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Autore: Hitsuki    09/06/2014    0 recensioni
{ Mad!MikuLuka; yandere!Miku/Luka | Miku!centric | introspettivo, violenza, contenuti forti, dark, horror?, drammatico? tematiche delicate? | ispirata a Beneath the Scarlet Moon, the Crazed Blossoms' Severance }
«Come mai sei tanto triste? Stai diventando più dolce» chiese con falsa ingenuità Miku, mentre la distanza fra lei e la sua preda diventava sempre minore e rendeva impossibile la fuga «È questo che volevi, no? Essere più dolce, più rossa» la lama si mosse lentamente lungo tutto il corpo, quasi con delicatezza, lasciando dietro di sé una scia cremisi.
"Il rosso è il colore del crepuscolo. Il colore della terra, il colore della vita, il mio colore. Il tuo colore".
La prima Cappuccetto Rosso scomparve; stessa cosa fece la seconda. La terza rimase, accusando sé stessa, e raggiunse poi la seconda.
[ • OOC, purtroppo per me (e per voi). ]
[ • presenti parti splatter e scene forti! Se siete impressionabili non leggete. ]
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Luka Megurine, Miku Hatsune
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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;; Il rosso scuro è il colore degli Eroi, perché è quello che va più lontano.
yanderemikuQuesto è il mio terzo tentativo di splatter, nonché primo tentativo di one-shot splatter ed inoltre MikuLuka - Cielo, quanto le amo, insieme e non?!. Non ho resistito dal pubblicarla dopo averla revisionata più volte perché diamine, come scritto mi piace - contando il fatto che l'ho scritta in due/tre giorni e non m'aspettavo chissàche - e sì, ci tenevo a pubblicarla. Yeah. Sto seriamente amando i personaggi yandere e yangire e pensare a una Miku così folle mi faceva venire l'acquolina in bocca. ♥ Purtroppo è OOC e mi dispiace molto, ma non potevo fare altrimenti. Ahimè, come di solito scrivo dall'iPad ed infatti il capitolo nuovo di zecca revisionato più volte della serie di DD! (che non aggiorno da mesi), per via della connessione andata a fondute (o fontane?) sul mio portatile, non può essere pubblicato. Riproverò in questo stesso giorno, promesso. Insomma, in poche parole cambierò grafica poi (perché Hitsuki rimanda sempre tutto!). E con l'estate spero di recensire un po' di più, ma non prometto nulla - anzi, l'estate mi fa sempre passar la voglia di fare qualcosa. Ah! Me ne stavo per scordare. La fanfiction è ispirata a questa meravigliosa canzone: Beneath the Scarlet Moon, the Crazed Blossoms' Severance, dell'altrettanto splendido Touhou Project e a Mirai Nikki - che devo ancora vedere, ma tanto Yuno Gasai è amabile lo stesso. ♥ Il titolo avrebbe dovuto essere solo "Paranoia Syndrome" perché m'è venuto tipo flash, ma dopo ho aggiunto quella frase di cui onestamente vado un po' fiera e spero vivamente vi piaccia. ♥ Il titolo invece del mio spazietto autrice è stato preso dalla mia Ayano Tateyama, del Kagerō Project, fuso a un'altra citazione, stavolta di Axel di Kingdom Hearts, semplicemente bellissimi (loro e le rispettive frasi) e anche piuttosto adatti. ♥ La frase che ho messo nella presentazione è anch'essa di mia invenzione, ma è ispirata al titolo dell'ultima puntata di Nagi no Asukara; insomma, come potete notare è un tripudio di ispirazione dalle opere che più amo, seriamente bellissime e che mi permettono di celebrare un pochino tali opere. ♥ Ah, e leggete bene l'ultima frase della mia intro sulle tre Cappuccetto Rosso, chissà mai che ci scappi una noticina riguardo a ciò che accadde a Luka dopo gli avvenimenti della fanfiction… ♥ Inoltre la one-shot mi sa un po' di World's End Dancehall, non so voi. Vi consiglio infatti di ascoltare la fanfiction proprio con Beneath the Scarlet Moon, the Crazed Blossoms' Severance o con quest'ultima, chissà che vi dia un effetto gradevole ed appagante! Ok, ok, la smetto qui e naturalmente spero spero che la lettura sia di vostro gradimento. ~
Edits alla fine.
{ piccola cosa: la fanfiction dà molta fantasia al lettore e molte cose - non solo quelle che inserirò nelle note - possono essere interpretate in modo soggettivo e totalmente personale, così come il finale e il rapporto fra Miku e Luka può avere mille sfacettature diverse. Inoltre, la ragazza all'inizio è anch'ella in balia della vostra immaginazione: può essere una Vocaloid, ma se volete anche un'original character, chissà. 
;; Hitsuki 


Paranoia Syndrome — Forse oggi davanti a un ciliegio potrò davvero salutare per sempre il crepuscolo, e lui farà lo stesso con me.
Phobia { ciliegie e succo di lime rosso fragola in mezzo al prato delle tre Cappuccetto Rosso
 

L'aveva vista di nuovo, a scuola, nascosta dall'imbarazzo e celata dal silenzio. Ancora una volta i suoi piedi erano fermi - attaccati come quando i chiodi vengono soppressi da un martello1 - su quel terreno tanto perfetto, maniacalmente perfetto. Perfetto come le labbra ciliegia di Luka, i suoi capelli trasportati dal vento come petali di pesco e i suoi occhi brillanti come il sole tanto che appena la vedeva chinava succube lo sguardo - ma presto lei sarebbe stata libera, libera di nuovo, libera per un'altra volta in quel breve lasso di tempo che la separava dalla sua prossima vittima. Quel sorriso che sapeva di ciliegie sarebbe stato ormai suo, suo e solo suo, nella sua mente oppressa da troppi pensieri, e non di qualsiasi altra. Possibile mai che lei non la degnasse, frequentando sempre altre ragazze ed ignorando il suo folle amore? Luka tese le labbra all'insù, sempre rivolta all'altra, mentre dei codini acquamarina si spostavano furtivi velando la pazzia più pura. Il sorriso venne ricambiato da quell'altra, un sorriso anch'esso rosso, ma rosso come le fragole. In fondo le donava, a quella ragazza, e Miku l'avrebbe resa ancora più dolce. Ancora più rossa.

***
 
«Oh, il tuo abito bianco è tanto bello! Così candido» dietro alla schiena rigirava lenta una lama invisibile come la sua anima, un pugnale freddo che nascondeva pazzia e sofferenza - ma lei non avrebbe sofferto più, o almeno non in quel giorno, né lei né quell'altra. Ella rimase stupita da quell'osservazione e accennò un sorriso fragola, così rosso. Così dolce. Troppo dolce. Troppo zuccheroso, troppo puro.
«Ti dispiace se sporco un po' il tuo spirito?». S'avvicinò con passi lenti ma a grandi falcate al volto stupito dell'altra, che nonostante lo stato confusionale ebbe la lucidità di indietreggiare per allontanare la distanza fra lei e Miku. Le sue iridi si fecero lucide come biglie e all'altra piaceva immaginarle quando sarebbero uscite fuori dalle orbite e rotolate lungo il suo corpo come in un vero percorso; presto sarebbe diventata dolce al punto esatto, ma mai dolce quanto la sua Luka. 
Il freddo incontrò il battito sudato dell'organo vitale della preda; il cacciatore girò lentamente il manico del pugnale, lacerando maggiormente la carne e creando un buco ancora più largo e profondo laddove prima si trovava un cuore pulsante e vivido di emozioni. Liquido color succo di fragola andò ad imbrattare l'abitino bianco ricamato della ragazza che intanto urlava, si contorceva, ma non riusciva a fuggire per la forte presa che Miku le dava - le sue unghie le bloccavano sadiche la schiena, tamburellando tranquillamente e muovendosi su e giù -; e allora tentava ancora invano di chiedere aiuto finché il cacciatore, infastidito dal rumore che la preda continuava a provocare, puntò l'arma sulla sua gola pallida che tempo addietro - poco fa - era liscia e rosata. 
«Come mai sei tanto triste? Stai diventando più dolce» chiese con falsa ingenuità Miku, mentre la distanza fra lei e la sua preda diventava sempre minore e rendeva impossibile la fuga «È questo che volevi, no? Essere più dolce, più rossa» la lama si mosse lentamente lungo tutto il corpo, quasi con delicatezza, lasciando dietro di sé una scia cremisi. Come gli artigli di un gatto, il pugnale stava graffiando leggermente tutta la pelle ormai sporca di succo di fragola della ragazza. La preda rimase in silenzio ma dopo un po' fece qualche mugolio, per poi gridare straziata e sofferente un'ultima volta. Miku interruppe il suo tetro rituale per puntare gli occhi iniettati di vermiglio sull'altra, senza più una traccia di sorriso o soddisfazione - era così seccante avere a che fare con prede rumorose, così fastidioso.
«Sta' zitta!» gridò per sotterrare le grida acute della fanciulla, ed il coltello affondò nella bocca di lei proseguendo fino a tagliare le corde vocali; non rimase neppure la traccia dell'ugola o della lingua. Continuò a ficcare nella sua bocca il coltello - come se scavasse a poco a poco - continuando ad urlarle di tacere e la gola si bucò facendo intravedere le ossa e ciò che rimaneva della carne della fanciulla cadaverica. Il corpo esanime si buttò a terra silenzioso e una pozza vermiglia, dolce, si espanse per tutto il terreno creando un piccolo lago rosso. L'abitino era diventato completamente cremisi, ancora più roseo e delicato. Miku mise la mano nella pozzanghera scura esaminandola attentamente e sfiorandone poi la superficie, passò la lingua sulle dita imbrattate di quel succo rossastro e lo ingurgitò sempre con lentezza per non rovinare l'atmosfera. Rimase un attimo in silenzio, poi tese gli angoli delle labbra all'insù e placata l'ira commento soddisfatta.
«Sì, sa proprio di fragole». 
***

Per un'altra volta, la libertà era finita e un nuovo giorno dichiarava con un crepuscolo il suo nuovo momento di servitù. Stavolta però era stanca, stufa, non aveva voglia di andare a scuola e soffrire un altro giorno - vedere Luka con un'altra, come se ignorasse il suo amore, e lei che ritornava succube dell'amore stesso attendendo di addolcire la prossima preda la stava facendo soffrire e arrabbiare al contempo -, di sentire al telegiornale di quel tale "squartatore" che alla fin fine era lei. Si mise perciò una maglietta cremisi e una gonnellina a sbuffo vermiglia, mentre nervosa si guardava allo specchio criticando mentalmente il colore dei suoi occhi e quello dei suoi lunghi capelli. Prese ancora una volta il pugnale fra le dita e con violenza innaturale strappò vicino alla radice dei capelli tutto quell'ammasso azzurro sporco che andò a ricadere sul pavimento ammucchiandosi. I capelli di Miku ora le arrivavano fino alle spalle, sbarazzini, troppi sbarazzini, per niente dolci. Lanciò esasperata il coltello e ficcò le dita nel suo cranio, piegandosi su sé stessa e maledicendo la sua imperfezione tanto distante dalla sua unica ragione di vita. Sempre più avida allora prese per la prima ed ultima volta le lenti a contatto che aveva comprato, rosse, sperando di diventare più dolce; le infilò con forza, poi esaminò irata lo specchio. No, non era ancora dolce. Scagliò un pugno su quello stupido oggetto trasparente che la rispecchiava con tanta crudeltà e le schegge le tagliarono la mano facendola sanguinare - saltarono in tutta la stanza rossa riflettendo quel colore per poi schiantarsi a terra. Estasiata osservò l'arto sporco, soddisfatta - ora sì, ora sì che era dolce.
«Be', almeno a qualcosa sei servito, stupido riflesso imperfetto» prese il coltello e lo nascose in una borsa a tracolla rossa e ricca di ornamenti sempre del colore della passione - sia nell'amore che negli assassinii -, poi aprì con calma la porta e la richiuse dietro di sé girando il pomello.

***

Seguì a lungo Luka. L'unica che era sempre stata vicino alla perfezione e che continuava ripetutamente a proteggerla dalle altre era proprio lei, Miku, nel suo essere imperfetto. O forse, era un rammarico di Miku stessa per sentirsi protetta? Non ci pensò molto; quel giorno aveva bisogno di amore, di dolcezza, e avrebbe dovuto agire.
Prese dalla borsa rossa - sempre apocrifa e distante spiritualmente da ciò che la circondava, le sue attenzioni erano solo ed esclusivamente rivolte a Luka - un cellulare bianco che spiccava fra quelle innumerevoli tonalità di rosso - pari al crepuscolo che le diceva sempre addio ma di continuo riappariva per far terminare un altro giorno - e cercò disperatamente il numero cellulare dell'amata, digitando con velocità - le dita che toccavano i tasti con l'abilità di un assassino - un messaggio; poi inviò e strinse con una mano il suo petto, respirando a grandi boccate ed accennando un sorriso soddisfatto che sempre più s'imprimeva nel suo volto. Le sopracciglia si arcuarono poi per rilassarsi e far calmare il resto del corpo, abbasando la temperatura corporea e i battiti del cuore. 
«Aspettami ancora una volta, tramonto, e finalmente potremo vedere la mia vita passare davanti ai miei occhi
2». 
Notò Luka che incuriosita aprì il cellulare appena sentì la suoneria ed il messaggio apparì sullo schermo. Lei strinse le braccia con le mani, rabbrividendo leggermente, poi inviò un breve messaggio.
"Chi sei?".  Miku - naturalmente aveva già la risposta pronta e il telefono vibrò cosicché l'altra non lo poté sentire - digitò ora con calma la risposta, sorridendo sempre più compiaciuta. 
"La persona che più al mondo ti ama, la ragazza che insegue il tramonto rosa".

***

Il sole tingeva di uno scarlatto cremisi e via via color pesca - come i capelli e la pelle di Luka - il cielo e Miku era già colma d'allegria. 
"Addio, stupido azzurro" pensò soddisfatta evitando il solo pensiero che aveva a che fare con il colore dei suoi capelli e riferita inoltre al tramonto sempre più prevalente rispetto al celeste. Ora l'atmosfera era così dolce, ma sarebbe dovuta diventare più rossa. Ancora più dolce. 
Attese sempre più affetta dalla paranoia e dall'idea che Luka non l'avrebbe considerata e mai l'avrebbe fatto, ma finalmente il suo corpo che sapeva di fragola apparve timidamente. Era davvero stupita, lo si notava immediatamente dai suoi occhi mai spenti ma sempre più brillanti per il timore e l'angoscia o ancora dalla sua borsa rosata che ricadde con violenza sul terreno - come tempo fa fecero i capelli di Miku - aprendosi e mostrando all'interno libri e quaderni. Era andata a casa di un'amica a fare i compiti e lei lo sapeva, lei sapeva tutto di Luka, più di chiunque altro e di Luka stessa; ma la persona che Miku ancora non comprendeva era proprio lei in tutta la sua imperfezione. 
«Cosa c'è? Non voglio farti del male» s'avvicinò minacciosamente, prendendo fra le sue dita una ciocca - un petalo di ciliegio - dell'altra delicatamente ed annusandola mentre la vittima, pietrificata come la Venere di Milo - provvista però ancora di arti
3, ancora per poco non si sa - ma nonostante ciò ancora lucida di mente. 
«È proprio come i petali di ciliegio» Miku alzò lo sguardo per osservare i due soli
4 incastonati nei bulbi oculari di Luka «… Il profumo dei tuoi capelli, intendo». Si spostò un poco - non voleva spaventare ancora di più la sua amata, non era certo simbolo di passione -, poi pose una domanda tentando di essere genuina e portando dietro la schiena le braccia, sorridente. Doveva essere dolce, per fare effetto. «Perché hai deciso di venire qui? Non è pericoloso, soprattutto per una ragazza bella come te?».
Luka rimaneva ancora immobile, proprio come Miku che anni ed anni e mai s'era dichiarata, non facendo altro che aumentare la sua invidia e tutti gli altri sintomi della sua follia. 
«… il numero di telefono» rispose, sempre più cupa e gelida come marmo mentre abbassò lo sguardo - Miku, delusa, non sorrise più, gli occhi lucenti dell'altra erano stati nascosti dal buio della paura. «Era quello di…».
«Ah, sì» Miku finse di ricordare, spostandosi lateralmente ed ammirando curiosa il crepuscolo che si stagliava sopra di lei. «Era quello dell'ultima ragazza che ho ucciso».
Luka portò le mani alla bocca - lo sapeva da quando le sue amiche cominciarono a scomparire come tempo addietro aveva fatto Miku, ma aveva sperato fino alla fine che lo "squartatore" non fosse stato proprio la ragazza che ora aveva davanti -, più per disgusto che per paura e subito Miku l'ammonì. 
«L'ho fatta diventare più dolce. Non sei contenta, Luka?». Silenzio. Lei sospirò, poi continuò a spostarsi ora avvicinandosi all'amata ed estraendo di nascosto - nascosta lo era sempre stata, quindi era il metodo migliore per prendere il pugnale - la sua arma prediletta, sorridente. «Ti sono sempre piaciute le ragazze dolci, non è vero?». Non aspettò una risposta, con un gesto brusco puntò la lama sul cuore. Luka sussultò, sussurrando un "Ti amavo… perché sei diventata così?" ed indietreggiando. La distanza fra freddo e vita era sempre più vicina. 
«Diventerò più dolce. Diventerò più rossa,» il manico era verso il volto di Luka, la lama incideva il cuore di Miku. «per te». 
Luka gridò, urlò come non mai, delle lacrime che le rigavano il volto composto da petali di ciliegio e la tacita paura per la vicina morte dell'altra venne espressa in tutto quel tono di estremo dolore, ma Miku non voleva accennare a far cadere il pugnale. Tentò di strapparglielo dalle mani, ma ciò che ne ricavò fu un leggero taglio sulla mano destra, null'altro - il cacciatore preda di sé stesso non avrebbe mai fatto del male a Luka.  Miku penetrò la lama nel suo cuore e succo rosso - non di ciliegia, né di fragola - si posò sul volto emaciato fondendosi con le lacrime. Dalla ferita stillava lento ma inafferrabile quel liquore vermiglio e Miku parve diventare un tutt'uno col tramonto, un tutt'uno con Luka.
5 Sorrise flebile, intimando all'amata di non piangere mentre intanto il crepuscolo via via scompariva, silenzioso, assieme al corpo mutilato. Un'ultima frase, dettata al nulla se non a Luka, mentre i conati di vomito per lei erano una ben magra rassicurazione e con ciò li trattenne - Miku sarebbe morta lo stesso, alla fin fine, ormai non sentiva più il desiderio di vomitare. 
«Il rosso mi dona?».
Il tramonto scomparve, e un odore s'espanse come a rappresentare il suo morir lento e felice nell'attesa di un giorno più prospero. 
Miku sapeva di lime.

***

Note d'inchiostro rosso; 
1 — "i chiodi […] da un martello"; per martello intendo le sue innumerevoli emozioni. 
2 — "aspettami […] occhi"; sta a voi interpretare il concetto di vita! Può essere inteso in svariati modi; l'amore della sua vita (Luka), la sua vita vera e propria, le sue angosce, eccetera. 
3 — "arti"; la Venere di Milo non ha più le braccia. 
4 — "i due soli": gli occhi di Luka. 
5 — "diventare un tutt'uno col tramonto […] con Luka"; anche qui dò libera interpretazione, potete pensare per esempio che per Miku Luka e il tramonto siano la stessa cosa, o che Miku si rispecchi nel tramonto stesso e perciò muore con esso.



edits;
→ O1/O7/1 
    cambio grafica. 

  
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