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Autore: Lulumiao    07/06/2014    3 recensioni
A volte, il vero amore è quello materno. Questa storia vi mostrerà un momento di dolcezza tra la Fata della Brughiera e la sua bestiolina :)
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuova fanfiction per inaugurare l’inizio delle vacanze! Questa volta mi cimento con il bellissimo film della Disney “Maleficent”. Ho voluto indagare un po’ il rapporto madre-figlia che si crea tra Malefica e Aurora, e per una volta non ho inserito risvolti lesbo di nessun tipo XD Ma se volete immaginarli mentre leggete siete liberi di farlo u.u
Questa fanfiction è dedicata a colei che, per una coincidenza di nomi, è diventata la mia bestiolina :3 Spero vi piaccia :)  
Questa fanfiction non è stata scritta a scopo di lucro e i personaggi e le ambientazioni appartengono a Disney. L’unica cosa mia è la tartaruga, che chi segue le mie storie forse riconoscerà XD

 
 
 
Bestiolina
 
 
«Fata Madrina, perché mi chiami bestiolina?» chiese Aurora curiosa.
La ragazza era diventata regina quando, quattro mesi prima, suo padre era morto (ma poteva davvero definirlo un padre, dopo che egli aveva tentato di uccidere la persona che Aurora amava di più?). Stava ancora imparando il mestiere, era seguita costantemente da una moltitudine di servitori e consiglieri, e si poteva tranquillamente affermare che per essere una che aveva sempre vissuto in un bosco se la stava cavando piuttosto bene; Malefica le dava molti consigli, certo, ma Aurora sembrava aver capito abbastanza bene il meccanismo del governo. Era ancora un po’ intimorita da quella nuova vita e doveva lavorare sulla timidezza (che si manifestava principalmente davanti agli alti consiglieri) e sull’autostima, ma migliorava di giorno in giorno. Anche Malefica sapeva che Aurora sarebbe diventata un’ottima regina e sperava che tra i loro regni rimanesse sempre la pace; si adoperava per aiutare come poteva la fanciulla e toglierle ogni dubbio, ma c’era una cosa che Aurora non aveva ancora capito: il perché di quello strano soprannome che la sua Fata Madrina le aveva dato.
«Perché quando eri piccola sembravi un mostriciattolo, di quelli che infastidiscono di continuo. Eri veramente insopportabile» rispose Malefica con un sorriso appena accennato.
Erano sedute sul ceppo di quello che era stato un grosso albero, desiderose di rilassarsi un po’. C’era una brezza leggera, che ispirava più un sonnellino che chiacchiere.
Aurora vide che Fosco la fissava, appollaiato sull’albero di fronte; sembrava quasi che il corvo stesse ridendo della risposta di Malefica, spingendo Aurora ad insistere con le domande.
«Ma perché proprio questo soprannome? Ce ne sono di più cattivi… Per esempio mostro, demonio, mocciosetta… Perché proprio bestiolina? Non sembra neanche un soprannome da persona… Una bestiolina è un animale» fece la ragazza.
Malefica sembrava un po’ infastidita; nonostante fosse tornata una fata buona, la ferita lasciata da Stefano l’aveva resa molto chiusa, e non era più tornata l’allegra ragazza di un tempo. Non le piaceva dover mostrare il lato più buono di sé, perciò rispose: «È così e basta. È il primo nome che mi è venuto in mente».
Aurora era incuriosita da quell’aria misteriosa che Malefica ostentava, ma ormai era anche un po’ scoraggiata. Lasciò vagare lo sguardo tra gli alberi e i cespugli che le circondavano. Poi notò una tartaruga dagli occhi scuri che cercava di estrarre una pianticella dal terreno prendendola nella piccola bocca grinzosa. Tirò così tanto da cadere all’indietro, rimanendo ribaltata sul guscio. Aurora si allungò in avanti per aiutarla, mettendola al sicuro su una roccia. L’animaletto la guardò con occhi riconoscenti e decise di rimanere lì a sgranocchiare la pianticella che la ragazza le aveva prontamente messo vicino. Aurora pensò per qualche secondo, poi disse, indicando il rettile: «Ecco, lei è una bestiolina. È una piccola creatura della brughiera e può benissimo essere chiamata così».
Malefica rise piano, addolcita. «Non ti starai paragonando a questa tartaruga sbadata…» disse.
«Vorrei solo più dettagli sul perché sono costretta a dovermi paragonare a lei!» esclamò Aurora.
Intanto Malefica, ignorandola, chiamò Fosco, che arrivò svolazzando. «Fosco, stamattina le fate avevano dei problemi con la corrente del fiume troppo forte, va’ a controllare se hanno ancora bisogno del mio aiuto». Detto questo, trasformò il corvo il umano, ma egli non sembrava aver ascoltato una parola degli ordini che Malefica gli aveva dato.
«Malefica, perché non dici ad Aurora la verità?» chiese, fissando divertito la sua padrona con un sopracciglio alzato.
Malefica alzò gli occhi al cielo. «Non so di cosa parli. Ora va’ ad eseguire i miei or…»
«Non ci vado finché non parli. Potresti mostrare il tuo lato tenero ogni tanto… » la interruppe Fosco.
La fata arrossì leggermente. Tra lo sguardo curiosissimo di Aurora, Fosco che la stava allegramente prendendo in giro e la tartaruga che le fissava le corna, Malefica, con le spalle al muro, si vide costretta a parlare. «E va bene. Ma non voglio pubblico, fa’ ciò che ti ho chiesto» ordinò a Fosco. Lo ritrasformò in corvo, guardandolo spiccare il volo. Poi si volse verso Aurora e la tartaruga, che aveva preso a starnutire incontrollabilmente.
«Da piccola mi affascinavi» cominciò Malefica un po’ riluttante, agitando le ali. «I tuoi occhi azzurri hanno creato in me un istinto materno che all’inizio volevo solo reprimere, visto che sei la figlia di colui che mi ha spezzato il cuore. Volevo essere più dura con te, non volevo avere nessuna pietà. E invece ho cominciato ad affezionarmi sempre di più a te, venendo meno al mio iniziale proposito di vendetta. Sai quanto mi sia pentita per aver rischiato di farti cadere in un sonno eterno… Non me lo perdonerò mai». Abbassò lo sguardo, non voleva che Aurora vedesse i suoi occhi lucidi.
«Ma io ti ho già perdonata, Fata Madrina. Mi hai salvata tu» disse la ragazza abbracciandola.
Malefica la circondò con l’ala e continuò, ora sorridendo: «Ti chiamai bestiolina perché volevo darti un nome che sembrasse cattivo, che ti facesse sembrare un mostro come tuo padre. Ma allo stesso tempo non riuscivo ad usare un’espressione veramente malvagia, quindi inconsciamente optai per un diminutivo della parola “bestia”. Già da questo avrei potuto capire che mi sarei affezionata a te».
Ora anche Aurora aveva le lacrime agli occhi. Pensò che Malefica non le aveva mai detto parole così sincere ed affettuose (non sapeva cosa aveva detto la fata prima di risvegliarla dall’incantesimo). Strinse più forte la sua Fata Madrina. «Ora ho capito» mormorò.
«Non ti piace il modo in cui ti chiamo?» chiese, accarezzandole i capelli.
«Sì, mi piace… Puoi chiamarmi bestiolina quanto vuoi» rispose Aurora sorridendo.
Rimasero abbracciate, perse nel loro amore.
«Ti voglio bene, bestiolina» disse Malefica dopo un paio di minuti.
«Anche io ti voglio bene, Fata Madrina».
 
All’improvviso tornò Fosco, che, riacquistata la forma umana, annunciò: «Direi che le fate hanno veramente bisogno di aiuto con il fiume».
Malefica, sospirando, sciolse l’abbraccio e fece per avviarsi, ma Aurora esclamò: «Fata Madrina, credi che alle zie piacerebbe una tartaruga?».
Malefica si voltò e rispose divertita: «Se si occuperanno di lei come si occupavano di te, probabilmente morirà entro una settimana».
Aurora rifletté un attimo, poi disse: «Uhm, hai ragione. Allora la terrò io al castello». Prese in braccio l’animaletto con un “Ciao, bestiolina” e seguì Malefica e Fosco, pronta ad aiutare i bisognosi.
 
 
 
  
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