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Autore: telesette    07/06/2014    4 recensioni
Ormai erano già diverse ore che Meg giaceva seduta, sul bordo della fontana di acqua gorgogliante alle sue spalle.
Non sapeva cosa fare.
Non aveva idea di come separarsi da Herc, anche se si trattava di proteggerlo, perché non voleva più che egli soffrisse a causa sua.
Stava ancora tormentandosi così quando, ridestandola all'improvviso dai suoi pensieri, una voce familiare le mormorò dolcemente all'orecchio...
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ercole, Megara, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'In memoria di un'amica'
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  
Ciao Gina!

***

Oracolo infausto per Megafusto
immagini tratte da internet

 

Megara era alquanto perplessa, dalla risposta dell'Oracolo alla sua domanda.
Da qualche tempo, vedendo Herc sempre più stanco ed affaticato del solito, pensava che gli occorresse un po' di riposo. Perciò si era messa in testa di interpellare il famoso Oracolo del Tempio di Efesto, in modo da ottenere un consiglio per una spiaggia o qualche altra meta turistica degna del più forte tra gli Eroi di tutta la Grecia... Invece con suo grande stupore, l'Oracolo si era espresso in modo assai infausto, profetizzàndo l'imminente fine di Ercole.

- Figuriamoci - commentò Meg stizzita. - Ercole ha sconfitto i Titani e relegato nell'Oltretomba lo stesso Ade... Chi mai potrebbe sconfiggerlo?
- Non è una minaccia terrena - puntualizzò dunque l'Oracolo. - Ercole è destinato a cadere, per via dei suoi stessi nobili sentimenti: l'amore del suo cuore, purtroppo, è come una grande stella destinata a spegnersi molto presto!
- Come sarebbe a dire?

Levando le braccia al cielo, e socchiudendo gli occhi in un profondo stato di concentrazione, l'Oracolo prese a declamare a voce alta i versi della sua triste profezìa.
Stando alle sue parole, Ercole non era destinato a vivere ancora a lungo. La sua sconfinata bontà d'animo e il suo desiderio di proteggere gli altri, esponendolo di fatto a pericoli mortali, ben presto lo avrebbero condotto ad una assai misera sorte.

- Ercole combatterà - disse l'Oracolo, scandendo lentamente le proprie parole. - Si batterà per amore, allo scopo di difendere la persona più vicina al suo cuore, e sarà qui che incontrerà il suo destino; purtroppo non si salverà, perché ha scelto di vivere come un comune essere umano, e la sua fiamma si estinguerà non appena il corso immutàbile del fato lo soffocherà col suo stesso sangue!
- NO - fece Meg inorridìta.
- Così è scritto negli astri - concluse l'Oracolo. - Gli uomini non possono cambiare il loro destino, bensì accettarlo, ed Ercole è destinato a morire in nome di ciò che ha sempre inteso difendere durante tutta la sua esistenza!

Ciò detto, l'Oracolo recitò alcune parole incomprensibili e scomparve nel nulla in una nuvola di fumo denso e puzzolente, lasciando Meg a rimuginare sulle sue nefaste parole.

- Non posso credere che sia vero - mormorò la fanciulla.

La povera Meg non poteva assolutamente accettare una cosa del genere.
Già una volta, avrebbe preferito rinunciare a sé stessa, piuttosto che veder morire il suo adorato Megafusto. L'Oracolo doveva essersi sbagliato, non c'era altra spiegazione, o forse aveva semplicemente interpretato un segno di pericolo nel destino di Ercole come il simbolo di una morte senza alcuna possibilità di scampo.
Eppure...
No, Megara non si sentiva affatto tranquilla.
Perché l'Oracolo avrebbe predetto la morte di Ercole come imminente?
Possibile che la sua straordinaria forza, che già gli aveva permesso di sopravvivere ad ogni genere di situazione, non potesse in alcun modo salvarlo?
Ma la cosa più inquietante era la "causa" che, secondo l'Oracolo, avrebbe dovuto spingere Ercole verso la morte.
Megara sapeva di essere importante per Herc, molto importante anzi, dunque il cerchio delle ipotesi andava stringendosi.
Che fosse lei, dunque: "la persona più vicina al suo cuore, per la quale Ercole sarebbe morto soffocato dal suo stesso sangue?"
Il solo pensiero la faceva sentire male.
Era come se qualcuno le avesse appena conficcato profondamente una spada nel petto, pure se non stava sanguinando, e il ritenere sé stessa come un potenziale pericolo per lui... era più di quanto lei fosse in grado di sopportare.

- Forse... dovrei sparire - pensò. - Se me ne vado dalla sua vita, Megafusto non dovrebbe correre più alcun pericolo... Ma come faccio ad andarmene così, senza una parola di spiegazione? Non posso...

E con questa domanda incessante per la testa, Megara precipitò in un profondo stato di angoscia.

***

Ormai erano già diverse ore che Meg giaceva seduta, sul bordo della fontana di acqua gorgogliante alle sue spalle.
Non sapeva cosa fare.
Non aveva idea di come separarsi da Herc, anche se si trattava di proteggerlo, perché non voleva più che egli soffrisse a causa sua.
Stava ancora tormentandosi così quando, ridestandola all'improvviso dai suoi pensieri, una voce familiare le mormorò dolcemente all'orecchio.

- Meg - fece Ercole, avvicinandosi a lei e sedendosi al suo fianco. - Che hai, non stai bene?

Megara non rispose.
Quante volte Ercole si era seduto con lei, stringendole la mano tra le proprie, per dimostrarle ulteriormente tutto il suo affetto.
Le sue mani erano calde e soffici, tanto quanto forti e temibili in combattimento, e solo con lei emanavano quel tepore che la fanciulla conosceva ormai sin troppo bene.
Il calore del suo cuore, attraverso il suo sguardo limpido e le sue carezze; e negli occhi del giovane Eroe innamorato, quegli stessi occhi blu come il mare dopo la tempesta, Megara avrebbe potuto perdervisi senza esitazione.
Ercole non era un uomo come gli altri.
Non era capace di mentire, né agli altri né con sé stesso, e gran parte della sua vera forza risiedeva appunto in questo. Ogni volta che si diceva preoccupato per lei, Megara lo sapeva, era perché non intendeva perderla in alcun modo.
Teneva troppo a lei, infinitamente più che a sé stesso, perché l'amava più di qualsiasi altra cosa al mondo.

- E' tardi, Meg - osservò Ercole, volgendo uno sguardo ironico alla luna su in cielo. - Non vorrai mica passare la notte qui all'addiàccio?
- Io...

Prima che Megara potesse anche solo fare o dire qualcosa, Ercole l'abbracciò piano, cingendola per le spalle.
Abbandonandosi per un attimo a quella piacevole sensazione così intensa, desiderando forse che il tempo si fermasse in quell'istante, costei chiuse gli occhi per concentrarsi solo sulla mano del fidanzato che le sfiorava teneramente la guancia.
Purtroppo, non poteva indugiare.
Anche lui era importante per lei, più della sua felicità o dei suoi sentimenti, perciò era pronta a rinunciarvi pur di proteggerlo.
Tuttavia gli doveva almeno una spiegazione, anche se poi sarebbe stato ancora più difficile dirgli "addio", cosicché tirò un forte respiro e prese a guardarlo direttamente negli occhi.

- Megafusto - sussurrò debolmente. - Io... devo dirti una cosa, anche se non ti piacerà affatto!
- Perché sei così triste, Meg, è successo qualcosa?
- No, ma succederà - rispose le, giungendo subito al punto. - Mi dispiace, Megafusto, io non vorrei ma non ho scelta...
- Meg, non capisco - borbottò l'altro confuso. - Di che cosa stai parlando?
- Herc, la tua vita è in pericolo!
- Cosa ?!?
- E' così: succederà qualcosa, non so cosa, ma so che sarà colpa mia; ti esporrai ad un pericolo mortale, solo per salvarmi la vita, e qualcuno o "qualcosa" ti...
- Meg, calmati - la interruppe Ercole. - Stai dicendo delle cose senza senso!
- E' la verità - strillò lei disperata. - Ercole, io ti amo, lo sai che ti amo ma non posso mettere in pericolo la tua vita... Non posso, capisci, è più forte di me!

Per un attimo, Ercole pensò che Meg avesse contratto una febbre micenea di minimo 39°, se non addirittura il morbo di Atene. Era già tentato di chiamare Pegaso, onde ricoverarla al Tempio-Soccorso più vicino, quando gli venne in mente quale che poteva essere la causa del suo straparlare.

- Meg, dimmi la verità - domandò lui con un sorriso beffardo. - Per caso, sei stata al Tempio di Efesto, questo pomeriggio?
- Sì, e l'Oracolo mi ha detto che...
- Ora capisco - fece Ercole sollevato. - Certo, dovevo immaginarlo, l'Oracolo!
- Ma non capisci: ha visto nel futuro, ha predetto che...
- "Che morirò tra atroci sofferenze, soffocato dal mio stesso sangue, per proteggere colei che amo"... giusto?

Meg rimase a bocca aperta.

- Ascolta, Meg - sussurrò l'altro, carezzàndole la mano per tranquillizzarla. - L'Oracolo a cui ti sei rivolta è lo stesso che ha predetto il futuro all'autore di questa fanfiction!
- Eh ?!?
- Proprio così - sospirò dunque l'autore, entrando un attimo nella storia. - Aveva detto che sarei diventato: "ricco, alto e bello da far schifo"... Purtroppo, ha azzeccato solo lo schifo, come potete vedere!
- Ma, allora...
- Era una bufala, Meg - concluse Ercole raggiante. - Una trovata, per tenere il pubblico sulle spine, niente di più!

Megara si sentì subito molto sciocca, per aver creduto alle parole di quel ciarlatano, ma ancor più per aver pensato di dover abbandonare il suo adorato Megafusto.

- Non preoccuparti, Meg - esclamò dunque Ercole, sfiorandole appena le labbra con un bacio. - L'unico rischio che corro, stando assieme a te, è quello di amarti troppo!

FINE

   
 
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