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Autore: giuse83    07/06/2014    0 recensioni
Era un giorno freddo e cupo, le nuvole coprivano il sole, il quale ogni tanto, con i suoi intensi raggi, trapassava una di esse fa¬cendo brillare per pochi minuti le infinite bellezze che solo la natura sa offrire.
Le persone si rinchiusero nelle proprie abitazioni, con finestre e porte chiuse, in compagnia delle calorose fiamme, colorate di un rosso maestoso, accese nei camini nella speranza di riscaldare la stanza. Da fuori parevano case tristi , come se l'inverso gli avesse avvolte in una nube di depressio¬ne e di stanchezza. Gli alberi erano irrigiditi dall'aria gelida, i rami si erano svuotati rimanendo nudi con ancora qualche foglia qua e là; le altre invece giacevano a terra, a fianco all'albero, dipinte di un giallo scuro; ma in lontananza a pochi metri dalla città, in un piccolo bosco, due bambini di appena 11 anni giocavano a fare gli esploratori nella ricerca di qualche misterioso tesoro che grazie alla loro vivacità e alla loro fantasia illuminarono la città travolgendo le tenebrose nubi che la ricoprivano.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.Capitolo UNA SCOPERTA INASPETTATA Era un giorno freddo e cupo, le nuvole coprivano il sole, il quale ogni tanto, con i suoi intensi raggi, trapassava una di esse fa¬cendo brillare per pochi minuti le infinite bellezze che solo la natura sa offrire. Le persone si rinchiusero nelle proprie abitazioni, con finestre e porte chiuse, in compagnia delle calorose fiamme, colorate di un rosso maestoso, accese nei camini nella speranza di riscaldare la stanza. Da fuori parevano case tristi , come se l'inverso gli avesse avvolte in una nube di depressio¬ne e di stanchezza. Gli alberi erano irrigiditi dall'aria gelida, i rami si erano svuotati rimanendo nudi con ancora qualche foglia qua e là; le altre invece giacevano a terra, a fianco all'albero, dipinte di un giallo scuro; ma in lontananza a pochi metri dalla città, in un piccolo bosco, due bambini di appena 11 anni giocavano a fare gli esploratori nella ricerca di qualche misterioso tesoro che grazie alla loro vivacità e alla loro fantasia illuminarono la città travolgendo le tenebrose nubi che la ricopriva¬no. I due correvano veloci ,con le loro piccole e agili gambe, in mezzo alla fredda vegetazione, facen¬dosi strada grazie ai loro solidi rami presi per terra. Sotto ai loro piedi le foglie scricchiolavano e in lontananza si sentiva il gorgoglio di un fiume. I bambini, ricoperti con giubbotti, sciarpe e guanti di lana e con un soffice cappello, il quale teneva al caldo anche le piccole orecchie dei giovani, si trovarono immersi in alti e gonfi cespugli e da piante fastidiose. <> esclamò con vivacità uno dei bambini. <> rispose l'altro. All'improvviso il ragazzo davanti si fermò di colpo e contemporaneamente si stoppò anche l'altro rischiando di andarli addosso. <> <>. Rimasero fermi e in silenzio per pochi secondi quando, a voce alta, disse <>. <> esclamò spiazzato, <>. <> domandò il bambino con ormai la certezza di averlo convinto.<>. << eh va bene mi hai convinto, ma sappi che se succede qualcosa è solo colpa tua>>. Nel frattempo il sole lottava nel tentativo di farsi spazio lasciando penetrare i suoi potenti e lumino¬si raggi fra le nuvole. Gli animali vedendo qualche spiraglio di luce, uscirono dalle loro tane per ri-scaldarsi e in cerca di cibo; altri invece,come scoiattoli e vari esemplari di uccelli, si erano posati sui rami degli alberi osservando, con i loro brillanti occhi, i due bambini , i quali ora si prepararo¬no alla corsa mettendosi uno di fianco all'altro; dopodiché si misero nella posizione di partenza ingi-nocchiandosi con il ginocchio destro a terra in modo da avere più slancio all'inizio. I due si guardarono con un'aria di sfida. Le nubi si chiusero di colpo riuscendo a vincere contro i raggi che emanava il sole; gli animali ritor-narono nei loro habitat e la natura ,convinta di aver trovato una speranza nel calore offertogli dalla calda stella, oramai si congedò all'imponente freddo chiudendosi in se stessa. <> disse uno dei bambini, <>. <>. <>. <<1 ! 2...e 3!>> Con un balzo fulmineo, scattarono in avanti incominciando a correre. Fecero 50 metri e nessuno dei due voleva mollare, erano in perfetta parità. Le poche foglie degli alberi e i cespugli si spostarono al loro passare come se un forte vento improvviso fosse passato creando il caos. All'improvviso uno dei due bambini incominciò a mostrare i primi segni di affaticamento; il respiro diventava sempre più affannoso, il cuore batteva all'impazzata a tal punto da sentire il proprio battito sino alla gola, i polmoni si dilatavano e si sgonfiavano in continuazione buttando fuori l'aria per farne rientrare dell'altra nuova che sarebbe servita per ossigenare i doloranti muscoli, i quali supplicavano al cervello di fermarsi. Nonostante questo continuò a correre, anche se ora non vedeva più il suo amico di fianco a sé, ma davanti e il suo compagno lo aveva notato; quindi accelerò il passo e lo stava ormai seminando del tutto. Ahimè si accorse subito dell'errore che aveva commesso perché in quel momento senza che si accorgesse rallentò molto e l'avversario ,il quale pochi secondi fa si trovava dietro di lui ora lo stava recuperando. Respirò profondamente e con un passo felino si ritrovò accanto al suo amico. La meta stabilitasi alla partenza si avvicinava sempre più e i due gareggianti, sopraffatti da un'interminabile stanchezza, correvano senza induzioni, ma essi non si guardavano più con un'aria di sfida amichevole bensì con un'aria di prepotenza nel voler a tutti i costi arrivare primi al traguardo. Accecati dall'ossessione di vincere non si accorsero che avevano superato la meta e continuarono a correre, anche se con un'andatura minore rispetto alla precedente. La vegetazione incominciò a diventare più fitta, lo spazio diminuiva a causa dei folti cespugli, i quali man mano che si proseguiva si ristringevano sempre più lasciando ai bambini pochissimo spazio in cui muoversi. Respirarono a fatica senza lasciar a loro neanche uno spiraglio per respirare. La natura gli aveva tesi una trappola e loro ci erano entrati come un branco di galline rinchiudendogli in essa, per poi soffocarli. Si occorsero del pericolo che gli circondava e proprio nel momento in cui decisero di volersi fermare e ritornare indietro non sentirono più il terreno sotto i loro piedi. Capitombolarono giù per un precipizio rotolando e sfregando schiena, ginocchia e braccia. Non riuscivano a capire cosa stesse succedendo tranne lo scricchiolarsi delle loro ossa contro la dura terra e alcuni sassi di piccoli dimensioni. Pensavano che non c'è l'avrebbero mai fatta; così chiusero gli occhi e si lasciarono abbandonare dalla paura che dimorava in se stessi. Tutto taceva. I bambini non sentivano più niente tranne il battito accelerato dei loro cuori; si risollevarono nel sentirlo, ciò significava che erano ancora vivi, così si fecero coraggio e aprirono gli occhi: sopra di loro appariva un precipizio e guardandosi notarono che non avevano niente di rotto; soltanto qualche graffio qua e là, ma pochi profondi. Non riuscirono a capire come accidenti erano caduti, ma poco importava adesso; quindi si rialzarono e guardarono in alto verso la fitta vegetazione, la quale gli aveva intrappolati e fatti precipitare giù per il dirupo. <>. L'altro giovane ignorò completamente cosa disse il suo caro amico e girandosi disse: <> esclamò spaventato. Si ritrovarono circondati da un esercito di alberi di media altezza cui le radici fuoriuscivano dal terreno ,spaccato dalla potente forza esercitata da essi. Erano diversi da quelli della città, il loro colore era di un marrone grigio, i rami si mostrarono possenti e grossi ed erano ricoperti da foglie secche, colorate di un giallo morto. I ragazzi immaginarono che le loro radici giacevano in quella terra da parecchi anni o addirittura da molti secoli. <> disse uno dei bambini terrorizzato. <>, domandò l'altro<< Non possiamo risalire il precipizio. E' troppo ripido, e non ce la faremo mai a scalarlo!>>. <> esclamò, <>. <> rispose il giovane con prontezza, <>. Con codeste parole i due si inoltrarono nell'ignoto. Man mano che proseguirono notarono che le foglie dei rami coprivano il cielo, lasciando a loro pochi spiragli di luce. Il terreno era arrido e privo di cespugli e piante, ma nel suolo crescevano erbe secche, il quale apparivano a zone; si poteva immaginare quel posto come un deserto senza sabbia. Camminarono per alcuni minuti e non udirono niente, né animali né insetti; soltanto lo strisciare dei loro piedi indolenziti dalla fatica. Ad un tratto ,sotto di loro, incominciò ad innalzarsi una piccola nebbia, l'aria divenne pesante e soffocante; era molto umida e i due amici sentivano la stanchezza infondersi in tutto il corpo. Dal loro viso scivolavano tante piccole gocce di sudore, le quali asciugavano passandovi un mano sopra. Nel tratto che percorsero non videro altro che solo alberi. La nebbia divenne fitta e a stento riuscivano a scrutare cosa ci fosse dietro di essa. Continuarono a camminare strisciando i piedi. Si accorsero che il terreno diventava sempre più molle non sapevo per quale motivo. Ad un tratto uno dei ragazzi disse con voce secca << Basta!! non riesco più a proseguire, ho i piedi che mi bollono. Ti prego riposiamo un po'>>. <> esclamò l'altro. <>disse, <>. Così dicendo si appoggiarono di schiena contro l'albero sedendosi per terra. <>disse uno dei bambini stiracchiandosi e rilassandosi. << E' tutta colpa tua!!>> esclamò l'altro, << Se non fosse stata per la tua insolita curiosità non saremmo mai capitati in questo posto>>. <>. << Ma sentilo! A quanto pare nemmeno a te importava molto del traguardo dato che dopo mi hai raggiunto e mi guardavi con occhi infuocati dalla paura di perdere>> rispose il giovane con arroganza. <> disse l'altro in difensiva. <> rispose, << E' uno dei tuoi difetti, quando menti tutti lo capiscono>>. << Tu invece sei troppo sicuro di te>>. Con queste parole affondarono in un tranquillo sonno. Dopo alcuni minuti uno dei bambini si svegliò all'improvviso nel sentire un acuto rumore, il quale proveniva da non molto lontano da loro. In un primo momento gli pareva che stesse sognando ad occhi aperti e che il rumore era frutto della sua mente, così decise di richiudere gli occhi; ma ecco che si fece risentire nuovamente. Il bambino cosciente che quello non era la sua immaginazione, si alzò in piedi e si concentrò sul suono. Ascoltò attentamente e felicissimo nel avere compreso di cosa si trattava, andò a svegliare il suo amico. <> lo scosse con entrambe la mani, << Muoviti svegliati>> urlò di nuovo. Il suo compagno, ancora mezzo addormentato, aprì gli occhi e vide il suo amico con un sorriso di gioia stampato sulle labbra. <> esclamò, <>. <>. <>, si alzò in piedi e guardando il suo amico disse <>. <>. Fece come gli venne suggerito, chiuse gli occhi e tese l'orecchio in attesa di udire qualche rumore. <> rispose, <>. <> soggiunse l'amico. Fece come disse. <>. Quando all'improvviso un soave suono proveniente dritto innanzi a loro arrivò nelle orecchie di wilsson. <> non fece in tempo a finire la frase che Bruce lo aveva anticipato dicendo <>. <> rispose dando ragione al suo amico, <>domandò. <> esclamò Wilsson con stupore, <>. Ripartirono immediatamente. Alla ricerca del fiume, ma questa volta più rapidi e più decisi in compagnia della fitta nebbia e degli alberi, i quali non sembravano finire mai. Il terreno, anche esso non voleva cambiare: sempre arrido e morbido; né tanto meno l'atmosfera. Camminarono velocemente e il gorgoglio del fiume sembrava sempre più vicino. Pareva che stessero andando per la strada esatta. La nebbia si dissolveva lasciando vedere ai bambini l'intera strada da percorrere. Il suono pareva essere vicino. I ragazzi eccitati accelerarono il passo. Erano quasi giunti al fiume a tal punto da sentire le sue acque. <> disse Bruce. << Si! Finalmente usciremo da questo orribile posto>> esclamò sorridendo il suo compagno. Si misero a correre andando da un albero all'altro, saltellando per non calpestare le robuste radici che sporgevano dal suolo. Ad un tratto, alla loro destra, gli alberi incominciarono a mancare per poi riapparire e nuovamente a scomparire. <> disse improvvisamente wilsson. <> rispose Bruce con aria felice, <>aggiunse. <> <>. Aumentarono l'andatura della corsa, sentirono le acque del fiume avvicinarsi. Intanto,sempre sulla destra gli alberi stavano scomparendo del tutto. <> urlarono insieme i due amici. In lontananza riuscirono a intravedere il lucente fiume; gli occhi dei giovani divennero brillanti e pieni di gioia. All'improvviso però, si bloccarono di colpo rimanendo immobili. Sulla destra gli alberi erano scomparsi definitivamente lasciando spazio ad un grande terreno libero, illuminato dai raggi luminosi, i quali erano riusciti a trapassare le grosse nuvole. I giovani, però, girandosi in quella direzione rimasero impietriti nel vedere quel maestoso albero. La sua grandezza e la sua altezza erano impressionanti; non poteva essere paragonato agli altri semplici alberi. Sembrava il capo di tutti coloro. Le dimensioni del busto era impressionante, almeno tre volte di quella di un autobus; l'altezza era invece spaventosa, come un grattacielo che solo a New York si possa intravedere. Era ricoperto da tante foglie grigie, cui i raggi del sole riflettevano su di esse facendole apparire di un argento ghiaccio. <> domandò impressionato Bruce. <>esclamò wilsson,<< E' enorme!>> Si avvicinarono con cautela al maestoso albero, il quale agli occhi dei bambini pareva un'opera d'arte, una statua scolpita dalla stessa natura. <>disse wilsson. <>rispose a bocca aperta il suo amico. Continuarono ad avvicinarsi fino a ritrovarsi sotto di esso,cui con i suoi enormi rami fece ombra ai giovani. L'aria era diventata più leggera e l'umidità scese. Si sentirono risollevati nel respirare quell'aria, come se ad un tratto avessero recuperato completamente le forze. Rimasero in silenzio per parecchi minuti, intenti ad ammirare le innumerevoli bellezze dell'albero. Poi con una voce limpida e acuta Bruce spezzò quell'interminabile e meraviglioso silenzio. <>urlò, <>. Wilsson stando al suo gioco rispose <>. <> esclamò con vivacità il giovane. Allora Wilsson guardandolo con occhi perplessi rispose <>. << A questa domanda non vi so ancora dare una risposta, ma sono sicuro che nel profondo di una di queste radici si nasconde un qualcosa, un oggetto il quale fu sotterrato nella speranza che nessuno lo trovasse; purtroppo per lui siamo capitati noi!>> gridò soddisfatto. <> domandò wilsson preoccupato. <> rispose l'amico scherzando. <>disse wilsson irritato e nello stesso tempo imbarazzato. <>esclamò Bruce, <> disse ripetendo più volte. <> tuonò wilsson furioso. Il suo viso cambiò di colpo colore: da rosa pelle a rosso infuocato. Bruce guardandolo impressionato dal suo cambiamento, in un primo momento si spaventò indietreggiando, ma poi non si fece impressionare e con aria da bullo disse <>. << Sei veramente sicuro di volerlo sapere?>> domandò stringendo i piccoli pugni wilsson. <> rispose bruce non rendendosi conto della situazione; <>. Non fece in tempo di completare la frase che il suo amico per la pelle si scaraventò su di lui buttandolo per terra; Bruce, scosso e sorpreso dalla sua iniziativa cercò di difendersi bloccando inizialmente la scarica di pugni, i quali si dimostrarono senza effetto dato che non rilasciavano potenza all'impatto e poi dai terribili, fastidiosi e dolorosi pizzicotti, i quali non riuscendo a resistere alla furia predominante nel corpo di Wilsson, uno di essi afferrò la carne del povero amico, stringendola con una tale forza da far urlare Bruce dallo strazio. <> gridò con tutta la sua voce emanando l'eco in tutta l'area circostante, <>esclamò, <>aggiunse dolorante. A queste parole Wilsson, fin dal principio irritato ora lo era ancora di più, si tenne pronto a riattaccare il suo compagno con il suo micidiale e infallibile pizzicotto. Bruce capì immediatamente la sua intenzione, così anticipandolo si lanciò su di lui scaraventandolo per terra avendo il sopravvento; ma Wilsson si ribellò non cedendo al suo contrattacco. Si arrotolarono per terra finché non andarono a sbattere contro l'enorme albero. <> esclamarono entrambi. <>disse wilsson,<>. <>esclamò bruce,<< Sempre a lamentarti!>>. <> <>. Wilsson alzandosi in ginocchio guardò cosa ci fosse sotto di esso. <> disse Bruce ridendo,<< ti sei fatto male con un sassolino!>> esclamò. Wilsson lo guardò con un'aria di disprezzo; ma poi non gli diede più attenzione concentrandosi sul terreno, nel quale posava il sasso. <>disse rivolgendosi all'amico, il quale non smetteva di ridere. <> domandò ridendo. <> rispose wilsson; <>. <> disse toccando il terreno con il dito indice;<>aggiunse. Ritornando serio, Bruce osservò il terreno e lo toccò anche lui affermando la teoria del suo amico. <>esclamò meravigliato. Un vento gelido attraversò l'intera area, ghiacciando le foglie degli alberi, i quali rimasero impassibili al suo passare; era come se fossero addormentate da migliaia anni e che oramai non sentissero più nulla. I ragazzi,invece, rabbrividirono rimanendo sotto i maestosi cespugli dell'albero, i quali fecero da ombra intorno ad esso. <> domandò wilsson sospettoso. <> esclamò bruce esaminando il terreno. Wilsson guardando intento il sassolino cercò di toglierlo, dato che si era depositato là dentro da chissà quanto tempo. Tolse un po' di terra intorno ad esso e tentò di tirarlo fuori con la mano. <>intervenne bruce; <>. <> domandò l'amico guardandolo. <> urlò dopo aver trovato la soluzione. <>disse Wilsson. Si misero a cercare girando intorno all'albero, ma non vi era minima traccia di legnetti; allora decisero, pur essendo contrari, di rientrare in mezzo a tutti quegli alberi e in quell'aria straziante. <>disse wilsson; <>esclamò. <>rispose bruce. <>domandò wilsson. <>. Dicendo ciò si divisero e incominciarono a guardare dappertutto. A fianco agli alberi, sotto le radici e addirittura Bruce si arrampicò sopra uno di essi nel disperato tentativo di trovarne o di strapparne uno, ma quei dannati rami sembravano fatti d'acciaio. All'improvviso bruce urlando a squarcia gola avvisò il suo amico e così si ritornarono all'albero, come stabilito dal principio. <>domando con il fiatone Wilsson; <>. Bruce con un sorriso a bocca chiusa, stampato sulla sua buffa faccia disse<> esclamò. Andarono di corsa vicino al sasso e si misero immediatamente al lavoro. Scavarono senza sosta e dopodiché il sassolino saltò fuori come per magia. Wilsson con una mossa rapida lo prese in mano e spostandosi verso gli altri alberi disse<< Stupido sasso...sparisci dalla mia vista!>>. Gridando queste parole lanciò il sasso lontano. Ritornò dal suo amico il quale nel frattempo, con una mano teneva una manciata di terra che poi buttò al suo fianco. <>disse una volta che wilsson ritornò; <>. <> domandò perplesso. <> esclamò bruce; <>. <>domandò wilsson. <>.disse bruce. <>il bambino non riuscì a completare la frase che bruce lo interruppe proseguendo << stata scavata e rimessa per ricoprire il buco>>. Bruce sorridendo disse<< Mio coraggioso soldato come vi dicevo pochi minuti fa qui ci vuol essere un prezioso tesoro e noi finalmente abbiamo trovato la posizione in cui si trova...bel lavoro!>>esclamò. <> Domandò il soldato. <>. Incominciarono a scavare sdraiandosi per terra. Erano velocissimi; volevano scoprire se là sotto poteva esistere veramente un tesoro. Passarono appena 10 minuti e i due amici per la pelle crearono una buca già di proporzioni medie. I raggi del sole sfavillavano una tale luce da illuminare l'intero prato in cui sedevano i giovani esploratori; la sottile erba brillava di un'incantevole bellezza rendendo quel posto uno dei più incantevoli del mondo. Le fredde acque del fiume emanavano un lieve e dolce suono. I bambini scavarono immersi in un'atmosfera di pace e di un'immensa tranquillità. <> disse wilsson, << La sera sta giungendo alle porte e la luna sorgerà al crepuscolo; non possiamo continuare dobbiamo ritornare a casa>>. <>esclamò convinto Bruce. Proseguirono a scavare per più di 20 minuti e ancora non si riusciva a scorgere nessuna traccia del tesoro. La luce del sole incominciava pian piano a scomparire lasciando le vegetazione nelle braccia del tremendo inverno. In quel momento un profondo silenzio dimorò, si udì solamente il strofinio dei legnetti scavare nel profondo della terra. <> disse wilsson interrompendo il silenzio. <> rispose Bruce; <>. Wilsson sorridendo esclamò<>. <>disse Bruce ,<>. <> gridò wilsson; <>. <> rispose sorridendo Bruce; <>esclamò. <>domandò wilsson guardandolo perplesso. L'amico ridendo rispose <> urlò guardandosi il braccio dove poteva osservare i segni che gli aveva procurato;<< Mi hai fatto male! E come vedi ci sono ancora i segni>>. Wilsson abbassando lo sguardo sulla buca e continuando a scavare disse con ironia <>. Bruce lo guardò con due occhi penetranti. I due si scrutavano per alcuni secondi poi...si misero entrambi a ridere. <> rispose bruce. La buca con il passare dei minuti diventò abbastanza profonda e larga. La terra incominciava ad essere dura e fecero fatica a scavare anche con l'aiuto dei legnetti. Bruce scoraggiato non proseguì e si mise sdraiato a pancia in su guardando i rami del poderoso albero. <>disse;<> Wilsson non aprì bocca e continuò a scavare. <>disse come se stesse parlando da solo;<>. Dicendo ciò si alzò in piedi, si stiracchiò e si incamminò verso gli alberi dicendo al suo amico di seguirlo. Ad un tratto però, Wilsson lo fermò esclamando <>. <>domandò,<>. <>disse il suo compagno; <>. Bruce corse immediatamente verso Wilsson e guardando la buca riuscì scorgere un pezzo di un oggetto che sfavillava una luce d'orata, ma si trattava di una luce spenta; forse perché rimase sotterrato da molto più tempo di quanto i ragazzi si immaginavano. Si guardarono increduli di quel che vedevano dinnanzi a loro, il cuore batteva forte dall'emozione, i loro occhi brillavano di splendore; non si rendevano ancora conto che forse in quel buco, giaceva veramente un tesoro. <>domandò agitato Bruce. <>rispose Wilsson,<>. <>esclamò l'altro,<>. Tolsero la terra intorno al misterioso oggetto e ora potevano intravedere i contorni di esso; così con molta attenzione spolverarono la poca terra che rimaneva sopra e con grande gioia per i bambini apparve davanti ai loro occhi. Una luce immensa accecò le pupille dei giovani, i quali strofinandosi gli occhi, riuscirono ad osservare di cosa si trattava. Dinnanzi a loro apparve un contenitore cui le estremità erano circolari e colorate di un oro pregiato, dove si intravedevano tante sottili linee che proseguivano vero l'imbuto, il quale era dipinto di un argento che sembrava opaco, per giungere infine verso l'altra estremità, la quale pareva fosse un coperchio che racchiudeva qualcosa dentro di esso. <> disse Wilsson rivolgendosi Bruce. <>rispose emozionato; <> aggiunse Bruce. <>disse il suo compagno;<>. <> esclamò bruce scherzando;<>. Ci fu un attimo di silenzio poi Bruce disse<>. <>esclamò Wilsson. <>aggiunse Bruce. Si strinsero le mani e raccogliendo l'oggetto per terra lo tennero per un po' nelle loro piccole dita e poi con grande coraggio tolsero il coperchio. Fecero scendere ciò che vi era dentro e una lunga pergamena cadde; la presero al volo. Era arrotolata; tinta di un colore marrone scuro ed era ricoperta da molta polvere. Soffiarono così i piccoli granelli di sporco volarono via insieme alla fredda aria che scorreva sopra i capi dei bambini. <>domandò Bruce. <>rispose wilsson. <>.disse l'amico. Impugnarono l'apertura della pergamena e si tennero pronti ad aprirla. <> urlò Bruce La scoprirono e guardandola i loro sguardi si incontrarono perplessi sul contenuto di essa. I bordi erano tagliuzzati da tanti piccoli tagli, il documento era sottile e fabbricato con una carta morbida e molto diversa dai fogli che si usano oggi. In mezzo alla pergamena appariva uno manoscritto del tutto incomprensibile agli occhi dei giovani, i quali notarono che la calligrafia era abbastanza leggera, le lettere apparivano chiare in alcune parole e frasi, mentre altre era più calcate e quindi più scure; ma per quale motivo? La scrittura non era la loro lingua bensì completamente differente, dato che neanche le lettere assomigliavano a quelle che sapevano e pronunciavano ogni giorno. Rimasero fermi ad osservarla per un paio di minuti senza aprire bocca. <>domandò wilsson. <>rispose il compagno esaminando la pergamena;<>. <>disse wilsson;<>aggiunse indicandoli. <>esclamò bruce ;<>. <>disse wilsson ad alta voce;<>. <> intervenne bruce. Rimasero a riflettere a lungo, poi Bruce si rivolse all'amico dicendo <>. <> interloquì wilsson. <>disse bruce; <>. <> domandò wilsson. <> disse bruce rivolgendosi all'amico tosto; <>aggiunse mostrando un piccolo sorriso. <>rispose wilsson;<>aggiunse. <>disse Bruce. <>. Raccolsero il recipiente e il coperchio; infilarono la pergamena dentro e la chiusero. La tenne in mano wilsson e quando si girarono tutto era buio. La fredda sera coprì nelle oscurità l'intera zona, avvolgendo i ragazzi nella paura e nella disperazione. La luna salì in alto in compagnia delle poche stelle , le quali luccicavano disegnando vari punti bianchi nello scuro cielo. La luce della luna rifletteva sugli spogli alberi e sull'erba facendola brillare; mentre sul maestoso arbusto le foglie si dipinsero di un colore lucido, come un vetro di una finestra riflessa dalla luce del sole. <>esclamò Bruce agitato. <>disse wilsson; <>. <>disse bruce;<>. <>. Abbandonarono quel meraviglioso spettacolo offertogli dalla cupa sera e udendo il dolce suono del fiume, lo seguirono incamminandosi nelle oscurità. Non riuscivano a scrutare la strada dinnanzi a loro e si aiutarono appoggiando le mani sugli alberi. Inciamparono nelle robuste radici, cadendo per terra; ma non si diedero per vinti e si alzarono ogni volta che cascarono. Il gorgoglio del fiume divenne più forte alle orecchie dei bambini, il quale sentendolo incominciarono a correre non sapendo dove mettevano i piedi. Andarono a sbattere contro gli alberi. Ad un tratto il suono delle acque scomparve. I giovani non udendolo più si persero nelle tenebre. Oramai correvano in preda alla disperazione. Urli e pianti uscirono dalle bocche e dagli occhi dei due. Ogni speranza sembrava essere svanita del tutto. Fermandosi, si girarono su stessi non sapendo più dove andare quando all'improvviso ecco che riapparve il gorgoglio. Corsero verso di esso dando tutto quello che gli era rimasto, tutto quello che potevano. Le loro ginocchia sanguinavano dalle ferite provocate dalle cadute, l'affanno divenne maggiore, le lacrime scendevano dalla paura rassegnandosi che non sarebbero mai usciti dal quell'inferno. Un bagliore di luce attraversò gli occhi dei ragazzi. Era la luce riflessa della luna sul fiume! Erano riusciti finalmente ad uscire da tutti quegli alberi. Accolti da un'immensa gioia si rallegrarono e senza perdere tempo seguirono le sue sponde. Dopo alcuni minuti il fiume sparì ed entrarono dentro una specie di viale e toccando i loro lati si accorsero che erano circondati da molti cespugli e piante. L'idea di ritrovarsi nuovamente immersi nella vegetazione fece rabbrividire i bambini; ma continuarono a correre facendosi spazio con le braccia. Sembrava non finire mai quando all'improvviso caddero a terra. Erano usciti. E dinnanzi a loro le calorose luci della città illuminarono gli occhi dei giovani. C'è l'avevano fatta!
   
 
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