08/08/2008
2 recensioniA Sip of Coffe, Rods in Hands and Feel to Rock.
Neanche fosse il suo primo concerto.
Sorrise ripensando a quella serata: aveva quasi avuto una crisi nervosa paralizzante, aveva fumato due pacchetti di sigarette in circa dieci minuti e si era pure portato il lettore mp3 sul palco nel caso si fosse dimenticato il tempo di qualche canzone (non ne ebbe bisogno, grazie a Dio.).
Ovviamente, gli altri non lo seppero mai.
Ricordò l’emozione che aveva avuto a salire sulla sua piccola postazione, circondato da piatti e tamburi di tutti i generi, con una grande folla davanti a sé. Emozione che si potrebbe anche chiamare “Paura Fottuta”. Ma la ciliegina sulla torta, il tocco finale per l’esplosione del suo cuore fu quando Gerard urlò al pubblico.
“… E da stasera, abbiamo il migliore amico che si possa avere in tutto il fottuto mondo! Bob Bryar alla batteria!”
Solo in quel momento si rese conto di essere entrato ufficialmente in una delle band più emergenti come batterista.
Cavolo, aveva realizzando il sogno di un qualsiasi adolescente incasinato!
E il colmo era che lui, da adolescente, non avrebbe mai voluto suonare in una band. Tutti quei ritmi già organizzati per bene gli facevano venir voglia di buttarsi giù dal ponte di Brooklyn, sul serio. Molto meglio sedersi sullo sgabello, prendere le bacchette in mano e iniziare a suonare, come capita capita, e vaffanculo al resto!
Poi, invece, si era ricreduto dopo aver fatto una prova con i ragazzi. Non erano affatto ritmi scontati, anzi. Spaccavano di brutto!
Anche se all’inizio non sopportava Mikey.
Forse per la sua aria da scricciolo perennemente con la testa sulle nuvole, non lo sapeva. Poi, in meno di una settimana, si rese conto che aveva sbagliato a pregiudicarlo. Mikey si rivelò un ragazzo dolce e simpatico, sempre disposto a fare una chiaccherata con una tazza di caffè in mano.
E a poco a poco, conobbe anche gli altri membri dei My Chemical Romance.
Gerard, che scriveva testi da urlo e che aveva problemi con l’alcool, si rivelò la persona più docile e gentile di questo mondo. Ray, che la maggior parte delle volte restava in silenzio e in disparte, un genio tra chitarra e tecnologia, disposto a dare una mano sempre e comunque. E Frank… Beh, Frank non si era smentito, sin dal primo giorno era stato divertente e completamente pazzo. Forse fu con lui che legò prima di tutti, perché era una persona così positiva e solare, sempre con il sorriso sulle labbra, che pareva quasi sbagliato che si vestisse di rosso e nero e suonasse in una rock band. Ma lui era fatto così: fuori, era un agnellino con gli occhioni da Bambi, e sul palco scaricava tutta la sua voglia di ribellarsi, tanto che a volte diventava pure pericoloso e rischiava di farsi male sul serio.
“Bob, è ora di andare. Il New Mexico ci aspetta.” Afferma Ray, restando fermo sulla porta bianca del camerino, con un sorriso sulle labbra.
Un sorso di caffè, bacchette alla mano e voglia di spaccare.
“Okay, sono pronto.”
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Hey guys. *fa ciao-ciao con la manina*
Una piccola shot su Bob [(L)], scritta stamattina
alle 8, mentre aspettavo il prof delle ripetizioni di
latino mi è venuta un'ispirazione improvvisa. :°D
I like it, quindi ho deciso di pubblicarla. Spero che sia gradita. ^^
Recensioni positive gradite, quelle negative graditissime. =P
See ya. :*
Guè.