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Autore: Ai Khanum    09/06/2014    4 recensioni
Cosa sappiamo dei servi di Malefica? Abomini alle sue dipendenze, senza senno e discernimento. Ma che dire dell’Araldo per eccellenza, il corvo Diablo? Chi è in realtà? Questo è un piccolo assaggio della sua personalità.
Questo racconto è arrivato 11° al contest "Tutti (o quasi) i sentimenti dell'uomo" di AmahyP
Genere: Dark, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Malefica
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime di Nobiltà

Pacchetto utilizzato: Desiderio

 

Lacrime di Nobiltà

 

Le fiamme del braciere ardevano voraci, inghiottendo di prepotenza la legna che soggiaceva sulla pietra. Diablo osservava la colorazione verdastra, una mano tesa a lambire le lingue di fuoco con fare distratto. Il castello di Malefica era grande, freddo, eppure il luogo, ove dimorava il trono, era quanto di più vicino all’inferno lui conoscesse. E ciò lo aggradava enormemente.
“Mio diletto, tergiversi nel tornare nella tua patria?” La strega lo guardava con espressione neutra, appoggiata al lungo bastone, di cui accarezzava il cristallo giallo acido. Diablo si girò a guardarla, mentre richiudeva la mano e le unghie si conficcavano nella carne.
“Divina, ho sempre seguito le vostre istruzioni e altrettante volte sono tornato nel Regno delle Ombre. Di tutti i vostri seguaci, sono colui che ha preso il comando contro le armate dei regni vicini e ne sono uscito vittorioso. Tuttavia, di questo mondo sempre in conflitto io ho solo conosciuto i campi di battaglia.”
Malefica sogghignò e con un fruscio di vesti nere si accostò al demone. “La tua antichità non ti ha permesso di esplorare i terreni calcati dai mortali?” domandò, appoggiando la mano sulla spalla dell’entità. Diablo rimase impietrito a quel tocco. Di tutti i padroni che aveva avuto, la strega era quella che temeva di più. Antica come le radici del mondo, non paventava le creature che evocava e spesso accadeva che le riducesse a sgorbie creature incapaci di tornare nel mondo infernale. Il demone aveva visto in che modo i suoi simili venivano ridotti a grottesche creature, impossibilitate a tornare nel Regno delle Ombre e all’iniziale disprezzo sopraggiungeva la paura. Paura per sé stesso, per un eventuale fallimento.
Tuttavia, Diablo continuava a militare sotto la sua guida perché i privilegi che otteneva gli garantivano potenza e prestigio nel mondo dei vivi e in quello degli spiriti.
“Voi conoscete la mia natura, mia Signora. Il sangue non mi basta più. Desidero conoscenza, voglio soggiogare le deboli menti e renderle mie prede.” Rispose di getto, impettendosi e guardando Malefica dritta negli occhi. La strega continuava a sogghignare e lasciando andare la spalla di lui accarezzò la pietra del bastone, che si tinse di un debole bagliore verdastro. Annuì lentamente e riprese a parlare. “Diablo, mi hai servito bene in questo lungo periodo di tempo. Ho deciso di assecondare il tuo desiderio.”
Gli occhi le brillarono malvagi, ed il sorriso si allargò: “Ti offro un patto. Diverrai l’annunciatore della mia presenza. Ma…” Allungò un indice in direzione del capo di Diablo, in avvertimento: “Non potrai più tornare nel luogo da cui provieni, sarai in eterno una mia proprietà.”
Diablo deglutì a quelle parole, e d’istinto portò lo sguardo sulle fiamme verdi. Era ancora in tempo per poter ritornare nel suo regno, in quel caos di lava e venti acidi dove forze deboli e forti si scontravano continuamente alla ricerca di brandelli di anime umane e corruzione di intelligenze primordiali. Era questo ciò che desiderava veramente? Non tornare mai più nelle oscurità degli inferi?
Chiunque, al suo posto, avrebbe fatto di tutto per ritornare il prima possibile nel regno degli inferi, per sfuggire alla crudeltà della strega. Ma non lui.
Troppa curiosità, troppo desiderio di apprendere tutto il conoscibile.
Rimanere sulla terra significava sì obbedire per sempre, ma anche ricevere conoscenza potenzialmente infinita. Dopotutto, questo Malefica sapeva donare e non era affatto parca nella sua diabolica generosità. Si girò ancora una volta verso la strega ed annuì: “Accetto, Divina.”
La debole luce divenne sempre più forte, accecante. L’ultima cosa che Diablo vide e sentì furono gli occhi spiritati di Malefica e la sua risata trionfante.

 
Altri secoli passarono, e nuovi regni sorsero e caddero. La montagna sulla quale la roccaforte di Malefica dominava, in rovina, chilometri e chilometri di terreni e foreste, fu chiamata Montagna Proibita dal popolo, spaventati da questa presenza eterna e silenziosa, che per brevi periodi si risvegliava e rigurgitava le figure demoniache che la strega richiamava.
In una giornata uggiosa, Malefica era affacciata alla finestra della sua camera. Dietro di lei, serve senza occhi portavano da mangiare sul lungo tavolo di legno, imbandito di ogni cibo pregiato. A queste donne, giovani o anziane che fossero, non era dato poter vedere la propria padrona. Erano umane vendute dalla plebe che non poteva permettersi di mantenere altre vite perché troppo poveri per sfamarle. Malefica le selezionava con scrupolosità ed ognuna di esse si occupava di qualcosa all’interno della fortezza. Nessuna di loro era più in grado di parlare e maggiore era la vicinanza con Malefica maggiori erano le mutilazioni. Questo perché la strega odiava le espressioni di paura, le incertezze dei gesti, i balbettii incomprensibili. Nonostante questo, tuttavia, le serve erano in ottima salute e vivevano al sicuro, lontane dalla crudeltà del mondo esterno.
“Diablo, voglio che tu vada al castello di Re Stefano.” Esordì la strega mentre si accomodava al tavolo e cominciava a prendere le posate. Il demone, ormai tramutato in corvo, aprì le ali dal suo trespolo e le sbatté, gracchiando. “Da poco tempo il suo regno è cominciato ma già da qui scorgo fermento. Voglio che scopri cosa succede.”
Il corvo spiccò il volo e lasciò la sua padrona sola, a godersi quel pasto in solitudine.
Il castello pullulava di serve, nella stanza della regina, la quale urlava per il dolore. Diablo si avvicinò alla finestra coperta da una pesante tenda e vi si accostò, spostando con il becco un lembo di quella. Vide una donna trasportare un lenzuolo macchiato di rosso, un’altra che si avvicinava al letto con un secchio fumante.

Cosa sta succedendo, qui? Si chiese il corvo, girando con movimenti scattosi la testa, alla ricerca di qualsiasi particolare rilevante. La sua conoscenza del mondo degli uomini non gli permetteva di comprendere. Poteva solo intuire dalle voci concitate delle serve, tra le urla della regina.
“Sono ore, ormai, che la regina non sta bene. Il re è fuori dalla stanza che cammina come un ossesso avanti e indietro, non fatelo entrare!” disse una levatrice rotondetta.
“Portate dei panni puliti ed altra acqua! Tu, cosa fai qui sporco animale!? Via!” Diablo dovette spiccare di nuovo il volo e spostarsi verso un’altra finestra, scacciato da un’altra sguattera.

Chi diavolo si crede di essere quell’umana inferiore? Gracchiando, si spostò verso un’altra finestra, dove vide re Stefano. Si appollaiò sul davanzale e stette a guardarlo mentre camminava. Passò almeno un’altra ora, dopo la quale il re poté vedere un fagottino portogli da una delle levatrici. Diablo vide alzarlo sopra la testa, felicissimo, ed urlare ai dignitari che gli stavano vicino: “Che sia celebrato il battesimo di mia figlia! Tutto il regno dovrà salutare Aurora!”
Gli occhi di Diablo brillarono. Molto, molto interessante. Malefica ne sarà felice di questo. Aveva già sbattuto le ali, in procinto di spiccare nuovamente il volo, quando sentì qualcos’altro. “Mandate immediatamente un messaggero al castello di re Umberto, finalmente il nostro sogno diverrà realtà!”
Il corvo girò la testa di scatto verso re Stefano, e ascoltò quanto ancora stava dicendo verso il messo: “Digli che i due regni verranno finalmente riuniti, e che il dominio di Malefica non potrà nulla contro l’unione basata sull’amore e l’amicizia!”

Di questo sarà meno contenta. Meglio sparire ora.

 
Si sa quale fu la reazione della strega nel sentire la notizia, ma soprattutto si conosce cosa successe quando seppe di non aver ricevuto l’invito previsto per una personalità del suo calibro.
Diablo era di nuovo alla finestra della regina Leah, e la vide inginocchiata al letto piangente. La finestra era aperta e il corvo si aggrappò alla testata del baldacchino, silenzioso e curioso di quanto la regina in quel momento diceva.
“Ti prego, fa che la mia bambina stia bene. Fa che la maledizione di Malefica non abbia mai da compirsi.” Singhiozzava e la fierezza dei lineamenti aveva lasciato posto alla disperazione. Leah alzò la testa e vide innanzi a sé il corvo. Rimase a guardarlo vari istanti e quando parlò tentò di non far tremare la voce: “Voi che siete gli occhi e le orecchie dell’Eccellenza delle Ombre, vi beffeggiate di una madre distrutta dal dolore. Ma vi chiedo, Araldo del Male, mostrate alla vostra padrona quanto dolore comporta un gesto di stizza. Questa corona che ho davanti non ha più nessun valore, sono la più misera delle donne plebee…”
Delle voci provenienti da oltre la porta richiamarono la regina, che si interruppe e si rimise in piedi. Continuando a guardare Diablo, riprese a voce più bassa: “Questo è ciò che l’Eccellenza della Montagna Proibita ha preteso. Ma io la compiango, perché non ha altro che questo, una maledizione e nulla più.”
Quando la porta si aprì, il corvo era già scomparso, e la regina non diede spiegazioni alle serve curiose.

Se questa è l’umanità, ne serberò il ricordo. Se questi sono i sentimenti terreni, preferisco mille e mille volte la mia Signora. Mai una ruga  ha distorto l’espressione, o una lacrima ha stropicciato il suo viso d’alabastro. Il mio desiderio ha avuto vita, e alla mia Dea porgo ringraziamento.
Nel tramonto sanguigno, le ali del corvo sbattevano veloci, mentre la sua figura diveniva sempre più indistinguibile, fino a sparire tra le nubi della Montagna Proibita.

 
Angolo dell'autrice!

Salve a tutti! Innanzi tutto ringrazio AmahyP per aver indetto questo bellissimo contest! Scrivo solo per chiarire un punto che riguarda le linee guida della storia, perché potrebbe apparire fuori contesto: Il pairing. In effetti c'è scritto Het, ma la storia non racconta proprio una coppia. Io ho immaginato una sorta di het platonico tra Diablo e Malefica (più dal punto di vista di lui che di lei) ma non è un amore vero e proprio. Direi più gratitudine per il desiderio realizzato e curiosità verso la saggezza di questa donna così misteriosa. Ah, ovviamente.... Non mi sono affatto ispirata al film Maleficent, che ho trovato veramente degradante per una figura cattiva come quella di Malefica, che io adoravo senza alcun cambiamento. Ma questa è una  mia personalissima opinione ^^ Vi ringrazio della lettura, se volete commentare non farete altro che rendermi felice!!! *-*

Alla prossima! Ai Khanum

  
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