lesson 1: oggi nemici...domani chissà
Lessons of
life, lessons of love
LESSON
1: ORA NEMICI…DOMANI CHISSA’
Lunedì, 16 settembre.
Ore 9: 45.
Nei silenziosi corridoi di Hogwarts una
ragazza un po’ particolare si affannava con passo svelto a raggiungere
l'ufficio del preside, Albus Silente. Poco prima infatti, mentre seguiva la sua
lezione preferita, quella di trasfigurazione, era stata richiamata all’
altoparlante da una voce metallica, che le chiedeva di recarsi subito dal
preside. Eccola quindi, scapicollarsi per arrivare il prima possibile.
-Gelato al pistacchio! -
esclamò con voce sicura al gargoyle che
faceva la guardia all'ufficio. Quello si spostò subito nell'udire la parola
d'ordine, e la lasciò passare. Salì velocemente le scale, sperando ardentemente
che il preside non la volesse riprendere per l'ultimo scherzo fatto a quegli
idioti di Tiger e Goyle. A detta di tutti i grifondoro, suoi compagni di casa,
lei avrebbe dovuto essere una serpeverde, a giudicare dalla sua incredibile
vocazione per gli scherzi maligni. Alcuni sostenevano che da grande avrebbe
aiutato i gemelli Weasley nella loro attività, tanto si dimostrava perfida con
le serpi. Quello che quasi tutti ignoravano, però, era che la sua era solo una
risposta esaustiva alle richieste di attenzioni dei piccoli serpeverde, e non
divertimento. Vendetta insomma. Loro pensavano di poterla fare franca dopo aver
tormentato i ragazzi delle altre case, per interi anni, con stupidi scherzi di ogni
genere, ma non avevano fatto i conti con la grifondoro in questione. Era
scaltra e furba, ma soprattutto non lasciava tracce di ogni sorta, era
impossibile incastrarla. E questo era quello che più di tutto mandava in bestia
le serpi, spioni per natura, che non aspettavano altro che poterla denunciare.
TOC TOC!
-Avanti! -
-Permesso! Buongiorno, preside! -
-Buongiorno a te Grace! Mi spiace averti
fatto interrompere una delle tue lezioni con Minerva, ma ho bisogno della tua
attenzione per qualche minuto.-
-Non c'è problema, professore! Per me era
solo un ripasso, conosco già quell'incantesimo che ci stava insegnando ora la
professoressa.-
-Sì, immagino sia una specie di
"deformazione professionale" per te, studiare la trasfigurazione! - disse
il preside sorridendo alla sua allieva.
-In un certo senso è così! C'è anche da dire
che è una materia che riesce sempre a entusiasmarmi! -
rispose la ragazza, anche lei sorridendo. Fu
allora che spostò lo sguardo verso sinistra, e, un po’ in ombra rispetto a
Silente, vide che sull'altra poltrona stava elegante e composta un'altra
figura, sicuramente maschile, anche se non gli diede troppa attenzione.
Lei si era seduta su implicito invito del
mago, e stava con le gambe accavallate, la schiena dritta, e le mani incrociate
in grembo, ad attendere che il preside le spiegasse per quale motivo l'avesse
chiamata. All'improvviso sentì uno sguardo conosciuto su di se, e si voltò.
Riconobbe allora sulla poltrona opposta alla sua, Draco Malfoy. I modi
sembravano gli stessi, l'atteggiamento anche, solo lo sguardo pareva essere
diverso. Meno ostile, più calmo forse.
-Vedo che si è accorta della presenza
dell'altro mio ospite, signorina Parker! A questo punto mi vorrà porre qualche
domanda suppongo. -
-In effetti, una ci sarebbe. Per quale
motivo ha convocato sia me che Malfoy, insieme? Capirei se avesse chiamato
Hermione, che è caposcuola di Grifondoro, e lui lo è di Serpeverde, ma io non
sono una figura autoritaria della mia casa. Che ci faccio qui con lui? -
il tono della ragazza era rispettoso, e non
lasciava trapelare emozioni nel pronunciare il suo nome, se non un po’ di
curiosità.
-Dritta al
punto come sempre, vero Grace? Farò lo stesso anch'io allora. Si tratta dell'
Ordine della Fenice. Il signor Malfoy qui presente ha fatto una scelta. Una
scelta che cambierà la sua vita, e che evolverà a favore nostro e della pace.
Draco ha deciso, insieme al signor Zabini, di unirsi alla nostra causa.-
A quel punto gli occhi di Grace si
spostarono sul viso del ragazzo da parte a lei. Cercarono gli occhi di lui, con
l'intenzione di percepire un'eventuale, seppur piccolo, cenno di dubbio o
ripensamento, qualsiasi cosa facesse pensare a un doppiogioco. Non vi lesse
nulla di tutto ciò. Forse solo menefreghismo. A lui non importava del suo
giudizio, e questo si vedeva lontano un miglio.
Quindi da ora in poi, la pregherei di
considerarlo un compagno, e non più un nemico. Inoltre le chiedo di non parlare
di tutto ciò ai suoi amici, ne a nessun altro. Draco avrà ruolo di spia per
noi, tra i mangiamorte, e non vogliamo che la sua copertura salti, o appaia
sospetta a qualcuno.-
La giovane sembrava aver assorbito la
notizia con estrema calma, senza la minima traccia di stupore, come se lo
sapesse già. Lo sguardo era limpido, non sembrava sconvolta all'idea di dover
essere amica del biondino.
-Lei mi stupisce signorina Parker.
Conoscendo il suo carattere previdente e calcolatore, m'aspettavo almeno dei
dubbi sull’affidabilità del signor Malfoy.-
Disse Silente fissandola intensamente negli
occhi, in quel momento di un bel lilla.
-Signore, se lei mi dice che si fida di
Malfoy, non vedo quale motivo dovrei avere per non fidarmi del suo giudizio.
Non sono così presuntuosa da credere che lei non abbia tutte le prove necessarie
per affermare quanto mi sta dicendo, per mettere in dubbio le sue decisioni. E
poi, sinceramente, se Malfoy ha voluto nascondere quello che è in realtà ai
nostri occhi, non lo biasimo ne lo giudico. Io più di tutti so che la gente
mostra agli altri solo ciò che vuole gli altri vedano, niente di più, niente di
meno, e come membro dell’Ordine mi fido di lei, professore.-
Aveva parlato con un leggero sorriso sulle
labbra piene, e guardando alternativamente i volti sorpresi dei suoi
interlocutori. Malfoy la guardava come se fosse un'aliena.
-Tuttavia ho ancora una domanda da porle:
come mai io devo sapere questa cosa? Come mai non sono stata tenuta all’oscuro,
come i miei amici? - disse Grace, con gli occhi pieni di curiosità.
Silente si aprì in un enigmatico sorriso, di
quelli che non presagivano nulla di buono.
-Perché ho bisogno dei tuoi servigi, Grace.
Dovrai insegnare una cosa a Draco che gli servirà nel suo lavoro, di vitale
importanza per lui. Dovrai insegnargli come diventare Animagus.-
A quel punto sì che la ragazza era stupita. Con
gli occhi fuori dalle orbite, chiese:
-Signore, perché io? Non sarebbe meglio
affidarsi alla professoressa McGranitt? È sicuramente più competente di me in
materia, non crede anche lei? -
-Via, Grace! Chi vuoi che sia più competente
di una metamorfomagus, nelle trasformazioni di questo tipo? E poi, il signor
Malfoy ha espressamente richiesto il suo aiuto, e io non me la sono sentita di
negarglielo.-
-Posso sapere il motivo?- chiese la ragazza,
guardando il biondo.
-Non mi andava di dover vedere la vecchia
megera più del dovuto. Preferisco senza dubbio una giovane grifondoro a una
vecchia rugosa!- disse Draco, con un ghigno malefico che stirava la linea delle
labbra.
Silente sorrise della schiettezza del suo
alunno, e si rivolse ancora alla ragazza, che ora teneva il mento tra il
pollice e l’indice della mano destra con fare pensoso, guardando il pavimento:
-Cos’è che ti turba tanto Grace?
L’illegalità della cosa? Il rischio che comporta questo processo? O il fatto di
essere responsabile della buona riuscita delle future missioni di Draco? Sappi
che ho piena fiducia in te e sono sicuro al cento per cento delle tue capacità,
sono certo che ne sei perfettamente in grado, non ti devi preoccupare di non
essere all’altezza. Allora, mi farai questo favore personale Grace? -
Le chiese infine, con gli occhi azzurri pieni
di aspettativa.
-Per me va bene. Se siete convinto della
vostra scelta, mi adeguerò.- accettò la ragazza, sospirando.
Poi guardò Malfoy e ci fu un breve scambio
di intensi sguardi, che sembravano voler dire tutto e niente, e gli disse:
-Sappi però che è una cosa pericolosa. Dovrai
darmi retta sempre, non ci sarà spazio per le solite stupidaggini, dovrai
seriamente applicarti per riuscire.-
-Per chi mi hai preso Parker? Non sono un
moccioso, so a cosa vado incontro.-
-Quanto tempo ho?- chiese poi al preside.
-Due mesi. -
-Soltanto due mesi? Professore, è una cosa
lunga da insegnare! Non conosco la velocità di apprendimento di Malfoy,
potrebbe volerci di più! -
Con un vispo sorrisino, Silente le chiese:
-E dimmi, quanto ci hai messo ad imparare
questa cosa, visto che dici ci voglia tanto tempo?-
La ragazza abbassò lo sguardo, i suoi occhi
divennero rossi, come i capelli e le sue guance, cosparse di lentiggini, e
sussurrò imbarazzata:
-Una settimana…. Ma signore, io ero già a
conoscenza di tre quarti del processo di trasfigurazione totale, lui invece
partirà da zero, non è la stessa cosa! - , esclamò infervorandosi.
-Ok, ok non preoccuparti, ce la farai. Ora
ho finito, potete andare.-
Ridacchiando ancora dell’imbarazzo della
ragazza, Silente congedò i ragazzi con un cenno della mano. Si alzarono e
uscirono in silenzio. Quando scesero l’ultimo gradino, Grace decise di parlare
col suo nuovo “allievo”.
-Allora Malfoy, davvero sei stato tu a
chiedere di me? - La questione sembrava incuriosirla davvero molto.
Il ragazzo le rivolse il suo consueto ghigno
e le disse:
-Se devo essere sincero Parker, sì, sono
stato io. Insomma tu sei quella che volgarmente chiamano ‘mutaforma’. Nessuno è
più esperto di te nel trasmutare il proprio corpo. E lo fai da quando eri una
poppante, per te è naturale. La vecchiaccia ci avrebbe messo una vita a spiegarmelo,
in più le sto antipatico. E poi, io volevo la migliore per imparare questa
cosa, e a quanto pare sei tu. -
-Ok. Vista quanta fiducia riponi nei miei
metodi, mi aspetto impegno e serietà. Ci vedremo tutti i santi giorni, perciò
preparati psicologicamente a sopportare la mia compagnia per un’ora ogni
pomeriggio. Quand’è che hai gli allenamenti di Quidditch? -
-Il martedì e il giovedì, mezz’ora dopo la
fine del vostro. -
-Bene, se quest’anno li abbiamo gli stessi
giorni tanto meglio. Basterà modificare un po’ l’appuntamento per quei
pomeriggi. Cominciamo oggi stesso, perciò ti aspetto alle quattro nella stanza
delle necessità. -
-Va bene, ci sarò. -
-Ti darò uno scarto di un quarto d’ora al
massimo. Se per quell’ora non ti fai vivo, me ne vado, e addio animagus,
chiaro? -
-Ho detto che ci sarò, non mi hai sentito?
-, rispose lui un po’ innervosito.
In risposta lei imitò il suo ghigno, e
disse:
-Ribadivo il concetto, così non avrai scuse
per eventuali mancanze. -
‘Questa ragazza è davvero diabolica, siamo
sicuri che non sia una serpeverde travestita da brava grifondoro?’
Draco non poteva fare a meno di chiederselo,
mentre la guardava sistemarsi la treccia di capelli, che erano tornati viola
scuro, come quando l’aveva vista entrare nell’ufficio del preside. L’aveva
sempre trovata una ragazza interessante, e finalmente avrebbe avuto
un’occasione per conoscerla meglio.
-Bene, ci vediamo alle quattro davanti
all’entrata della stanza. Torno dalla McGranitt, prima che mi dia per dispersa.
A dopo. -
Detto questo, senza aspettare una risposta,
che sapeva non sarebbe arrivata, la ragazza si avviò verso l’aula di
trasfigurazione.
Quando entrò in classe, trovò i suoi amici
alle prese con dei passerotti e dei violini. Si avvicinò ad Hermione, che aveva
appena fatto guadagnare 10 punti a grifondoro trasfigurando perfettamente il
suo uccellino in uno Stradivari, prese il violino e iniziò a suonare una lenta
melodia, un armonia particolare e dolce, accompagnata dal cicaleccio dei
passerotti non ancora trasfigurati, deliziata dal suono perfetto che lo
strumento produceva.
-Signorina Parker, vedo che il preside l’ha
lasciata andare finalmente! Non sapevo fosse anche una musicista! – le disse
con aria scocciata la vicepreside.
-Mi scusi, ma vede, sembrava un perfetto
violino, non ho saputo resistere, volevo sapere se anche il suono era degno di
uno Stradivari!- spiegò la ragazza.
-Che cos'è uno stradivari?- chiese Ron a
Harry.
-Oh, è solo la più grande marca di violini
mai prodotta dai babbani! I violini di Stradivari sono rarissimi, unici, e il
suono che producono è talmente pulito, che nemmeno la moderna tecnologia riesce
a riprodurlo! - puntualizzò entusiasta Grace.
-Ah, ho capito. Scommetto che hai il massimo
dei voti anche in babbanologia, vero Grace?-
chiese il rosso all'amica.
-Veramente non ho mai frequentato
Babbanologia, ma dev' essere interessante. - rispose la ragazza.
-Ora basta scherzare, ragazzi, si metta al
lavoro signorina Parker. Ecco, questo è il suo uccellino, si sistemi vicino al
signor Potter. -
-Va bene professoressa. -
Restituì il violino ad Hermione, che,
sorridendole soddisfatta, lo ritrasfigurò nel pennuto, afferrò la gabbietta con
il suo uccellino e prese posto vicino ad Harry.
-Allora, Grace, si può sapere che fine avevi
fatto? Mancano solo dieci minuti alla fine della lezione! Io e Ron siamo
disperati, Hermione non ci aiuta lo sai! -
-Me ne sarei accorta anche se non me lo
avessi detto, Harry, visto che il tuo violino ha le piume e quello di Ron
cinguetta da solo! - rispose la ragazza, ridacchiando.
Il resto della mattinata passò velocemente,
tra la noia di storia della magia, e il divertimento di difesa contro le arti
oscure. A pranzo, Grace sembrava proprio avere la testa da un’altra parte,
esattamente come un certo ragazzo di serpeverde, che doveva spiegare al suo
compagno le decisioni del preside.
-Alla fine il vecchio ti ha dato sul serio
il permesso di imparare dalla Parker invece che dalla mummia? -
Chiese un curiosissimo Blaise Zabini al suo
migliore amico.
-Sì, Blaise. All’inizio lei voleva delegare
alla prof, ma Silente l’ha ammorbidita chiedendoglielo come favore personale.
Alla fine ha ceduto. -
Allora l’amico, alto, moro e con degli
incredibili occhi blu, spostò lo sguardo nella Sala Grande, sorpassando il mare
di teste, fino a scorgere la persona che cercava. Grace ora era impegnata in
un’accesa discussione con Harry e Hermione, e i suoi capelli erano diventati
blu elettrico, le guance leggermente colorite.
-Certo che se l’insegnante di
trasfigurazione fosse lei, non ci sarebbe un solo ragazzo ad andare male in
quella materia! Ti invidio proprio amico! - disse il ragazzo, sorridendo
sornione.
-Credimi, Zab, se ci avessi parlato non la
penseresti così! Lei è peggio della McGranitt! –
-Mah… secondo me esageri. In fondo, è
carina, intelligente, e sta simpatica a tutti. Ha amici in tutte le case. L’unico difetto è che
ha una lingua che taglia il ferro, per quanto sa essere velenosa. Ma questo le
serve, visto che è amica di Potty, Weasel e della Mezzosangue. Anche se
purosangue l’abbiamo sempre bersagliata lo stesso, quindi si sarà dovuta
adeguare.-
-Forse hai ragione tu Blaise. Comunque oggi
alle quattro abbiamo la prima lezione. Stasera ti saprò dire se riesco a
sopportarla oppure no. -
Dopo pranzo, i due ragazzi non si scorsero
neanche da lontano, presi da materie totalmente diverse. Alle 15.00 come sempre
le lezioni terminarono, e Draco fu contento di quell'ora che Grace gli aveva
concesso prima di doversi cimentare con le loro 'lezioni'. Se ne stava
elegantemente stravaccato su un divano della sala comune di Serpeverde, e
pensava. Non sentiva più le ragazzine spettegolare, i ragazzi parlottare di
Quidditch, nemmeno lo scoppiettio delle braci nel caminetto, già acceso per via
dell'umidità che regnava nei sotterranei, nemmeno quello arrivava più al suo
orecchio. La sua mente era persa a quella sera, a Malfoy Manor....
-Non vai al tuo appuntamento? - gli chiese
Blaise, e chissà come questo lo fece riprendere appena dallo stato di trans in
cui era caduto.
-È presto per quello... -mugugnò Draco,
desiderando altro tempo per riflettere, visto che ultimamente non ne aveva
avuto affatto.
-Mi dispiace molto infrangere così le tue
illusioni, ma mancano solo dieci minuti alle quattro, e la stanza delle
Necessità non è proprio dietro l'angolo. -
gli rispose l'amico con un ampio sorriso.
Draco balzò seduto sul divano, come se si fosse scottato, guardando l'orologio
di elegante fattura, che scintillava sopra il caminetto.
-Oh cazzo! È già così tardi? Pensavo fossero
solo le tre e mezza! Cazzo, cazzo e ancora cazzo! Se arrivo tardi quella se ne
va! -
Il moro non poté fare a meno di ridere
divertito alla vista del suo migliore amico che schizzava impazzito verso la
sua stanza per riassettarsi la divisa, e pettinarsi i biondissimi capelli. Meno
di un minuto dopo lo salutava con un gesto della mano, mentre il biondo gli
urlava tutto d’un fiato:
-Grazie-Blaise!-Ci-vediamo-dopo-ciao! -
scappando fuori dal buco del ritratto della sala comune.
Malfoy decise di non sottovalutare le
minacce delle ragazza da cui si stava recando e di arrivare puntuale, e visto
che aveva solo due minuti per arrivare al sesto piano, e che tutti i ragazzi
erano fuori a godersi i tiepidi raggi solari d'autunno, si permise di correre.
E correre a perdifiato, per di più. Finche non salì l'ultimo scalino della
rampa che l'aveva portato al sesto piano. Allora si appoggiò per il restante
minuto al muro, e riprese fiato e il suo abituale pallore, momentaneamente
surclassato dal rossore dello sforzo per la gran corsa fatta. Spaccando il
minuto, arrivò davanti alla parete dove doveva stare la stanza delle necessità,
ma Grace non c'era. C'era solo un gatto, placidamente sdraiato nell'angolo che
prendeva il sole dalla finestra. Al suo arrivo aveva alzato la testa e aveva
seguito i suoi movimenti spazientiti.
-Certo che quella è proprio strana! Mi ha
fatto una testa così per farmi arrivare puntuale, e poi si presenta lei in
ritardo! Quando arriva gliene dico quattro! Stronza! -
-Ah ah ah! Credo che tu non possa dirmi
proprio niente Malfoy! Niente che non abbia già sentito almeno! -
Draco ebbe un lieve sussulto e si girò verso
la finestra, dove, seduta con le gambe accavallate sul davanzale e le braccia
tese all'indietro a sorreggere il busto, poggiandosi alla fredda pietra della
sporgenza, stava Grace. Aveva i capelli biondi e gli occhi verdi in quel
momento, e lo guardava divertita del suo stupore. Draco notò che aveva tolto il
maglioncino della divisa, e ora il seno prorompente tendeva la camicetta
bianca. Nonostante fosse della sua taglia, stringeva comunque sul petto,
facendogli intravedere il reggiseno bianco che portava. Aveva la cravatta
allentata e un paio di bottoni della camicia erano sbottonati. Draco era senza
parole. La trovava sexy, così. Il suo cervello era a farsi un giro negli angoli
più perversi della sua testa.
-Come diavolo hai fatto ad arrivare senza
che ti vedessi? - chiese Draco, lievemente frastornato.
-Malfoy, mi deludi! Sono sempre stata qui!
Non mi hai vista? Ero in quell'angolo li, che prendevo il sole. Mi hai anche
guardata in faccia! Io sono solo saltata sul davanzale, nient'altro. Stavo li
da almeno un quarto d'ora. - disse la ragazza sorridendo, anzi ghignando.
'Ma certo! Che coglione! Il gatto era lei!
Che scemo, come ho fatto a non capirlo, lei è una mutaforma, per lei è una
cazzata questa roba! Ho fatto la figura dell'idiota!'
Draco ce l'aveva più con se stesso che con
la ragazza, mentre imprecava mentalmente.
-Allora, vogliamo entrare, o vogliamo
aspettare che qualcuno ci becchi qui a conversare amorevolmente? - chiese lei.
Con un aggraziato balzo, scese dal
davanzale, camminò davanti alla parete per tre volte, poi guardò la porta
comparire davanti ai suoi occhi. Accennò un invito a Malfoy di seguirla, poi
entrò. Quando anche Draco ebbe oltrepassato la porta, lo scenario era
pressappoco questo:
a destra c'era un caminetto al momento
spento, circondato di poltrone blu. Ora che guardava meglio, tutta la stanza era
arredata sui toni del blu e dell'azzurro. Era, in qualche modo, rilassante.
Vicino alle grandi finestre, stava un tavolo da cucina, con sopra dei
pasticcini e delle bibite. Sembravano birre babbane, ma avrebbe giurato di
scorgere anche del fire-wisky. Al centro della stanza, stava un grande tappeto,
tessuto come se fosse un turbine d'acqua, e ne riproduceva i riflessi con i
fili colorati, e sparsi sul pavimento stavano tanti grossi cuscini tipo quelli
dell'aula di divinazione. Sulla sinistra invece, con grande stupore di Malfoy,
troneggiava un letto a baldacchino a una piazza, anch'esso coi tendaggi blu, e
sul comodino accanto, c'era quella che avrebbe giurato essere una barretta di
cioccolato fondente. Più vicino alla porta c'era addirittura un pianoforte a
coda, non molto grande. Quella stanza rappresentava tutto quello che NON si
aspettava di trovarci. Il letto era quello che più di tutto lo mandava ai
pazzi. Da una porticina sulla sinistra, comparve Grace, che era sparita appena
entrata, anche se lui era così preso dall'analisi della stanza, che non se ne
era neanche accorto. La guardò con una muta richiesta di spiegazioni, indicando
con un cenno della testa piuttosto eloquente, il letto.
-Che ci dobbiamo fare con quello? - chiese
malizioso, ghignando come suo solito.
-Dormirci, Malfoy. Questa è la mia stanza
personale, che faccio comparire solo per me. Vengo qui quando ho voglia di
stare sola, e gli altri mi assillano. C'è decisamente troppa gente in questa
scuola, mi devo ritagliare un po’ di tempo solo per me. Se sono stanca, non mi
spreco a tornare nel mio dormitorio, dormo qui e faccio prima. E poi, servirà
anche a te, appena faremo seriamente con gli allenamenti.-
disse con fare pratico la ragazza. Per
quanto Draco cercasse di immaginarsene un'altro uso, riusciva a focalizzarne
solo uno, e coinvolgeva anche la ragazza. Lei sembrò percepire questi pensieri,
perché esclamò, ironica:
-Sei proprio un piccolo maniaco, Malfoy! Si
vede lontano un miglio che pensi solo a quello! Un'altra pecca che mi toccherà
aggiustare. -
la ragazza sospirò nell'intravedere
l'ennesimo ghigno del biondo.
-Non è colpa mia se la tua stanza me lo
ispira, Parker! - disse lui.
-Se il letto ti disturba tanto Malfoy, posso
sempre farlo sparire, sai?-
-Oh, non servirebbe a molto! È una delle mie
fantasie farlo sui cuscini della Cooman, ma tu sembri avermi preceduto! Glieli
hai rubati durante la notte?- chiese ancora il serpeverde, accennando ai
cuscini giganti sparsi ai bordi del tappeto.
La ragazza sospirò ancora.
-Ora basta, parliamo di cose serie. Hai già
scelto l'animale che vuoi diventare? -
-A dire il vero, non ho avuto modo di
pensarci.- rifletté Malfoy distrattamente.
-Allora, solitamente i maghi scelgono il
proprio animale in base alle esigenze della loro vita. Chi come te deve spiare
la gente, sceglie animali piccoli e comuni, solitamente domestici, come quel
ratto senza spina dorsale di Minus, hai presente? - cominciò la giovane strega,
calcando con aria disgustata sul nome del traditore, prima nominato
affettuosamente da Ron, Crosta. Malfoy annuì, in segno d'intesa, e lei
proseguì.
-Quello che intendo è che puoi scegliere per
lo più tra cane, gatto, uccellino e topo. Ora passo ad illustrarti come mai tu
di scelta ne hai una sola, in realtà.
1)il cane è dipendente dall'uomo, e se ti fai
beccare a dare fastidio a un mangiamorte ti spediscono al canile, o peggio, ti
schiantano all'istante. È un animale poco agile, che tende a essere troppo
fiducioso. Non è adatto agli appostamenti, perché i cani sono irrequieti, si
muovono in continuazione. È un'animale più adatto alla fuga, alla latitanza,
non è chiaramente il tuo caso. - disse Grace, pensando con nostalgia alla forma
animagus di Sirius Black, che aveva apprezzato molto come uomo, quando era in
vita.
-2)il
topo sarà anche piccolo e veloce, ed è vero che passa ovunque, ma è un reietto
della società. Sono visti con diffidenza perché portano malattie, non avresti
vita facile, è un animale domestico solo tra i maghi. E poi Voldemort ha quel
"docilissimo" serpentone di nome Nagini, che ti farebbe la festa
senza darti nemmeno il tempo di pensare che vuoi tornare normale. Non potresti
stare fermo troppo a lungo in un posto, e viaggeresti solo di notte.
3)l'uccellino
in alcuni casi è comodo come animale. Puoi volare e seguire gli spostamenti
facilmente, soprattutto se si muovono con la scopa. Però è anche selvatico, ed
è un animale timido, che scappa dall'uomo, non ti potresti avvicinare più di
tanto senza destare sospetti nelle tue vittime.-
-Ma così... rimane solo...-
-Il gatto-
-Tu vuoi che mi trasformi in un gatto
pulcioso, tipo quello della Mezzosangue magari? Scordatelo, non ci penso
proprio! -
disse alterato Malfoy, contrario all'idea di
diventare una palla di pelo ambulante. Gli occhi di Grace si chiusero in due
strette fessure, i capelli divennero ricci e sembravano sprizzare elettricità.
Erano rosso carminio, crepitavano come tante fiamme ardenti in un caminetto,
come le iridi sanguigne, emanavano scintille. Si stava arrabbiando, e un bel
po’ anche. Trattenendosi a stento dall'ucciderlo all'istante, disse:
-Allora sentiamo, genio, che vorresti
essere?-
Malfoy si fece pensieroso, ma tutte le idee
che gli venivano, doveva scartarle perché demolite dalle precedenti
constatazioni della grifondoro. Alla fine cedette, sotto lo sguardo maligno
della ragazza.
-Oh, e va bene! Diventerò uno stupido gatto!
Contenta ora?-
esplose in un moto isterico Malfoy,
lanciando con stizza il suo mantello su di una poltrona vicina a lui.
All'improvviso sentiva caldo.
I colori della ragazza tornarono subito
delle tonalità di pochi istanti prima, segno che la rabbia stava sbollendo, e
disse:
-No, non sono particolarmente contenta, ma
se mi lascerai parlare, tu lo sarai della tua scelta -
-Parla - diretto, sillabico, freddo.
L'essenza di Malfoy espressa in un solo istante.
-Il gatto è un'animale indipendente, è
elegante e sinuoso. Agile, veloce, arriva ovunque con un salto. È silenzioso e
discreto, pigro e irriverente, un po’ menefreghista e opportunista. Potrai
appostarti dove ti pare e aspettare anche delle ore, che nessuno lo noterà o ti
scaccerà. I tuoi occhi vedranno al buio, il tuo orecchio sarà fino, finissimo,
ascolterai conversazioni da metri di distanza. Avrai un invidiabile equilibrio,
e il tuo istinto ti avviserà in caso di pericolo. Diventare animagus significa
diventare un gatto, non somigliargli e basta. Sarai un felino al cento per
cento. Pensi ancora di non voler essere uno stupido gatto?-
gli chiese sorridendo la grifoncina. Non era
un ghigno, di quelli che lei faceva per sfottere quelli di lui. Era un sorriso
semplice, fine a se stesso. Lui sembrò capire che quella scelta sarebbe stata
un vantaggio più che un danno, e disse:
-Ok, mi hai convinto. Che devo fare ora?-
con la solita aria scocciata e menefreghista.
La ragazza si schiarì la voce, e disse a
voce alta, aprendo il palmo della mano destra verso l'alto:
-Accio "Enciclopedia del gatto"!-
e un grosso, spesso e pesante libro le si materializzò direttamente in mano.
Subito lo porse a Malfoy, che lo prese senza capire cosa dovesse farci.
-Bene. Qui troverai tutte le razze
conosciute di gatti, la loro anatomia interna, il loro aspetto e soprattutto il
loro carattere. Dovrai, entro domani si intende, scegliere una razza. Per tutti
i due mesi studierai il comportamento tipico della specie, perché alla fine
dovrai essere una perfetta imitazione di quel gatto. Chiaro, Malfoy?-
Draco fissava prima la ragazza, poi il libro
e poi ancora la ragazza, e intanto pensava:
'Accidenti, mi tocca studiare anche qui! Che
palle!'
-Sì, sì, ho capito, lo farò. Ma ora che
facciamo?-
Grace si guardò l'orologio da polso e lesse l'ora.
-Manca un quarto alle cinque. Ho tempo solo
per spiegarti come sarà l'allenamento. Allora, si divide in tre fasi:
primo: concentrazione, controllo del flusso
magico, immedesimazione.
Secondo: trasformazione parziale.
Terzo: trasformazione totale. La prima fase
sarà la più complicata per te. Non tanto per la concentrazione, ma per il
controllo dei flussi di energia magica che scorrono dentro il tuo corpo -
-Tradurresti anche per noi poveri esseri
umani? Di che stai parlando? - chiese Draco con espressione contrariata. Non
capire qualcosa lo rendeva nervoso.
-In pratica, nel tuo corpo di mago, scorre
la magia come il sangue nelle vene. Di vene e arterie però, ce ne sono molte di
meno, e passano in grossi rami per gli arti e la testa, e si raccolgono tutte
all'altezza del cuore. La funzione della bacchetta è in sostanza quella di
convogliare gran parte del tuo flusso nella mano in cui la impugni, così da
dare la giusta quantità di energia all'incantesimo che vuoi eseguire. Io ti
insegnerò a espandere il tuo flusso, fino a farlo arrivare ad ogni cellula del
corpo, così che tutte le particelle si possano trasformare in quelle del gatto
contemporaneamente. Col tempo e l'esercizio, imparerai anche a dosarla per non
sprecarla, e ad usare gli incantesimi non verbali senza bacchetta. -
-Addirittura? Potrò fare magie anche sotto
forma di animagus? Non lo sapevo... - Draco era veramente stupito di questa
novità.
-Certo Malfoy. Saresti totalmente indifeso
altrimenti, se ti attaccassero sotto forma di gatto, e non ti dessero il tempo
di ritrasformarti, non credi?-
chiese la ragazza, che dava per scontata una
cosa del genere.
-Sì, è giusto. È perché sei capace di fare
questa cosa, che sei riuscita a richiamare il libro, prima, senza avere la
bacchetta? -
chiese curioso Malfoy, a cui non era
sfuggito nemmeno un particolare delle mosse della grifondoro. Grace sorrise,
soddisfatta dell'attenzione che Malfoy, nonostante tutto, le prestava.
-Esatto. Se sarai in grado di imparare
l'espansione dei flussi, potrai farlo anche tu, e in battaglia sarà una dote
molto utile. - spiegò la ragazza.
-Accidenti, sono già le cinque! Devo andare
in biblioteca, Hermione mi aspetta, mi sbrana se tardo! Devo scappare Malfoy,
ci vediamo domani, sempre qui, ma visto che abbiamo entrambi il Quidditch,
facciamo...dopo cena, alle nove? -
Malfoy ci pensò su qualche secondo, poi
disse:
-Per me va bene, ma non saremo troppo
stanchi a quell'ora? -
-Oh non ti preoccupare di quello! Ricordi?
La prima fase è meditazione e concentrazione. Dovrai solo applicare il tuo
cervellino per un'oretta, poi potrai andare a dormire, o a intrattenerti con
qualcuna delle tue donnine di malaffare -
rispose la ragazza con un melenso e
falsissimo sorriso, che addolciva le parole aspre e un po’ contrariate che le
uscivano di bocca. L'unica risposta che ebbe fu un grugnito e un ghigno, ma a
quello era abituata: erano più di sei anni che lo vedeva. Così corse fuori
dalla stanza, dirigendosi in biblioteca, mentre il biondo si diresse nella sua
stanza. Aveva bisogno di riflettere e poi... doveva studiare quello stupido
libro sui gatti!
Poco dopo Grace, spaccando il minuto arrivò
in biblioteca in tempo per non alterare la sua migliore amica super-pignola,
Hermione Granger. Quando si arrabbiava, diventava peggio di un'arpia, per
questo erano tanto amiche: erano caratterialmente molto simili.
-Allora Grace, si può sapere dove sei
scomparsa? È dalle tre che ti cerco! Avevo bisogno di te per pozioni, ma tu
sembravi esserti volatilizzata. -
In effetti, prima di trasformarsi nel gatto
per fare quello scherzetto a Malfoy, aveva trascorso qualche momento
appollaiata sul tetto della scuola, sotto forma di aquila. Le piaceva molto
diventare quel tipo di animali, e i rapaci l'affascinavano parecchio.
-Ero nella stanza delle necessità. Avevo
bisogno di stare un po’ da sola -
rispose, mentre i suoi capelli diventavano
verde smeraldo e gli occhi blu. Sembrava un po’ una ninfa del lago così
conciata. A Hermione scappò un sorriso, nel vederla in quello stato, ma lei non
ci fece caso, succedeva sempre. Non le piaceva mentire agli amici, ma era un
ordine di Silente, e poi aveva detto solo una mezza bugia.
-Ah, già. Tuo padre partiva oggi, vero?
Sarai preoccupata immagino. -
disse la riccia, con occhi carichi di
comprensione.
-Hai indovinato, come sempre Herm - disse
Grace sorridendo mestamente - è più forte di me, mi preoccupa sempre più, ogni
viaggio mi sembra sempre più pericoloso del precedente...- ora diceva sul
serio.
-Capisco Grace, ma non ti preoccupare! Tuo
padre è un Auror molto esperto, non si farà fregare facilmente, vedrai! -
le disse Hermione, con un sorriso dolce e
uno sguardo d'incoraggiamento. L'amica l'abbracciò di slancio.
-Grazie, non so davvero come farei senza di
te Herm! - disse Grace, con tono leggermente ironico.
-Figurati, è il mio lavoro! -rispose lei
ridacchiando.
-Allora, piccola pozionista disperata, qual'
è il tuo problema?- cominciò Grace, sedendosi sulla panca di fronte all'amica,
interessandosi dei suoi dilemmi pozionistici.
Intanto, nella stanza del Caposcuola di
Serpeverde si stava tenendo un terzo grado in piena regola.
-Com'era la stanza?-
-Carina, rilassante, blu.
-E lei, com'era vestita?-
-Con la divisa! Però s'era tolta il
maglioncino...-
-Sul serio, non s'è cambiata? Strano… Che
avete fatto?-
-Parlato.-
-E che ci fai con quel librone sui gatti?-
-Cerco di studiare, Blaise, ma è difficile
con te che mi sommergi di domande idiote! -
urlò Draco, dopo la decimilionesima domanda,
direttamente nell'orecchio sinistro dell'amico.
Riprendendo il controllo di se, e sbattendo
fuori a calci dalla stanza il moro, Draco si dedicò seriamente alla ricerca
della perfetta razza di gatto che avrebbe impersonato.
Cominciò a sfogliare il libro, con calma, osservando
per bene tutte le specie.
'Questa no...questa nemmeno...questo sembra
un topo più che un gatto! E questo addirittura è nudo! Al limite dell'osceno!'
pensava, guardando la foto di un esemplare
di gatto egiziano, di quelli senza pelo.
Dopo una mezz'oretta di ricerche, ben poche
razze lo avevano ispirato. Ma ecco che all'improvviso vide la foto di quello
che sarebbe diventato di lì a breve. Un gatto che dall'aspetto lo convinceva
più che ogni altro. Finalmente lo aveva trovato! Si mise a leggere, interessato
e sempre più convinto della scelta, e, strano ma vero, passò l'intera serata a
studiare tutto su quel felino.
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Antro dell'autrice
Cari lettori, voglio fare un
paio di premesse: 1) è la prima fan che scrivo da sola, visto che fin'ora ho
scritto solo con delle partner e grandi amiche, perciò vi prego di avere pietà di me; 2)
questa fan è gia interamente scritta e solo da pubblicare, perciò aggiornerò ogni una o due settimane; 3) questa
fan mi ronza in testa da una vita, completa di nomi e fatti, tanto che non la
sopportavo più e ho dovuto scriverla; 4) questa fan è per lo più frutto dei
miei scleri notturni (sono diventata una specie di vampira), di lunghe notti
insonni passate a scrivere al pc ( che ormai mi odia, tra le altre cose ),
perciò spero mi vorrete scusare se ci sono
orrori grammaticali ed altre piccole sviste dovute alla ridotta prestazione
cerebrale in quella fascia oraria ( l' una, le due, le tre del mattino
-.-).
Inoltre spero che vorrete lasciare un
commento, anche solo per sapere se vale la pena o no di continuare a pubblicare
questa fan che promette essere una specie di epopea.
Firmato: Nami l’autrice insonne