anne che non fanno altro che parlare di
vestiti e negozi.
Wow! Per un attimo ho
l’impressione di essere in un gruppo di cheerleader, che cosa
strana!
Arrivo davanti all’aula di
mate e le saluto.
“Ciao, divertitevi.
Izzie, stai attenta.”
“Va bene.”
“La tengo d’occhio io o
Mark potrebbe non perdonarmelo.”
Mia sorella sbuffa, dice
che le nostre cautele sono eccessive, secondo me sono fin troppo blande
visto
che chi ha tentato di uccidere i due Hoppus non si è fatto
alcuno scrupolo.
In ogni caso entro in
classe e prego che vada tutto per il meglio, sia per il compito che per
mia
sorella.
Finalmente
le lezioni
finiscono, io e le altre andiamo alla casa nel deserto.
Accetto volentieri il
passaggio di Anne e noto che subito dietro di noi
c’è la macchina di Keisha e
Joel che ci segue fino alla piazzola.
Scendiamo e ci troviamo
davanti le loro facce.
“Ciao.”
“Ciao.”
Rispondiamo noi, io cerco
di scrutare Joel senza che lui se ne renda conto.
“Strana questa neve,
vero?”
“Uhm, sì. In effetti è strano,
Keisha.”
“Andiamo? Così possiamo
chiacchierare o allenarci al caldo.”
Noi tre la seguiamo, Joel
si mette in coda dopo di noi, chissà perché.
Arrivati alla casa,
troviamo Johnny e Tom che giocano a un videogioco e lanciano improperi
ogni due
per tre, a seconda di chi sta vincendo o perdendo in quel momento.
Non notano nemmeno che
siamo arrivati.
Maschi.
Mettili davanti a un
videogioco e si comporteranno tutti come dei bambini!
“Ragazzi, non so se vi
interessa, ma siamo arrivati!”
Urlo io, facendoli
sobbalzare.
“Oh, ciao ragazze!
Scusate, ma stavamo giocando e non vi abbiamo sentito
arrivare.”
“Questo è palese.”
Commento sarcastica io.
“Eddai, Chia! Finalmente
ho trovato qualcuno che sa giocare!”
“Tu e Mark dovresti
conoscervi, lui è ancora più fanatico di
giochi.”
“A proposito di Mark,
Johnny mi accompagni al ballo, vero?”
Lui mi guarda senza
capire.
“Beh, il ballo c’è la
settimana prima del Ringraziamento.”
Rispondo io.
“Ah. Sì, Anne. Ma perché
me lo hai chiesto ora?”
Anne ci guarda esasperata.
“A volte siete davvero
degli alieni, più del solito voglio dire. È
l’argomento top del liceo, il ballo
È l’evento del
liceo, è importante.”
“Uhm.”
“Niente uhm, Chia. Tu,
Isabel e Keiha verrete con me a prendere l’abito.”
Io impallidisco e lungo la
mia schiena corre un brivido, datemi un gigante e lo
affronterò con calma,
proponetemi una giornata di shopping e scapperò come un
coniglio.
“Ma sei sicura che sia
necessario?
Voglio dire, posso venire
con una gonna e degli anfibi.”
Anne mi fulmina.
“No, Anne, eh?”
“No. È un evento
importante, mostrerai le foto di questo ballo ai tuoi figli e ai tuoi
nipoti.”
Non credo proprio, penso
che gli darò fuoco una volta finita la tortura.
“Keisha, tu con chi verrai
al ballo?”
La domanda di mia sorella
la lascia spiazzata.
“Uhm, non lo so.”
“Potresti chiederlo a
Joel.”
Lui la fulmina con
un’occhiataccia.
“Non ci penso nemmeno,
vista la piega del discorso me ne vado.”
Detto, fatto. Nella stanza
rimaniamo solo noi e ho capito che questa sarà una seduta
dedicata al ballo,
nonostante Keisha non voglia.
“Dai, Keisha! Ci sarà
qualcuno che ti piace!”
“Uhm, quel ragazzo biondo
che segue scienze con noi non è male.”
Anne e Isabel rimangono un
attimo in silenzio.
“Forse si riferisce a
David Kennedy, se così fosse sei fortunata. Lui è
molto timido e non credo
abbia ancora ricevuti un invito.”
“Vabeh, ci proverò.
Non possiamo cambiare
argomento?”
“NO.”
Keisha sospira.
“ E va bene. Se è una
tradizione terrestre così importante mi ci
adatterò.”
“Questo è lo spirito giusto,
ragazza!
Domani andremo a
prendere i vestiti.”
Involontariamente mi
metto le mani davanti agli occhi, una
sfilata di abiti lunghi e pieni di lustrini mi passa davanti agli occhi.
Ugh.
“Chia?”
“Niente lustrini o sarò
costretta a uccidermi.”
“La solita tragica.”
Il tono di mia sorella non
mi piace.
“Non sto scherzando,
Izzie. Un vestito semplice va bene, uno con lo strascico, i lustrini,
le rose
di stoffa no.”
“Ma non devi metterlo
tutti i giorni, per una volta prova a sentirti una principessa.
“Io sono già una
principessa.”
Sospiro.
“Oh, già dimenticavo.”
“Io no, ma non fa niente.
Domani ci sarò alla
tortura.”
Keisha mi guarda
incuriosita.
“È così brutto?.”
“No, non è brutto, è
noioso e non so cosa sia peggio.”
Anne e Isabel sbuffano.
“Non darle retta, lei è
semplicemente un orso misantropo.”
Io rispondo con una
risatina falsa, ho capito che nulla mi salverà dalla
giornata di shopping,
nemmeno Cristo con i cavalieri dell’apocalisse o
l’apparizione improvvisa di un
branco di unicorni.
Merda, speriamo che la
tortura duri poco o potrei dare di matto.
Non sono mai stata una a
cui piacesse particolarmente fare shopping soprattutto in negozi
costosi in cui
ti valutano – solitamente con uno sguardo glaciale
– per quello che indossi.
Farò questo sacrificio solo
per fare felice mia sorella.
Il
giorno dopo, finita la
scuola, partiamo per San Diego.
Io e Keisha abbiamo
entrambe uno sguardo perplesso, come di chi si trova a disagio in un
certa
situazione, ma non sa come uscirne.
“Anne,
dove andiamo di preciso?”
Le
chiedo urlando e cercando di sovrastare le urla dei Pistols.
“In
un grande magazzino in centro a San Diego! È pieno di roba
fighissima!”
“Va
bene!”
Keisha
mi guarda sconsolata e io mi sento in dovere di spendere due parole per
spiegarle cosa diavolo è questo dannato ballo e
perché è così importante.
ringraziamente,“Beh,
il ballo è una tradizione, ce ne sono diversi lungo
l’anno legati a varie
feste. C’è quello dell’inizio della
scuola, Halloween (ma non è obbligatorio), Ringraziamento,
Natale, la festa di primavera e il grande bello di fine anno.
È
importante perché in un certo senso mette nero su bianco
quale sono le
gerarchie scolastiche, è una cosa stupida, ma in questo
ambiente piccolo ha un
grande valore.
Separa
i perdenti dai vincenti, mostra impietosamente gli sfigati che non
hanno
nessuno da portare al ballo e fa sparlare le ragazze sui vestiti che
ognuna di
loro ha indossato in quell’occasione, la musica passa in
secondo piano.
Lei
si gratta il mento.
“Un
po’ come i balli di corte.”
“Qualcosa
del genere, ma in chiave ridotta.
Dio,
io mi prendo un vestito nero e al diavolo Anne e Izzie.”
“Grazie!”
Urlano
le dirette interessate.
“Prego!”
Rispondo
io sarcastica.
Arriviamo
in centro e Anne parcheggia poco lontano da un palazzo alto e largo,
deve
essere il famoso centro commerciale, fa impressione.
“È
questo il posto?”
Chiedo
io, deglutendo.
“Esattamente.”
Entriamo
e loro due si dirigono immediatamente verso il secondo piano, io e
Keisha
trotterelliamo dietro di loro, confuse e perplesse.
Arrivate
al secondo piano Isabel e Anne si voltano verso di noi.
“Adesso,
noi andiamo a cercare i nostri vestiti, tu accompagna Keisha.
Ci
vediamo qui tra mezz’ora tra le prove.”
Io
e l’aliena iniziamo a gironzolare per il centro, io non ci
metto molto a
trovare il mio abito: un tubino senza maniche di seta nera che arriva
appena
sotto il ginocchio, ma con uno spacco molto generoso.
Ora
tocca a lei.
Lei
sceglie un abito color panna di cotone lavorato (a me ricorda il
centrino
gigantesco che c’è a casa di mia nonna, ma ok),
con delle spalline abbastanza
larghe.
Noi
due abbiamo risolto, ora tocca alle altre due.
Mia
sorella ha scelto un abito verde acqua senza spalline che si stringe
sotto il
seno grazie a una cordicella e che le arriva sopra la ginocchia e che
una riga
di tessuto lavorato qualche centimetro sotto l’orlo.
Anne
ha scelto un abito rosso senza maniche, la parte del seno è
di seta e si
incrocia esattamente al centro, la gonna – che le arriva poco
sopra le
ginocchia – è di chiffon, sotto si vede la
federa rossa.
“Bene,
ora si fa la prova dei vestiti!”
Esclama
eccitata mia sorella.
Stiamo
tutte benissimo, ora mancano le scarpe e i gioielli.
Io
prendo un paio di scarpe nere con il tacco altissimo laccato di rosso,
un paio
di guanti neri – giusto per stare vintage – una
borsa minuscola e una collana e
un braccialetto di falsi diamanti.
Keisha
invece compra dei sandali azzurri che si chiudono alla caviglia con due
eleganti lacci, il resto della scarpa è marrone ed
è di quel colore che si
prende una borsa, la collana invece è di pietre dure azzurre.
Mia
sorella compra un paio di sandali arancioni a tacco alto e con un
po’ di zeppa
bianca, una mini borsa in tinta con l’abito e una collana
d’ambra.
Anne
invece prende una minuscola borsa nera, degli elaborati sandali neri
che le
arrivano poco sopra la caviglia e un collare di velluto con al centro
un
diamante fisso.
Spero
che il manicomio sia finito, visto che tutte hanno trovato quello che
desideravano e probabilmente non sfigureremo al ballo.
Paghiamo
tutto alla cassa, incredibile come queste stronzate siano costose.
“Spero
che il gioco valga la candela, perché abbiamo speso un bel
po’ di soldi.”
Mugugno
io.
“Sempre
la solita ottimista.”
“Cerco
di essere realista. Cosa ne dite di andare a mangiare qualcosa in un
Mac?
Ho
una fame della madonna.”
Mia
sorella e Anne mi guardano incredule.
“Ma
bisogna stare a dieta per entrare negli abiti.”
Io
chiudo gli occhi, inspiro profondamente e stringo le mani a pugno.
“Sentite,
non fatemi salire il crimine prima del tempo!
Già
odio dover andare a questo ballo, se adesso mi private anche del Mac
faccio una
strage.”
Isabel
e Anne sospirano.
“Va
bene, va bene, serial killer in incognito.”
Cariche
di buste e borsette ci dirigiamo verso il Mac Donald del centro
commerciale e
ordiniamo più o meno tutte uno spuntino sostanzioso.
Io
inizio a sentirmi un po’ meglio, deve essere
l’effetto della pancia piena. Si è
sempre di buon umore dopo aver mangiato.
“L’hai
già chiesto a Tom, Chia?”
“No,
perché? Tanto ci viene con me se vuole vivere.”
“Ok,
ma tocca alle ragazze chiedere e tu devi chiederglielo.”
Io
alzo gli occhi al cielo, pensando che odio i balli, purtroppo non
c’è nulla da
fare.
“Va
bene, va bene, lo farò. Spero solo che qualcuna non ci abbia
provato o la
cuocio a fuoco lento.”
Le
altre ridono.
Finita
anche la pausa da Mac Donald, prendiamo le nostre cose, paghiamo e ce
ne
torniamo a Poway.
Domani
chiederò Tom di venire al ballo e spero – sul
serio – che qualche vacca non ci
abbia provato prima di me.
Arrivate
a casa, troviamo mamma in salotto, ha un’espressione di pura
curiosità che non
mi piace per niente.
“Allora,
ragazze! Cosa avete preso?”
Cinguetta
lei allegra.
Oh,
no! Fa che non sia quello che penso!
“Se
vuoi te lo mostriamo subito!”
Risponde
Izzie con un sorrisone, lei tira immediatamente fuori il suo abitino
verde acqua,
i sandali arancioni e bianchi, la borsa e la collana.
Mia
madre la guarda piena di ammirazione e di felicità, sembra
non abbia mai visto
nulla di più bello.
“E
tu?”
“Io
cosa?”
Cerco
di fare la svampita, ma non inganno nessuno, così sbuffando
metto il mio tubino
di seta nera, i guanti, la borsa e il braccialetto e il collare di
diamanti
finti, la milleottanta non la mollo.
“Tesoro,
stai benissimo! Sembri Audrey Hepburn!”
Non
esageriamo, quella era davvero sempre elegante con due stronzate
addosso e poi non
aveva i capelli azzurri.
“Grazie,
mamma! Ma non ti sembra di esagerare?”
Lei
scuote la testa, qualche lacrima le solca il viso.
“Siete
bellissime!”
Ci
abbraccia e stranamente in questa manifestazione sento lo strano sapore
dell’addio.
Addio
a che cosa o a chi non lo so.
So
solo che presto ci sarà un addio.
Angolo di Layla.
Eh, sì. Joel
è decisamente un traditore e presto pagherà.
Vabeh, non anticipo nulla. Grazie a Graceansmile
per la recensione.