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Autore: MONDO_MANGA    08/06/2014    2 recensioni
Ho voluto immaginare il momento in cui il piccolo Goten apprende la verità sulla morte del padre che era stata celata a lui dalla sua famiglia. La reazione sarà imminente e comporterà la frattura dei rapporti tra il piccolo e il suo adorato fratello maggiore. Gohan dovrà faticare per riottenere la fiducia del bambino, ma una persona interverrà per riportare la serenità all'interno della famiglia Son.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Gohan, Goku, Goten
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando mio padre morì, pensai che la mia vita fosse ormai priva di senso. Avevo perso il mio punto di riferimento, la mia stella fissa, l’appiglio a cui aggrapparmi.
Tutto era ombra, solitudine, dolore, finché un giorno, mia madre mi rivelò la notizia che cambiò la mia vita per sempre…
Era incinta. Mio padre aveva voluto donarci il suo ultimo regalo, prima di andarsene per sempre.
Goten fu la cosa più bella che mi potesse capitare. Mi salvò dalla malattia che mi tormentava giorno e notte, salvò mia madre dal suo sconforto inconsolabile, salvò tutti. Era già un eroe quando venne al mondo e quando ebbi l’occasione di prenderlo tra le braccia, giurai a me stesso che avrei fatto di tutto per proteggerlo, che avrei cercato di colmare il vuoto che la morte di mio padre aveva lasciato.
“Mi prenderò cura di te Goten.”
Diventai per lui ciò che mio padre fu per me: un mentore, un punto di riferimento, un amico, un esempio.
“Sei il mio eroe fratellone. Da grande voglio diventare come te!”
Quella frase era uscita tanto naturale dalle sue labbra, quanto stonata era giunta alle mie orecchie. No, Goten non doveva diventare come me, non dovevo essere io il suo eroe! Io che avevo provocato la morte di nostro padre…
Mio fratello sapeva dove e quando era morto papà, ma nessuno gli aveva detto il perché, nemmeno io… Come avrei potuto dire alla persona a cui volevo più bene al mondo, che ero stato io la causa dei nostri mali.
Non fu necessario che glie lo dicessi, lo scoprì da solo, quando aveva  sei anni…
 
Goten era andato come d’abitudine, a far visita a Trunks alla Capsule Corporation. I due stavano guardando comodamente la t.v, quando si imbatterono in un intervista a Mr. Satan, l’uomo che si prese il merito di aver sconfitto Cell.
“Quel buffone è insopportabile!” disse sdegnosamente il bimbo dai capelli lilla.
“Già! Mio fratello ha sconfitto quel mostro e lui si è preso tutti i meriti!”
“Se fossi stato in tuo fratello, avrei fatto due chiacchiere con quell’ idiota! Insomma, sono stati i nostri padri  e Gohan a rischiare di rimetterci la pelle!”
 Il piccolo saiyan era stato tanto preso dall’ira, da non accorgersi di quello che diceva. Solo quando vide la faccia dell’ amico rabbuiarsi, capì il suo errore: il padre di Goten era davvero morto in quel combattimento.
“Scusami Goten, non volevo…”
“E’ tutto ok Truks…è solo che vorrei chiederti una cosa…è da un po’ che ci penso.”
“Spara amico”
Il piccolo Son abbassò la testa per la vergogna.
“Tu sai cosa è successo a mio padre?”
“Nessuno te lo ha raccontato?” chiese esterrefatto Trunks.
“Bhe no…. So che è morto nel Cell Game, ma quando cerco di saperne di più, Gohan e mamma deviano il discorso o non rispondono proprio! Ho diritto di sapere cosa è successo a mio padre!” urlò quasi in lacrime il piccolo Goten.
“Goten…non è una cosa facile da raccontare, soprattutto perché tuo fratello era li.”
“Allora tu sai? Dimmelo Trunks”
Il saiyan sospirò, prima di iniziare a raccontare all’amico la storia che sicuramente avrebbe lasciato una cicatrice indissolubile nel suo cuore.
Nella sua mente, il piccolo Trunks non avrebbe voluto rivelare a Goten cosa era accaduto veramente a Goku, quel giorno di cinque anni fa; non se la sentiva e non era compito suo!
Ma se non l’ avesse fatto lui, chi altri l’ avrebbe fatto?
“Mio padre mi raccontò che quel giorno, tutti i combattenti si erano preparati allo scontro con quel mostro. Tuo padre fu il primo a cobattere con lui e se la cavò egregiamente, ma il suo potere non riusciva ad eguagliare quello di Cell, perciò si arrese. Con gran stupore di mio padre, Goku chiamò Gohan a sostituirlo sul campo di battaglia. Per papà fu un disonore non che un’azione folle. Gohan era più debole di tuo padre e per quanto si sforzasse, non riuscì a resistergli.”
Trunks raccontava all’amico tutto ciò che Vegeta gli aveva riferito, mentre il piccolo Goten ascoltava rapito e con il cuore a mille.
“Papà non capiva il motivo del perché Goku avesse scelto tuo fratello, ma in seguito gli fu tutto  chiaro. Gohan ha un potere diverso dai normali saiyan: la sua forza si sprigiona solo se si arrabbia, perdendo completamente il controllo. Fu così che tuo fratello sconfisse Cell.”
“Ma allora… cosa è successo a papà?”
Trunks rimase in silenzio, riflettendo sulla risposta da dare. Non voleva che il suo migliore amico continuasse a credere in una menzogna, ma di certo non voleva che i rapporti con la sua famiglia si inclinassero.
“Gohan aveva superato il limite del super saiyan ed era imbattibile, molto più forte di Cell che ormai non aveva più speranze di vittoria. Poteva finirlo quando voleva, ma decise di aspettare; voleva far patire a quel mostro tutto il dolore che egli stesso aveva riserbato alle sue vittime. Tuo padre tentò di farlo ragionare, ma non gli diede ascolto. Cell, come sua ultima carta da giocare decise di farsi esplodere. Non trovando altre soluzioni, Goku si teletrasportò su un altro pianeta, morendo insieme ad esso. Il suo sacrificio fu inutile, perché Cell riuscì a sopravvivere e a tornare. Fu li che Gohan lo uccise…”
Il silenzio piombò nella stanza, l’unico rumore proveniva dalla televisione che ormai nessuno guardava più.
“Go…Goten?”
Il piccolo Son guardava fisso il pavimento. Sembrava caduto  in uno stato di shock.
“GOTEN!?” lo scosse l’amico preoccupato.
“Ora capisco perché nessuno me ne aveva parlato. Capisco tutto. E’ tutta colpa sua!” sibilò il bambino alzandosi dal divano per dirigersi verso l’ingresso.
“Aspetta Goten! Non è così! Sai come ci si sente quando ci si trasforma! Non riusciamo più a controllarci, perdiamo di vista l’obbiettivo! Tuo fratello non ha fatto nulla!”
“ESATTO TRUNKS! Non ha fatto nulla. Mi ha mentito e per colpa sua io non ho un padre! ”
Così Goten prese il volo, lasciando l’ amico sconvolto che gli implorava di ritornare.
 
Stavo sistemando la legna appena raccolta, accanto a casa, quando sentii mio fratello atterrare alle mie spalle.
“Ehi fratellino ti sei divertito oggi? Scommetto che hai divorato tutti i dolci che la nonna di Trunks ti ha portato!”
Ma quando mi girai, non vidi il suo sorriso dipinto in volto e gli occhi ingenui brillare. Aveva uno sguardo freddo, carico di odio.
“Goten va tutto bene?!”
Feci qualche passo verso di lui, ma all’ improvviso, lanciò verso di me una sfera di energia che riuscii a deviare in tempo.
Aveva ancora la mano alzata, quando sibilò le parole che mi ferirono come una lama di un coltello.
“Non avvicinarti a me.”
“Goten, ma che ti prende, sei impazzito!?”
“COSA MI PRENDE?! Tu caro fratellone dovresti saperlo!”

Ero confuso, non avevo mai visto Goten comportarsi in quel modo.
“Non capisco…”
“Tu mi hai mentito! Per tutto questo tempo me lo hai tenuto nascosto! Trunks me lo ha detto! Sei stato tu, è per causa tua se papà è morto!!”

Sentii il mondo crollarmi addosso. Il mio cuore era a pezzi, mentre vedevo gli occhi di mio fratello colmi di odio e lucidi per il pianto.
“Goten… io”
“Non voglio ascoltarti! Mai più voglio farlo! IO…IO TI ODIO!!”
Goten corse via, lasciandomi paralizzato, nella stessa posizione in cui mi aveva trovato. Non avevo il coraggio di muovermi, di parlare, di seguirlo e fermarlo. Non avevo coraggio.
 
Goten correva, senza sapere dove andare, tra i boschi dei monti Paoz. Voleva andare lontano da tutti, lontano da colui che riteneva la persona più importante della sua vita.
Sfinito si lasciò scivolare a terra, appoggiandosi a un grande abete. Si abbracciò le gambe, diventando ancora più piccolo, abbandonandosi ad un estenuante pianto.
“Perché non mi ha detto niente? Perché mi ha mentito! Lo odio, lo odio!”
“Smettila di piangere!” una voce sconosciuta irruppe nel silenzio, spaventando il piccolo saiyan.

“Chi…chi c’è? Chi sei?”
Una figura alta, possente, dal viso famigliare, comparve di fronte al bimbo. Non gli faceva paura; il suo viso sembrava gentile e dannatamente simile a qualcuno. Guardò i capelli, gli abiti, gli occhi.... gli stessi di Gohan… gli stessi suoi.
L’ uomo si sedette di fianco a lui.
“Papà?” balbetto il piccolo, mentre Goku si voltò a guardarlo sorridendogli.
“Sai Goten, a volte le cose non sono come pensiamo, a volte le interpretiamo in modo sbagliato.”
Il bambino guardò il padre dubbioso.
“Tuo fratello è una persona eccezionale, ha fatto molto per te… tutto quello che avrei dovuto fare io.”
“Bhe, ma tu non hai potuto per colpa sua!”
“Non dirlo nemmeno per scherzo Goten. Quel giorno, Gohan ha subito le più tremende atrocità che nessun bambino dovrebbe patire, ma alla fine ha trionfato. Non  l’ho mai ritenuto responsabile della mia morte e non dovresti farlo neanche tu figliolo. Avevo la possibilità di tornare, ma non l’ho fatto per il bene vostro e della Terra. La mia presenza qui attirerebbe troppi nemici e la Terra sarebbe sempre in pericolo. Gohan ha dovuto superare momenti difficile e ci è riuscito grazie a te. Ha sempre messo la tua vita davanti alla sua, perciò merita il tuo perdono.”
Goku strinse per la prima volta, il suo bambino fra le braccia e insieme attesero i pochi secondi che li avrebbero di nuovo divisi per sempre.
“Hai un gran cuore Goten. Fanne buon uso. Io veglierò su di voi sempre…”
Goku scomparve nello stesso modo con cui era apparso, lasciando Goten di nuovo solo. Tutto l’odio e il rancore che aveva  provato fino a quel momento erano svaniti, sostituiti da quel senso di calore e amore che solo un padre sa donare.
 
 
Lo cercavo da ore, ma di lui nessuna traccia. Ero disperato e questo mio stato confusionario mi faceva vagare senza meta alcuna.
Mi stavo per arrendere, quando vidi una piccola figura dalla tuta arancione.
“ Goten!!”
Mi avvicinai a lui correndo e quando arrivai al suo capezzale, con il rimanente fiato, gli bisbigliai:
“Mi dispiace Goten, mi dispiace tanto. Non avrei mai voluto farti del male, ne a te ne a nessun’altro. Tu non sai quanto questo fardello mi pesi ogni giorno nel cuore. Avevo paura che sapendo tutto, tu mi odiassi, che non volessi avere più nulla a che fare con me! Perdonami fratellino…”
Non resistetti e alcune lacrime solcarono il mio viso.
Per mia gioia, vidi Goten correre verso di me e saltarmi tra le braccia singhiozzando.
“Fratellone non ti odio, non ti odio! Scusami, sarai il mio eroe per sempre!”
Mio fratello ed io ci tenemmo stretti a lungo, mentre lo riportavo a casa. Un peso mi si tolse dal cuore ed esso divenne più leggero. Non avrei mai più mentito a Goten, promisi a me stesso e mentre ci incamminavamo verso casa,  giurai di sentire l’aura di nostro padre a fianco a noi.


++++++++
Ciao a tutti =) Metto le mani avanti dicendo che questa fic l' ho scritta di getto. Adoro le storie che trattano episodi avvenuti nei contesti familiari e io amo la famiglia Son. Ho voluto descrivere un episodio toccante che nella serie non viene menzionata. Ovviamente è una mia interpretazione! =) 
Spero vi piaccia 
A presto  =) 
MONDO-MANGA 
 
 
 
 
  
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