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Autore: sorridimilouis    08/06/2014    0 recensioni
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Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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“You know I'll be,  Your life, your voice your reason to be. My love, my heart, Is breathing for this. Moment in time, I'll find the words to say. Before you leave me today”
 
-Dai Maya, stai tranquilla..- mi dice dandomi una leggera gomitata sul braccio, facendomi sobbalzare.
 
Stoppo la musica e mi giro nella sua direzione.
 
-No, Louis. Non sto tranquilla. Non conosco nessuno a parte te.-
-E non è una bella cosa? Un’altra vacanza con tuo cugino.- ridacchia.
-Poveri noi…- mi metto una mano sulla fronte e scuoto la testa.
-Mi hai offeso profondamente.- con la faccia da finto offeso gira la testa dall’altro lato, si appoggia allo schienale e chiude gli occhi.
-Mi dispiace cugino, non volevo.- dico scuotendolo e ridendo.
-Sto dormendo Maya.-
-E che centra? Io prima stavo ascoltando musica, come la mettiamo?-
Non risponde.
-Dai non fare il bambino..-
Si gira verso di me e mi guarda male. Poi si avvinghia alla mia pancia facendomi il solletico.
-Io non crescerò mai!- grida.
-Zitto Louis, ci stanno guardando tutti.- rido, mettendogli una mano davanti alla bocca.
 
Aspetto che si calmi e che la smetta di gridare, poi la tolgo, lasciandolo libero di parlare. Si guarda un po’ intorno e nota paia di occhi fissati su noi due.
 
-Che ti avevo detto?- chiedo notando il suo sguardo percorrere tutto l’aereo.
 
Annuisce, sembra stia pensando.
 
-Che ti ha detto tua madre?- mi domanda. Strano che non l’abbia chiamata zia.
-Riguardo a cosa?- domando a mia volta.
-Riguardo il trasferimento, logico.- alza le spalle con fare ovvio.
-Oh.. niente di che.- biascico.
-Non ti ha detto neanche il nome del compagno?-
-No, neanche quello.-
-Uhm…- pare pensarci un po’ su –quindi quando torniamo a casa torni con me?-
-Si. Una cosa che so è che la casa che hanno preso non è molto distante dalla tua. Anche il tipo di mia madre si è appena trasferito lì, prima viveva a Holmes Chapel.- sospiro.
 
Il giorno in cui mia mamma mi ha annunciato l’imminente trasferimento nella nuova casa che lei e il suo compagno –di cui non ricordo il nome- hanno preso, avevo chiamato subito Louis e avevamo passato quasi tre ore a parlare al telefono.
 
-Non sarà tanto male, dai. Almeno quando te ne vorrai andare via non vagabonderai per la città, come a Londra, ma verrai da me.- sorride, cingendomi le spalle con un braccio.
-Almeno quello..- sospiro.
-Lo so che trasferirti con lui per te non è il massimo, ma..-
-Ma cosa, Lou? Mia madre non mi chiede mai il parere su nulla, io non me ne volevo andare, non volevo cambiare città, scuola, amici, quartiere.. stavo così bene li dov’ero, ma quella santa donna mi ha praticamente ordinato di preparare gli scatoloni visto che in quella casa, quando sarei tornata dal campus, non l’avrei mai più rivista. Ma cosa?-
-Lo so, hai ragione, scusa.- abbassa lo sguardo.
-No, scusami tu..- appoggio la testa sulla sua spalla.
-Ti manca?- mi chiede ad un tratto, riferendosi a mio padre.
-Non sai quanto.- rispondo, poi chiudo gli occhi addormentandomi.
 
--
 
Il campus è bellissimo.
In mezzo alle montagne, alla natura. Un lago costeggia molte casette che penso siano i dormitori, un piccolo molo con ancorate ad esso sei canoe, e un’ampia spiaggia. È veramente un posto enorme, con tanti alberi e diversi campi per praticare diverse attività sportive.
Osservo ogni parte di questo posto per imprimermi il ricordo nella mente, mentre aspetto Louis che
 
-Scusa..- mi sento picchiettare sulla spalla. Mi giro con nonchalance e mi scontro con due occhi azzurri, più del cielo.
-Si?- chiedo.
-Maya?- come fa a sapere il mio nome questo?
-Ci conosciamo?-
-Sono Niall, non ti ricordi di me?- o mio Dio, Niall.
-Niall? Ma…porca miseria, si che mi ricordo!- sbotto felice.
-Mi sei mancata un casino.- mi abbraccia, e io ricambio subito.
-Che ci fai qui?- chiedo staccandomi dalle sue braccia.
-Sono venuto a fare quello che fai tu, mi sembra ovvio.- ride.
-Okay, okay, domanda idiota.- dico alzando le mani in segno di resa.
-Tu dici?- mi sorride, ricambio.
-È tanto che non ci vediamo, cosa mi racconti?- mi chiede.
-Bè, ce ne sarebbero di cose..- biascico.
-Abbiamo un mese intero, ti ascolto.- sorride e finalmente mi sento ascoltata.
-Allora, mio padre…- vengo interrotta da una voce roca. Ma cazzo.
-Niall, da quanto tempo!- sorride un ragazzo riccio dietro di me.
-Oh, ciao Haz.- saluta tranquillo il biondo di fronte a me.
 
Si salutano, poi l’attenzione del castano si concentra su di me.
 
-Non mi presenti la tua amichetta?- chiede.
 
Sbuffo, mi giro e i miei occhi marroni incontrano quelli color verde smeraldo del riccio.
Niall ridacchia e scuote la testa.
 
-Sei sempre il solito, Haz.- afferma Niall, mentre lui lo fissa sghignazzando.
-Come si chiama la gnocca?- sorride beffardo ‘Haz’, rivolgendo lo sguardo poi verso di me.
 
-Grazie per il complimento, ma posso presentarmi da sola. Mi chiamo Maya.-
-Che bel caratterino…- fa un passo avanti.
-Tu come ti chiami?- faccio di conseguenza un passo indietro.
 
Non mi risponde.
 
-Ehi.. ci sei?- gli sventolo una mano davanti agli occhi.
 
Si riprende scuotendo la testa.
 
-Cosa?- dice poi.
-Ti ho chiesto come ti chiami.-
-Mi chiamo Harry, bellezza, Harry Styles.- mi sorride maliziosamente.
 
Mi stavo perdendo nei suoi occhi verde smeraldo, quando un suono di un cellulare mi fa tornare sulla terra.
 
-Scusate ragazzi, è il mio.. è mia madre.. torno subito..- disse Niall armeggiando col telefono, allontanandosi.
 
Gli rivolgo un sorriso, poi il mio sguardo torna su Harry.
 
-Da dove vieni?- mi chiede.
-Inghilterra.-
-Specifica. L’Inghilterra è grande.-
-Simpatia…- dico socchiudendo gli occhi.
-Già, me lo dicono in molti.- sorride.
-Certo, te lo diranno. Ma scherzano.- la mia espressione si fa seria.
 
Alza le sopracciglia.
 
-Ma sai con chi stai parlando?-
-Fammi pensare… con te?- dico ironica.
-Stai parlando con il più figo del campo. Tutte le ragazze vorrebbero essere al tuo posto ora.- dice passandosi una mano tra i capelli.
-Gli cederei il mio posto con piacere.- dico sorridendo.
-Dovresti essere onorata.-
-Certo, come no.- sbuffo, rispondendo sfacciatamente.
 
Ride.
 
-Cosa ridi?- chiedo fulminandolo con lo sguardo.
-Come fai di cognome?-
-Dovrei dirtelo?-
-Direi.- sorridendo, mi mostra delle fossette adorabili.
-Tomlinson.-
-Sei la cugina di Louis?- domanda stupito.
-Come mai tutto questo stupore? E.. un momento, come conosci mio cugino?- chiedo.
-È il mio migliore amico.- sorride –mi ha parlato un sacco di te.-
 
Sorrido, davvero gli aveva parlato di me?
 
-Mi fa piacere.- abbasso lo sguardo.
-A proposito, ma Lou?- mi domanda.
-È andato nel suo dormitorio a sistemare le sue cose.- spiego.
-E tu che ci facevi qui?-
-Cercavo il mio a dirti la verità.- sposto il mio sguardo intorno a me, cercando con gli occhi il dormitorio numero 52, ma niente.
-Qual è il tuo?- chiede, sventolandomi una mano davanti alla faccia.
 
Non che mi facesse impazzire il fatto di far sapere al riccio il numero del mio dormitorio, non avrei dovuto neanche scambiare due parole con lui. Ma da qualche parte dovevo pur sbattere la testa. Mi avrebbe potuto dare una mano a trovare questo benedetto dormitorio. E poi, detto fra noi, le borse pesano sulle mie spalle. Non ce la faccio più.
 
-Il 52.- biascico ancora incerta sull’informazione che sto rilasciando ad un perfetto sconosciuto.
-Dovrebbe essere..- un altro cellulare suona, il suo.
 
Risponde mandandomi un leggero cenno del capo che interpreto come un ‘non posso più aiutarti, cazzi tuoi’, e così inizio a girovagare sola per il campo, in cerca di quel dormitorio.
Spero di non incontrare più quel cretino, ma la vedo difficile visto che è il migliore amico di Louis. Gli idioti tutti lui se li trova.
Raggiungo uno spiazzo adiacente a quella che penso sia la mensa e continuo a guardarmi intorno spaesata, fino a che non noto una sagoma a me famigliare: pantaloni grigi della tuta, maglietta nera a maniche corte, Vans.. Louis.
 
-Cugino!- grido cercando di attirare la sua attenzione.
 
Lo vedo sobbalzare. Distoglie lo sguardo dal telefonino e si porta una mano al petto.
 
-Ma hai intenzione di uccidermi?- chiede duro.
-Calmati Louis..- faccio un passo indietro.
-Scusami Maya, ma ti stavo cercando. Dove cavolo eri finita?-
-Stavo cercando il mio dormitorio, tu mi hai lasciata sola.- puntualizzo.
-Potevi chiamarmi.-
-Non ci ho pensato.-
 
Sbuffa e a stento trattiene un sorriso.
 
-Sai chi ho incontrato?- cerco di essere più misteriosa possibile.
-La regina?- lo sguardo fisso sullo schermo illuminato del telefono. Giuro che ora glielo rompo.
-No.-
-Il re allora.-
-No. Ma pensi di essere simpatico?- sbuffo, ma perché deve fare così?
-Uff.. no. Dai chi hai incontrato?-
-Niall Horan.- il tono soddisfatto.
 
Niall era il mio migliore amico, viveva nella mia stessa via a Londra e siamo praticamente cresciuti insieme.
Quando Lou veniva a trovarmi giocavamo sempre tutti e tre insieme, ma poi il biondo si è trasferito e da allora non l’ho più rivisto.
 
-Ah.- dice solamente.
-Solo ah?- chiedo.
-Cosa dovrei dire di altro, scusa?- finalmente mi guarda negli occhi e non bada al telefono.
-Non lo so, non lo vediamo da un sacco.-
-Tu non lo vedi da un sacco.- mi corregge.
-Tu no?- chiedo.
-Vive a Doncaster, viene a scuola con me.- alza le spalle.
-E non me l’hai mai detto? Nemmeno quando venivo li?- domando stizzita.
-No. Vieni, ti porto a conoscere i miei amici.- dice prendendomi per una mano.
 
Come cambiare discoro eh.
Non riesco a non pensare al fatto che Louis mi ha mentito su Niall, sapeva quanto mi mancasse eppure quando andavo da lui non mi ha mai avvisato della sua presenza.
Una folata di vento mi scosta i capelli mori dal viso e io non riesco a non pensare ad altro.
La terra rimane schiacciata sotto i nostri piedi, provocano un rumore orecchiabile e rilassante. L’ansia di conoscere altre persone cresce man mano che ci avviciniamo ad un gruppetto che scorgo in lontananza.
Non sono mai stata brava a fare amicizie, non mi sono mai sentita all’altezza degli altri e penso che non cambierà ancora per un po’.
Più ci avviciniamo, più la voglia di scappare si fa sentire nell’adrenaline che inizia a scorrermi nelle vene.
 
Non immagino pensare a quando dovrò andare a vivere in casa con il compagno di mia madre. Almeno quando non ci saranno sarò sola, o con mio cugino.
 
-Ciao a tutti!- grida Louis a quel gruppo, distogliendomi dai miei pensieri.
-Tomlinson!- dice una ragazza bionda.
-Lou!- grida un ragazzo con gli occhi nocciola e i capelli castani.
-Alla buon’ora Louis!- la voce di un’altra ragazza si fa spazio nelle mie orecchie.
-Ciao Lou.- dice una voce roca.
 
Lo guardo.
Alto, capelli ricci e castani, occhi verde smeraldo, bello.
Ma cazzo, no.
 
La voce di mio cugino mi fece distrarre dai miei pensieri.
 
-Allora ragazzi, lei è Maya, mia cugina.- dice guardandomi.
 
Io sorrido a ciascuno di loro, quando cominciano a presentarsi.
 
-Io sono Alisha, ma puoi chiamarmi Ali.- mi dice una ragazza dai capelli castani lunghi e un po’ mossi e gli occhi verdi. Ha un bel fisico, aveva il mio praticamente. È simile a me, non fosse per gli occhi e il viso.
-Io sono Liam.- si presenta un ragazzo. Quello di prima, carino, occhi nocciola, capelli castani.
-Io sono Lea.- una ragazza riccia e dalla carnagione scura.
-Io sono Taylor.- mi dice una bionda con gli occhi marroni.
-Io sono Sam.- mi pone una mano una ragazza carina con gli occhi scuri. È bassina con i capelli lisci e biondo platino. Mette un po’ di paura, però.
-Io sono Zayn, dolcezza.- mi dice un ragazzo Mi baciò la mano e poi mi sorrise.
-Io sono Harry.- mi dice il riccio –ma già ci conosciamo..- sussurra a bassa voce.
 
-In che dormitorio sarai?- mi domanda Alisha.
-Oh.. nel.. 52.- rispondo sorridendo.
-Davvero? Anche io!- mi abbraccia, e io ricambio. Scoppiamo a ridere.
-Bene, allora andate a sistemare le vostre cose, no?- suggerisce Louis.
-Si papà, andiamo.- scherza Alisha.
-Mi prendi in giro forse?- il tono di Louis si indurisce scherzosamente.
-No, non lo farei mai..- dice la mora facendo la finta seria.
-No, mai.- ripete Louis ridendo.
 
Scoppiano a ridere.
 
-Ciao Tomlinson.- saluta Ali.
-Ciao Johnson.- risponde Louis.
 
 
 Finalmente, con tutti i borsoni caricati sulle spalle, raggiungiamo il dormitorio 52 e, faticando entriamo.
Scorsi subito una ragazza bionda saltare sul letto mentre urlava ai quattro venti come fosse figo il ragazzo castano del dormitorio 56, facendolo notare anche alla sua amica che annuiva energicamente, noncurante dell’entrata mia e della mora.
Era comunque un posto carino, con sette letti e un armadio e un comodino per ogni letto. Era accogliente e profumava di pulito.
-Che letto scegli?- la voce di Alisha rimbombò nella stanza facendo terminare le urla della biondina.
-Johnson.- sputa quest’ultima. Ha gli occhi marroni e dei capelli setosi. Porta una canottiera aderente e scollata, con abbinati degli shorts fuxia e delle calze corte grigie, penso che le scarpe le abbia lasciate ai piedi del letto in legno.
-Devine.- risponde subito la mia amica, se posso definirla già tale.
-Anche tu in questo dormitorio?- la voce della biondina è leggermente tanto irritante e se non la smette di usare questo tono rischio di prenderla a pugni.
-Purtroppo.- dice.
-E quella chi è?- finalmente si è accorta della mia presenza.
-Una mia amica, Maya.- mi presenta Alisha.
-Ah, un’altra delle tue amichette troiette?- squittisce.
-Cosa?- stavolta parlo io, rendendomi partecipe di quel teatrino che sia andava a formare.
-Ho detto..- ma è stupida.
-Lo so che hai detto. Ma non sono una delle sue amichette troiette.- spiego dura.
 
Con fare sorpreso, si rinfila le Vans altrettanto rosa, si avvicina a me e mi stringe la mano.
 
-Io sono Adriana, ma puoi chiamarmi anche Adri o Ad. Lei è Penelope, una mia amica.- mi presenta alla sua amica, ora che ci penso non ha parlato per tutto il tempo e anche ora fatica a far sentire la sua voce. È una ragazzina timida, capelli neri e pelle chiara, con delle macchie di lentiggini sparse sul volto in maniera non uniforme. Indossa una maglietta bianca con una scritta nera e, anche lei, degli shorts chiari.
-Sono così contenta che non sei una sua amica.- riprende la bionda, indicando con disprezzo la mia amica mora.
-Frena, frena.- la interrompo nuovamente -forse non hai capito, io non sono una delle sue amichette troiette, perché qui le troiette non siamo noi, ma sono sua amica.- la guardo negli occhi.
 
Alisha sembra più rilassata, direi divertita dallo svolgimento di questa situazione che definirei ridicola.
Adriana è ancora davanti a me, con un’espressione quasi sconvolta e stupita dipinta in volto. Si gira con fare offeso, investendomi con una folata d’aria, e si ridirige al letto sul quale prima stava saltando con Penelope al seguito.
Sistema le lenzuola bianche in modo vanitoso e poi ci si stende sopra, portandosi una mano sulla fronte.
Smorfiosa.
 
Finiamo di sistemare i nostri vestiti negli armadi e uniamo i letti, buttandoci sopra.
I capelli della mora mi solleticano la fronte e glieli sposto dolcemente.
 
-Sono stanchissima.- commenta Alisha, stiracchiandosi leggermente.
-A chi lo dici.- rispondo chiudendo gli occhi.
-Chissà quali saranno le altre compagne di stanza.- borbotta.
-Spero siano più simpatiche di Adriana.- sussurro e lei scoppia a ridere.
-Non sta simpatica a nessuno.- risponde.
-Immagino.- sospiro.
 
Cala il silenzio.
 
-Ali, mi sono dimenticata una cosa da Louis.- dico tirandomi su di scatto.
-Cosa?- chiede aprendo gli occhi.
-Il profumo.- rispondo alzando le spalle.
-Ed è di vitale importanza?-
-Si, mi accompagni?-
 
Annuisce. Bene, non dovrò andare nel dormitorio di Louis da sola.
Ci alziamo goffamente e ci dirigiamo al dormitorio numero 56.
È sempre la solita casetta in legno, sollevata da terra da un blocco di cemento e con una scala che fa raggiungere la porta d’ingresso, sotto un portico.
Sento delle voci, probabilmente due ragazzi stanno discutendo.
Mi avvicino, mi incuriosisce questa conversazione. Alisha mi segue, ci nascondiamo sotto la finestra, sperando che nessuno ci becchi e cerchiamo di origliare tutto.
 
-Quindi, fammi capire, ti piace la cugina di Louis?- chiede una voce, che riconosco come quella di Niall.
-No, cioè, si. No.- controbatte un’altra voce, roca. Styles.
-Deciditi amico.-
-No, voglio solo divertirmi con lei.- ridacchia.
-Se la fai soffrire ti ammazzo, Harry.- lo ammonisce il biondo.
 
Fermi tutti. Che cazzo hanno detto?
 
 
-Ehi, che ci fate qui?- chiede una voce alle spalle mie e di Alisha.
 
“You know I'll be,  Your life, your voice your reason to be. My love, my heart, Is breathing for this. Moment in time, I'll find the words to say. Before you leave me today”
 
-Dai Maya, stai tranquilla..- mi dice dandomi una leggera gomitata sul braccio, facendomi sobbalzare.
 
Stoppo la musica e mi giro nella sua direzione.
 
-No, Louis. Non sto tranquilla. Non conosco nessuno a parte te.-
-E non è una bella cosa? Un’altra vacanza con tuo cugino.- ridacchia.
-Poveri noi…- mi metto una mano sulla fronte e scuoto la testa.
-Mi hai offeso profondamente.- con la faccia da finto offeso gira la testa dall’altro lato, si appoggia allo schienale e chiude gli occhi.
-Mi dispiace cugino, non volevo.- dico scuotendolo e ridendo.
-Sto dormendo Maya.-
-E che centra? Io prima stavo ascoltando musica, come la mettiamo?-
Non risponde.
-Dai non fare il bambino..-
Si gira verso di me e mi guarda male. Poi si avvinghia alla mia pancia facendomi il solletico.
-Io non crescerò mai!- grida.
-Zitto Louis, ci stanno guardando tutti.- rido, mettendogli una mano davanti alla bocca.
 
Aspetto che si calmi e che la smetta di gridare, poi la tolgo, lasciandolo libero di parlare. Si guarda un po’ intorno e nota paia di occhi fissati su noi due.
 
-Che ti avevo detto?- chiedo notando il suo sguardo percorrere tutto l’aereo.
 
Annuisce, sembra stia pensando.
 
-Che ti ha detto tua madre?- mi domanda. Strano che non l’abbia chiamata zia.
-Riguardo a cosa?- domando a mia volta.
-Riguardo il trasferimento, logico.- alza le spalle con fare ovvio.
-Oh.. niente di che.- biascico.
-Non ti ha detto neanche il nome del compagno?-
-No, neanche quello.-
-Uhm…- pare pensarci un po’ su –quindi quando torniamo a casa torni con me?-
-Si. Una cosa che so è che la casa che hanno preso non è molto distante dalla tua. Anche il tipo di mia madre si è appena trasferito lì, prima viveva a Holmes Chapel.- sospiro.
 
Il giorno in cui mia mamma mi ha annunciato l’imminente trasferimento nella nuova casa che lei e il suo compagno –di cui non ricordo il nome- hanno preso, avevo chiamato subito Louis e avevamo passato quasi tre ore a parlare al telefono.
 
-Non sarà tanto male, dai. Almeno quando te ne vorrai andare via non vagabonderai per la città, come a Londra, ma verrai da me.- sorride, cingendomi le spalle con un braccio.
-Almeno quello..- sospiro.
-Lo so che trasferirti con lui per te non è il massimo, ma..-
-Ma cosa, Lou? Mia madre non mi chiede mai il parere su nulla, io non me ne volevo andare, non volevo cambiare città, scuola, amici, quartiere.. stavo così bene li dov’ero, ma quella santa donna mi ha praticamente ordinato di preparare gli scatoloni visto che in quella casa, quando sarei tornata dal campus, non l’avrei mai più rivista. Ma cosa?-
-Lo so, hai ragione, scusa.- abbassa lo sguardo.
-No, scusami tu..- appoggio la testa sulla sua spalla.
-Ti manca?- mi chiede ad un tratto, riferendosi a mio padre.
-Non sai quanto.- rispondo, poi chiudo gli occhi addormentandomi.
 
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Il campus è bellissimo.
In mezzo alle montagne, alla natura. Un lago costeggia molte casette che penso siano i dormitori, un piccolo molo con ancorate ad esso sei canoe, e un’ampia spiaggia. È veramente un posto enorme, con tanti alberi e diversi campi per praticare diverse attività sportive.
Osservo ogni parte di questo posto per imprimermi il ricordo nella mente, mentre aspetto Louis che
 
-Scusa..- mi sento picchiettare sulla spalla. Mi giro con nonchalance e mi scontro con due occhi azzurri, più del cielo.
-Si?- chiedo.
-Maya?- come fa a sapere il mio nome questo?
-Ci conosciamo?-
-Sono Niall, non ti ricordi di me?- o mio Dio, Niall.
-Niall? Ma…porca miseria, si che mi ricordo!- sbotto felice.
-Mi sei mancata un casino.- mi abbraccia, e io ricambio subito.
-Che ci fai qui?- chiedo staccandomi dalle sue braccia.
-Sono venuto a fare quello che fai tu, mi sembra ovvio.- ride.
-Okay, okay, domanda idiota.- dico alzando le mani in segno di resa.
-Tu dici?- mi sorride, ricambio.
-È tanto che non ci vediamo, cosa mi racconti?- mi chiede.
-Bè, ce ne sarebbero di cose..- biascico.
-Abbiamo un mese intero, ti ascolto.- sorride e finalmente mi sento ascoltata.
-Allora, mio padre…- vengo interrotta da una voce roca. Ma cazzo.
-Niall, da quanto tempo!- sorride un ragazzo riccio dietro di me.
-Oh, ciao Haz.- saluta tranquillo il biondo di fronte a me.
 
Si salutano, poi l’attenzione del castano si concentra su di me.
 
-Non mi presenti la tua amichetta?- chiede.
 
Sbuffo, mi giro e i miei occhi marroni incontrano quelli color verde smeraldo del riccio.
Niall ridacchia e scuote la testa.
 
-Sei sempre il solito, Haz.- afferma Niall, mentre lui lo fissa sghignazzando.
-Come si chiama la gnocca?- sorride beffardo ‘Haz’, rivolgendo lo sguardo poi verso di me.
 
-Grazie per il complimento, ma posso presentarmi da sola. Mi chiamo Maya.-
-Che bel caratterino…- fa un passo avanti.
-Tu come ti chiami?- faccio di conseguenza un passo indietro.
 
Non mi risponde.
 
-Ehi.. ci sei?- gli sventolo una mano davanti agli occhi.
 
Si riprende scuotendo la testa.
 
-Cosa?- dice poi.
-Ti ho chiesto come ti chiami.-
-Mi chiamo Harry, bellezza, Harry Styles.- mi sorride maliziosamente.
 
Mi stavo perdendo nei suoi occhi verde smeraldo, quando un suono di un cellulare mi fa tornare sulla terra.
 
-Scusate ragazzi, è il mio.. è mia madre.. torno subito..- disse Niall armeggiando col telefono, allontanandosi.
 
Gli rivolgo un sorriso, poi il mio sguardo torna su Harry.
 
-Da dove vieni?- mi chiede.
-Inghilterra.-
-Specifica. L’Inghilterra è grande.-
-Simpatia…- dico socchiudendo gli occhi.
-Già, me lo dicono in molti.- sorride.
-Certo, te lo diranno. Ma scherzano.- la mia espressione si fa seria.
 
Alza le sopracciglia.
 
-Ma sai con chi stai parlando?-
-Fammi pensare… con te?- dico ironica.
-Stai parlando con il più figo del campo. Tutte le ragazze vorrebbero essere al tuo posto ora.- dice passandosi una mano tra i capelli.
-Gli cederei il mio posto con piacere.- dico sorridendo.
-Dovresti essere onorata.-
-Certo, come no.- sbuffo, rispondendo sfacciatamente.
 
Ride.
 
-Cosa ridi?- chiedo fulminandolo con lo sguardo.
-Come fai di cognome?-
-Dovrei dirtelo?-
-Direi.- sorridendo, mi mostra delle fossette adorabili.
-Tomlinson.-
-Sei la cugina di Louis?- domanda stupito.
-Come mai tutto questo stupore? E.. un momento, come conosci mio cugino?- chiedo.
-È il mio migliore amico.- sorride –mi ha parlato un sacco di te.-
 
Sorrido, davvero gli aveva parlato di me?
 
-Mi fa piacere.- abbasso lo sguardo.
-A proposito, ma Lou?- mi domanda.
-È andato nel suo dormitorio a sistemare le sue cose.- spiego.
-E tu che ci facevi qui?-
-Cercavo il mio a dirti la verità.- sposto il mio sguardo intorno a me, cercando con gli occhi il dormitorio numero 52, ma niente.
-Qual è il tuo?- chiede, sventolandomi una mano davanti alla faccia.
 
Non che mi facesse impazzire il fatto di far sapere al riccio il numero del mio dormitorio, non avrei dovuto neanche scambiare due parole con lui. Ma da qualche parte dovevo pur sbattere la testa. Mi avrebbe potuto dare una mano a trovare questo benedetto dormitorio. E poi, detto fra noi, le borse pesano sulle mie spalle. Non ce la faccio più.
 
-Il 52.- biascico ancora incerta sull’informazione che sto rilasciando ad un perfetto sconosciuto.
-Dovrebbe essere..- un altro cellulare suona, il suo.
 
Risponde mandandomi un leggero cenno del capo che interpreto come un ‘non posso più aiutarti, cazzi tuoi’, e così inizio a girovagare sola per il campo, in cerca di quel dormitorio.
Spero di non incontrare più quel cretino, ma la vedo difficile visto che è il migliore amico di Louis. Gli idioti tutti lui se li trova.
Raggiungo uno spiazzo adiacente a quella che penso sia la mensa e continuo a guardarmi intorno spaesata, fino a che non noto una sagoma a me famigliare: pantaloni grigi della tuta, maglietta nera a maniche corte, Vans.. Louis.
 
-Cugino!- grido cercando di attirare la sua attenzione.
 
Lo vedo sobbalzare. Distoglie lo sguardo dal telefonino e si porta una mano al petto.
 
-Ma hai intenzione di uccidermi?- chiede duro.
-Calmati Louis..- faccio un passo indietro.
-Scusami Maya, ma ti stavo cercando. Dove cavolo eri finita?-
-Stavo cercando il mio dormitorio, tu mi hai lasciata sola.- puntualizzo.
-Potevi chiamarmi.-
-Non ci ho pensato.-
 
Sbuffa e a stento trattiene un sorriso.
 
-Sai chi ho incontrato?- cerco di essere più misteriosa possibile.
-La regina?- lo sguardo fisso sullo schermo illuminato del telefono. Giuro che ora glielo rompo.
-No.-
-Il re allora.-
-No. Ma pensi di essere simpatico?- sbuffo, ma perché deve fare così?
-Uff.. no. Dai chi hai incontrato?-
-Niall Horan.- il tono soddisfatto.
 
Niall era il mio migliore amico, viveva nella mia stessa via a Londra e siamo praticamente cresciuti insieme.
Quando Lou veniva a trovarmi giocavamo sempre tutti e tre insieme, ma poi il biondo si è trasferito e da allora non l’ho più rivisto.
 
-Ah.- dice solamente.
-Solo ah?- chiedo.
-Cosa dovrei dire di altro, scusa?- finalmente mi guarda negli occhi e non bada al telefono.
-Non lo so, non lo vediamo da un sacco.-
-Tu non lo vedi da un sacco.- mi corregge.
-Tu no?- chiedo.
-Vive a Doncaster, viene a scuola con me.- alza le spalle.
-E non me l’hai mai detto? Nemmeno quando venivo li?- domando stizzita.
-No. Vieni, ti porto a conoscere i miei amici.- dice prendendomi per una mano.
 
Come cambiare discoro eh.
Non riesco a non pensare al fatto che Louis mi ha mentito su Niall, sapeva quanto mi mancasse eppure quando andavo da lui non mi ha mai avvisato della sua presenza.
Una folata di vento mi scosta i capelli mori dal viso e io non riesco a non pensare ad altro.
La terra rimane schiacciata sotto i nostri piedi, provocano un rumore orecchiabile e rilassante. L’ansia di conoscere altre persone cresce man mano che ci avviciniamo ad un gruppetto che scorgo in lontananza.
Non sono mai stata brava a fare amicizie, non mi sono mai sentita all’altezza degli altri e penso che non cambierà ancora per un po’.
Più ci avviciniamo, più la voglia di scappare si fa sentire nell’adrenaline che inizia a scorrermi nelle vene.
 
Non immagino pensare a quando dovrò andare a vivere in casa con il compagno di mia madre. Almeno quando non ci saranno sarò sola, o con mio cugino.
 
-Ciao a tutti!- grida Louis a quel gruppo, distogliendomi dai miei pensieri.
-Tomlinson!- dice una ragazza bionda.
-Lou!- grida un ragazzo con gli occhi nocciola e i capelli castani.
-Alla buon’ora Louis!- la voce di un’altra ragazza si fa spazio nelle mie orecchie.
-Ciao Lou.- dice una voce roca.
 
Lo guardo.
Alto, capelli ricci e castani, occhi verde smeraldo, bello.
Ma cazzo, no.
 
La voce di mio cugino mi fece distrarre dai miei pensieri.
 
-Allora ragazzi, lei è Maya, mia cugina.- dice guardandomi.
 
Io sorrido a ciascuno di loro, quando cominciano a presentarsi.
 
-Io sono Alisha, ma puoi chiamarmi Ali.- mi dice una ragazza dai capelli castani lunghi e un po’ mossi e gli occhi verdi. Ha un bel fisico, aveva il mio praticamente. È simile a me, non fosse per gli occhi e il viso.
-Io sono Liam.- si presenta un ragazzo. Quello di prima, carino, occhi nocciola, capelli castani.
-Io sono Lea.- una ragazza riccia e dalla carnagione scura.
-Io sono Taylor.- mi dice una bionda con gli occhi marroni.
-Io sono Sam.- mi pone una mano una ragazza carina con gli occhi scuri. È bassina con i capelli lisci e biondo platino. Mette un po’ di paura, però.
-Io sono Zayn, dolcezza.- mi dice un ragazzo Mi baciò la mano e poi mi sorrise.
-Io sono Harry.- mi dice il riccio –ma già ci conosciamo..- sussurra a bassa voce.
 
-In che dormitorio sarai?- mi domanda Alisha.
-Oh.. nel.. 52.- rispondo sorridendo.
-Davvero? Anche io!- mi abbraccia, e io ricambio. Scoppiamo a ridere.
-Bene, allora andate a sistemare le vostre cose, no?- suggerisce Louis.
-Si papà, andiamo.- scherza Alisha.
-Mi prendi in giro forse?- il tono di Louis si indurisce scherzosamente.
-No, non lo farei mai..- dice la mora facendo la finta seria.
-No, mai.- ripete Louis ridendo.
 
Scoppiano a ridere.
 
-Ciao Tomlinson.- saluta Ali.
-Ciao Johnson.- risponde Louis.
 
 
 Finalmente, con tutti i borsoni caricati sulle spalle, raggiungiamo il dormitorio 52 e, faticando entriamo.
Scorsi subito una ragazza bionda saltare sul letto mentre urlava ai quattro venti come fosse figo il ragazzo castano del dormitorio 56, facendolo notare anche alla sua amica che annuiva energicamente, noncurante dell’entrata mia e della mora.
Era comunque un posto carino, con sette letti e un armadio e un comodino per ogni letto. Era accogliente e profumava di pulito.
-Che letto scegli?- la voce di Alisha rimbombò nella stanza facendo terminare le urla della biondina.
-Johnson.- sputa quest’ultima. Ha gli occhi marroni e dei capelli setosi. Porta una canottiera aderente e scollata, con abbinati degli shorts fuxia e delle calze corte grigie, penso che le scarpe le abbia lasciate ai piedi del letto in legno.
-Devine.- risponde subito la mia amica, se posso definirla già tale.
-Anche tu in questo dormitorio?- la voce della biondina è leggermente tanto irritante e se non la smette di usare questo tono rischio di prenderla a pugni.
-Purtroppo.- dice.
-E quella chi è?- finalmente si è accorta della mia presenza.
-Una mia amica, Maya.- mi presenta Alisha.
-Ah, un’altra delle tue amichette troiette?- squittisce.
-Cosa?- stavolta parlo io, rendendomi partecipe di quel teatrino che sia andava a formare.
-Ho detto..- ma è stupida.
-Lo so che hai detto. Ma non sono una delle sue amichette troiette.- spiego dura.
 
Con fare sorpreso, si rinfila le Vans altrettanto rosa, si avvicina a me e mi stringe la mano.
 
-Io sono Adriana, ma puoi chiamarmi anche Adri o Ad. Lei è Penelope, una mia amica.- mi presenta alla sua amica, ora che ci penso non ha parlato per tutto il tempo e anche ora fatica a far sentire la sua voce. È una ragazzina timida, capelli neri e pelle chiara, con delle macchie di lentiggini sparse sul volto in maniera non uniforme. Indossa una maglietta bianca con una scritta nera e, anche lei, degli shorts chiari.
-Sono così contenta che non sei una sua amica.- riprende la bionda, indicando con disprezzo la mia amica mora.
-Frena, frena.- la interrompo nuovamente -forse non hai capito, io non sono una delle sue amichette troiette, perché qui le troiette non siamo noi, ma sono sua amica.- la guardo negli occhi.
 
Alisha sembra più rilassata, direi divertita dallo svolgimento di questa situazione che definirei ridicola.
Adriana è ancora davanti a me, con un’espressione quasi sconvolta e stupita dipinta in volto. Si gira con fare offeso, investendomi con una folata d’aria, e si ridirige al letto sul quale prima stava saltando con Penelope al seguito.
Sistema le lenzuola bianche in modo vanitoso e poi ci si stende sopra, portandosi una mano sulla fronte.
Smorfiosa.
 
Finiamo di sistemare i nostri vestiti negli armadi e uniamo i letti, buttandoci sopra.
I capelli della mora mi solleticano la fronte e glieli sposto dolcemente.
 
-Sono stanchissima.- commenta Alisha, stiracchiandosi leggermente.
-A chi lo dici.- rispondo chiudendo gli occhi.
-Chissà quali saranno le altre compagne di stanza.- borbotta.
-Spero siano più simpatiche di Adriana.- sussurro e lei scoppia a ridere.
-Non sta simpatica a nessuno.- risponde.
-Immagino.- sospiro.
 
Cala il silenzio.
 
-Ali, mi sono dimenticata una cosa da Louis.- dico tirandomi su di scatto.
-Cosa?- chiede aprendo gli occhi.
-Il profumo.- rispondo alzando le spalle.
-Ed è di vitale importanza?-
-Si, mi accompagni?-
 
Annuisce. Bene, non dovrò andare nel dormitorio di Louis da sola.
Ci alziamo goffamente e ci dirigiamo al dormitorio numero 56.
È sempre la solita casetta in legno, sollevata da terra da un blocco di cemento e con una scala che fa raggiungere la porta d’ingresso, sotto un portico.
Sento delle voci, probabilmente due ragazzi stanno discutendo.
Mi avvicino, mi incuriosisce questa conversazione. Alisha mi segue, ci nascondiamo sotto la finestra, sperando che nessuno ci becchi e cerchiamo di origliare tutto.
 
-Quindi, fammi capire, ti piace la cugina di Louis?- chiede una voce, che riconosco come quella di Niall.
-No, cioè, si. No.- controbatte un’altra voce, roca. Styles.
-Deciditi amico.-
-No, voglio solo divertirmi con lei.- ridacchia.
-Se la fai soffrire ti ammazzo, Harry.- lo ammonisce il biondo.
 
Fermi tutti. Che cazzo hanno detto?
 
 
-Ehi, che ci fate qui?- chiede una voce alle spalle mie e di Alisha.







___

Hi!
Dopo tanti giorni di assenza sono tornata. Ormai la scuola è finita (rimandata) e avrò quindi più tempo per pubblicare c:
Chi sarà la persona che ha scoperto Alisha e Maya origliare cose che probabilmente non avrebbero dovuto sentire? 
continuo a due recensioni, fatemi sapere se vi piace :)
baci .xx
 
  
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