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Autore: nephaelibatha    10/06/2014    3 recensioni
Questa è una delle mie storie d'amore preferite, ed è incredibilmente vera. Sono rimasta colpita la prima volta che l'ho sentita e ancora adesso ne subisco il fascino. Non parla di un principe a cavallo che salva la sua bella principessa, ma di un uomo e di una donna che si vogliono bene e che come massima concezione di felicità hanno il loro amore. Il suo fascino non sta solo nel fidanzamento travagliato, nell'adrenalina degli incontri proibiti e nella sua piena realizzazione attraverso matrimonio e figli. E' coinvolgente perché è vera e in quanto tale ci ricorda che credere nell'amore e in tutte le sue più variegate manifestazioni non può far altro che bene.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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C’è gente che ha avuto mille cose: tutto il bene, tutto il male del mondo.
Io ho avuto solo te e non ti perderò, non ti lascerò per cercare nuove avventure.
 
Il grammofono gracchiava placido e lento mentre la melodia andava a colorare il bianco silenzio di cui era tinta l’intera stanza. Due giovani ballavano al dolce ritmo della canzone, allacciati in un abbraccio che sembrava voler fermare il tempo.
<< Dimmi che è vero, che durerà … che noi dureremo >> sussurrò la ragazza con un filo di voce, mentre la sua mano si aggrappava sempre più disperatamente alla spalla di lui.
Il giovane si distaccò leggermente da lei quel tanto che bastava per guardarla negli occhi e poterle rispondere. Si concesse giusto qualche secondo per ammirare la sua austera bellezza, poi sorrise dolcemente facendola danzare tra le sue braccia.
<< Non esiste niente che duri per sempre in questo mondo, e io non voglio farti promesse immortali. Io posso solo dedicarti tutta la mia vita e sperare che basti. >>
Quelle parole accarezzarono delicatamente il cuore della fanciulla, mentre il testo della canzone cominciava ad assumere un senso concreto e adatto al contesto. In quell’attimo seppe che nonostante la famiglia, il tempo e qualsiasi altro ostacolo che si sarebbe presentato lungo il proprio cammino, lei aveva la certezza di amare e di essere amata allo stesso modo.
Entrambi rimasero congelati in quell’istante, temendo che qualunque parola o gesto avrebbe potuto rovinare la perfezione che suggellava la loro unione.
 
 
Grida. Urla. Pianto. E quello sguardo di dolorosa disapprovazione stampato sul viso di sua madre. Suo padre che teneva la testa china perché non riusciva nemmeno a fissare la figlia negli occhi.
Queste e molte altre espressioni di disappunto avevano cominciato ad impadronirsi dei volti dei suoi cari dal momento in cui aveva rivelato che l’uomo che essi avevano scelto per lei non era colui che lei amava. Lo aveva detto, infine. Dopo mesi trascorsi nell’ansia di essere scoperti, i due giovani avevano deciso di riferire il loro amore alle rispettive famiglie, pronti a pagare le conseguenze del loro gesto.
Da quel giorno, la serenità nella vita familiare della ragazza era svanita per lasciare posto a una nube fitta e scura di dissenso. Questo era il prezzo da pagare, si era detta poco prima di tirare fuori tutta la verità che aveva tenuto ben nascosta a lungo dentro di sé.
La fanciulla sapeva di aver provocato dolore e delusione presso i cuori dei suoi genitori, eppure non riusciva a smettere di essere felice. Poteva sembrare un atteggiamento egoista e immaturo, ma la consapevolezza che dopo quella tempesta di liti e grida la sua vita avrebbe solcato mari più tranquilli le infondeva una pace quasi spaventosa. Non le importava più nulla delle convenzioni, delle regole e di tutte quelle formalità che tanto piacevano agli esseri umani ora che la propria esistenza era stata deliziosamente sconvolta dall’arrivo dell’uomo che amava. Il resto, a confronto con ciò che c’era fra di loro, impallidiva miseramente.
Dunque amare significava proprio questo: sentire il vento fra i capelli e non temere di lasciarsi spettinare.
 
 
Bianco. Fiori. Sorrisi. Il suo vestito che tremava impercettibilmente ad ogni passo incerto ed emozionato che compiva per avvicinarsi al suo sposo. Il volto dell’uomo che amava era rivolto verso di lei con un’espressione indecifrabile. Ma sotto quella maschera di ansia e preoccupazione, la donna sapeva che egli nascondeva un’immensa gioia. Lo vedeva dagli occhi, che a differenza di tutto il resto del corpo si agitavano scomposti senza preoccuparsi di nascondere ciò che provavano.
Quegli occhi così attenti e intelligenti in quel momento esprimevano solo amore.
Erano amore.
 
 
 
Tre bambini allegri e spensierati correvano a perdifiato lungo la discesa del paesino, incuranti delle persone e del mondo che li circondava. Era estate, e una brezza calda regnava sovrana per le strade di quella località, costringendo le signore assiepate lungo le viuzze a sventolare ampi ventagli per arginare le vampe di calore che le tormentavano senza sosta.
La donna stava osservando con occhi attenti ma tranquilli i propri figli che giocavano in piena libertà per i vicoli del paese. Erano vita allo stato puro, ed era stata lei a generarli, coadiuvata dal marito. Un moto di felicità e orgoglio colmò il suo cuore nel costatare quanto fosse ricca e autentica la propria esistenza. C’erano stati momenti bui, certo; e ce ne sarebbero stati degli altri.
Eppure, con le grida allegre dei suoi bambini nelle orecchie e la presenza salda dell’uomo che amava al suo fianco, capì di possedere il segreto di una luce perenne.
 
 
La vita non aspetta nessuno. Puoi essere fortunato e attento fino a un certo punto e prendere le coincidenze giuste, ma arriva sempre il momento in cui il treno passa e tu sei in ritardo.
Fu in quell’afoso giorno di giugno che l’uomo perse il suo treno.
La propria esistenza era stata a dir poco meravigliosa: si era sposato con la donna che amava, aveva contribuito a creare una famiglia splendida nella sua diversità e aveva assistito allo sbocciare della propria discendenza. C’era qualcosa di più bello di sapere che il proprio sangue scorreva nelle vene di qualcun altro, e che così egli avrebbe continuato a vivere anche in futuro?
Non se ne stava andando, non per sempre, non per le persone che amava. Forse il proprio corpo in quel giorno moriva, ma l’amore che aveva provato per i cari, le parole che aveva detto, i sorrisi che aveva scambiato con la gente, tutto quel patrimonio sarebbe sopravvissuto e avrebbe accompagnato i battiti delle persone amate. La morte era solo il fischio del treno che partiva, dopotutto.
 
 
 
Il giorno del funerale era stato piuttosto confuso. In realtà, non era nemmeno sicura che si fosse verificato davvero, se non per il fatto che altri ne avevano parlato in seguito.
Non era vero, non poteva essere vero per lei. Perché se fosse stato così avrebbe dovuto reinventarsi, ed è convinzione comune che a una certa età la fantasia si esaurisce.
Eppure, in quel mare di caos generale qualcosa attirò la sua attenzione.
Una melodia familiare usciva timidamente dalla piccola radiolina posta sul mobiletto, e la donna fu costretta ad alzare il volume per poterla udire chiaramente. Il suo cuore sussultò di commozione non appena riconobbe quella canzone fin troppo familiare per le sue orecchie e per la sua anima.
Chiuse gli occhi e riuscì a sentire di nuovo la presa salda di suo marito che la teneva stretta fra le braccia e la faceva dondolare al ritmo della musica proprio come quando erano giovani.
E in quel momento seppe che egli non se n’era andato dal suo cuore, ma che era ancora lì, ed ogni battito equivaleva ad una sua carezza.
 
 
C’è gente che ama mille cose e si perde per le strade del mondo. Io che amo solo te, io mi fermerò e ti regalerò quel che resta della mia gioventù…




N.D.A.:
Questa è la storia, in breve, di quell’uomo e di quella donna, che ho avuto la fortuna di conoscere molto bene.
Ho voluto raccontarla attraverso i miei occhi e seguendo la traccia dei racconti che mia madre mi ha lasciato.
Oggi sarebbe stato il compleanno di quell’uomo, di mio nonno, e io ho deciso di fargli gli auguri così, donandogli parte del mio cuore attraverso queste parole che non saranno mai all’altezza della sua vita e di tutto l’amore che ha seminato. Ma la dedico anche a mia nonna, perché non si senta più sola; e in particolare a quella parte della mia famiglia che molto spesso non capisce e non agisce con coscienza. Spero che almeno in questo giorno aprano il proprio cuore, perché ne vale sempre la pena. 
  
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