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Autore: Stormwind    10/06/2014    3 recensioni
Lui un ragazzo con un grande sogno, lei una ragazza dall'animo ermetico. Una coppia come tante, conosciutasi come tante. Quel sentimento così etereo che chiameranno amore diverrà gabbia delle loro esistenze,e, al suo termine tante saranno le domande, poche le risposte...
Del resto non c'è alcun sacrificio quando il dolce inganno ha avuto termine, no?
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sacrificio

"L'amore che poté morire non era amore"
(Berthold Auerbach)

È un segno umano dopotutto, quando le cose vanno male, quando la tentazione emerge prepotente nel cuore di chi aveva considerazione, riflettere sull’incedere degli avvenimenti.

Una forte tentazione cala leggiadra dall’oscuro presagio, una mancanza di comunicazione direi. Equivoci reciproci dapprima, una sensibilità che diventa fortezza, prigione dell’atto finale poi; eppure non vi sono lacrime da parte mia, non vi sono lacrime per piangerti.

Non è affatto un sacrificio, il che rende il tutto iniquo, superfluo.

Eravamo una coppia come tante, formatasi come tante. Lo sguardo vispo, carico di vitalità, tanto da abbattere la mia razionalità, era stato quello che mi aveva colpito di te. Come un tornado mi avevi trascinato, sballottato, inebetito. Sembrava che avessi trovato quella grande verità, quanto mi sbagliavo.

Troppo ingenuo, ricercavo allora in te le risposte ai miei disagi, il che è folle a pensarci, una vera e propria utopia. Vivevamo in una città gelosa, piena di rumori e dicerie, tanto da costringerci a scappare in quella tana soffusa, lontana dalle maldicenze altrui.

Cambiai molto per te: ero cambiato a tal punto da imparare ad amare ciò che odiavo di più, apprendendo il significato del sacrificio, tanto cambiato da scrutare il mondo con occhi diversi, sognanti. Cosa non si fa per amore, eh?

Alcuni non possono vivere senza di esso, altri sì…

Eppure quando giunge, nella sua maestosità, alcuni non sanno come reagire, altri ne assumono quanto possibile.

Nulla c’è da fare, quando ti trascina con sé.

Diedi tutto, persino la mia vita, un ridicolo sogno per la musica, per provarti che avevo ragione a credere in noi, ragione nel credere in una relazione che stava ravvisando i primi segnali di debolezza. Sotto l’influenza di quel sentimento smisi di darmi alla luce per vivere alla tua ombra, cercando di comunicare con chi proprio non può aspettare, te, uno spirito che mai avevo compreso poiché idealizzato dalla mia fragilità.

Ora vivo da solo, o, se preferisci, con la mia armonia, una compagnia perfetta.

Passarono gli anni e tu lì, sempre più bella ma, al contempo, sempre più estranea. Quell’esplosione con la quale mi avevi travolto era oramai un mero ricordo. Ero maturato del resto, scelte considerevoli mi avevano cambiato. Ci lasciammo senza particolare scandalo, fui io a farlo, colui che era stato salvato dal tuo tepore, tepore che avevo scambiato per qualcosa di differente. Forse non ho mai saputo ascoltarti come dovuto, eppure, come ribadisco, non vi è alcun sacrificio a lasciarti andare…

Puoi andare per la tua strada, segui i sogni che custodivi gelosamente in te stessa, aspirazioni che mai avevi rivelato ad animo altrui, sperando che un giorno, se mai sarà, di rivedere quella stessa persona che conobbi tempo addietro, cosa bellissima a dirsi, ma come il fato ha stabilito, assolutamente improbabile.

Non piangere dunque, per vedere il giusto delle cose bisogna alienarsi da una delle possibili prospettive, e se il giorno fosse terminato, spero che un vago ricordo rimanga impresso nel tuo cuore.

Lo chiamerò un altro giorno solitario, ma di una solitudine che non appone pesi al cuore poiché voluta, ricercata da chi della quiete era diventato fedele compagno. Avulso dalla massa avevo cercato di inserirmi in qualcosa più grande, una visione poco nobile del sentimento umano, ma del resto è inutile mentire.

Non portarmi rancore, non devi, più che altro cogli il meglio di questo leggero soffio che siamo stati, una brezza di pochi istanti, sbuffo placatosi con il manifestarsi della dura evidenza.

****

Era iniziato da uno sguardo, un veloce incontro con i tuoi meravigliosi occhi e tutto aveva cominciato a girare, vorticosamente, intorno a me. Un minuto e non ho capito più nulla.

Sei diventato improvvisamente il mio mondo, indispensabile.

Ho accettato qualunque cosa proponessi di fare, facendoti credere che questo era proprio il mio desiderio più profondo. Ma non era la verità, volevo solamente tu rimanessi accanto a me perché avevo un disperato bisogno della tua presenza nella mia vita, insulsa, vuota.

Inutile.

Ho sempre detto che le persone cambiano nella vita, ma non ci ho mai creduto fino in fondo. Eppure, prima di incontrarti non ero così attaccata alle persone. Frequentavo qualcuno, amici per modo di dire, ero solo un’entità che viveva quasi forzatamente la sua esistenza. Ora dopo ora, giorno dopo giorno, mi ritrovavo quand’ero sola ad ascoltare la lancetta dei secondi quasi senza accorgermene, scambiandola anche per il battito del mio cuore.

E dopo quell’incontro dettato dal destino, una strana luce ha dato colore alle miei insulse giornate. Luminosità e colore erano nuovi per me, ma in quell’istante sembravano così perfette da immobilizzarmi ogni volta che sorridevi. Era meravigliosamente perfetto. Troppo per essere vero.

E infatti non sbagliavo, non ho mai sbagliato quando si trattava di queste cose alquanto dolorose.

Ma io continuavo ad amarti, o almeno così credevo.

E sembrava così anche per te, l’ho sperato fino in fondo ripetendo a me stessa che saresti stato al mio fianco fino alla fine.

Sono sempre stata attenta a lasciarti la giusta libertà, a darti il giusto amore, a dirti le giuste parole.

Già, tutto doveva essere giusto e senza sbavature, com’era l’amore che da bambina ti iniettano nell’anima gli adulti per non farti soffrire, l’amore delle favole. E dopo anni, non avendolo ancora provato, credevo ancora che l’amore fosse quello. Ma mi ero sbagliata.

E non volevo ammetterlo a me stessa.

Orgoglio.

Quello mi ha fermata dal dirti tutto, parlarti dei miei sogni, delle mie aspettative per il futuro.

Mentivo dicendo che mi bastavi tu.

Perfino i miei sentimenti che lentamente stavano cambiando, sempre di più, affievolendosi dolcemente mentre le parole si facevano più rade e lo sfiorare la tua pelle era ormai cancellato dalle mie giornate.

E tu te ne eri accorto, entrambi lo avevamo fatto, ma a differenza tua io non ho agito, tenendomi ancora una volta tutto dentro.

E quel giorno di pioggia, mentre ti guardavo immobile davanti alla nostra porta con la valigia ai piedi e la tua chitarra in mano pronunciasti quelle parole. “È finita. Me ne vado”

Era finita, e questa volta per sempre. Avevamo discusso in passato, piansi tempo addietro, riversando tutta la mia rabbia su quelle lenzuola mentre tu te ne stavi seduto sul divano, per poi tornare da me ad abbracciarmi e chiedermi perdono.

Non ho mai fatto il primo passo. Ero veramente troppo orgogliosa per poter stare con te.

Ma quella sera non versai una lacrima, il mio cuore non ebbe un fremito, le mie gambe non si mossero e dalle mie labbra non uscì un suono.

Non so se ti aspettavi qualcosa da me, una parola, forse un gesto.

Mi accorsi solamente che non sapevo niente di te e che, con il passare del tempo, non ti avevo voluto nemmeno scoprire.

Mi ero fatta un’idea e quella doveva essere. L’uomo che amavo non poteva essere diverso da come l’avevo sognato.

E chiudendoti quella porta alle spalle hai chiuso una storia che dalla mia parte non funzionava più, aprendoti una via che forse ti porterà alla libertà e alla musica che tanto amavi, più di quanto io amassi te.

Chissà, forse un giorno ci incontreremo di nuovo e forse ci innamoreremo un’altra volta, ma per il momento le scelte che abbiamo fatto e le strade che abbiamo deciso di percorrere, corrono parallele e non penso s’incontreranno tanto presto.

Spero solo che la tua musa non abbia il mio volto e la mia riservatezza, ma desidero ardentemente che abbia la mia voce. Perché i personaggi che descriverò nei miei romanzi, profumeranno sicuramente di te.











FINE



Questa one shot è nata da una collaborazione con una persona alquanto speciale, una scrittrice di questo sito, _Jane_Doe_

Devo a lei i miei più sentiti ringraziamenti, ha trasmesso molto di lei nel rappresentare l'altra faccia della medaglia, la controparte femminile. Di cenni autobiografici nel tutto, nonostante la storia sia palesemente romanzata, ne ho messi molti. Ho voluto rappresentare la maschera che spesso agisce in modo subdolo dietro i rapporti umani, maschera che sostituisce quell'angoscia derivante dall'incomunicabilità dell'essere umano, dalla sua alienazione rispetto al prossimo.

Non avrei potuto trovare una "partner" migliore per questo breve elaborato, quindi se leggi, grazie u.u

Alla prossima, si spera

Stormwind

   
 
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