Anime & Manga > Ranma
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Autore: Matrona    08/06/2014    5 recensioni
Affrontare battaglie sul campo o nel cuore lascia sempre delle cicatrici. Ad ogni azione una conseguenza e Ranma e Akane lo stanno scoprendo a loro spese. Riusciranno a crescere e ad affontare la più grande delle battaglie senza nascondere il cuore e sfoderare i pugni? Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Shed a tear 'cause I'm missing you

I'm still alright to smile

Girl, I think about you every day now

Was a time when I wasn't sure

But you set my mind at ease

There is no doubt you're in my heart now

Said woman take it slow

It'll work itself out fine

All we need is just a little patience

Said sugar make it slow

And we'll come together fine

All we need is just a little patience

(inhale) Patience...

Ooh, oh, yeah                                         (Patience - Guns'n' Roses)







Era una fresca sera di marzo; il cielo di una sfumatura porpora, tipica di una sera di inizio primavera faceva da cornice ad uno dei quartieri più a nord di Tokyo.
Nerima era un posto anonimo e tranquillo, dove ancora si poteva assaporare il lento scorrere del tempo e la genuinità del popolo del sol levante, non troppo lontano dalle luci della metropoli caotica ma abbastanza isolato da sembrare una cittadina a se .
Tra le viuzze strette e il fiume che costeggiava l’intero isolato residenziale si ergeva fiero e antico il Dojo della famiglia Tendo.
Quel pomeriggio l’edificio per l’ennesima volta se l’era vista veramente brutta. Il muro di cinta era sopravvissuto per miracolo ad un invasione di gente,
che solo poche ore prima, aveva lottato, gridato e ostacolato l’avvenimento del secolo.
Il matrimonio dei due giovani più violenti e chiassosi del vicinato.
La figlia  più giovane del maestro Tendo e il ragazzo col codino che abitava da ormai tre anni con loro.
Con la prima stella della sera, la casa venne avvolta  in un silenzio irreale dove gli unici rumori erano quelli degli abitanti che tentavano di rimettere a posto le poche cose rimaste in piedi nel dojo. Tavoli distrutti, cibo sparso ovunque, festoni, fiori ammassati in un angolo e la torta nuziale ormai ridotta in briciole. Era questo lo scenario di triste desolazione che riempiva gli occhi di Nabiki e Kasumi, le sorelle maggiori della sposa. O meglio della quasi sposa.
Che peccato… tutto questo cibo sprecato.  - Sospirò la maggiore.
Beh se non altro abbiamo fatto un mucchio di soldi con i regali! - Replicò la mezzana, beccandosi un’occhiata di rimprovero.
In un angolo il signor Tendo e un panda gigante fumavano malinconici e rassegnati. Ma i promessi sposi? Dove si erano cacciati loro?

Sul tetto semi distrutto, steso a godersi la brezza della sera c’era lui. Ranma Saotome.
L’elegante smoking bianco ridotto malconcio e strappato, le braccia e il viso pieno di graffi e lividi.
Steso sulle tegole, assaporava la pace che gli era mancata per tutto il giorno, chiudendo lievemente le palpebre sospirò. Era stata una giornata impegnativa.
Fortunatamente era riuscito ad uscirne vivo anche questa volta.
Non bastava la battaglia vissuta in Cina anche il matrimonio improvvisato, con lotta annessa, doveva essere annoverato tra gli scontri vinti dal giovane. In realtà l’idea di vittoria, ora come ora, era ben lontana dalla sua mente. Possibile che la sua vita dovesse essere sempre una grande baraonda? Che tutti lo costringessero a fare qualcosa senza chiedergli il parere? Eppure quel pomeriggio vedere Akane avvolta in quel meraviglioso abito bianco l’aveva lasciato stupito, emozionato e per qualche minuto era stato addirittura felice che lei avesse deciso di convolare a giuste nozze.
Giuste? Beh ormai era tre anni che tra un battibecco e l’altro i loro sentimenti si erano evoluti. Lui salvava lei, lui diceva qualcosa si sbagliato… lei si arrabbiava, lui cercava di chiederle scusa, lei ci passava su… lui si metteva nei guai… lei salvava lui.  Infondo erano giuste, magari un tantino affrettate ma sicuramente Ranma non avrebbe immaginato altra donna al suo fianco.
Come una lieve brezza primaverile il profumo di Akane si era insinuato nel suo cuore, così come il suo sguardo e la sua forza, lo avevano catturato senza nemmeno sapere il perché,
erano così diversi e così simili. Lei era testarda, suscettibile, violenta ma era anche l’unica che non lo aveva mai forzato in nulla, niente trucchi, intrugli, ne stupide leggi.
 I loro sentimenti erano cresciuti da soli, nonostante il fidanzamento forzato, nonostante le lotte che avrebbero potuto spezzare quel filo che li univa.
In quel ultimo pensiero il ragazzo fu scosso da un violento brivido. Per quanto aveva rischiato di perderla? Nel  momento in cui lei era evaporata, poteva giurare di aver sentito un “crack” nel suo petto, il solo pensiero di non poter più rivederla, stringerla o semplicemente parlarle, lo aveva devastato in un battito di ciglia. Gli era rimasto solo un pezzo di stoffa tra le mani e le sue ultime parole, un incitamento a non mollare… il suo ultimo pensiero per lui. Dolore, follia… una disperazione  ben maggiore rispetto al suo trasformarsi in ragazza o alla sua triste infanzia da girovago, una sensazione di apnea eterna dalla quale un sorriso, solo il suo avrebbe potuto salvarlo.
Ed anche quella volta Akane lo aveva protetto, rischiando la vita, facendogli da scudo, mostrandogli di esserci sempre e comunque per lui. Questo Ranma lo sapeva. Lei era molto più coraggiosa di lui sui sentimenti. Dietro ogni  vai via,  c’era un resta con me, dietro ogni litigio un chiariamoci, dietro ogni baka un ti voglio bene… era il loro modo di comunicare, per quanto arrabbiati e ostinati nel momento del pericolo c’erano sempre l’uno per l’altra. Anche oggi nella battaglia, vederla combattere e rovinare il suo bel vestito gli aveva fatto male al cuore, si era aggiunta una crepa al dolore provato sul monte Hoo.
Si sollevò in piedi, il cuore batteva furiosamente in petto. Voleva vederla, voleva sapere come stava, magari chiederle scusa…ancora una volta.
L’aveva vista allontanarsi di fretta racimolando pezzi del suo abito e dei fiori che portava tra i capelli.
Ranma cercò di sporgersi verso la finestra della sua stanza sperando di trovarla li.


Raggomitolata sul pavimento come previsto c’era lei. Seduta con le ginocchia in grembo osservava torva, appeso ad una gruccia i resti del suo abito da sposa.
L’orlo scucito, i fiori strappati, la manica sinistra pendeva sgraziata su un lato. Aveva gli occhi gonfi, non aveva pianto ma sembrava sul punto di esplodere.
Più piccola che mai, con gli occhi fissi su quel cumulo di stoffa la vide scattare in avanti e aggrapparsi alla gonna con forza, scoppiando in un pianto disperato.
Altro crack. Ranma smise di respirare, il cuore si fece microscopico e sentì inondare anche i suoi occhi di lacrime. 
Voleva correre da lei, abbracciarla, sussurarle che potevano sistemare tutto…ma era anche colpa sua.
Solo colpa sua e degli avvenimenti che non gli permettevano di ragionare a mente fredda.
Non ci aveva pensato neppure un attimo a lanciarsi all’inseguimento del padre per tentare di riprendersi il piccolo barile, che conteneva la preziosa acqua della sorgente,
distruggendo come al solito il Dojo, lottando con Mousse,Ryoga, Happosai e cercando si sfuggire alle moine delle sue “altre fidanzate”.
Non l’aveva minimamente sfiorato il fatto che quello fosse un giorno speciale per lei, per qualsiasi donna a dire il vero, che magari ci avessero messo tempo ad organizzare tutto in maniera così tempestiva e perfetta… E l’acqua della sorgente come regalo di nozze, Soun doveva aver fatto carte false per potersela far spedire in Giappone.
E lui come al solito era passato su tutto come un carro armato.

*Akane mi voleva davvero sposare…* - Più volte lei gli aveva ripetuto che lo accettava così com’era, che non cambiava assolutamente nulla essere un uomo completo o restare così. Era sincera ed era l’unica che non mostrava mai pena per lui e la sua condizione. Distratto dai suoi pensieri non si accorse che ora nel suo campo visivo era entrata un’altra figura.
Con stupore si accorse che sua madre ora la stringeva dolcemente tra le braccia, sussurrandole tra i capelli cose che non riusciva a comprendere.
Il ragazzo fu sollevato che adesso poteva contare anche sul suo aiuto, forse in quel momento c’era bisogno di una madre e lui era ben contento che la sua potesse rincuorarla, sostenerla e fargli sentire un po' di quell’amore che era stato strappato dalle braccia di Akane così presto. Provò ad avvicinarsi ancora di più per poter ascoltare meglio, cercando di non farsi scoprire.

Su piccola, non piangere più… non è tutto rovinato.
No..Nodoka, io…il vestito… Ranma… - Singhiozzò piano.
Shhh… non importa, tutto si sistema. Siete così giovani, dovete solo appianare alcune divergenze e tutto volgerà per il meglio. - Sorrise incoraggiante carezzandole i capelli.
Che stupida… io mi sono esposta, ho acconsentito perché credevo che lui… insomma l’aveva detto, potevo sentirlo… - Interrogativa Nodoka si scostò per guardare negli occhi la sua futura nuora.
Cara, non devi pensarla così… sono sicura che Ranma ti vuole bene, è solo inguaribilmente timido. Non ho potuto educarlo e mi scuso se adesso è causa di tutto il tuo dolore. - Disse chinandosi rispettosamente davanti la ragazza. Il codinato stesso, che sbirciava ancora dalla finestra era shoccato. Perché sua madre si stava scusando? Akane dal canto suo, imbarazzatissima si inchinò, se è possibile, ancora più.
Signora… ehm zietta*. Non c’è nulla da scusarsi, anche io sono cresciuta senza una madre e come dice suo figlio sono un maschiaccio. Non è colpa sua. La verità e che io e Ranma non andiamo molto forte sul piano della comunicazione. Evidentemente mi sono solo sbagliata. Pensavo che dopo la nostra avventura in Cina, l’ averci rimesso quasi la pelle entrambi significasse che eravamo pronti a qualcosa di più importante. Evidentemente no.  - Sforzò un sorriso tirato e si alzò.
Beh… meglio dimenticare tutto e far finta che non sia successo nulla, giusto? - Le faceva quasi male vedere gli occhi tristi di Nodoka guardarla nella maniera identica in cui la guardava lui quando si sentiva in colpa.
Ak…Akane… di qualsiasi cosa avrai bisogno io ci sono. - Disse dolcemente.
Lo so, grazie…davvero. Credo che andrò a fare un bagno caldo.- Con questo si congedò, lasciando la stanza.


L’aveva delusa ancora una volta. Voleva gridarle che quello che aveva detto sulla montagna era vero, che non doveva dubitare dei suoi sentimenti anche se non era un tipo prettamente romantico.
Come tutte le donne, lei aveva bisogno di un gesto, di quelle paroline inequivocabili o più semplicemente di sicurezza. Come farla felice adesso che era tutto perduto?
Era ferita nel profondo e  più ci pensava e più aveva la netta sensazione che la stessa crepa che aveva nel suo cuore, Akane l’aveva, se possibile, più profonda.


Non poteva allenarsi per scacciare il dolore, non poteva restare sotto lo stesso tetto di lei consapevole del fatto che sicuramente aveva ricominciato a piangere,
così decise di fare due passi non prima di intrufolarsi furtivamente nella sua camera per portarsi via un ricordo di quella giornata.
Scelse un piccolo fiore ornato di perle, che apparteneva all’acconciatura dei capelli. Lo strinse forte tra le mani prima di riporlo con cura in tasca.
Con un balzo agile fu fuori dalla casa. Vagò un po' in giro per il quartiere, arrivando al parco. Era tutto così dannatamente tranquillo, identico al giorno prima.
Cosa ne poteva sapere quello stupido parco della guerra che c’era dentro di lui in quel momento?  Si guardò intorno, accarezzando con lo sguardo le chiome degli alberi… quel parco conosceva bene Ranma, quel parco era stato testimone di molti momenti con lei. In verità, ogni luogo di quel piccolo quartiere gli ricordava qualcosa, quel posto era casa oramai.
Le liti per qualche sua spasimante, le lotte con Ryoga, le passeggiate tranquille dopo scuola. D’un tratto s’incupì ancor di più pensando a tutte le parole non dette, i sorrisi nascosti, la voglia di prendersi per mano, il coraggio di fermare Akane e semplicemente baciarla… come tutti i fidanzati del mondo facevano da sempre.
Purtroppo tra loro non c’era mai stato questo, un po' per orgoglio o imbarazzo, un po' perché erano continuamente disturbati da qualcuno.
Il ragazzo col codino si rese conto che il problema principale era quello, anzi proprio il problema della sua vita. C’era sempre qualcuno che pretendeva qualcosa da lui, chi voleva sposarlo,
chi voleva ammazzarlo… i motivi principali erano tutti li quel pomeriggio a osteggiare una cosa così bella come un matrimonio.
Sentì montargli la rabbia dentro e d’istinto cominciò ad allenarsi da solo nei suoi kata. Doveva liberare l’energia repressa.

Un rumore in un cespuglio, Ranma aguzzo subito la vista e lanciò un sasso verso l’aiuola.
Uno strano verso ne venne fuori, un verso familiare. Con aria piatta intimò alla presenza di venir fuori.
P-chan come vedo il tuo lungo viaggio ad Hokkaido è stato più breve del previsto. - Il porcellino si mise in posizione di difesa grugnendo nervoso.
Se pensi di andare da Akane e dormire con lei ti sbagli di grosso! - Gridò furioso, mentre il suino lo attaccava alla gola.
Smettila! Non ti sembra che questo gioco sia durato abbastanza? Non dormirai mai più con lei, non dopo oggi! - Il maialino lo morse ad un braccio cercando di
divincolarsi dalla presa e fuggire a casa Tendo.
Argh! Maledetto, falla finita adesso sono proprio nero! Avrei dovuto esserci io con lei stanotte e se ci provi sei un uomo morto, anzi un prosciutto morto! - Formulare quella frase ad alta voce gli fece salire il sangue alla testa, sia per l’imbarazzo che per la rabbia. Con un gesto secco lanciò l’animaletto contro un albero e dopo qualche rumore assordante, dal cespuglio adiacente, venne fuori Ryoga tornato normale.
Tsk! Che diavolo ti prende idiota? - Sorrise diabolico.
Cosa c’è Ranma, qualcuno ha mandato a puttane il suo matrimonio per una bottiglia d’acqua? - Il ragazzo strinse i pugni, guardando l’amico/nemico con aria assassina.
Aveva bisogno di spaccare la faccia a qualcuno e Ryoga era un degno avversario.
Sai cosa si prova adesso vero? I tuoi piani non sono andati come volevi? Ma che peccato… ed ora, vorresti impedirmi di consolare Akane? E chi saresti tu, suo marito? - Rise come un ossesso, preparandosi a combattere fino allo stremo delle forze. Ranma dal canto suo si era già lanciato in un folle attacco.
I due combattevano senza colpo ferire, stavano praticamente distruggendo il parco a suon di sfere di energia.
Cosa credi che io non abbia provato nulla? Ho vissuto la tua stessa disperazione! Come te c’ero anche io ricordi? Non respirava più, era praticamente morta e oggi vederla in abito bianco, raggiante, per il vostro matrimonio mi ha spezzato definitivamente il cuore… e tu che consapevolmente hai mandato tutto all’aria, vorresti la mia comprensione? Ma io ti rompo tutto!

Altri colpi micidiali, rumore di pugni, odore di sangue e sudore. Una nuova consapevolezza cominciava a farsi strada in lui.
Le parole di Hibiki lo avevano pugnalato in pieno petto per la loro sconvolgente verità.
Bruciavano eccome se bruciavano, il suo cuore, la sua mente gli intimarono di liberarsi finalmente da quel peso che l’opprimeva da anni.
Niente verità nascoste, niente sotterfugi o imbarazzi. Era un uomo e da oggi avrebbe agito da tale.
Adesso basta! Comincerò proprio da te a mettere in chiaro le cose. Akane è mia! Sarà sempre e solo mia e nessuno potrà mettersi tra di noi da ora in poi! Ne un porco come te, ne uomo, donna o demone. Arrenditi o non avrò riguardi nei tuoi confronti di nessun genere! - Gridò colpendo Ryoga al centro dell’addome.
Per un lungo attimo si guardarono negli occhi, al limite delle forze collassarono entrambi a terra stremati.
Dopo infiniti minuti passati a tentare di recuperare le energie. Riuscirono a strisciare verso un albero che stranamente era ancora in piedi.
Silenzio, attesa intervallata da profondi respiri.
Fai sul serio stavolta? - Esordì il ragazzo dai canini appuntiti.
…Sì. Era morta tra le mie braccia, ho rischiato troppo in Cina e oggi ho rovinato il giorno più bello della sua… nostra vita. Non posso perdere più questa battaglia. -Sussurrò lentamente guardandolo fisso negli occhi.
Già… Ranma non perde una battaglia vero? - Fece un mezzo sorriso, subito sostituito da un’espressione torva.
Sai che questa sarà una guerra vero? Dovrai avere le palle di dirlo a tutte le tue presunte fidanzate. Dovrai renderlo pubblico una volta e per sempre. Niente più scuse. Ed ora come ora lei potrebbe anche mandarti all’inferno e non volerti vedere mai più. - Ranma tremò. Le parole di Ryoga erano maledettamente vere.
Sarebbe stata dura, durissima. Chiarire con tutte, gridare ai quattro venti i suoi sentimenti per Akane, mostrarsi un uomo e non più un ragazzino, una volta per tutte.
Lei meritava questo ed altro, non era più il tempo di tirarsi indietro.
Ti concedo di provare… ma se fallirai sappi che io mi farò avanti con lei e te la porterò via anche a costo della vita. Parola d’onore. Promettilo Ranma! - I due ragazzi si fissarono a lungo stringendo la mano in un patto tra uomini.


Note dell'Autrice: Eccomi qui con una nuova storia sui due impiastri di Nerima. Come sapete adoro il genere romantico un pò introspettivo. Mi piace rendere i personaggi un pò più reali e consistenti della versione manga. Spero che anche in questo caso vi piacciano. Come avrete notato mi ossessiona il post matrimonio ahahahah XD Però ho deciso di fare una ff a più capitoli ma non troppo lunghi. Mi sono sempre interrogata su come ci si sente dopo una battagli quali risvolti psicologici/fisici ci sono dietro un momento così turbolento in più alla veneranda età di 21 anni i nostri personaggi riusciranno a mettere le carte in tavola e passare ad uno step successivo nel loro rapporto? E tutti gli amci/nemici? Spero che mi seguirete anche in questa piccola avventura. Attendo consigli e critiche per migliorare. Grazie mille!

* zietta: nel manga akane chiama così Nodoka per una questione di affetto e per non chiamarla Signora Saotome o Suocera ahahahah XD

  
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