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Autore: Drop_InThe_Ocean_    09/06/2014    1 recensioni
"It's because I love you, that I can't be selfish with you"
-Damon Salvatore
Ciao a tutti, miei lettori! Questa piccola storia è il ritratto della serie televisiva "I Diari del Vampiro" dal punto di vista di Damon. Qui racconto i fatti di vari episodi secondo il punto di vista di Damon: ciò che secondo me lui ha provato in determinate situazioni. I capitoli non avranno un senso logico; posso partire da una puntata casuale in un capitolo e nel capitolo successivo andare in una puntata seguente o precedente.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I'm choosing to let you go'
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~Avevo bisogno di parlare. Parlare di ciò che ho dentro. Dovevo tirare tutto fuori o sarei esploso come sono solito fare in queste situazioni. Ma così avrei fatto del male. Poi sarebbe stato difficile tornare indietro. Nessuno mi avrebbe potuto aiutare. Nessuno. Nemmeno io.
Ero lì, come tutte le sere, seduto sul suo baule, vicino al letto. L'unica differenza è che quella sera ero venuto per restare; non sarei scappato come sempre appena la sentivo girare l'angolo per entrare in camera. Le dovevo parlare. Sentii il rubinetto del lavandino chiudersi. Aveva appena finito di lavarsi i denti. Attraversò la porta del bagno e si voltò per entrare in camera. Mi vide.
-Bel pigiama-, dissi. Non sembrava sorpresa.
-Damon. Scusa, ma sono molto stanca, voglio andare al letto-, mi disse facendomi solo un cenno col capo e ritirando subito lo sguardo.
-Lo so, scusa, ma dovevo per forza venire qui. Devo dirti una cosa-, alzò lo sguardo per vedermi avvicinare a lei.
-Non possiamo parlarne domani? Sai è stata una lunga giornata e...-
-No-, dissi fermamente, ma poi me ne pentii allo sguardo terrorizzato di Elena. Poi annuì -vabbene, dimmi cosa c'è-.
-Ho pensato tu rivolessi indietro questo-, tirai fuori dalla tasca il ciondoloche mio fratello Stefan le aveva regalato per proteggerla. Il viso stanco di Elena si illuminò alla vista del ciondolo che pensava ormai perduto a causa di Elijah, uno dei vampiri originali che gliel'aveva strappata.
-La mia collana! Credevo di averla perduta per sempre-, allungò la mano per afferrarla, ma io lo allontanai.
-Damon, cosa stai facendo? Ridammelo.-, la sua voce adesso sembrava tremare.
-Non prima di averti detto ciò che ho da dire-.
-Perchè devi dirlo con la mia collana in mano?-, chiese, anche se già sapeva il motivo, lo si intuiva dal tono di voce.
-Perchè quello che sto per dire è probabilmente la cosa più egoista che abbia mai detto-. Mi fissava spaventata. Non volevo lo fosse. Non volevo più farle paura. Dovevo essere lì per rassicurarla, e per assicurarmi che stesse bene. Pensare che le stessi facendo paura, non faceva che peggiorare la situazione. La sua come la mia.
-Allora non dirlo-, sembrava che avesse trovato le parole per dirlo solo adesso.
-Ma devo, non posso più aspettare-, i suoi occhi guardavano ovunque tranne che verso i miei.
-No, ti prego Damon-, mi supplicava mentre si dimenava per allontanarmi e le guance le erano diventate evidentemente rosse e calde.
-Ti amo Elena-, dissi senza esitare e lei si arrestò. Non disse una parola, ma mi guardò con quei suoi occhi che mi fecero capire il suo disaccordo per averlo detto.
-Ed è proprio perchè ti amo, che non posso essere egoista con te. Perchè non puoi saperlo?-, mi frenai per vedere la sua reazione. Sembrava non capire. Le toccai la guancia. Era calda. Scivolai le mie dita tra i suoi lunghi e lisci capelli. Erano soffici.
-Io non ti merito, Elena. Ma mio fratello si-, non riusciva più a tenere il mio sguardo e abbassò il capo. le presi con il dito il mento e lo alzai. Mi guardò. Questa volta i suoi occhi rano rossi e lucidi, le sue guance più rosse e più calde e il respiro era irregolare.
Perchè soffrire? Perchè essere triste? Perchè stare mle per me? Perchè stare male per quello che provo per lei?
-Damon, io...-, la interruppi.
-Lo so, lo so, stai con mio fratello. Ma non posso sopprimere i miei sentimenti per te per questo motivo. Non voglio. Dio quanto vorrei non dovessi dimenticarlo-, la guardai intensamente negli occhi.
-Ma devi-, sentii qualcosa di caldo e bagnato solleticarmi la guancia.
Non ero più davanti a lei. Non le ero più a pochi centimetri dal viso. Non le fissavo più gli occhi. Non le toccavo più i lunghi capelli. Non sentivo più il suo respiro che si mozzava ogni volta che parlavo. Non sentivo più il calore sulla sua pelle.
La guardavo, da dietro la finestra della sua camera. Si girava, cercando di ricordare che cose dovesse fare. Sentiva il collo pesare più di prima. Era il ciondolo. Lo aveva al collo. Com'era possibile? Non ricordava di Damon che era venuto quella notte e tanto meno non ricordava che le aveva ridato il ciondolo. Era confusa. Si arrese e chiuse la finestra che non capiva perchè fosse aperta. Si ricordava di averla già chiusa. S'infilò sotto le coperte del suo letto e si addormentò. Rientrai quando ero sicuro che fosse sprofondata nel sonno. Mi sedetti vicino a lei, fissandola. Se solo avesse saputo quanto pensavo a lei. Se solo avesse minimamente pensato a noi due. Se solo fossi cambiato prima. Se solo non avessi fatto tanti sbagli. Un pensiero brutto mi sfiorava la testa: se solo Stefan fosse morto durante la transizione forse staremmo insieme.
La vedo avvolgere il cuscino con le braccia e spostare il viso verso di me. Mi sposto. Sono arrivato alla parte opposta del letto. La vedo aprire gli occhi. Vado verso la porta senza fare rumore ed esco. Torno a casa un pò scosso, con il pensiero di quella notte.
  
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