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Autore: telesette    09/06/2014    0 recensioni
[ Questa fanfiction è scritta da mano anonima! ]
Fox chiuse gli occhi.
Il colpo non partì, Fox sentì invece le proprie labbra calde.
Riaprì gli occhi e assaporò quel bacio concesso dalla divina provvidenza.
Subito dopo, però, entrambi si staccarono.
Fox percepì, negli occhi di lei, quella luce.
Seppur per pochissimo, Krystal era tornata...
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Furry
- Questa storia fa parte della serie 'Autori & Autrici anonimi/e'
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PREMESSA

Più o meno dalla prima metà del 2013, sulla mail di "telesette", già cominciavano ad arrivare un bel mucchio di: idee, suggerimenti e consigli per nuove storie.
Fino ad oggi, ho sempre cercato di accontentare tutti/e, dando vita e corpo alle storie che molti/e spesso incontrano un po' troppa difficoltà a scrivere personalmente.
Purtroppo neanch'io posso tenere il ritmo con tutte le singole mail che mi vengono recapitate ogni mese - con la conseguenza che molte long-fic sono indietro coi tempi dell'aggiornamento e le nuove attendono tuttora di comparire su codeste pagine - e questo è forse UNO dei motivi che mi rendono tanto "scostumato" agli occhi della civile e rispettabile comunità.
Ovviamente ce ne sono altri ma, visto che non riguardano tale contesto, lasciamo perdere...
Dal momento che una persona si è offerta gentilmente di aiutarmi con alcune bozze, scrivendo in concreto la storia che state appunto per leggere, approfitto di questo spazio per ringraziare la sua grande cortesìa e specificare appunto che la storia qui di seguito NON è sostanzialmente farina del mio sacco.
La persona che ha scritto quanto segue, onde scongiurare pesanti e fastidiose polemiche, preferisce infatti mantenere l'anonimato e regalarci il frutto del suo impegno senza chiedere nulla in cambio: niente commenti, niente approvazioni, né critiche, elogi... niente di niente, insomma!
La storia è qui, pure se NON l'ho scritta io, ed in totale accordo con la persona che l'ha scritta.
Questo è un libero omaggio a tutti i veri appassionati, che non richiede nulla all'infuori della semplice condivisione, e nessun regolamento lo vieta.

In Fede

DAVID BIZZARRI

***

Star Fox ( スターフォックス Sutā Fokkusu ), uscito col nome "Starwing" in Europa, è il primo videogioco della serie Star Fox ed è anche il primo gioco della storia a usare il chip Super FX, un coprocessore che aumentava le prestazioni grafiche, in modo da raggiungere una grafica tridimensionale. La grafica 3D non era mai stata vista prima di allora in una console casalinga. Star Fox è stato sviluppato dalla Argonaut Software e dalla Nintendo EAD.
La trama si basava sulla volpe antropomorfa 
Fox McCloud e sul suo team di mercenari, che si vedevano coinvolti in una guerra per proteggere il loro pianeta di origine Corneria. Il gioco ebbe un enorme successo e divenne una delle saghe principali della Nintendo, ancora attiva oggi.

 

NON SONO UN SANTO
( immagini tratte da internet )

Fox era seduto alla postazione di pilotaggio della Great Fox, R.O.B. era intento ad armeggiare con le varie lucine e pannelli di comando dell'Astronave Madre.
Peppy era andato a trovare sua figlia sul pianeta Corneria e, al momento, era irrintracciabile.
Slippy, invece, era nella stiva a dorm... ehm, a "riparare" le astronavi.
In quel momento, nel corridoio, Falco Lombardi stava conversando con Katt Monroe attraverso il video-trasmettitore legato al suo braccio.

- Non preoccuparti, Katt, ho messo la maglia di lana... Niente di nuovo, alla Great Fox... Tranquilla, sarò puntuale a cena... - stava per dire un'altra cosa ma, vedendo il suo comandante e per non mandare il suo orgoglio di "asso dei cieli" al diavolo, dovette abbassare di molto la propria voce. - Sì, Katt, ti amo anch'io... un bacio!

Fox non lo sentì, infatti, la sua mente era altrove.
Qualche ora dopo, Fox camminava lungo il ponte che collega Central City con gli altri settori della metropoli di Corneria. Era crepuscolo inoltrato, Fox si strinse nella sua giacca di pelle nera e si levò gli occhiali da sole. Il suo sguardo si perse nella contemplazione del paesaggio urbano-futuristico di Central City, questo gli ricordava le lunghe passeggiate che faceva mano nella mano con lei.
Krystal, bella e maledetta allo stesso tempo.
Fox lo sapeva meglio di chiunque altro... ricordava il dolce profumo della sua pelliccia (volevo dire "pelle", ma stiamo parlando di esseri antropomorfi) che gli inebriàva il suo olfatto di canide.
Si appoggiò con gli avambracci sul corrimano del ponte, con la mente isolata da tutto: il rombo delle macchine, le luci dei fanali, i clacson di qualche automobilista nervoso e gli stridìi delle ruote erano per lui un'eco lontana.
Ricordava il suo sorriso sensuale ed innocente di donna, ancora bambina internamente. Lui che la baciava da dietro le spalle, stringendola in un tenero gioco da innamorati, e la risatina candida di lei nell'apprezzare il suo ardire.
Il comandante della più forte squadra di mercenari che abbia mai varcato le soglie dell'iperspazio, così bravo ed efficiente nel gestire ogni operazione militare e dotato di un carisma al di fuori dell'ordinario, era completamente incapace in campo sentimentale.

- Non so proprio cosa non ho per impegnarmi seriamente - si chiese Fox, grattandosi in maniera ossessiva la folta capigliatura alla mohicana che aveva in testa.

In realtà, era semplicemente troppo orgoglioso, per ammettere di aver compiuto una immane sciocchezza nel tentativo di proteggere la sua donna.
Purtroppo, ormai il danno lo aveva fatto.
Fox sospirò sommessamente e diede una rapida occhiata al suo orologio: le nove e mezza.

- Meglio che torni indietro, devo essere in forma per domani...

A dire la verità, voleva solo affogare i suoi ricordi e dispiaceri in qualche pub nella zona più malfamata di Central City.
Almeno nessuno lo avrebbe riconosciuto.

- Lei è il capitano Fox McCloud ? - chiese una voce maschile alle sue spalle, facendolo voltare di scatto.

Era un cane dalla pelliccia scura, un neo allo zigomo, di corporatura robusta e sulla fronte aveva degli occhiali da motociclista.

- Con chi ho il piacere? - la mano di Fox scivolò prontamente dietro la schiena, all'altezza della cintura dove teneva la pistola.

Non ci sarebbero stati problemi con la Legge, aveva appena rinnovato il porto d'armi.

- Abbassi la voce e ascolti questo messaggio - fece sottovoce lo sconosciuto, aprendo la valigetta che portava con sé.

In realtà, si trattava di un lettore DVD portatile con schermo incorporato.
Fox si calmò ma si dimostrò piuttosto seccato da quell'incontro non proprio amichevole.
Il tizio fece partire il video messaggio e, reggendo sugli avambracci il lettore, tenne lo schermo rivolto verso la volpe.
Fox si ritrovò ad osservare una video-registrazione: una volpe cominciò a parlare, o forse una lupa dalla pelliccia albina, e la sua voce era molto seria e formale. Infatti, si trattava nientemeno che che del Generale Supremo delle forze mercenarie.

- Buon giorno, signor Fox - esclamò costei. - Lei non mi conosce, però noi la conosciamo molto bene!

Mentre la donna parlava, Fox si accese una sigaretta con noncuranza, presagendo che la cosa aveva l'aria di andare avanti piuttosto per le lunghe.

- Lei è obbligato a partecipare ad una missione di importanza nazionale, in quanto associato alla corporazione PAWN; ulteriori dettagli le saranno resi noti, una volta che avrà raggiunto l'avamposto sul decimo quadrante orientale del sistema planetario di Kurymeòs!

La registrazione, contrariamente alle previsioni di Fox, si interruppe lì e il tizio ripose il lettore nella valigia.
Fox sembrava dubbioso ma, per qualche ragione, si sentiva in un certo senso obbligato a prestar fede al racconto di quella donna.

- Una domanda: chi altri è stato invitato a questa... convocazione? - domandò dunque il comandante dello Star Fox.
- I suoi compagni avranno già fatto la stessa domanda ai miei collaboratori, li incontrerà nel punto di ritrovo stabilito - rispose l'altro bruscamente.

Dopo una buona oretta di viaggio in aeromobile e, successivamente, ritirato il biglietto per lo spazioporto che lo avrebbe condotto verso il Sistema Z, Fox si concesse qualche ora di riposo nella cabina del velìvolo interstellare.
Ad un tratto si svegliò, a causa di un bip sonoro ed incessante.

- Mh... Siamo arrivati ? - borbottò, ridestandosi dal suo torpore, dopo essersi adagiato ore su un sedile troppo comodo.

Fox scese dal velìvolo e si incamminò assieme al factotum della società chiamata PAWN. Onestamente però, non aveva la più pallida idea sul "come" e il "perché" di quella convocazione.

- Puoi dirmi qualcosa in più? - chiese Fox al tizio che, dopo averlo accompagnato per un po', sembrava intenzionato a farlo tuttora.
- Le basti sapere che si tratta di una situazione di emergenza, estremamente delicata e rischiosa, che non garantisce l'incolumità per nessuno di noi - spiegò a monosillabi il miltare.
- Chiaro... Senti, ma un nome ce l'hai ?

Annoiato da quella segretezza, e dal piglio formale del suo accompagnatore, Fox decise di provare a rompere il ghiaccio.
Subito il soldato si fermò e, scoccàndogli un rapido sguardo di traverso, i suoi occhi si fecero seri e anche un po' scocciati.

- Max Hernandez, sono portoricano, sono nato trentasei anni fa e il mio incarico è quello di ricognitore urbano - disse questi, non senza ostentare una notevole dose di strafottenza. - Vuoi anche il mio numero di telefono?
- Mi basta il tuo nome, il resto vedremo - tagliò corto Fox facendo spallucce. - Dovrò pur chiamarti in qualche modo, signor Hernandez!
- Tzk... - sbuffò l'altro.

Entrambi ripresero a camminare.
Giunti dinanzi a una porta, Max fece segno a Fox di proseguire per conto suo.
Il capitano dapprima osservò il militare allontanarsi nella penombra del corridoio e poi si voltò verso la porta.
Fece per afferrare la maniglia, quando un brivido improvviso gli attraversò la schiena.

- Ma che diavolo...

Fox parve ripensare ad alcune cose.
Perché si era lasciato condurre da un perfetto sconosciuto in un posto sconosciuto?
Che fine aveva fatto il suo buon senso?
Lo aveva ignorato volutamente o era sparito proprio nel momento sbagliato?
Non gli era mai successa una cosa simile... No, anzi... era già successo!

- Krystal...

Fox si guardò le mani, coperte di gomma sintetica, mentre la testa cominciò a riempirglisi di immagini sfocate.
Gemette silenziosamente, dandosi una pacca sulla fronte.
Rivangare il passato lo avrebbe solo reso pazzo. Per quanto fosse vero, essere soliti fare tesoro delle esperienze passate, non era quello il caso... In quel caso, infatti, significava solo finire imprigionati in un passato inesistente.
Perché inesistente?
Perché già accaduto, già sperimentato, Fox doveva voltare pagina.
Con uno scatto impulsivo, aprì la porta, lasciando sbattere le doppie ante contro il muro.
Lo schianto venne sentito da circa ottanta, forse addirittura novanta, persone presenti in sala.
Tutti lo fissavano.
Solo in quel momento si rese conto di aver appena fatto una cazzata. Ci volle un minuto buono per riprendere, seppur non del tutto, il controllo e scusarsi con le persone lì presenti.

- Fox, ma sei ammattito?

Il comandante spostò il suo sguardo imbarazzato verso un viso familiare che si faceva largo tra la folla.
Falco dovette porgere numerose scuse, per il comportamento insensato ed impulsivo del suo comandante. Quando le cose si ristabilirono, condusse poi Fox per un braccio ad uno dei tavoli.

- Mi spiace, Falco, non so cosa mi sia successo!

Fox era rosso di vergogna.

- Lascia perdere... Bevi, è un buon calmante - Ciò detto, Falco gli passò l'analcoolico appena ordinato.

In una situazione normale, l'aviatore della squadra Starfox avrebbe rimproverato chiunque facesse quel gesto di pura stizza nervosa, pure se si fosse trattato di suo fratello. L'uomo che gli era di fronte, però, non era chiunque: era il suo capitano, il suo amico, e Falco sapeva benissimo le condizioni pietose in cui egli versava minuto per minuto.
Diede qualche pacca al suo amico, che pure si sforzava di non mostrare lacrime.

- Non c'è bisogno di tenerti tutto dentro, dovresti sfogarti - provò a suggerire Falco.

Fox sospirò, alle parole del compagno, pure sapendo che questi aveva ragione.
Seppur con un certo turbamento, iniziò dunque a parlargli dei continui e brutti presentimenti che aveva, per non parlare delle innumerevoli volte che agiva come se avesse uno spirito maligno nel cuore.

- Falco... Per la prima volta, io ho... paura - il tono di voce basso e la voce roca mettevano in chiara evidenza lo stato emotivo del capitano.

L'aviatore ascoltò in silenzio.
Era abituato a capire e a comprendere il suo comandante, conscio tanto del suo stress che del vero motivo della sua disperazione.

- Fox, tutti noi proviamo quello che provi tu, almeno una volta nella vita: si chiama rimpianto...

Falco, seppur superficialmente, aveva centrato il problema.
Guardandosi intorno, Fox riconobbe alcuni volti di mercenari come lui, molto famosi e temuti.

- Chi mai potrebbe avere interesse a riunire tutte le peggiori canaglie dello spazio?

Fox si lasciò guidare dal suo buon senso che, per qualche ragione inspiegabile, era tornato a consigliarlo e a prendere le redini dei suoi istinti.

- Falco, ora che lo noto, riconosco in questa sala alcuni nostri "colleghi"...

Falco finì di bere il suo bicchiere di liquore.

- Beh, da quello che so, hanno riunito numerosi piloti del Sistema Corneria; soprattutto quelli giovani e promettenti, e sembra che siamo stati tutti obbligati, in quanto appartenenti a questa fantomatica Corporazione PAWN...
- Sai che significa?

Fox era tornato subito serio, e la sua questione sentimentale tornò momentaneamente accantonata dalla sua indole di scavezzacollo.

- Come sei arrivato tu, sono arrivati anche gli altri, purtroppo non so altro - aggiunse Falco, prima di alzarsi dal tavolo. - Siamo bloccati qui...

Fox rimuginò un istante.
Evidentemente, era inutile chiedere ulteriori delucidazioni. L'unica era aspettare ulteriori sviluppi e, perché no, vedere le cose da una diversa prospettiva.
Si grattò la testa.

- Ma...

Fox vide Falco raggiungere Katt Monroe.
Almeno lui sapeva come passare il tempo, a differenza sua.

- Ciao, Falco, non immaginavo che lavorassi qui: il posto è stupendo - sorrise Katt, osservando la struttura architettonica in stile classico ma non troppo.
- Ma che cavolo dici ?!? - scattò subito Falco. - Io non sono mica il barman, sono finito qui come te, e non so nemmeno quando e se torneremo a casa!

Per dare maggior enfasi alle sue parole, Falco batté un pugno sul bancone, con le vene che gli sporgevano sulle tempie.

- Come siamo permalosi... andiamo, rilassati - fece Katt, invitando l'altro a sedersi al suo fianco.

Falco abbandonò subito il suo cipiglio.
Fox si annoiava a stare seduto e ad osservare gli altri che, in un modo o nell'altro, avevano tutta l'aria di godersela.
Qualche minuto dopo, le luci della sala si spensero e dal tetto venne automaticamente calato un gigantesco schermo piatto.
Tutti i presenti interruppero quello che stavano facendo 
e si concentrarono verso lo schermo ( anche se, in sottofondo, vi erano lievi bestemmioni da chi portava i bicchieri e, a causa del buio improvviso, era inciampato e aveva fatto rovesciare il contenuto a terra o addosso a qualcuno... ma questi sono dettagli ).

- Buona sera tutti voi, immagino che siate curiosi di sapere perché e come siete finiti qui - dallo schermo fece la sua apparizione la misteriosa donna che i vari piloti e mercenari avevano visto nelle registrazioni di “reclutamento”. - Sono Donna Camilla Valentia, sono colei che guida la società bellica PAWN; la ragione per cui voi siete qui è molto semplice

Il viso della donna divenne un quadratino in alto a sinistra, mentre sullo schermo veniva ora mostrata un mappa siderale.
La donna spiegò che i mercenari avevano un importante compito da svolgere, stabilito dalle alte sfere politiche e militari del governo di Corneria.

- “Una missione suicida, per conto di multinazionali che sfruttano gli uomini come materiale, per mantenere il controllo e la gestione dei più importanti centri di potere"... Eh, ormai ci ho fatto il callo!

Fox aveva compreso finalmente la sua paura.
Anche gli altri si guardarono tra loro, i loro visi esprimevano tutto lo sbigottimento e anche il risorgere di istinti mai sopiti.
L’istinto di sopravvivenza.
Fox era l’unico che sorrideva.

- Hmpf… finalmente ho un modo per liberarmi dalla mia ossessione - borbottò Fox tra sé, osservando il fondo del suo bicchiere.

Un colpo in fronte da parte di uno sconosciuto e una tomba ignota in culo al mondo e finiva lì.

- La missione è molto semplice: dovete superare un avamposto alieno e recuperare dei dati che ci permetteranno di garantire una pace duratura - concluse dunque la donna.

Non appena lei ebbe finito, lo schermo si spense.
Il resto fu come se nulla fosse accaduto.
Fox si voltò verso alcuni tavoli più distanti.

- Lei… Anche lei è qui ?!?

Fox si sentì sollevato di rivederla, seppur lei ancora non lo avesse visto o forse… lei lo ignorava?
Krystal era accomodata a un tavolo appartato. Il suo sguardo era spento e privo di quella luce meravigliosa.

- È per causa mia - Fox non aveva scusanti, né si sentiva degno di parlarle.

 

Inoltre… Krystal era così cambiata, così diversa, che Fox provò un frèmito di vergogna.
Si era fatta una tinta viola, trascurando in modo evidente la propria bellezza, tanto da risultare completamente sciupata e spenta.
Nessuno la considerava in quella sala, nonostante ci fossero più di ottanta persone in tutta la struttura orbitante del sistema.
Fox spostò lo sguardo per osservare Falco, mentre questi coccolava la sua micetta rosa, il discorso di prima non aveva minimamente intaccato il loro rapporto né creato ansia o paura per la sorte del altro.
Mentre osservava quei due piccioncini, Fox si sentì raggelare.
Come preso da un pessimo presentimento, si voltò di nuovo verso la sua amata volpina blu.
I loro sguardi si incrociarono.

- Krystal…

Fox non era pronto.
Non era in grado di affrontare il demone personificato, in quell’essere che ora lo stava scrutando.
La donna si alzò dal tavolo e, in pochi passi, era già seduta al tavolo di Fox.
Per un ora buona non si scambiarono parola.

- Sei Fox, vero?

La domanda lasciò il capitano di stucco.

- Sì, certo che sono Fox ma... Ma che domanda è?

Fox la guardò attentamente in viso.
I segni dello stress e dell'affaticamento, affiorando evidenti sotto forma di rughe, la facevano sembrare molto più vecchia.
Qualcosa di indefinito gli strinse improvvisamente cuore… forse pietà?

- Ti piace quello che vedi ? - chiese la donna, quasi sembrasse comprendere lo sguardo che il suo ex-capitano le stava appunto rivolgendo.
- Krystal… Che ti è accaduto, dopo tutto questo tempo?

Fox cercò di essere gentile, nonostante il suo profondo disagio.

- Krystal è morta, Fox.. è morta per colpa tua - la voce della donna aveva un tono calmo, come se avesse appena annunciato qualcosa di insignificante.
- Ma che dici ? Sei qui, di fronte a me… - Fox alzò appena la voce, il cuore chiaramente agitato, e sembrava che il suo rimorso e la consapevolezza del male insensato che aveva compiuto si fosse appunto concretizzàto in quella donna che ora stava parlando.
Fox non aveva ancora compreso che, a causa del suo insensato orgoglio, aveva fatto esattamente l’opposto di ciò che intendeva fare per loro.

- Non ho mai detto di chiamarmi Krystal...

Fox scattò dunque in piedi, in preda ad un impeto di rabbia, sbattendo violentemente entrambe le mani sul tavolo.

- Non dire sciocchezze, Krystal - esclamò.
- Sono Kursed… Sono il fantasma del sentimento che Krystal provava, verso di te e il mondo!

Costei sembrava indifferente a tutto.
Era triste ma, nonostante questo,
 non vi erano lacrime nei suoi occhi. Non perché si sforzasse a mostrarsi "forte", bensì perché di lacrime ne aveva versate così tante che ormai, anche volendo, non ne era più capace.
A spezzare quell’aria carica di tensione e astio tra i due, intervenne un piccolo sottofondo musicale, proveniente dalle enormi casse acustiche lì nella sala.

- Toh, il ballo volpino... Ti va? - chiese Kursed atona.

Senza neppure aspettare una risposta, prese per mano Fox e lo trascinò nel ballo.
Fu un vero e proprio tuffo nel passato… Fox lo ricordava molto bene.

- Il ballo volpino... è la danza preferita di Krystal - pensò.

La musica era molto piacevole e ben orchestrata, tanto che Kursed sembrò riacquistare una certa vitalità.

- Krystal, mi dispiace… Credimi, io non volevo... questo!

Fox strinse a sé quella donna, non voleva lasciarla andare.

- Lo hai comunque fatto - sussurrò lei gelida. - Fox, io voglio solo dirti questo, da parte di Krystal…

Fox poggiò la testa sulla sua spalla.
Krystal, a causa del dolore e del odio che provava per Fox ( e successivamente per il resto del mondo ), aveva distrutto la sua maschera e, al suo posto, aveva creato una nuova forma per potersi difendere da quel mondo così spietato.
Kursed era una cacciatrice di taglie, spietata e fredda come il ghiaccio. Il suo cuore era di metallo, non voleva provare emozioni... non più.
Krystal era morta e sepolta.
Fox lo comprese, ma non riusciva ad accettare una cosa simile.

- Ti… ti piace il ballo volpino?

Fox lo disse quasi in un soffio.
- No, non sono Krystal…
- Allora perché sei tornata, dal tuo carnefice, da colui che ha ucciso la tua precedente forma?

Kursed non rispose ma continuò a ballare con lo stesso ritmo di Fox.
Poi il ballo finì.

- Fox, sono stanca... Accompagnami nella mia stanza!

Fox, senza dire altro, le porse il braccio e insieme camminarono per i lunghi e luminosi corridoi dell'astronave.

- Lo sai già che non torneremo vivi ? domandò ancora Fox.

Silenzio.

- Questa è la mia stanza, grazie!

Kursed prese dalla tasca della sua giacca olivastra le chiavi e in un giro di toppa la porta era aperta.
Fox restò sullo stipe della porta, fino a che la donna non chiuse la porta.
Fox sorrise debolmente.

- Me lo merito, sì... Me lo merito proprio!

Ciò detto, Fox fece per incamminarsi di nuovo lungo il corridoio e già la sua mente si perse nei ricordi di neanche qualche minuto fa: lui, lei, il ponte e le luci...

- Ehi, Fox?

La porta s’aprì di nuovo e s’affacciò il viso di Kursed.
Un minuto dopo Fox era seduto sul letto di Kursed.

- Che cosa vuoi dirmi, allora? - mormorò il capitano dello squadrone, osservando colei che un tempo era la sua amante.
- Fox, ti dico solo questo in memoria della mia altra “io” - Kursed era ritta in piedi, con le spalle al muro, le mani dietro la schiena con i palmi premuti contro l’intonaco. - Questa sera è l’ultima che abbiamo e poi, domani, ti piazzerò un colpo in fronte!

Non scherzava.

- Perché hai accettato questa missione? - Fox porse la domanda senza mostrare alcuna emozione.
- 
Per lo stesso tuo motivo!
- Capisco, senti… posso parlare con Krystal ?
- È morta, te l’ho detto - replicò Kursed stizzita.
- Ok, non mi considerare, allora...

Kursed non obbedì ma continuò ad osservare ciò che stava facendo l'uomo dinanzi a lei.

- Krystal, lo so che mi senti, voglio solo dirti questo: da quando te ne sei andata, è come se mi fossi scavato la fossa con le mie mani... Non ho più trovato pace!

Kursed lo squadrò con un sopracciglio alzato.
Era impazzito, forse?

- Kursed, ti prego… Concedimi il piacere di una morte violenta e rapida - così dicendo, Fox estrasse dunque la propria arma dalla fondina. - Non posso neanche chiedere scusa, a colei che ho amato più di chiunque altro: io l’ho cacciata, perché avevo paura della sua morte, ma ho commesso un errore gravissimo... perché l’ho ammazzata con le mie stesse mani; il peso della colpa mi opprime l’anima, e mi consuma giorno dopo giorno; io ho creato quella donna spietata e crudele di nome Kursed, il cui nome mi fa spavento… perché significa Maledetta!

Fox interruppe un attimo il suo sermone.
Mentre parlava, svuotò il caricatore e lasciò dentro solo un'unica cartuccia.

- Liberami dal male che ti ho fatto - disse, porgendo dunque la pistola con il calcio rivolto verso la donna.
- C
redi che questo ti liberi dal peccato? - Kursed non pareva mostrò sentimenti e neppure pietà.
- 
Sono un essere talmente infame, che non esisterà inferno peggiore e sufficiente per castigarmi del male che ho fatto!

Fox era veramente penoso.
Supplicare al fantasma di Krystal di ucciderlo, senza alcuna possibilità di redenzione.

- Non voglio il perdono - concluse Fox sottovoce.

Kursed impugnò il calcio della pistola e sollevò il cane.

- Addio, Krystal, spero che non mi vedrai mai più!

Fox chiuse gli occhi.
Il colpo non partì, Fox sentì invece le proprie labbra calde.
Riaprì gli occhi e assaporò quel bacio concesso dalla divina provvidenza.
Subito dopo, però, entrambi
 si staccarono.
Fox percepì, negli occhi di lei, quella luce.
Seppur per pochissimo, Krystal era tornata.
Immediatamente dopo, ripresero a baciarsi, con più vigore… 
Kursed o Krystal ?
Non fu mai dato saperlo.
Costei s
bottonò la blusa verde e levò in un colpo tutta la parte superiore dell’abito di Fox, accarezzando i pettorali della volpe con avidità e allo stesso tempo mordicchiandogli la lingua.
Poi toccò a Fox, decisamente più rude, tanto che le strappò via letteralmente l’intimo e iniziò ad accarezzarle i seni per poi scendere con il muso per mordicchiarli dolcemente.

- No... Così mi lasci il succhiotto!

Fox ridacchiò alla supplica di Kursed.
Il resto lo censuriamo e lasciamo fare alla vostra fantasia.
Il giorno dopo…
Fox si svegliò presto. 
Osservò la sua adorata volpina che ancora dormiva e, nel mentre, prese una decisione.

- Addio, chiunque tu sia - fece Fox, con un sorriso amaro sulle labbra. - "Kursed o Krystal", non importa... Io amo quella donna, non importa quale maschera ella porti; non è lei che deve allontanarsi da me, bensì io da lei...

Ciò detto, Fox caricò la sua arma, con il passo sicuro e senza rimpianti.
Non era più il tempo per indugiare.
Avrebbe scontato il suo peccato, sottostando alla punizione che ampiamente meritava.
Una morte in battaglia, solo e dimenticato da tutti.
Lo Starfox sarebbe andato benissimo avanti con le proprie gambe. 
Essere mercenari non era certo per tutti.
Fox lo aveva compreso, solo osservando la corruzione negli occhi della sua donna.
Lui era l’artefice del male, e lui stesso vi avrebbe posto fine...
D’altronde Fox McCloud non era certamente un santo!

 

FINE

   
 
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