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Autore: GuapaLocaa    09/06/2014    1 recensioni
Piccola One-shot tutta Delena ambientata dopo la distruzione dell'altra parte e l'incidente al Grill.
Cosa succederebbe se Damon fosse riuscito a salvarsi?
Quali sarebbero i pensieri della coppia protagonista di The Vampire Diaries una volta incontratisi per la prima volta dopo il giorno in cui Elena ha perso Damon?
ATTENZIONE: Spoiler 5x22
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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I Miss You

 
I'm lying here on a bed
My eyes are closed but I'm awake
I wish the dream would never end
You'd still be next to me
I thought this would be easier
I'd do my thing and this would work
But now I'm here trying to find a song
To make this emptiness disappear
 
When all it is, is I miss you

 
 
Sono sdraiato qui in un letto
I miei occhi sono chiusi, ma sono sveglio
Vorrei che il sogno non finisse mai
E che tu fossi ancora accanto a me
Ho pensato che questo sarebbe stato più facile
Se avessi fatto quella cosa e questo avrebbe funzionato
Ma ora sono qui cercando di trovare una canzone
Per far scomparire questo vuoto
 
Quando è tutto, mi manchi.
 
 
Erano passate settimane dalla distruzione dell’altra parte e non ero ancora riuscita ad accettare di aver perso Damon e la mia migliore amica. Stavo parlando al telefono con Caroline delle ultime novità sulle ricerche per tentare di riportarli in vita ma niente… Sembrava così assurdo: erano stati loro due a sacrificarsi per permettere a tutti gli altri di fuggire via e salvarsi, eppure ci avevano rimesso ugualmente la vita. Mi mancavano entrambi. Avevo perso Bonnie, colei che mi aveva sostenuta, tanto da umana quanto da vampiro, colei con la quale ero cresciuta e che conosceva ogni mio segreto e pensiero più nascosto.
Poi c’era Damon. Damon era Damon, era l’amore della mia vita e adesso non c’era più. Era quello che mi capiva meglio di chiunque altro ed io non ero nemmeno riuscita a dirgli addio. Non avevo potuto dirgli neanche di quanto, in realtà, non mi importasse di tutte le profezie esistenti al mondo perché era lui che avevo scelto e non sarebbe bastata qualche stupida visione a farmi cambiare idea.
Ormai era troppo tardi però. Aveva ragione Orazio con il suo Carpe Diem. Io la mia occasione l’avevo avuta e non ero riuscita a cogliere la palla al balzo così il treno era passato. Mi correggo, una Chevrolet Camaro del 1969 era passata, con me e Damon a bordo pronti a mettere in atto quel folle piano suicida per salvare le vite di coloro che amiamo; peccato che io poi sia riuscita a tornare in vita e lui non ce l’abbia fatta…
L’amore non è come questi poeti del cazzo vogliono farci credere. L’amore è imprevedibile, lascia delle ferite, va contro ogni aspettativa. Come mai nessuno di questi scrittori da strapazzo si è mai accorto che le cose possono anche non andare come previsto e un giorno la persona che più ami a questo mondo possa morire andandosi a schiantare contro un pub?
Come mai nessuno si è mai accorto che l’amore fa schifo?
Adesso io ero rimasta sola, di nuovo. Non so se era colpa del destino o ero io a mettere in pericolo chi amavo. Avevo già perso mia madre, mio padre, Isobel, zio John e zia Jenna, Alaric, Aroon e ora anche Damon. Damon che faceva sempre lo sbruffone per nascondere il suo lato più fragile, Damon che aveva preferito vampirizzarmi piuttosto che perdermi, Damon che non approvava mai le mie scelte per le quali poi finivamo sempre per litigare. Damon, proprietario di quella Chevrolet azzurra di cui mi pareva di sentire il suono. No, non era la mia immaginazione, era proprio il clacson dell’auto su cui ero salita migliaia di volte. Non poteva essere vero: Damon era morto, era scomparso insieme a Bonnie e alla distruzione dell’altra parte.
La testa mi diceva che l’immaginazione mi stava giocando un altro dei suoi brutti scherzi, il cuore invece mi imponeva di aprire la porta di casa e di andare a controllare.
Mossa da non so quale forza superiore lo feci, e mi stupii da sola di ciò che mi apparve davanti: una Camaro, parcheggiata poco lontano da casa, e accanto l’oggetto di tutti i miei pensieri delle settimane precedenti.
«Damon…» Sussurrai in preda a un misto di sorpresa, gioia, incredulità, malinconia e voglia di correre da lui e abbracciarlo. Sembrava una visione, una bellissima visione, eppure era qui, proprio davanti a me, con i capelli arruffati, sporco di sangue e polvere e imperlinato di sudore, ma era qui, a pochi passi da me, pochi passi che, una volta percorsi, mi avrebbero permesso di arrivare a lui, di toccarlo, perdermi in quelle due pozze profonde come il mare. Sembrava così reale ma era umanamente possibile che fosse davvero lui. Stava lì, in piedi, su quella collinetta, accanto alla sua adorata macchina, con il giubbotto, ormai ridotto a brandelli, in mano e un piccolo taglio sul labbro inferiore tumefatto; la posizione fiera, spavalda, nonostante la stanchezza, il sorriso vittorioso di chi ce l’aveva fatta.
«Elena… - riuscivo a leggergli il labiale, da lontano, chiamava il mio nome – Elena!» La sua voce strozzata dal pianto, ma nonostante ciò calda, familiare, adesso potevo sentirla e non mi sembrava vero.
Senza rendermene conto i miei piedi si erano mossi dal portico di casa Salvatore e stavano percorrendo il vialetto sempre più veloci. Non mi importava più niente. Avevo persino lasciato Caroline in attesa al cellulare, adesso finito chissà dove, ma non poteva fregarmene di meno in quel momento.
«Damon io…» Avrei voluto dirgli tantissime cose, ma le parole parevano essermi morte in gola. Tutto ciò che riuscii a fare fu lasciar sgorgare libere le lacrime che avevo trattenuto per troppo tempo ormai. Ero tra le sue braccia adesso e mai vi ero stata tanto bene quanto in quel momento.
«Shhh… sono qui, sono tornato da te e non ti lascerò più sola, te lo prometto.» Annuii semplicemente, non riuscendo ad aprir bocca. Lui sembrò capire, perché subito mi regalò uno dei suoi sorrisi più belli.
«Non serve parlare Elena, non a noi. Forse più tardi, quando tu ti sarai calmata ed io mi sarò dato una pulita, potremo affrontare l’argomento, ma non ora. Adesso voglio solo prendermi quel bacio che aspetto da tempo e al diavolo l’universo!».
Posò le sue labbra sulle mie e mi sentii come riscossa da un sonno profondo. Quel contatto aveva il sapore del sangue e delle lacrime eppure mi sembrava più dolce dello zucchero filato.
Ci staccammo per riprendere fiato, e solo in quel momento mi resi conto che, in realtà, quello che volevo dirgli era completamente inutile se paragonato a ciò che stavo provando adesso.
«Dio quanto mi sei mancata. Sei la cosa più bella che mi sia capitata. Salirei altre cento, anzi mille volte sulla mia Camaro e mi schianterei contro il Grill solo per poterti baciare ancora. Mi sacrificherei un’infinità di volte perché sono un egoista e tutto quello a cui riesco a pensare in questo momento è che adesso hai corso come una disperata fin qui solo per me; è per me che stai piangendo e non per Stefan, per Bonnie, per Jeremy o per Alaric. E’ solamente per me che lo stai facendo e per nessun altro. Lo ripeterò una volta sola Elena, e tu devi starmi a sentire; lasciamelo dire un’altra volta soltanto prima che passi l’euforia del momento e torniamo nuovamente ai soliti problemi, alla solita vita in cui tutto il mondo mi ripete che non siamo fatti per stare insieme: io ti amo Elena, ti amo e ogni singola cellula del mio corpo lo sta gridando in questo momento. Non posso prometterti che stando insieme a me non soffrirai più, perché sappiamo entrambi che, per il novanta percento delle volte, succederà il contrario, ma ti assicuro che mi impegnerò al massimo, che cercherò in ogni modo possibile di farti felice, nonostante i problemi che ci coglieranno e i prossimi pericoli in agguato. Io voglio stare con te e sarei disposto persino a scendere all’inferno per averti, ma adesso ti prego di’ qualcosa, qualsiasi cosa, perché questo silenzio sta diventando snervante e mi sta uccidendo…».
«Damon… - dissi semplicemente scossa dalle sue parole – zitto e baciami!» e fu quello che fece, perché in meno di un secondo mi ritrovai nuovamente con le sue labbra incollate alle mie. Era irruente ma dolce allo stesso tempo. Era caldo, bollente, ma non mi importava più di bruciarmi stando insieme a lui, perchè lui mi voleva ed io volevo lui e avevo avuto tutto il tempo del mondo per capirlo. Gli legai le braccia al collo, e lui mi cinse i fianchi con le sue. Riuscivo a percepire quanto fosse teso e stanco ma era comunque qui con me, e questo era l’importante: era vivo, era sano e salvo e le sue iridi azzurre splendevano più che mai.
«Elena – mormorò tra un bacio e l’altro – muoio dalla voglia di chiuderti in camera da letto e far ascoltare ai vicini il miglior concerto della loro vita!» Era tornato il solito Damon, pregi e difetti annessi, ed io lo amavo anche per questo, nonostante se ne uscisse ogni volta con battutine da stupido immaturo. Era tornato e non lo avrei perso più per nulla al mondo. Mi era mancato, non solo perché mi dava sicurezza, amore, e sapeva sorprendermi ogni giorno con i suoi modi di fare, ma anche per questo suo lato giocoso, passionale e sfacciato grazie a cui prendeva sempre tutto alla leggera, perché, anche se non lo avrei mai ammesso, io adoravo flirtare con lui.
«Damon sai una cosa? Non mi sembra affatto una cattiva idea…».
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve gente,
dopo un lungo, lunghissimo periodo di assenza eccomi tornata.
Inizio col dire che dedico questo capitolo alla mia migliore amica Federica, patita (per non dire drogata) di The Vampire Diaries e in particolar modo di Ian alias SoFigoSoBelloSoDamonErFotomodello.
Ho deciso di fare qualcosa di nuovo perciò mi sono cimentata in una fanfiction su TVD. Chiedo venia anticipatamente se sarà banale e ripetitiva, ma è la prima storia che scrivo su personaggi preesistenti e non miei, quindi siate clementi.
Spero che Damon ed Elena siano credibili e mi siano risciti simili anche la metà degli originali, per riuscirci ho usato qualche citazione del film.
So che qualcosa non coinciderà come ad esempio la Camaro di Damon perfettamente funzionante e pronta all’uso quando in realtà è andata bruciata insieme al Grill. Fate finta che Stefan, sentendo la mancanza del fratello, l’abbia fatta restaurare.
Per il resto vi saluto, se vi è piaciuto il mio sclero dell’ 1:35 recensite, altrimenti fatelo ugualmente.
Qualche recensione per migliorarsi fa sempre bene.
Buonanotte a tutti, bacioni.

 
TimeLady
  
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