Salve a tutte/i! questa è la mia prima ff
–davvero lunga- che scrivo su vampire knight…spero che vi piaccia!
A proposito, per trovare i nomi -da ragazza- giapponesi ho dovuto fare una
ricerca su Internet ed ecco quelli che ho preferito: Fumiyo,
Hitomi, Kimie, KiyoKo , Kumiko, Mayumi, Reiko, Sama, Sumiko. Di tutti questi,
avevo optato per il penultimo –che mi ricollegava al mio nome, Samantha-
, ma poi ho scelto l’ultimo! Stessa cosa per il cognome, una piccola ricerca e
sono riuscita a trovarlo XD…okay…vi lascio, spero commenterete! (scusate la scrittura tutta strana, ma il mio programma per testi in html è idiota ù_ù)
1. L’arrivo
Il taxi si fermò davanti al
grande cancello dell’istituto Cross.
Ero nervosa, il mio
trasferimento lì aveva richiesto uno sforzo e un sacrificio molto grandi.
Speravo che grazie all’amicizia che legava mio padre al preside dell’istituto e
alla cortesia della sua figlioccia, Yuki, sarei riuscita ad ambientarmi.
Avevo avuto modo di conoscere la
ragazza quando entrambe avevamo otto anni. Orfana, abbandonata, sperduta. I
termini con la quale molti l’avevano definita, ma lei era sempre stata forte,
forse speranzosa. Non ricordava nulla prima del giorno in cui fu trovata e
portata al preside.
Sospirai al pensiero di come si
fosse potuta sentire inizialmente.
-Sono quaranta tondi, tondi,
signorina-
La voce tonante del tassista mi
fece sobbalzare. Estrassi una banconota da cinquanta e gliela porsi.
-Tenga pure il resto- scesi
prima che potesse rispondere con qualcosa come “non posso accettare più di
quello che mi deve” e tirai la valigia pesante fuori dal portabagagli. Sbuffai
e alzai gli occhi per osservare il cielo.
Quel giorno non avevo fatto
altro che spostarmi da un mezzo di trasporto all’altro, per poter arrivare fin
lì. Mi ero svegliata con la vista di un orizzonte scuro e pieno di nubi, così
da non notare il passare del tempo. Ora il cielo era sgombro da ogni traccia di
pioggia certa.
Notai il colore scuro e
profondo, blu, e le stelle appariscenti e costantemente luminose.
Era notte, e ad illuminare il
viale principale che portava ai dormitori non c’era neanche un lampione.
Sbuffai sonoramente e sospinsi il cancello quel tanto che bastava per lasciarmi
entrare. Il taxi si rimise in moto e sparì veloce.
Mi accorsi solo dopo pochi
istanti che mi ero imbattuta in un bivio. Girai il volto verso la mia sinistra,
lì si intravedeva l’ombra confusa della costruzione usata per le lezioni.
Sarei andata da quella parte, se
solo fossi stata certa che ci fosse stato qualcuno…
Vediamo…se non sbaglio ci sono due sezioni…la Day Class e la Night
Class…quest’ultima forse è a fare lezione.
Eppure, decisi di girarmi verso il bivio, facendo mentalmente una conta
veloce per decidere da che parte andare.
Alla fine, un po’ insicura mi
diressi a sinistra.
La strada era alberata, con
cespugli fitti che sporgevano ai lati e che al buio creavano ombre inquietanti.
Stai calma
Sumiko…non c’è niente di cui aver paura…
Me lo ripetei abbastanza da poterci credere. Feci solamente dieci passi
o giu di lì, prima di sentire un rumore dietro di me.
Oddio…fa che
sia solo un animale…
Strinsi i pugni, solo per combattere contro l’istinto che mi diceva di
prendermi a schiaffi. Odiavo sembrare vigliacca, persino davanti a me stessa.
Mi guardai intorno e facendo un
piccolo passo avanti finii col piede destro su un bastone abbastanza grande e
maneggevole, lo presi e lo tenni stretto con la mano libera dal peso del
bagaglio.
Stavolta mi voltai scattante e
innalzai il bastone per difendermi.
Mi ritrovai a fissare due paia di
occhi.
-Ehi, calma, veniamo in pace- il
ragazzo col viso più vicino alla punta della mia umile arma era tremendamente
bello.
Gli occhi di ghiaccio e i
capelli biondi e scompigliati, perfetti a incorniciarne il viso dai tratti
sottili. Sulle labbra un sorriso divertito e sicuro.
Osservai di sfuggita l’altro
giovane, più alto e allampanato dell’altro, con i capelli di un arancione
acceso. Notai una certa somiglianza tra i due.
Quando capii che potevo fidarmi,
almeno un poco, abbassai la guardia.
-Oh…ehm…perdonate il mio gesto
azzardato-
Il biondino sogghignò e poi
disse –Tranquilla, ti perdono se mi dici il tuo nome-
-Mi chiamo Itou Sumiko, ma tutti mi hanno sempre chiamato Sumi-chan…-
-Piacere di conoscerti,
Sumi-chan, io sono Hanabusa Aido, le mie funs mi chiamano
Idol-
Aggrottai la fronte confusa. Le
sue funs? Era famoso per caso?
Aido sembrò notare la mia
confusione, ma non ci badò e mi presentò l’altro ragazzo, che era rimasto in
silenzio tutto il tempo, osservandomi ogni tanto senza mostrare nessuna
emozione, a braccia conserte.
-E questo associale che vedi qui
di fianco a me è mio cugino, Kain- non mi soffermai oltre sui volti
perfetti dei due, sapendo finalmente il motivo dei loro tratti somatici molto
simili.
Notai invece che indossavano un
uniforme scolastica.
-Scusate, potreste accompagnarmi al dormitorio della Day Class? Sempre
se non vi crea disturbo…-
Entrambi alzarono un
sopracciglio e mi fissarono un istante-potrei dire troppo a lungo-.
Poi Kain parlò, lasciandomi di
stucco –Dalla valigia che hai al tuo fianco potrei dire che sei nuova…-
Annuii sorridente e speranzosa
di poter ottenere una mano a trasportarla.
Il biondino allora rise gioioso
e mi disse –Certamente! Saremo lieti di farti strada, ma ti informo che
dovremmo tornare indietro-
-Cosa?!- non potevo crederci…che
figuraccia.
Lui rispose
sereno –Questa è la via che porta dal dormitorio Luna all’edificio scolastico.
In questo momento c’è un piccolo intervallo, ti accompagneremo fino a che non
sarà ora di tornare a lezione…il capoclasse è inflessibile-
Il capoclasse…stavo per chiedere
chi fosse –solo per pura curiosità- ma decisi di non fare altre domande.
Mi sentii un po’ in colpa
–Lasciala…riesco a portarla, non preoccuparti-
-Da come ti trascinavi prima,
credo che faticassi un po’-
Il cugino mi camminava a fianco
osservandomi, quasi dandomi un voto.
-Mmh…sei molto carina, sai?- le
sue parole mi colpirono bruscamente, facendomi arrossire.
-Posso chiederti…- Aido
continuò, alzai gli occhi per osservarlo a mia volta -…qual è il tuo gruppo
sanguigno?-
Fantastico. Devo
preoccuparmi, forse?