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Autore: CHiaRA_5808    08/08/2008    3 recensioni
Ok, non so davvero come introdurre questa storia^^ Probabilmente non la leggerà nessuno lol o per molti apparirà stupida, però era quello che sentivo di scrivere. Commenti e critiche sono sempre graditi ^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...ALi SpEzZaTe...

. . . ALi SpEzZaTe. . .

 

Era un normale sabato pomeriggio e Sara stava camminando con i suoi amici Luca e Perla per le strade del centro, ancora ignara del fatto che presto quel sabato si sarebbe trasformato in un giorno dolce quanto maledetto. Indossava un paio di Converse consumate dal tempo, dei pantaloni stretti e una giacchetta viola. Semplice era l’aggettivo che meglio la poteva descrivere, sul viso neanche un filo di trucco e i capelli sciolti erano un po’ spettinati per il vento. Sara aveva dei grandi occhi scuri il cui sguardo spesso tutti dicevano che fosse perso nel vuoto ed il suo sorriso che nascondesse una profonda tristezza e malinconia. Al collo aveva una collana con un ciondolo a forma di cuore, un cuore che batteva e trasudava amore che nessuno aveva mai voluto cogliere. Diceva sempre di detestare i film romantici, le canzoni sdolcinate e tutto ciò che avesse a che fare con i sentimenti, ma in realtà, per quanto volesse nasconderlo a se stessa, era una delle persone più romantiche e dolci. Ogni volta che si parlava di ragazzi abbassava lo sguardo e cercava di nascondere le sue guance arrossite, consapevole del fatto che sull’amore l’unica cosa che avrebbe potuto dire era di essere un sentimento a lei sconosciuto. Ad un tratto squillò il telefono, era arrivato il momento di decidere dove trascorrere la serata. Le amiche dall’altra parte del telefono proposero una serata tranquilla in un locale della loro zona ma Sara, Perla e Luca avrebbero dovuto fare tanta strada per raggiungerle, così sembravano preferire una pizza lì in centro. Passò qualche minuto. Difficile dire cosa, ma qualcosa le spinse a raggiungere le loro amiche, così presero quel maledetto autobus. Erano quasi le 21:30 quando finalmente riuscirono ad incontrarsi con le loro amiche. Arrivati davanti all’entrata del locale c’era un gruppo di ragazzi che stavano aspettando proprio loro o, meglio, una delle amiche che, senza dir nulla, aveva invitato anche loro. Un scambio di sguardi, rapidi, incuriositi del fatto che due gruppi di persone così diverse se non fosse stato per quella coincidenza probabilmente non avrebbero mai mangiato allo stesso tavolo. Così, una volta scesi dai loro motorini e spente le sigarette entrarono tutti insieme. Seduti al tavolo tutti si guardavano ma nessuno sapeva cosa dire, forse perché ciascuno aveva paura di essere giudicato dall’altro, e la situazione stava diventando sempre più imbarazzante. Perla si passò nervosamente una mano fra i capelli mentre Sara usò come scusa per alzarsi dal tavolo quella di dover andare al bagno per lavarsi le mani. Superato l’imbarazzo iniziale, ognuno cominciò a parlare del più e del meno con i propri amici, soprattutto Sara che, completamente assorta dalle chiacchiere con Perla e Marina, non si accorse che uno di quei ragazzi seduti di fronte a lei, Alessandro, la stesse guardando ininterrottamente sin dall’inizio della serata, chiedendo agli altri quale fosse il suo nome e come facessero a conoscerla, ma quella timidezza che nascondeva dietro un mozzicone di sigaretta e quell’aria da duro non gli permisero neanche di salutarla. Così, trascorsa qualche ora, Sara e le sue amiche tornarono a casa, assonnate e stanche per tutto il peso della settimana scolastica passata. Il giorno dopo a scuola, durante una noiosissima ora di Storia Perla vide negli occhi di Sara quella solita tristezza, così decise di raccontarle tutto: “Hey Sara, ti voglio dire qualcosa che forse potrà farti acquistare un po’ di autostima… non so se già lo sai, ma ieri sera hai fatto colpo su un figo seduto al tavolo con noi”. E lei, incredula, scoppiò in una risata e disse: “Cosa? Ma stai scherzando?”. “No, no, è la verità” rispose Perla al sorriso di Sara. Passò qualche giorno e Sara cominciò a domandarsi per quale motivo la sua migliore amica, Marina, continuasse a non dirle nulla e ad evitare di parlare di quella serata. Intanto venne a sapere che Alessandro aveva chiesto quando sarebbero potuti uscire tutti insieme di nuovo, dicendo che questa volta avrebbe parlato con lei, ma presto Sara scoprì che se apparentemente le sue amiche sembravano felici per lei, in realtà non lo erano. “Non frequentate la stessa scuola e, poi, tu neanche fumi…sicuramente non andreste d’accordo …” dicevano. Capì quindi che non sarebbe mai riuscita a conoscere Alessandro ma, soprattutto, che le persone a cui teneva di più avevano tradito la sua fiducia. Per molti giorni si sentì persa, non sapeva più di chi fidarsi e con chi sfogarsi. La mattina non aveva neanche più voglia di alzarsi dal letto e ogni volta che si guardava allo specchio si vedeva una merda. Le sue ali erano state spezzate dall’invidia, impedendole di poter conoscere nuove persone, forse più vere, che sapessero apprezzarla così come era. Non sapeva se odiare o no quella maledetta sera…in fondo, se soltanto non avesse preso quell’autobus e avesse mangiato una pizza in centro probabilmente ancora sarebbe convinta di aver finalmente trovato delle amiche vere. La verità non l’avrebbe ferita, ma avrebbe continuato a vivere all’oscuro della realtà. Adesso Sara non sa se cambiare scuola ma, soprattutto, non sa se anche lei un giorno potrà essere felice.

  
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