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Autore: ConnyGarx    07/06/2014    3 recensioni
"Ed ero innamorato di lei, non era una semplice cotta, le cotte passano dopo poco tempo."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il primo amore non si dimentica.


 
Era una giornata afosa, le strade erano deserte, le persone in quel piccolo paese sembravano sparite eccetto qualcuno che risiedeva in un negozio o in un bar affinché potessero rinfrescarsi, con precisione era  il 12 Luglio del 2013 ossia il giorno del compleanno di Giselle Scott. Erano passati 5475 giorni, o meglio 15 anni, dalla nascita della piccola di casa Scott. Giselle era in quel periodo di vita chiamato adolescenza, continui sbalzi d’umore, nonostante fosse “na bella criatur” testuali parole del nonno la sua autostima era come estinta. Continui erano i litigi con i propri genitori, gli ami e suo nonno, nonno Jimmy, sembravano essere le uniche persone di cui fidarsi. Nonno Jimmy, era, come si è soliti dire, un nonno sprint, giovane; cercava di essere alla moda e non aveva paura di invecchiare. Giselle passava ore a casa di suo nonno ascoltando i racconti della sua giovinezza che parevano essere più interessanti di una qualsiasi serie televisiva. Il nonno riusciva a capire lo stato d’animo di Giselle semplicemente osservandola, lo capiva dai suoi grandi occhi verdi identici a quelli della nonna, dal suo modo di vestirsi, dal profumo che utilizzava e dal modo che utilizzava per legarsi i capelli. Nonno Jimmy era sempre stato presente, c’era il giorno della nascita di Giselle, era presente al suo primo giorno di scuola, alla sua prima comunione o quando le dissero che era diventa decisamente una donna. Il giorno del suo quindicesimo compleanno, poco prima che gli invitati della festa che da li a poco si sarebbe svolta fossero arrivati, decise di portarla con se nel giardino di casa Scott. Il nonno si avviò verso le altalene e seguito dalla nipotina si sedette su una di quelle. Ci fu un lungo momento di silenzio prima che il nonno prendesse parola, forse perchè stava pensando a come rielaborare le parole affinchè spiegasse in maniera molto chiara il suo nuovo racconto.

“Nipotina mia-iniziò l’uomo- oggi vorrei parlarti del mio primo amore. Era il Settembre dell’anno 1965, come ben sai a quell'epoca non andavamo a scuola, non ci interessava l’istruzione, non importava le imprese di quegli uomini che prima di noi avevano scritto la storia, l’unica cosa a cui davvero ci dedicavamo era il lavoro. Mio padre diceva sempre che per conquistare una donna bisognava lavorare, ed era quello che facevo dall'età di dodici anni. Ricordo che era da poco iniziata la scuola e le ragazze delle famiglie benestanti passavano per una di quelle strade di campagna non asfaltate, piene di polvere che sporcavano le loro scarpe di pelle sicuramente acquistate da poco dopo aver passato buona parte della mattinata sui libri, in uno di quegli istituti privati. Non dimentico quella mattinata, il sole era alto nel cielo, faceva troppo caldo per passare ore ad occuparci dei campi ed io con alcuni miei amici sedevamo sotto la grande quercia alla ricerca di un po di ombra gustando il pranzo che ogni mattina le nostre cari madri ci portavano. Ero seduto su uno dei forti rami della quercia, osservavo l’orizzonte alla ricerca di un qualcosa che ancora non avevo visto. Sembrava tutto così uguale, le case erano uguali, il sole sempre lo stesso, la strada forse con più polvere ma tutto sommato tutto era come sempre. Ero scocciato si quella monotonia. Sempre lo stesso scenario, ma all'improvviso qualcosa cambiò, da non molto lontano stavano giungendo un gruppo di ragazzine che ritornavano da scuola. Le cartelle nuove ed i vestiti sicuramente da poco comprato perfettamente stirati. Non riesco a dimenticare gli occhi verdi di quella ragazza dai capelli castani, il naso leggermente all'insù e la bocca carnosa che ricordava vagamente un cuore. Sorrideva e chiacchierava con le sue amiche, ogni tanto guardava noi ammassati sotto la quercia e rideva forse perchè eravamo divertenti o forse perchè le ricordavamo un ammasso di capre o asini. Passavano davanti la nostra quercia ed abbassavano lo sguardo al contrario di noi che incuriositi osservavamo ogni loro minimo dettaglio, ogni loro piccolo dettaglio, una qualsiasi caratteristica che le rendevano così diverse da noi. Dalla prima volta che la vidi, ogni giorno salivo su quella quercia, guardando l’orizzonte fino a quando la vedevo ritornare a casa. Ed era sempre bellissima, anche quando a dicembre aveva il viso pallido per il freddo e il naso rosso per il raffreddore. Era bellissima a giugno, gli ultimi giorni di scuola quando era sudata per il caldo e stanca per la lunga camminata che ogni giorno doveva fare per ritornare a casa. Ed ero innamorato di lei, non era una semplice cotta, le cotte passano dopo poco tempo. Quello era amore, la sognavo di notte, la pensavo sempre, quando lavoravo, quando mangiavo o quando giocavo a nascondino. E sembra strano ma non le ho mai rivelato i miei sentimenti, ho preferito amarla da lontano, era una cosa troppo impossibile lei appartenente ad una ricca famiglia ed io il contadino di turno che si innamora della classica bella ragazza di buona famiglia,  una cosa troppo impossibile da realizzarsi. Devo ammettere, cara nipotina, che sono sempre stato innamorato dell’amore, ho sempre creduto in cupido o nell’amore a prima vista e forse è una cosa stupida e forse tu a queste non ci crederai. Ormai voi siete abituati agli sms, alle telefonate e non sapete cosa vuol dire guardarsi negli occhi ed arrossire, innamorarsi di una risata causata da una scandente battuta voi sete abituati all'elettronica e penso che il vostro si un amore digitale, un amore non del tutto vero. Ma non per questo vi offendo anzi per certi aspetti vi ammiro e sono geloso. Alcune volte immagino a quante volte sarei potuto nascere in quest’epoca, immagino come sarebbe innamorarmi di una persona distante ore da me o come sarebbe amare una persona per i messaggi che mi invia. È tutto così diverso, noi mandavamo le lettere, ricordo i fiori che alcune volte erano anche delle semplici margherite raccolte in un campo non molto distante da quelli che dovevamo coltivare o i cioccolatini rubati da quelli che le nostre madri facevano in casa. Nipotina io voglio solo farti capire che nonostante siano passati tanti anni, malgrado siano cambiati i mezzi per comunicare con la persona che amiamo, l’amore è sempre uguale. Non è espresso come una volte ma l’amore è quello, il primo amore è sempre lo stesso. Il primo amore è forse quello che non dura per sempre, di solita dura poco, anzi pochissimo ma è quello che lo cambia. Cambia il modo di vedere l’amore, cambia il modo di amore una persona, modifica il modo di essere con la persona che amiamo  di solito in meglio. E quando ti innamorerai per la prima volta, forse andrà male o forse ,ti auguro, che sia per tutta la vita, ricorda di non abbatterti. Ricorda che l’amore funziona solo quando ci credi ancora, una persona la mai solo quando ti fidi di lei, quando ti farà arrabbiare ma tu sarai ancor lì; quello è amore. Quando ti guarderà appena sveglia e ti ripeterà di essere bellissima, quello è amore.”
 


“Rispetto l’ultima cosa avrei da ridire nonno Jimmy, può anche dillo tanto per dire.”lo interruppe Giselle
.
“Giselle ricorda che le cose non si dicono tanto per dire, una cosa la si dice perchè la si pensa. Così come i ti amo, bisogna dirlo quando si sente davvero di amare una persona  e non a cavolo. Buon compleanno nipotina mia, stai crescendo, stai diventando donna ma ricorda che sarai sempre la mia bambina.” nonno Jimmy concluse, abbracciando infine la propria Giselle.
 



 

 
Mi scuso per eventuali errori ortografici, mi scuso per la mediocrità della storia ma è la mia seconda one shot che pubblico. Mi piacerebbe avere una recensione, anche molto bene, per sapere cosa dovrei DECISAMENTE migliorare per rendere questi piccoli racconti più interessanti. Grazie mille a voi che leggete questo brano, vi auguro una buona serata.

  
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