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Autore: Sognatrice_2000    07/06/2014    2 recensioni
Pensieri e sensazioni di Shiho nei confronti di Shinichi (Post Black Organization).
Dal testo:
(...)E così adesso si trovava lì,nell'enorme sala d'attesa dell'aeroporto di Tokyo,ad osservare il pianto del cielo. Si ritrovò a pensare che anche il suo cuore,come quel cielo grigio,stava piangendo.
(...)Ma per lei non ci sarebbe stato un lieto fine,nè un principe azzurro che la venisse a salvare:avebbe dovuto contare solamente sulle proprie forze.
(...)Solo quando l'enorme uccello bianco si librò in volo tra le nuvole,comprese,con un sorriso rammaricato a fior di labbra:la sua vita,senza amore,sarebbe stata desolatamente vuota.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Amare veramente
 

 
Shiho lanciò un’occhiata distratta al cielo scuro,gonfio di nuvole da cui ricadeva una pioggia scrosciante,attraverso le enormi vetrate dell’aeroporto.
I suoi occhi azzurri,però,erano persi oltre quelle nuvole,oltre quel cielo : rivedeva i volti allegri dei Detective Boys:quello radioso di Ayumi,quello lentigginoso di Mitsuhiko,e quello un po’ sciocco e cicciottello di Genta ; la faccia bonaria e un po’ troppo paffutella del Dottor Agasa e… Shinichi.
Shinichi,con la sua mania per i gialli e i misteri,con quegli occhi blu talmente puri e limpidi da sembrare davvero quelli di un bambino,sempre protetti dalla montatura troppo spessa di due grandi occhiali da vista,e il ciuffo moro ribelle che gli ricadeva sempre sulla fronte. I suoi bronci,le sue risate innocenti,le guance rosse quando lo prendeva in giro,la sua preoccupazione sincera quando era certo che lei gli nascondesse qualcosa.
La scienziata fu costretta a passarsi una mano sugli occhi,per rimuovere quella strana patina lucida che improvvisamente li ricopriva. Sentiva il cuore pesante, schiacciato da un masso troppo grande per poter essere rimosso.
Perché? L’Organizzazione nera era solo un ricordo lontano ormai,non correva più alcun pericolo,avrebbe finalmente potuto vivere serena… allora cos’era quella strana sensazione che avvertiva?
Perché la decisione su cui aveva tanto ragionato,le appariva improvvisamente così sbagliata?
Era finalmente riuscita ad ultimare l’antidoto definitivo per l’APTX,e dopo averlo consegnato a Shinichi,aveva scelto di prenderlo anche lei,e di partire lontano,per rifarsi una vita,senza vincoli o legami. Libera,come aveva sempre desiderato essere.
E così adesso si trovava lì,nell’enorme sala d’attesa dell’aeroporto di Tokyo,seduta su una poltroncina verde,ad osservare il pianto del cielo. Si ritrovò a pensare che anche il suo cuore,come quel cielo grigio,stava piangendo.
Scosse la testa,come per voler cacciare via agli istanti quei tristi pensieri,e puntò lo sguardo sul tabellone dei voli in partenza. L’imbarco sarebbe avvenuto tra un’ora,perciò poteva tranquillamente riposarsi un po’.
Shiho,però,non era convinta che quella fosse una buona idea: più il tempo passava, più aveva voglia di tornare indietro.
Cercò di calmarsi,estraendo dalla borsa color crema una rivista di moda e affondando la faccia dietro alle pagine patinate,ma fu un pessimo tentativo: nonostante si sforzasse,i caratteri le ballavano davanti agli occhi,confondendosi e mischiandosi in una sottile nebbiolina.
Chiuse con un gesto secco la rivista,appoggiandola sul tavolino che aveva di fianco,e sorseggiò la sua tazza di caffè,gettando di tanto in tanto occhiate nervose all’orologio.
Era stata una decisione molto difficile,per lei: non avrebbe voluto abbandonare quella città,dove erano custoditi i ricordi più felici della sua vita. La scuola elementare Teitan,la casa del professore,gli spiazzi erbosi dove era andata tante volte in campeggio insieme a Conan… erano tutti luoghi che le facevano provare un’acuta fitta al cuore,in un misto di rammarico e nostalgia,ogni qualvolta li pensava.
Ma c’era un motivo per cui non poteva restare: il suo aveva un volto e un nome ben precisi. Shinichi.
Già,Shinichi.
Quel ragazzo coraggioso e altruista con cui aveva condiviso mille avventure e mille pericoli,che l’aveva sempre protetta e sostenuta nei momenti più difficili,che era sempre accanto a lei,nel bene e nel male. Le aveva fatto apprezzare la vita, insegnandole quanto fosse preziosa.
Proprio così : quel ragazzo dolce e gentile era riuscito a far compiere un sussulto al suo cuore,indurito dal dolore e dalla sofferenza. Era riuscito a farle provare un vero sentimento.
Ma purtroppo lei era ben consapevole che Shinichi non aveva capito: certo le voleva bene e le era molto affezionato,ma nel suo cuore c’era spazio solo per Ran.
E così,seppur con molto dolore,aveva dovuto riconoscere che quella ragazza era perfetta per lui: dolce,gentile e disponibile con tutti,sembrava il ritratto di sua sorella Akemi,che le era stata strappata via per sempre.
E se non poteva opporsi ad un amore così profondo,poteva almeno sperare di dimenticarlo : per questo aveva preferito andarsene,perché non avrebbe sopportato di vederli insieme,felici.
Una goccia d’acqua cadde nel liquido marroncino della tazza:nonostante tutte le persone che la circondavano,si sentiva terribilmente sola.
Per un attimo fu tentata di tornare indietro,di correre via,lontano da quel luogo,e di riabbracciare tutti i suoi amici. Ma fu solo un folle istante: si ricompose subito,asciugandosi gli occhi e stringendo talmente forte la sua tazza da far divenire bianche le nocche di entrambe le mani. La sua mente e il suo cuore si dibattevano in modo disperato,ma lei non sapeva a chi dare ascolto.
Un peso opprimente le schiacciò il cuore,togliendole quasi il respiro: quello era un addio. Non sarebbe mai più tornata lì,non avrebbe più rivisto Shinichi,nemmeno per una volta.
Per lei non ci sarebbe stato un lieto fine,né un principe azzurro che la venisse a salvare: avrebbe dovuto contare solamente sulle proprie forze.  
Sorrise amara: Shinichi le aveva insegnato di non fuggire dal suo destino,e non lo avrebbe fatto. Lo avrebbe affrontato a testa alta,anche se questo significava sacrificare la sua felicità.
Gettando l’ennesima occhiata all’orologio,apprese con sollievo che era finalmente ora di partire : finì con un solo sorso il caffè,e si avviò decisa verso i cancelli con la borsa in spalla,stringendo il suo piccolo trolley rosso,e si accodò ad una lunga fila di persone.
Gli occhi le si velarono di malinconia,lottando per non piangere: non sapeva cosa le prendeva,ma sentiva che le mancava qualcosa. Il suo cuore si era come raffreddato,tra i mille rimpianti e i mille segreti non svelati che vi si celavano dentro.
Soltanto quando,seduta al proprio posto,vide l’enorme uccello bianco librarsi in cielo e volare tra le nuvole,comprese,con un sorriso rammaricato a fior di labbra: la sua vita,senza amore,sarebbe stata desolatamente vuota.
Perciò spettava a lei trovare quello giusto,che potesse ricambiarla: non avrebbe mai dimenticato i bambini,Ai Haibara,e il saccente e saputello detective Shinichi Kudo. Sarebbero rimasti preziosi e incancellabili ricordi scolpiti dentro al suo cuore,dove nessuno avrebbe mai potuto portarli via,ma non le avrebbero mai impedito di andare avanti.
E chissà,magari dopo tanti anni,in una città lontana,in un parco dai giochi colorati e gli alberi verde brillante,una madre si sarebbe seduta sull’altalena,accanto ad una bambina dagli occhi ridenti,e,accarezzandole i capelli dello stesso colore ramato,le avrebbe sussurrato all’orecchio un timido ‘Ti voglio bene’.
E avrebbe finalmente trovato qualcuno da amare veramente.
  
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