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Autore: Midnight_whisper    06/06/2014    0 recensioni
C'è sempre qualcosa di speciale nel distendersi e guardare le nuvole. C'è sempre qualcosa di speciale in tutto, quando il cuore ha la sensibilità di farlo percepire. C'è sempre qualcosa di speciale in lui, o in lei. O semplicemente nella nostra testa, che vola senza regole e che non smetterà mai di stupirci e di stupire un mondo che fa solo finta di disinteressarsene.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Nascono lentamente, si espandono, si toccano, si allargano, volteggiano e si spostano, si lasciano andare, si lasciano guardare e ci fanno pensare.
Guardo queste nuvole, steso sul marciapiede del cortile. Chissà dove stanno andando queste nuvole che mi vedo sfrecciare davanti. Deve soffiare forte il vento, lassù. E dire che c’è un sole davvero estivo oggi. Hanno una forma stranamente regolare, tanti lunghi cilindri accostati. Dove nascono le nuvole? Dove muoiono le nuvole? Dalle immagini dei satelliti sembrano nascere sempre così, dal nulla. Come se il vento avesse soffiato troppo forte e l’aria si fosse fatta densa, nebulosa, bianca.
“Che fai?”.
“Guardo il cielo, c’è un bel cielo oggi. Guardo le nuvole”.
Non so nulla di loro, eppure le vedo così vicine. Questi batuffoli di cotone. Che loro lo sappiano? Come nascono, come muoiono, quando lo fanno, dove si dirigono, perché piangono. Se fossi io stesso una nuvola ne sarei consapevole?
“Vieni con noi? Stiamo prendendo i palloni”.
“Non mi va ora, sto bene qui”.
In fondo, siete semplicemente imprevedibili, voi. Lei. Lei purtroppo è imprevedibile come voi. Fluttua poco lontano e non posso raggiungere neppure lei. E posso sapere dov’è nata, quando è nata, cosa farà oggi o domani, dove si dirigerà o persino perché piange. Ma è semplicemente troppo libera, troppo lontana dalla portata di ognuno, di ogni sguardo, di ogni speranza, di ogni dialogo, perché qualcuno la capisca, sappia a cosa pensa. Mi guardi? Cosa pensi? Lo sai che io ti guardo? Lo sai che io ti penso? Lo sai che ti vedo volteggiare come loro, come le nuvole? Dopotutto anche tu ti lasci andare a qualche vento che ti sposta un po’ arbitrariamente, senza regole, da una mattonella all’altra, sempre con qualcosa in mano, sempre con un dito fra i capelli. Come le nuvole, indaffarata in qualcosa che vedo, ma che non capisco e che non prevedo.
Sei come le nuvole e le nuvole non saranno mai mie.
Ma, in questo istante, sono disteso su questo marciapiede, tu sei da qualche parte in questo stesso cortile e le nuvole non mi sembrano forse così distanti. In questo momento guardo il cielo e sto bene.
“Sicuro?”.
“Sto bene qui”.
Non terrò mai fra le mani neanche queste nuvole, briciole di cielo, briciole d’immenso, mai. Ma le guardo e sto semplicemente bene e forse non mi interessa davvero poterle toccare. E forse mi basta vederti volare, incomprensibile, imprevedibile. Come mi bastano le nuvole adesso. Forse. O forse no.
Nonostante tutto, mi hai insegnato a lasciarmi trasportare dal vento, ad essere imprevedibile. Mi sono innamorato di una nuvola e non c’è niente di più imprevedibile.
  
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