Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: lur    09/06/2014    5 recensioni
Dal testo:
"Era tutto perfetto, tranne un piccolo ma fondamentale particolare: non era Heiji."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il ragazzo l'aveva accompagnata a casa, dopo il loro primo vero appuntamento. Erano entrambi agitati. Kazuha aveva sempre sognato quella serata, e la realtà aveva dato forma ad una commistione dei momenti più belli, presi dai vari sogni, chissà come. Mancava solo quel momento, il più importante, quello che avrebbe suggellato senza ombra di fraintendimenti quello che era successo. 
Erano usciti insieme, un vero appuntamento, ora mancava solo il primo bacio.
Era tutto perfetto, tranne un piccolo ma fondamentale particolare: non era Heiji.
Quel ragazzo fantastico, che le aveva regalato la serata più romantica della sua vita, facendole vivere una favola degna dei romanzi rosa più melensi che avesse mai letto, non era Heiji. 
Si trattava di Nori, un ragazzo di un anno più grande che frequentava la classe di Heiji e Kazuha. Per quello che si sapeva aveva avuto gravi problemi familiari ed aveva perso un anno; si era trasferito da Shibuya, ed aveva subito fatto amicizia con tutti. Era nato e cresciuto in una delle città più dinamiche del Giappone, era un ragazzo spigliato ed aveva sempre aneddoti interessanti da raccontare. Proveniva da una famiglia agiata, ma non si metteva mai in mostra. Tutti lo conoscevano come il simpatico e divertente Nori, non come "il figlio di". Si era fatto una reputazione attraverso l'impegno negli studi e i rapporti umani: usciva spesso con i compagni di classe, ed era contento di chiacchierare anche con le ragazze, ed all'occorrenza provarci, ma non diventava ossessivo se veniva rifiutato. 
Non aveva notato subito Kazuha. Era una delle tante ragazze carine del nuovo istituto ed era sempre in compagnia del suo amico d'infanzia. Non si era mai messo in mezzo ed era uscito con altre ragazze. Era stato con l'una o con l'altra per qualche tempo, ma quelle storie erano finite perché in fondo non gli interessavano davvero e la controparte era stata d'accordo nel rimanere semplici amici. 
Era un ragazzo come tanti, e non aveva mai rubato il primato al giovane detective, che quindi l'aveva sempre trattato come tutti gli altri. 


L'equilibrio venne sconvolto durante una scampagnata di classe: una ragazza era rimasta ferita alla gamba durante una caduta, e Kazuha si era prodigata per aiutarla e le era stata accanto durante la convalescenza. Questo atteggiamento colpì profondamente Nori, tanto che, incurante di Heiji, iniziò a scambiare mail con Kazuha, dapprima come semplici compagni di scuola, poi iniziando a chiederle di uscire. Naturalmente la ragazza aveva sempre rifiutato ogni invito, per rispetto dei propri sentimenti per il suo "amico" detective. 



Il telefono era squillato durante una delle solite discussioni tra i due:
«Smettila di starmi intorno, sei irritante scema! »
«Brutto antipatico, una vuole farti compagnia e tu la cacci in malo modo. Che razza di comportamento! »
«Sei una cozza! »
Lei aveva abbassato lo sguardo, furiosa, pensando ad una risposta soddisfacente ed aveva visto il display illuminato dall'anteprima di una mail:
"Lo so, sono insistente, ma te lo chiedo un'ultima volta:
ti andrebbe di uscire con me domani sera?
Vorrei solo poter passare qualche ora insieme
per conoscerci meglio. 
Scusami se ti ho infastidito.
Nori."
Idea!
«Non è vero! E te lo dimostrerò: domani sera andrò ad un appuntamento con Nori!» 
Heiji era rimasto ammutolito e si era ritirato con un secco «Bene. », che di "bene" aveva ben poco. 
Soddisfatta del risultato ottenuto, Kazuha aveva dimenticato persino di rispondere alla mail fino all'ora di andare a dormire.

L'indomani mattina, a scuola, Nori le si era avvicinato tutto contento, per organizzare l'ora dell'appuntamento, ma aveva tenuto segreto il luogo della cena. 
Heiji non aveva mancato di notare l'approccio del ragazzo, né di origliare la conversazione, ed era rimasto molto deluso ed irritato dal non sapere cos'avrebbero fatto, dove sarebbero andati. Aveva quasi ceduto alla tentazione di fare "un discorsetto" a quel bellimbusto, ma era stato costretto a trattenersi: era stato lui a dire a Kazuha di non essere appiccicosa, era colpa sua il fatto che avesse accettato quell'invito, e non smetteva di rammaricarsene.

Nori passò a prenderla alle otto e trenta in punto e, prevedendo che avrebbe indossato i tacchi, aveva chiesto in prestito l'auto del padre, rendendo così impossibile al detective di seguirli. 
La cosa stava diventando sempre più irritante. "Quanto lontano dovranno andare, visto che è venuto in macchina? Nei dintorni ci sono un sacco di ristoranti facilmente raggiungibili a piedi. Che spaccone"
Ma perché ci stava pensando così tanto? No, non l'avrebbe ammesso. 
Prima che potesse rendersene conto era salito sulla moto, pronto all'inseguimento.
No. Non poteva. 
Kazuha se ne sarebbe accorta, e se aveva accettato quell'appuntamento era stato solo in reazione alla sua mancanza di sensibilità. Doveva concederle la sua serata speciale. Quel tipo di serata che sognava da tanto, troppo tempo (lo sapeva), ma che lui non aveva mai avuto il coraggio di proporle. Si rese conto che in realtà non avrebbe mai avuto quel coraggio. Sotto il piumino verde che gli allargava le spalle, dietro il bokuto1,sotto quel cappellino si nascondeva un cuore sincero ma timido, un lato di lui che solo chi aveva il privilegio di conoscerlo bene poteva apprezzare. Kazuha era tra quei pochi. Lui l'aveva spinta tra le braccia di un altro. 
In attesa del ritorno dei "piccioncini", si sedette dietro una siepe, per controllare cosa sarebbe successo a fine serata, ed iniziò a scrivere una lunga mail di scuse alla sua amica d'infanzia. Ci mise ore: le parole pesavano come macigni sotto le sue dita, i pensieri si contorcevano nella sua mente, si perdeva nei ricordi, nelle emozioni che aveva provato con lei…
Quando tornarono si ridestò, rendendosi conto di aver scritto solo:
"Cara Kazuha, 
Non so come dirtelo, ma..."

Chiuse il telefono di scatto, e prestò attenzione alla scena che stava avendo luogo al di là della siepe.



Il ragazzo l'aveva accompagnata a casa, dopo il loro primo vero appuntamento. Erano entrambi agitati. Kazuha aveva sempre sognato quella serata, e la realtà aveva dato forma ad una commistione dei momenti più belli, presi dai vari sogni, chissà come. Mancava solo quel momento, il più importante, quello che avrebbe suggellato senza ombra di fraintendimenti quello che era successo. 
Erano usciti insieme, un vero appuntamento, ora mancava solo il primo bacio.
Era tutto perfetto, tranne un piccolo ma fondamentale particolare: non era Heiji.
Nori si avvicinò per darle un bacio sulla guancia.


Non voleva spingersi oltre. Avevano passato una bella serata, ma si era accorto che la mente di Kazuha era altrove, e credeva anche di sapere dove… pensava che avesse bisogno di tempo, per accettare l'idea di una storia con lui.


«N-no. » Kazuha mise le mani avanti, e quando Nori si avvicinò vi si appoggiò col petto, nel tentativo di cacciare indietro quella barriera. 
«Ah… scusami. »
«N-no… non è colpa tua… sei un bravissimo ragazzo e ti assicuro che stasera mi sono divertita molto, ma non voglio prenderti in giro e sinceramente questa cosa non potrebbe funzionare. Io… è un altro il ragazzo che mi piace. »
«Lo immaginavo. Sei molto dolce, Kazuha, ed è stata davvero una bella serata, quel ragazzo è molto fortunato. »

"Lo so"

Nori non fece in tempo ad andarsene che Heiji uscì da dietro la siepe e corse incontro a Kazuha
«H-heiji… che ci fai qui? »
«Adesso me lo devi dire. »
«Cosa?! »
«Perché sei uscita con quel tipo? »
«Non sono affari tuoi. »
« Dimmelo! »
« Perché mi avevi fatta arrabbiare, okay?! »
«Q-quindi… quindi il ragazzo che ti piace… »
« Sei tu baka!! Quanto ci vuole a capirlo? Sono anni che ti cerco e tu scappi, ho provato anche a dirtelo e non mi hai nemmeno lasciata finire di parlare e te ne sei andato di corsa dietro all'ennesimo caso di omicidio… facciamola finita. Se per te sono solo un'amica dillo e basta. Adesso. »
Heiji era titubante, non sapeva come rispondere. L'impeto di Kazuha l'aveva spiazzato, ed in questo caso la sua corazza non sarebbe servita a niente. 
In assenza di risposta, la ragazza stava per varcare la soglia di casa, pronta a chiudersi in camera e versare tutte le sue lacrime, quando quel detective da strapazzo l'abbracciò da dietro, impedendole qualsivoglia movimento. 
Un «Ti amo, scema… » ed il tempo si fermò, il resto del mondo scomparve. Quella maniglia, quella porta sembravano così distanti ora, il terreno così instabile… si accasciò lentamente, e quando ormai era inginocchiata a terra, si accorse che l'abbraccio non era stato sciolto. 
Heiji strinse la presa e la aiutò a rialzarsi, ritrovandosela di fronte.
Ci fu solo una breve esitazione, maledetta timidezza, in cui vide passare tutta la propria infanzia. Da quando aveva memoria fino a quell'istante non ricordava momento in cui Kazuha non fosse presente. Lo cercò, ma non lo trovò. La distanza più grande che li aveva separati, prendendo in esame tutti i loro diciassette anni di vita, era stata quella serata. L'appuntamento con Nori, il bacio mancato. 
Il bacio. 
Doveva baciarla. In quel preciso istante, prima che la magia dell'abbraccio svanisse ed il suo imbarazzo tornasse alla riscossa. Prima di vedere lo sguardo deluso negli occhi della sua ragazza. 
Dovette combattere contro ogni singolo muscolo del proprio corpo, contro l'immobilità da cui era stato colto, ma ci riuscì. 
Allungò rigidamente le braccia verso le spalle di Kazuha, e con un lento piegamento dei gomiti le si avvicinò. Gli sembrava di essere una giraffa imbranata nel momento clou di una di quelle telenovele sdolcinate. Chiuse gli occhi: non voleva vedere la propria goffaggine in un simile momento. 
Non ce ne fu bisogno. 
Quando vide che chiudeva gli occhi, i suoi si riempirono di lacrime. Gioia. Felicità. Gli si avvicinò senza timore e posò le labbra sulle sue, contro ogni copione. Ma quella non era una storia. Quella era la vita vera. Non avevano mai seguito un copione. Erano sempre andati contro tutti gli schemi, negando ciò che provavano sia a se stessi che al mondo. 
Lo baciò e quando lui si sciolse, ricambiando, un bacio sulla guancia le sembrò ben poca cosa. Le loro labbra erano roventi, non smettevano di cercarsi. Gli mise le braccia al collo e lo stupore del sentire le sue mani avvicinarla al suo corpo stringendole i fianchi non sortì altro effetto che elettrizzarla ancor di più. 
Si ritrovò schiacciata tra la porta di casa ed il suo corpo, e lo spazio angusto, la mancanza di respiro tutto fecero tranne che infastidirla. Voleva solo racchiudere in quel bacio, in quella miriade di baci tutto l'amore che aveva tenuto in un cassetto del cuore per tutto quel tempo. 
Come si sarebbero comportati d'ora in poi? Non importava. 
Si baciarono molto a lungo, intrecciando l'uno le dita dell'altra, stringendogli i capelli e slegandole il codino. 
Faceva caldo. 
Pensavano che quel momento non sarebbe finito mai, che l'apice di quell'amore non sarebbe stato contenuto nemmeno in tutti i baci del mondo, e loro volevano quell'apice. 
Si resero conto che non l'avrebbero raggiunto. Non quella sera. Avevano vissuto troppe emozioni e non era quello il luogo. Avevano bisogno di un'altra serata, tutta per loro. Avevano bisogno di una vita di serate, unicamente dedicate al loro amore. 
Quando si staccarono, Heiji si tolse il cappello e lo mise a Kazuha. 
«Tienilo: voglio restare con te, stanotte. » 
In risposta Kazuha sfilò il nastro per capelli dalla bretella del reggiseno in cui si era incastrato nell'impeto dei loro baci e glielo legò al polso. Lo stesso braccio che gli aveva ferito con la punta della freccia per tentare di salvargli la vita, come se lui avesse la minima intenzione di lasciarla andare; lo stesso braccio che era stato incatenato al suo da piccoli. 
«Restiamo insieme, stanotte. »
"Restiamo insieme, per sempre", ma non lo disse.

«A domani, scema »
«A domani, baka »
Un ultimo lungo bacio, poi lo vide salire sulla moto e sparire nella notte. 

Quando entrò in casa trovò ad aspettarla la madre, che non mancò di notare il cappello che conosceva bene. 
«E quello? »
«È caduto ad Heiji quando se n'è andato in moto, domani se lo viene a prendere. » mentì, cercando di mostrarsi seccata.
«Ah, d'accordo. Ma non dovresti mettertelo: non vorrai farlo infuriare… »
«Non lo saprà mai »
«Ah, Kazuha… ma non ti eri legata i capelli? »
«Sì, ma ora non ne ho più bisogno. »

Non volle dare altre spiegazioni e si affrettò a tornare in camera. 
Insieme ai capelli quella sera aveva sciolto anche il nastro che le incatenava il cuore. 



















1 Spada di legno massiccio, utilizzata dai praticanti del Kendo.





Questa storia è dedicata ad ella1412, una fan KazuHei, che leggendo una mia ShinRan ha espresso il desiderio di leggere una mia fanfiction su questa coppia. Se questa storia vi farà uscire gli occhi di fuori per l'orrore, prendetevela con lei (non fatele male), se invece vi è piaciuta, cosa che spero vivamente, ringraziatela, perché se non fosse stato per lei probabilmente non l'avrei mai scritta.
(^.^/) Konbanwa minasan!
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: lur