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Autore: Cele D    10/06/2014    3 recensioni
Una ragazza circondata da Zombie. Una città infestata. Un accampamento. Un gruppo di sopravvivenza. Questi sono i punti principali in questa storia...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AAAA Piccola premessa!!!
Nuova storia ispirata a The Walking Dead. Ho decviso di scrivere questa storia così, perchè mi andava. Come sempre del resto no? Beh, che dire d'altro? Spero vi piaccia e buona lettura!!
CELE_MISS_TWO_THOUSAND

L'entrata in scena
"AAAAH!!! Andate via!!!! ANDATE VIA!!". Una katana volava in un modo casuale. "Okay, mi sono fatta un varco... E ora? Cazzo! Hey, c'è una scala che porta sul tetto! Nno riescono a salire. O almeno non dovrebbero...". Una ragazza saliva una scala. "Merda!! Ne sta salendo uno!! Merda! Merda! MERDA!!". Uno di loro si era aggrappato alla scala. Oramai la ragazza era in cima. "È un mortivo?". Una figura guardava dal bordo. La ragazza si avvicina con la katana in mano. Schiacciò un ramo. Come ci era finito un ramo lì? L'uomo si girò di scatto con una pistola in mano.
"Non sparare! Non sparare! Sono viva!". L'uomo, più che un uomo un ragazzo di 20'anni, abbassò la pistola.
"Tu eri laggiù! Come...? Eri circondata!!" esclamò il ragazzo. Sembrava asiatico.
"Potevi aiutarmi! Hai visto quanti erano??"
"Te ne avrei attirati altri con degli spari ed alcuni si sarebbero diretti qui"
"E non potevi correre il richio? No, beh... Sto dicendo solo cazzate, scusa. Comunque io sono Celeste". Eh già, la raazza ero io. Tesi la mano per stringergliela sorridendo ansimante.
"Glenn". Mi strinse la mano e poi disse:"Meglio andare, siamo ad Atlanta dopo tutto"
"Hai un piano?"
"Sì, ma non so se funziona in 2"
"Explain"
"Allora, andiamo in quella strada là. La vedi?" indicò un vicolo a due isolati da dove eravamo "Poi andiamo avanti per un po' di isolati. Lì troveremo una fabbrica chiusa da un recinto resistente. Lì potremo stare più tranquilli ma sempre in allerta. Da lì usciremo da Atlanta e proseguiremo per l'autostrada. Poi dovrai seguirmi. Tutto chiaro? Non dobbiamo fare stronzate o il piano andrà in fumo"
"Ma... Ci sono i  mortivi laggiù!"
"Mortivi?"
"Zombie..."
"Aah! Comunque fidati di me. Okay? Seguimi e tutto andrà bene. Soolo una domanda: eri sola?"
"No, ero con i miei fratelli Mosè e Sam. Solo che ci siamo persi di vista nell'attacco di prima"
"Bene, allora se li troviamo li portiamo con noi". Uno sparo si estese per le strade. Era il momento buono. Entrammo in una porta. Scendemmo fino al piano terra. Eravamo in un edifcio pieno di uffici. Glenn aprì la porta sul retro per sbirciare. Non c'erano zombie. Mi fece cenno di uscire. Seguimmo tutto il piano dettato dal mio nuovo conosciente ed arrivammo alla meta.
"Wow, non pensavo sarebbe andata così bene!"ammise Glenn.
"Non è che perchè sono una ragazza sono debole!. Mi tolsi il cappello a visiera messo al contrario e mi passai una mano fra i capelli.
"Stanca?" chiese il mio compagno.
"No cinesino" risposi.
"Veramente sono coreano" puntualizzò lui.
"Scusa..."
"Volevo solo dire"
"Comunque ora andiamo ci siamo riposati abbassatanza e... Mosè?". Avevo gli occhi spalancati. Iniziai a correre.
"Aspetta, non puoi metterti a correre così alla cazzo". Glenn mi seguì. Mi fermai, avevo una mano alla bocca e le lacrime avevano il possesso dei miei occhi.
"Oh mio dio..." sussurrai. Glenn si fermò. Era proprio li accanto a me. Uno zombie stava cercando di arrivare a me. Aveva i capelli bruni con una pettinatura di moda, una specie di spazzola mix a cresta. Il viso verde e in parte insanguinato e squartato premeva sulla recinzione. La camicia a quadri e i pantaloni gli coprivano il corpo. Le mani, aggrappate alla rete, continuavano a spingere. I suoi grugniti facevano un chiasso assordante.
"È... Era...?" balbettò Glenn.
"Sì... Era mio fratello..." risposi. Fissavo il ragazzo davanti a me. Lui mi appoggiò una mano sulla spalla.
"Mi dispiace, io... non so cosa dire..."
"Non è niente, è tutto okay...". Mi asciugai le lacrime e sorrisi guardandolo.
"Non è una cosa facile da sopportare. Se vuoi piangere fallo pure"
"Non mi sembra una buona presentazione"
"In questo mondo?? Non penso servano più buone presentazioni...". Sorrise, voleva farmi sfogare.
"Beh, dobbiamo essere forti in questo nuovo mondo. Se ci mettiamo a piangere per ogni minuscola cosa non sopravviveremmo mai Glenn"
"E chi l'ha detto? Dai..."
"No, è... I'm fine..."
"Really?"
"Really... Meglio andare ora". Buttai un ultimo sguardo a mio fratello, mi sistemai il cappello come facevano i militari davanti ad un loro compagno caduto e rincorsi Glenn che era andato avanti. Sorrisi per farlo tranquillizzare, ma i miei denti vollero tornare subito al buio. Oramai eravamo sull'autostrada.
"Perchè mi fissi??" chiesi.
"Eh? Non ti stavo fissando!!" si mise sulla difensiva lui.
"Ti vedo anche sotto il cappellino, coreano!"
"Non ti fissavo!"
"Seh seh, dicono tutti così". Rimostrai i denti. "Eddai, scherzavo!". Aveva una faccia strana, quasi offesa.
"Sì sì, lo so". Sorrise anche lui, ma esso sparì immediatamente. Camminavamo nel bel mezzo di un'autostrada a 4 corsie non curanti del posto in cui eravamo. Chi mai sarebbe passato di lì ora?
"Comunque... Quanti anni hai?" chiese dopo minuti di silenzio.
"Wow, ancora le domande standard! Le odiavo anche prima" esclamai.
"Beh, per fare conversazione..."
"13, se lo vuoi tanto sapere. Faccio... Facevo la terza media. Piccola vero? Ancora una bambina"
"Nah, più una ragazzina"
"E tu? Quanti anni hai?"
"20. Consegnavo pizze"
"Wooooo! Devi aver studiato tanto eh?"
"Modestamente...". Si prese la camicia e la tirò avanti a se per poi lasciarla subito, un fare da spaccone. Scoppiammo in una risata sonora, troppo sonora. Riecheggiò per la strada come un colpo di pistola. Mi sfilai l'arco e incoccai una freccia.
"Che fai?" chiese.
"Sto attenta che non arrivino mortivi..." risposi.
"Mortivi?"
"Zombie. Te l'ho detto prima"
"Aaah, ma dai... Non arriveranno dei vaganti per una risata. Abbassa quell'arco".
"Aspetta ho sentito... No niente". Seguii il consiglio di Glenn e misi a posto l'arma. "Comunque, dove siamo diretti?" dissi infilandomi tra la corda e il legno dell'arco. Lo portavo a tracolla.
"Lassù, vedi? Sulla montagna. C'è un gruppo. Siamo una dozzina" spiegò.
"Un bel gruppetto eh?"
"Già. C'è Rick che è il "capo" con Shane. Sono due poliziotti"
"Dovrete avere molte armi con due poliziotti nel gruppo, o sbaglio?"
"Ne abbiamo un po'... Poi ci sono anche Lori e Carl: la moglie e il figlio di Rick. Poi c'è Andrea, ma non starle troppo vicino. Ha appena perso sua sorella e... Oh, scusa, mi dispiace io..."
"No no, tranquillo. Sto bene Glenn, sto bene... Continua"
"Sei sicura?". Sorrisi. "Okay, ci sono Carol e sua figlia Sophia. Il marito di Carol, Ed, è morto ma non è stata questa gran perdita. La picchiava e faceva pensierini su sua figlia"
"Wow, che persona di merda!"
"Già... Poi nel gruppo abbiamo Daryl, anche lui ha perso suo fratello ma anche questa perdita non è stata una cosa poi così brutta"
"In che senso? Cosa vuoi dire?"
"Eravamo in un edificio, io, Andrea, Rick, Janet e T-Dog. Questi due ultimi non li conosci. Sono altri due del nostro gruppo"
"E poi?"
"Digson si è drogato e si è messo a picchiare T-Dog, è di colore. Quindi Rick lo ha ammanettato sul tetto ed è rimasto lì. Quando siamo tornati non c'era piu, c'era solo la sua mano..."
"Oddio... E cosa avete fatto?"
"Lo abbiamo cercato, ma niente da fare...". Sospirai e gli dissi di andare avanti. "Basta, non c'è nessun altro... Penso starai bene con noi. Guarda siamo arrivati. Vedi quel camper?". Indicò davanti a noi a 500 metri di distanza.
"Wow, un bell'accampamento. Me lo immaginavo più disastrato"
"Hey ragazzi è tornato Glenn!! Ma c'è qualcuno con lui!". La voce di un vecchio si estese per poco.
"Chi è?". Un uomo rispose al vecchio.
"Una ragazzina!! Eccoli sono qua!" continuò il vecchio.
AL PROSSIMO CAPITOLO!! :D
  
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