Personaggio: Tommaso e Margherita di S.Elric_
Turno: II
Titolo Storia: Di telefonate e nomignoli
Pacchetto (se presente): Nessuno
Genere: Slice of life, Fluff
Raiting: Verde
Avvertimenti: Nessuno
Note (facoltative): I personaggi sono presi in prestito con il suo pieno consenso da S.Elric_. L’ultima affermazione dell’ultima drabble vuole essere un riferimento alla one shot dell’autrice originaria, che potete trovare al seguente indirizzo: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2521899&i=1.
Di telefonate e nomignoli
Phone calls
«Pronto?»
Non so perché ho digitato il numero o perché ho premuto il tasto di chiamata, ma ormai è fatta, tanto vale andare fino in fondo.
«Ciao, sono Tommaso. Il ragazzo che hai investito l’altro giorno.»
Bel modo di iniziare, davvero. Lei però non sembra irritata, sembra quasi allegra.
«Ciao! Sono contenta che mi hai chiamata, come stai? Ti fa male qualcosa? Continuavo a pensare a te dall’altro giorno e…»
Il suo sproloquio mi fa sorridere.
«Non ho lezione nei prossimi giorni e sono libero per quel caffè.»
C’è un attimo di silenzio, poi ricomincia più veloce di prima a fare programmi. Quando chiudo la telefonata, sto ancora sorridendo.
Moms
Il telefono squilla per l’ennesima volta nel giro di venti minuti, mia mamma alza gli occhi e fa un sorrisetto d’intesa. Io le lancio un’occhiataccia, ma riabbasso subito lo sguardo per leggere. Sorrido mentre digito una replica.
«Lo sai,» dice mia mamma, distogliendo la mia attenzione dal dispositivo. «Non so chi sia lei, ma mi piace l’effetto che ti fa. Sorridi molto di più.»
Sento il viso avvampare e mi acciglio, farfugliando qualcosa che dovrebbe essere un diniego. Lei si alza dalla tavola ed esce, ridacchiando.
Il telefono squilla ancora e io lo guardo imbarazzato, ma ciò non mi impedisce di riprendere a digitare. A quanto pare mi fa bene.
Nicknames
Quando la riaccompagno al motorino, mi sorride e mi getta le braccia al collo, stampandomi un bacio sulla guancia.
«Grazie della bella giornata! Ci sentiamo per Sabato, Tommy!»
Roteo gli occhi con finta esasperazione e lei scoppia a ridere mentre parte. Le ho detto cento volte di non chiamarmi in quel modo perché è irritante, ma lei non desiste e ormai, francamente, ci ho fatto anche l’abitudine.
Quando l’ho detto al mio migliore amico, mi ha risposto che sono proprio cotto se glielo lascio fare. Forse ha ragione, ma non credo che mi importi. È da quando è cominciata questa cosa – due settimane intere – che non penso a Montale.