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Autore: _diana87    08/06/2014    7 recensioni
Come spiegare ai suoi fratellini che la mamma è morta e non potrà venire al circo con loro?
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le due testoline fanno capolino tra la folla radunata, destreggiandosi tra brusii, bisbigli e ogni forma umana di comunicazione, senza riuscire a captare una parola. Tutti vestiti rigorosamente di nero, ognuno di loro ripete meccanicamente gli stessi gesti come robot; una stretta di mano, qualche pacca sulla spalla e alcune parole di cordoglio, seguite da un cenno di capo.
L’uomo cui rivolgono le attenzioni è stanco, sciupato e spento. I capelli brizzolati non sembrano aver toccato neanche una spazzola quella mattina, perché se ne vanno per conto proprio. Gli occhi sono due fosse che non brillano, dove la luce non giunge, e dentro i quali è impossibile leggervi qualche emozione.
A gran fatica e con qualche spintone, tanto da causar indignazione in qualche signora di mezza età, i tre bambini mori raggiungono l’oggetto di tanta attenzione tra la folla. Sembra un lettino, ma non lo è; è duro al di fuori, è di legno e di color marrone scuro. Il primo bambino si avvicina in punta di piedi, appoggiando le mani sul misterioso oggetto. Affacciato, vede al suo interno un corpo esile disteso di un volto che conosce: la testa posata su un cuscino bianco, gli occhi chiusi, i capelli raccolti e le mani congiunte al petto che stringono un rosario. Gli altri due bambini, invece, circondano una ragazzina più grande di loro, la sorella maggiore, che continua a fissare senza batter ciglio il corpo inerme.
La ragazza si strugge giocherellando con le mani con il crocefisso che ha come collana. Il piccolo alla sua destra le tira la gonna nera per attirare la sua attenzione.
“Tess, Tess! Perché hanno messo la mamma a dormire là dentro?” Teresa fa un movimento impercettibile con la testa, come risvegliandosi improvvisamente dalla condizione di stallo in cui era rimasta per tempo immemore, e stringe la croce che ha al collo. I grandi occhi verdi prendono vita, di nuovo, come appena ripresi dopo un lungo sonno, pronti ad affrontare la realtà che ha di fronte.
“Se dorme, come facciamo ad andare al circo?”, dice l’altro fratellino alla sua sinistra, ponendosi davanti la sorella.
“Zitto, Tommy!” replica sottovoce il terzo fratellino, che accorre per avere tutta l’attenzione su di sé.
Ignora per un attimo i tre bambini per lanciare uno sguardo a suo padre, dall’altra parte della stanza. La gente ha smesso di stargli appiccicato e di fare il teatrino, e lui ha appena afferrato una bottiglia con un liquido trasparente al suo interno.
Lascia libera la catenina con la croce, smettendo di torturarla, e stringe i pugni lungo i fianchi, mantenendo lo sguardo fisso su suo padre. Perché le cose brutte accadono alle persone buone? Da buon cattolica che è sempre stata, si domanda se Dio abbia veramente un piano per tutti, e se è così, perché doveva prendersi sua madre? Come spiegare ai suoi fratellini che la mamma è morta e non potrà venire al circo con loro?
Agisce d’istinto, sforzandosi di sorridere e conduce i tre fuori dalla stanza. Giunti al portico di casa, si abbassa per parlare come una sorella maggiore dovrebbe fare. Ha solo 12 anni, e non è pronta per affrontare il mondo da sola. Ma deve essere forte e diventare improvvisamente grande per loro.
“Facciamo una cosa. Intanto andiamo noi al circo, vi va? Ho i biglietti in tasca.”
“Siii!” esclamano i tre in coro.
“Ti vogliamo bene, Teresa.” Aggiunge Chris abbracciandola.
Gli occhioni verdi si riempiono di lacrime che finalmente riescono a scendere.
 
Il circo è arrivato da poco in città, ma è riuscito ad attrarre fin da subito tanta gente: clown colorati distribuiscono palloncini ai bambini accompagnati dai propri genitori, i mangiafuoco divertono i passanti con i loro giochi di prestigio, i trapezisti improvvisano delle acrobazie in strada, e infine un omone strano distribuisce biglietti per lo spettacolo dei leoni che salteranno dentro cerchi di fuoco.
Tommy, James e Chris stanno vicini a Teresa, ma non riescono a smettere di guardarsi intorno e osservare meravigliati quel mondo così colorato e buffo. Anche la ragazzina sente di poter abbandonare per un attimo i suoi doveri da sorella maggiore per la fare la parte assegnatole dalla società. È come essere nel Mago di Oz; lei Dorothy, a spasso per un mondo magico, tra creature fantastiche, alla ricerca del mago misterioso che tutto può a Oz. E solo sbattendo le scarpette rosse tra loro, può tornare a casa quando vuole.
“Tess, Tess!” James, detto Jimmy, il fratellino più piccolo, richiama la sua attenzione, indicandole un attraente tendone di seta rosso. La giovane si ferma ad ammirare per un istante, non avendone mai visto uno. Quel tessuto sembra ricordarle il corredo nuziale che sua madre le mostrò qualche anno fa, quando era più piccola.
“Mamma, ma io non voglio sposarmi. Tutta la gente intorno a me che mi guarda... io mi vergogno. E se poi non mi piace quello che sposo? Devo baciarlo lo stesso sulla bocca?” a quelle parole vispe e quella smorfia di disgusto, sua madre aveva riso replicando dolcemente, “Ora dici così perché sei piccola, ma un giorno incontrerai un bel ragazzo che ti farà innamorare. E lo saprai perché sentirai le farfalle allo stomaco e un prurito sul naso.” Le aveva detto, dandole un buffetto sul naso.
Si passa una mano sotto gli occhi, quasi per levarsi un bruscolino e allontana le lacrime. Seppur non entusiasta del genere di spettacolo, sorride per non deludere i fratellini.
“Okay, Jimmy, se proprio insistete... entriamo. Chris, Tommy, venite!”
Legge il cartello esposto fuori il tendone che a caratteri dorati recita: Mettetevi alla prova con Patrick, il mago che legge la mente!
 
La voce tranquilla e fiduciosa proviene dal centro del palco, dove un ragazzo biondo sui 14-15 anni sta parlando con il microfono in mano, mentre tiene il braccio teso verso una ragazza seduta tra il pubblico. Questa ha le mani congiunte e sul suo volto si legge speranza e commozione. Altre due giovani sedute accanto a lei, l’abbracciano, come rincuorate da una buona notizia.
“Grazie, grazie!” dice la ragazza verso il giovane.
“Te l’ho detto, Amy, tua sorella veglia su di te e ti vuole bene, quindi non devi più preoccuparti.”
Teresa e i fratellini si fanno avanti cercando spazio, ma non sotto il palco, perché a lei non piace stare al centro dell’attenzione.
Il giovane ringrazia la folla che gli sta applaudendo con un inchino, poi torna a concentrarsi chiudendo gli occhi. Quando li riapre, il suo sguardo si posa proprio su Teresa. La ragazzina, intimorita, abbassa la testa, coprendosi il volto con i lunghi capelli corvini. Lui sorride dolcemente, osservandola. È magrissima e il vestitino nero non l’aiuta a farla sembrare meno carne ed ossa. Il biondino sente lo sguardo di suo padre e quando volta la testa verso di lui, lo vede incitarlo con un’alzata di spalle verso quella ragazzina che lui stava fissando. Un’altra ignara vittima del suo gioco di menti.
Il ragazzo si schiarisce la voce, e tenendo il microfono in mano scende tra il pubblico.
“Dicci, Patrick, che cosa senti?”
“Sento che c’è tanto dolore qui intorno...” la voce è calma e riesce ad incantare chiunque. Perfino Teresa alza lo sguardo sentendosi ipnotizzata da quel mago.
Solo quando lui è a qualche metro di distanza capisce che si sta avvicinando a lei. La catenina con il crocefisso lo attira come una calamita, così come quegli occhi verde smeraldo che esprimono sofferenza, ma anche tenacia e durezza... i sentimenti forti vogliono prevalere sulla sua fragilità, e se ne accorge quando la vede stringere i pugni sul tavolo.
“Ecco, ora lo sento... è qui... il dolore è qui... c’è stata una grande perdita.”
Teresa deglutisce e pianta lo sguardo su di lui, come per minacciarlo. I fratellini si reggono la testa con le mani, posando i gomiti sul tavolo. Sono affascinati anche loro da quella voce angelica di quel mago.
“Chi ha subito questa perdita, figliolo?” la voce del padre, che finge comprensione, continua a incitarlo per portare avanti lo spettacolo. E, infatti, come reazione immediata, tra il pubblico si sentono bisbigli.
“Percepisco dolore negli occhi di questa ragazza... dimmi, si tratta di tua madre? O dovrei dire, di vostra madre?” dice, guardando i tre bambini vicino a lei.
“Tess, di cosa sta parlando?” le chiede Tommy sussurrandole nell’orecchio. Ma la ragazzina digrigna i denti, mostrandosi in posizione di sfida verso il giovane. No, non sarà questo Patrick a rovinarle la giornata. Non sarà lui a mostrare il mondo crudele agli occhi dei suoi piccoli fratelli. Non così almeno.
L’atteggiamento della ragazzina lo spaventa, così che è tentato di fare un passo indietro, ma poi decide di accettare la sfida offertole da questa giovane, apparsa così, dal nulla. Inclina le labbra in un sorriso sghembo.
“Vostra madre mi sta parlando... sì, sì, è proprio qui.”
Suo padre da dietro il palco incrocia le braccia soddisfatto. È iniziato il Patrick Jane show.
Il pubblico ascolta estasiato, catturato dalle magiche parole del ragazzo, che solo con il suo interloquire, riesce ad avere l’attenzione su di sé. È bravo in quel che fa, e fare la parte del mago per donare un sorriso alle persone gli è sempre piaciuto. Si muove come una libellula, le sue braccia sono come ali pronte a spiccare il volo. Teresa è l’unica che lo fissa con disprezzo, stupendosi di se stessa perché ancora si sta trattenendo dal tirargli un pugno in pieno volto. Quel pensiero le si insinua prepotentemente nella mente.
Crescendo tra ragazzi, suo padre le aveva insegnato a fare a pugni.
“Devi tenere le nocche abbassate, così, concentrando tutta la potenza nel pugno.”
A quel tempo, quando sua madre era ancora viva e lui non aveva iniziato a bere, le cose andavano notevolmente bene.
“Senti Tess, alla fine la mamma è riuscita a venire al circo!”, esclama Jimmy col sorriso stampato sul volto. Quel faccino felice le sorride e si aspetta una risposta da lei. Anche i volti degli altri due fratellini stanno brillando.
Tommy si ala in piedi sulla sedia per cercare la sua mamma, sentendosi come un pirata che scruta l’orizzonte cercando terra.
Patrick sorride, preso dalla gioia di aver fatto qualcuno felice, seppur usi quelle tecniche dei giochi mentali che lui odia.
“Sì, è proprio qui, bambini. E mi sta dicendo che sta bene!”
Teresa ha il labbro tremolante e una voglia di esplodere. Deve proteggere i suoi fratellini. Loro non devono sapere, continua a ripetersi. Ma fino a quanto può tener loro nascosta la verità? Anche il giovane deve essersi accorto che la ragazzina è agitata. La scruta cercando di leggere oltre quegli occhi verdi, ma continua a vedere solo tanta sofferenza.
“Non trovo la mamma, perché non la vedo?”
“Chris, Tommy, Jimmy, è ora di tornare a casa.” La ragazzina prende in braccio il più piccolo e conduce gli altri due verso l’uscita.
Patrick resta lì immobile sentendo solo voci ovattate intorno a lui. Si volta per guardare suo padre trasformato in bestia per colpa di quel malsano desiderio di far soldi rovinando le vite degli altri. Poi molla il microfono, che cade a terra in un tonfo sordo, e fugge.
 
“Ehi tu, aspetta! Mi dispiace!”
Il pugno è più veloce delle sue scuse e lo colpisce in pieno viso, facendolo barcollare all’indietro.
“Per essere una ragazza colpisci bene!” nonostante il dolore lancinante ricevuto, riesce a farfugliare lo stesso qualcosa di sensato.
“Sei un coglione!” gli urla, continuando a camminare avanti.
“Mi dispiace per tua madre... dico sul serio.”
Teresa si ferma, abbraccia i fratellini e fa segno di aspettarla all’entrata del circo. Poi cammina a testa bassa verso quel giovane e si sente arrossire improvvisamente. Lui è così alto e nonostante lo consideri un’idiota, deve ammettere che è carino. Si mette le mani dietro la schiena e dice, “Continua.”
Lui sorride come un idiota perché lei è tornata indietro.
Teresa cerca di fare una conversazione forzata, forse per nascondere la vergogna di averlo chiamato ‘coglione’ quando lui invece si sta scusando per il suo comportamento. Ma il suo orgoglio ha la meglio. Incrocia le braccia al petto e prosegue, “E’ questo quello che fai? Fingi di parlare coi morti e dai alla gente false speranze?”
“Però ho fatto felici i tuoi fratellini.”
La ragazzina dai capelli corvini sente una voce dentro di lei che la convince ad alzare timorosamente lo sguardo su di lui. Patrick scrolla le spalle e si gratta il naso. I suoi occhi azzurri sono sinceri e continuano a fissarla incuriositi, quasi volessero leggerla per capire cosa si nasconde dietro questa ragazzina scontrosa. Uno sguardo dolce a cui lei non è abituata.
“Comunque io sono Patrick, e tu come ti chiami?” le dice, tendendole la mano.
Non capendo la reazione ai suoi insulti, la giovane è spaesata.
Sentirai le farfalle allo stomaco e un prurito sul naso.
Ecco, la vocina che prima le parlava era quella della mamma. Libera le braccia, con una mano si gratta il naso, e con l’altra si allunga verso il ragazzo.
“Teresa. Mi chiamo Teresa.”
“Teresa. Teresa.” Ripete lui tra sé, quasi volendo memorizzare il suo nome per timore di dimenticarlo. “E’ un bel nome.”
Come risposta, lusingata, lei annuisce con un cenno del capo.
Patrick giocherella con le mani. È il comportamento di un adolescente in pieno subbuglio ormonale che tenta un approccio con una sua quasi coetanea. Si sente quasi uno stupido perché non sa come attaccare bottone. Sospira e infine dice, “Hai ragione, sono un coglione. Imbroglio la gente e questo non mi piace. Mio padre mi costringe a farlo per soldi. Dice che ho le doti da sensitivo.”
“E tu dai retta a tuo padre?”
“E’ l’unica famiglia che ho.” Risponde con un’alzata di spalle, come se fosse l’unica cosa ragionevole per lui. “Le colpe dei padri devono ricadere sui figli. Sei cattolica, dovresti conoscere questi versi.”
“Non cambiare discorso! E come sai che sono cattolica?” sbraita lei, facendo un passo indietro. Ecco che si mette sulla difensiva per impedirgli di entrare nel suo mondo. Ha come l’impressione che lui la stia studiando e lo percepisce, perché non ha mai smesso di fissarla da quando l’ha rincorsa fuori.
Lui le indica la catenina col crocefisso che indossa. “Non serve un sensitivo per farti dire che tua madre veglierà sempre su di te.”
Alza lo sguardo su di lui, che finisce il suo sermone facendole l’occhiolino.
La voce agitata di suo padre lo richiama a gran forza da fuori il tendone, costringendolo a salutarla, ma non senza averle detto con aria convinta, “Ci vediamo presto, Teresa.”
“Come fai a esserne così sicuro?” chiede lei, nascondendo di nuovo il viso arrossato tra i capelli.
“Non serve un sensitivo per capire che ti piaccio!”
Teresa spalanca la bocca, riuscendo solo a fare una smorfia d’incredulità, seguita da una linguaccia verso quell’idiota. Lei non può vederlo, ma lui sta sorridendo, e dentro di sé sente lo stomaco in subbuglio. La ragazzina lo vede saltellare mentre raggiunge suo padre che gli dà un buffetto dietro la testa con aria accigliata.
“E’ l’unica famiglia che ho.”
“Tess si è innamorata, Tess si è innamorata, Tess si è innamorata!” dietro di lei sente i fratellini intonare un motivetto disturbante per le parole, ma piacevole per le sue orecchie.
Finalmente un bel sorriso si spalma sul suo volto, tanto da toccarsi il viso per la sorpresa. Le linee delicate degli zigomi, le labbra inclinate in alto, e quel prurito sul naso persistente.
“Se non la smettere vi do in pasto ai leoni di quel clown!” dice rincorrendoli.
È tornata spensierata ad avere l’età che ha. Chris però la blocca chiedendole dov’è la mamma.
Teresa si abbassa alla sua altezza, gli sorride e gli mette le mani sulle spalle. “La mamma è andata in un posto speciale. Ma per farle sentire che la pensiamo, possiamo parlare con lei ogni tanto.”
Il bambino si morde il labbro come per elaborare un pensiero. “Quindi si è svegliata, è venuta al circo e se n’è andata.”
È in quel preciso istante in cui l’innocenza del suo fratellino le fa capire che l’infanzia è finita per lei. Ora deve prendere il posto di sua madre e badare a quelle tre pesti a cui vuole un bene dell’anima.
“Le colpe dei padri devono ricadere sui figli.”
Le parole di quel maghetto sbruffone sono un pensiero fisso. Lui ha ragione, però lei può cambiare le cose. Non deve finire come suo padre. Loro possono essere una famiglia senza quel padre ubriacone che non si curerà di loro, ma che diventerà un’ombra all’interno della casa.
Si alza e prende Chris per mano.
“Facciamo a gara a chi arriva primo da Jimmy e Tommy?”
Quel pomeriggio può concedersi un’ultima marachella, perché in fondo c’è sempre tempo per crescere.
Si è bambini una volta sola.

 
 
Angoletto dell’autrice (poco) sana di mente:
Lo hiatus fa male... il season finale mi ha fatto male... temo di perdere la mia vena comica ç___ç
Comunque l’idea di questa shot mi frullava dalla testa da un po’, quindi ho pensato: e se Patrick e Teresa si fossero incontrati in circostanze diverse? Magari da bambini? E quindi ho ideato questa storiella carina carina... in attesa di ritornare al demenziale perché così NON posso continuare, ne va della mia reputazione di poco sana di mente.
(Neanche il manicomio mi cerca più.)
Detto ciò, ci si legge prossimamente, e nell’attesa della settima stagione, continuiamo a farci film mentali su The Mentalist :p
Grazie a chi legge, a chi mi sopporta, e a chiunque avrà la gentilezza di lasciare un commentino che non sembra ma aiuta molto noi autori.
A presto,
D. <3
   
 
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