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Autore: Nami Nakamura    10/08/2008    3 recensioni
Una ragazza strana, particolare e lunatica. Un ragazzo solo e problematico, ma che con la sua arroganza fa battere il cuore a molte... ma chi riuscirà a far battere il suo? E cosa combineranno insieme due ragazzi così diversi?
Genere: Romantico, Azione, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: OOC, Lemon, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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lesson 1: oggi nemici...domani chissà

Lessons of life, lessons of love

LESSON 1: ORA NEMICI…DOMANI CHISSA’

 

Lunedì, 16 settembre.
Ore 9: 45.
Nei silenziosi corridoi di Hogwarts una ragazza un po’ particolare si affannava con passo svelto a raggiungere l'ufficio del preside, Albus Silente. Poco prima infatti, mentre seguiva la sua lezione preferita, quella di trasfigurazione, era stata richiamata all’ altoparlante da una voce metallica, che le chiedeva di recarsi subito dal preside. Eccola quindi, scapicollarsi per arrivare il prima possibile.

-Gelato al pistacchio! -

esclamò con voce sicura al gargoyle che faceva la guardia all'ufficio. Quello si spostò subito nell'udire la parola d'ordine, e la lasciò passare. Salì velocemente le scale, sperando ardentemente che il preside non la volesse riprendere per l'ultimo scherzo fatto a quegli idioti di Tiger e Goyle. A detta di tutti i grifondoro, suoi compagni di casa, lei avrebbe dovuto essere una serpeverde, a giudicare dalla sua incredibile vocazione per gli scherzi maligni. Alcuni sostenevano che da grande avrebbe aiutato i gemelli Weasley nella loro attività, tanto si dimostrava perfida con le serpi. Quello che quasi tutti ignoravano, però, era che la sua era solo una risposta esaustiva alle richieste di attenzioni dei piccoli serpeverde, e non divertimento. Vendetta insomma. Loro pensavano di poterla fare franca dopo aver tormentato i ragazzi delle altre case, per interi anni, con stupidi scherzi di ogni genere, ma non avevano fatto i conti con la grifondoro in questione. Era scaltra e furba, ma soprattutto non lasciava tracce di ogni sorta, era impossibile incastrarla. E questo era quello che più di tutto mandava in bestia le serpi, spioni per natura, che non aspettavano altro che poterla denunciare.

TOC TOC!

-Avanti! -

-Permesso! Buongiorno, preside! -

-Buongiorno a te Grace! Mi spiace averti fatto interrompere una delle tue lezioni con Minerva, ma ho bisogno della tua attenzione per qualche minuto.-

-Non c'è problema, professore! Per me era solo un ripasso, conosco già quell'incantesimo che ci stava insegnando ora la professoressa.-

-Sì, immagino sia una specie di "deformazione professionale" per te, studiare la trasfigurazione! - disse il preside sorridendo alla sua allieva.

-In un certo senso è così! C'è anche da dire che è una materia che riesce sempre a entusiasmarmi! -

rispose la ragazza, anche lei sorridendo. Fu allora che spostò lo sguardo verso sinistra, e, un po’ in ombra rispetto a Silente, vide che sull'altra poltrona stava elegante e composta un'altra figura, sicuramente maschile, anche se non gli diede troppa attenzione.

Lei si era seduta su implicito invito del mago, e stava con le gambe accavallate, la schiena dritta, e le mani incrociate in grembo, ad attendere che il preside le spiegasse per quale motivo l'avesse chiamata. All'improvviso sentì uno sguardo conosciuto su di se, e si voltò. Riconobbe allora sulla poltrona opposta alla sua, Draco Malfoy. I modi sembravano gli stessi, l'atteggiamento anche, solo lo sguardo pareva essere diverso. Meno ostile, più calmo forse.

-Vedo che si è accorta della presenza dell'altro mio ospite, signorina Parker! A questo punto mi vorrà porre qualche domanda suppongo. -

-In effetti, una ci sarebbe. Per quale motivo ha convocato sia me che Malfoy, insieme? Capirei se avesse chiamato Hermione, che è caposcuola di Grifondoro, e lui lo è di Serpeverde, ma io non sono una figura autoritaria della mia casa. Che ci faccio qui con lui? -

il tono della ragazza era rispettoso, e non lasciava trapelare emozioni nel pronunciare il suo nome, se non un po’ di curiosità.

-Dritta al punto come sempre, vero Grace? Farò lo stesso anch'io allora. Si tratta dell' Ordine della Fenice. Il signor Malfoy qui presente ha fatto una scelta. Una scelta che cambierà la sua vita, e che evolverà a favore nostro e della pace. Draco ha deciso, insieme al signor Zabini, di unirsi alla nostra causa.-

A quel punto gli occhi di Grace si spostarono sul viso del ragazzo da parte a lei. Cercarono gli occhi di lui, con l'intenzione di percepire un'eventuale, seppur piccolo, cenno di dubbio o ripensamento, qualsiasi cosa facesse pensare a un doppiogioco. Non vi lesse nulla di tutto ciò. Forse solo menefreghismo. A lui non importava del suo giudizio, e questo si vedeva lontano un miglio.

Quindi da ora in poi, la pregherei di considerarlo un compagno, e non più un nemico. Inoltre le chiedo di non parlare di tutto ciò ai suoi amici, ne a nessun altro. Draco avrà ruolo di spia per noi, tra i mangiamorte, e non vogliamo che la sua copertura salti, o appaia sospetta a qualcuno.-

La giovane sembrava aver assorbito la notizia con estrema calma, senza la minima traccia di stupore, come se lo sapesse già. Lo sguardo era limpido, non sembrava sconvolta all'idea di dover essere amica del biondino.

-Lei mi stupisce signorina Parker. Conoscendo il suo carattere previdente e calcolatore, m'aspettavo almeno dei dubbi sull’affidabilità del signor Malfoy.-

Disse Silente fissandola intensamente negli occhi, in quel momento di un bel lilla.

-Signore, se lei mi dice che si fida di Malfoy, non vedo quale motivo dovrei avere per non fidarmi del suo giudizio. Non sono così presuntuosa da credere che lei non abbia tutte le prove necessarie per affermare quanto mi sta dicendo, per mettere in dubbio le sue decisioni. E poi, sinceramente, se Malfoy ha voluto nascondere quello che è in realtà ai nostri occhi, non lo biasimo ne lo giudico. Io più di tutti so che la gente mostra agli altri solo ciò che vuole gli altri vedano, niente di più, niente di meno, e come membro dell’Ordine mi fido di lei, professore.-

Aveva parlato con un leggero sorriso sulle labbra piene, e guardando alternativamente i volti sorpresi dei suoi interlocutori. Malfoy la guardava come se fosse un'aliena.

-Tuttavia ho ancora una domanda da porle: come mai io devo sapere questa cosa? Come mai non sono stata tenuta all’oscuro, come i miei amici? - disse Grace, con gli occhi pieni di curiosità.

Silente si aprì in un enigmatico sorriso, di quelli che non presagivano nulla di buono.

-Perché ho bisogno dei tuoi servigi, Grace. Dovrai insegnare una cosa a Draco che gli servirà nel suo lavoro, di vitale importanza per lui. Dovrai insegnargli come diventare Animagus.-

A quel punto sì che la ragazza era stupita. Con gli occhi fuori dalle orbite, chiese:

-Signore, perché io? Non sarebbe meglio affidarsi alla professoressa McGranitt? È sicuramente più competente di me in materia, non crede anche lei? -

-Via, Grace! Chi vuoi che sia più competente di una metamorfomagus, nelle trasformazioni di questo tipo? E poi, il signor Malfoy ha espressamente richiesto il suo aiuto, e io non me la sono sentita di negarglielo.-

-Posso sapere il motivo?- chiese la ragazza, guardando il biondo.

-Non mi andava di dover vedere la vecchia megera più del dovuto. Preferisco senza dubbio una giovane grifondoro a una vecchia rugosa!- disse Draco, con un ghigno malefico che stirava la linea delle labbra.

Silente sorrise della schiettezza del suo alunno, e si rivolse ancora alla ragazza, che ora teneva il mento tra il pollice e l’indice della mano destra con fare pensoso, guardando il pavimento:

-Cos’è che ti turba tanto Grace? L’illegalità della cosa? Il rischio che comporta questo processo? O il fatto di essere responsabile della buona riuscita delle future missioni di Draco? Sappi che ho piena fiducia in te e sono sicuro al cento per cento delle tue capacità, sono certo che ne sei perfettamente in grado, non ti devi preoccupare di non essere all’altezza. Allora, mi farai questo favore personale Grace? -

Le chiese infine, con gli occhi azzurri pieni di aspettativa.

-Per me va bene. Se siete convinto della vostra scelta, mi adeguerò.- accettò la ragazza, sospirando.

Poi guardò Malfoy e ci fu un breve scambio di intensi sguardi, che sembravano voler dire tutto e niente, e gli disse:

-Sappi però che è una cosa pericolosa. Dovrai darmi retta sempre, non ci sarà spazio per le solite stupidaggini, dovrai seriamente applicarti per riuscire.-

-Per chi mi hai preso Parker? Non sono un moccioso, so a cosa vado incontro.-

-Quanto tempo ho?- chiese poi al preside.

-Due mesi. -

-Soltanto due mesi? Professore, è una cosa lunga da insegnare! Non conosco la velocità di apprendimento di Malfoy, potrebbe volerci di più! -

Con un vispo sorrisino, Silente le chiese:

-E dimmi, quanto ci hai messo ad imparare questa cosa, visto che dici ci voglia tanto tempo?-

La ragazza abbassò lo sguardo, i suoi occhi divennero rossi, come i capelli e le sue guance, cosparse di lentiggini, e sussurrò imbarazzata:

-Una settimana…. Ma signore, io ero già a conoscenza di tre quarti del processo di trasfigurazione totale, lui invece partirà da zero, non è la stessa cosa! - , esclamò infervorandosi.

-Ok, ok non preoccuparti, ce la farai. Ora ho finito, potete andare.-

Ridacchiando ancora dell’imbarazzo della ragazza, Silente congedò i ragazzi con un cenno della mano. Si alzarono e uscirono in silenzio. Quando scesero l’ultimo gradino, Grace decise di parlare col suo nuovo “allievo”.

-Allora Malfoy, davvero sei stato tu a chiedere di me? - La questione sembrava incuriosirla davvero molto.

Il ragazzo le rivolse il suo consueto ghigno e le disse:

-Se devo essere sincero Parker, sì, sono stato io. Insomma tu sei quella che volgarmente chiamano ‘mutaforma’. Nessuno è più esperto di te nel trasmutare il proprio corpo. E lo fai da quando eri una poppante, per te è naturale. La vecchiaccia ci avrebbe messo una vita a spiegarmelo, in più le sto antipatico. E poi, io volevo la migliore per imparare questa cosa, e a quanto pare sei tu. -

-Ok. Vista quanta fiducia riponi nei miei metodi, mi aspetto impegno e serietà. Ci vedremo tutti i santi giorni, perciò preparati psicologicamente a sopportare la mia compagnia per un’ora ogni pomeriggio. Quand’è che hai gli allenamenti di Quidditch? -

-Il martedì e il giovedì, mezz’ora dopo la fine del vostro. -

-Bene, se quest’anno li abbiamo gli stessi giorni tanto meglio. Basterà modificare un po’ l’appuntamento per quei pomeriggi. Cominciamo oggi stesso, perciò ti aspetto alle quattro nella stanza delle necessità. -

-Va bene, ci sarò. -

-Ti darò uno scarto di un quarto d’ora al massimo. Se per quell’ora non ti fai vivo, me ne vado, e addio animagus, chiaro? -

-Ho detto che ci sarò, non mi hai sentito? -, rispose lui un po’ innervosito.

In risposta lei imitò il suo ghigno, e disse:

-Ribadivo il concetto, così non avrai scuse per eventuali mancanze. -

‘Questa ragazza è davvero diabolica, siamo sicuri che non sia una serpeverde travestita da brava grifondoro?’

Draco non poteva fare a meno di chiederselo, mentre la guardava sistemarsi la treccia di capelli, che erano tornati viola scuro, come quando l’aveva vista entrare nell’ufficio del preside. L’aveva sempre trovata una ragazza interessante, e finalmente avrebbe avuto un’occasione per conoscerla meglio.

-Bene, ci vediamo alle quattro davanti all’entrata della stanza. Torno dalla McGranitt, prima che mi dia per dispersa. A dopo. -

Detto questo, senza aspettare una risposta, che sapeva non sarebbe arrivata, la ragazza si avviò verso l’aula di trasfigurazione.

Quando entrò in classe, trovò i suoi amici alle prese con dei passerotti e dei violini. Si avvicinò ad Hermione, che aveva appena fatto guadagnare 10 punti a grifondoro trasfigurando perfettamente il suo uccellino in uno Stradivari, prese il violino e iniziò a suonare una lenta melodia, un armonia particolare e dolce, accompagnata dal cicaleccio dei passerotti non ancora trasfigurati, deliziata dal suono perfetto che lo strumento produceva.

-Signorina Parker, vedo che il preside l’ha lasciata andare finalmente! Non sapevo fosse anche una musicista! – le disse con aria scocciata la vicepreside.

-Mi scusi, ma vede, sembrava un perfetto violino, non ho saputo resistere, volevo sapere se anche il suono era degno di uno Stradivari!- spiegò la ragazza.

-Che cos'è uno stradivari?- chiese Ron a Harry.

-Oh, è solo la più grande marca di violini mai prodotta dai babbani! I violini di Stradivari sono rarissimi, unici, e il suono che producono è talmente pulito, che nemmeno la moderna tecnologia riesce a riprodurlo! - puntualizzò entusiasta Grace.

-Ah, ho capito. Scommetto che hai il massimo dei voti anche in babbanologia, vero Grace?-

chiese il rosso all'amica.

-Veramente non ho mai frequentato Babbanologia, ma dev' essere interessante. - rispose la ragazza.

-Ora basta scherzare, ragazzi, si metta al lavoro signorina Parker. Ecco, questo è il suo uccellino, si sistemi vicino al signor Potter. -

-Va bene professoressa. -

Restituì il violino ad Hermione, che, sorridendole soddisfatta, lo ritrasfigurò nel pennuto, afferrò la gabbietta con il suo uccellino e prese posto vicino ad Harry.

-Allora, Grace, si può sapere che fine avevi fatto? Mancano solo dieci minuti alla fine della lezione! Io e Ron siamo disperati, Hermione non ci aiuta lo sai! -

-Me ne sarei accorta anche se non me lo avessi detto, Harry, visto che il tuo violino ha le piume e quello di Ron cinguetta da solo! - rispose la ragazza, ridacchiando.

Il resto della mattinata passò velocemente, tra la noia di storia della magia, e il divertimento di difesa contro le arti oscure. A pranzo, Grace sembrava proprio avere la testa da un’altra parte, esattamente come un certo ragazzo di serpeverde, che doveva spiegare al suo compagno le decisioni del preside.

-Alla fine il vecchio ti ha dato sul serio il permesso di imparare dalla Parker invece che dalla mummia? -

Chiese un curiosissimo Blaise Zabini al suo migliore amico.

-Sì, Blaise. All’inizio lei voleva delegare alla prof, ma Silente l’ha ammorbidita chiedendoglielo come favore personale. Alla fine ha ceduto. -

Allora l’amico, alto, moro e con degli incredibili occhi blu, spostò lo sguardo nella Sala Grande, sorpassando il mare di teste, fino a scorgere la persona che cercava. Grace ora era impegnata in un’accesa discussione con Harry e Hermione, e i suoi capelli erano diventati blu elettrico, le guance leggermente colorite.

-Certo che se l’insegnante di trasfigurazione fosse lei, non ci sarebbe un solo ragazzo ad andare male in quella materia! Ti invidio proprio amico! - disse il ragazzo, sorridendo sornione.

-Credimi, Zab, se ci avessi parlato non la penseresti così! Lei è peggio della McGranitt! –

-Mah… secondo me esageri. In fondo, è carina, intelligente, e sta simpatica a tutti. Ha amici        in tutte le case. L’unico difetto è che ha una lingua che taglia il ferro, per quanto sa essere velenosa. Ma questo le serve, visto che è amica di Potty, Weasel e della Mezzosangue. Anche se purosangue l’abbiamo sempre bersagliata lo stesso, quindi si sarà dovuta adeguare.-

-Forse hai ragione tu Blaise. Comunque oggi alle quattro abbiamo la prima lezione. Stasera ti saprò dire se riesco a sopportarla oppure no. -

 

Dopo pranzo, i due ragazzi non si scorsero neanche da lontano, presi da materie totalmente diverse. Alle 15.00 come sempre le lezioni terminarono, e Draco fu contento di quell'ora che Grace gli aveva concesso prima di doversi cimentare con le loro 'lezioni'. Se ne stava elegantemente stravaccato su un divano della sala comune di Serpeverde, e pensava. Non sentiva più le ragazzine spettegolare, i ragazzi parlottare di Quidditch, nemmeno lo scoppiettio delle braci nel caminetto, già acceso per via dell'umidità che regnava nei sotterranei, nemmeno quello arrivava più al suo orecchio. La sua mente era persa a quella sera, a Malfoy Manor....

-Non vai al tuo appuntamento? - gli chiese Blaise, e chissà come questo lo fece riprendere appena dallo stato di trans in cui era caduto.

-È presto per quello... -mugugnò Draco, desiderando altro tempo per riflettere, visto che ultimamente non ne aveva avuto affatto.

-Mi dispiace molto infrangere così le tue illusioni, ma mancano solo dieci minuti alle quattro, e la stanza delle Necessità non è proprio dietro l'angolo. -

gli rispose l'amico con un ampio sorriso. Draco balzò seduto sul divano, come se si fosse scottato, guardando l'orologio di elegante fattura, che scintillava sopra il caminetto.

-Oh cazzo! È già così tardi? Pensavo fossero solo le tre e mezza! Cazzo, cazzo e ancora cazzo! Se arrivo tardi quella se ne va! -

Il moro non poté fare a meno di ridere divertito alla vista del suo migliore amico che schizzava impazzito verso la sua stanza per riassettarsi la divisa, e pettinarsi i biondissimi capelli. Meno di un minuto dopo lo salutava con un gesto della mano, mentre il biondo gli urlava tutto d’un fiato:

-Grazie-Blaise!-Ci-vediamo-dopo-ciao! - scappando fuori dal buco del ritratto della sala comune.

Malfoy decise di non sottovalutare le minacce delle ragazza da cui si stava recando e di arrivare puntuale, e visto che aveva solo due minuti per arrivare al sesto piano, e che tutti i ragazzi erano fuori a godersi i tiepidi raggi solari d'autunno, si permise di correre. E correre a perdifiato, per di più. Finche non salì l'ultimo scalino della rampa che l'aveva portato al sesto piano. Allora si appoggiò per il restante minuto al muro, e riprese fiato e il suo abituale pallore, momentaneamente surclassato dal rossore dello sforzo per la gran corsa fatta. Spaccando il minuto, arrivò davanti alla parete dove doveva stare la stanza delle necessità, ma Grace non c'era. C'era solo un gatto, placidamente sdraiato nell'angolo che prendeva il sole dalla finestra. Al suo arrivo aveva alzato la testa e aveva seguito i suoi movimenti spazientiti.

-Certo che quella è proprio strana! Mi ha fatto una testa così per farmi arrivare puntuale, e poi si presenta lei in ritardo! Quando arriva gliene dico quattro! Stronza! -

-Ah ah ah! Credo che tu non possa dirmi proprio niente Malfoy! Niente che non abbia già sentito almeno! -

Draco ebbe un lieve sussulto e si girò verso la finestra, dove, seduta con le gambe accavallate sul davanzale e le braccia tese all'indietro a sorreggere il busto, poggiandosi alla fredda pietra della sporgenza, stava Grace. Aveva i capelli biondi e gli occhi verdi in quel momento, e lo guardava divertita del suo stupore. Draco notò che aveva tolto il maglioncino della divisa, e ora il seno prorompente tendeva la camicetta bianca. Nonostante fosse della sua taglia, stringeva comunque sul petto, facendogli intravedere il reggiseno bianco che portava. Aveva la cravatta allentata e un paio di bottoni della camicia erano sbottonati. Draco era senza parole. La trovava sexy, così. Il suo cervello era a farsi un giro negli angoli più perversi della sua testa.

-Come diavolo hai fatto ad arrivare senza che ti vedessi? - chiese Draco, lievemente frastornato.

-Malfoy, mi deludi! Sono sempre stata qui! Non mi hai vista? Ero in quell'angolo li, che prendevo il sole. Mi hai anche guardata in faccia! Io sono solo saltata sul davanzale, nient'altro. Stavo li da almeno un quarto d'ora. - disse la ragazza sorridendo, anzi ghignando.

'Ma certo! Che coglione! Il gatto era lei! Che scemo, come ho fatto a non capirlo, lei è una mutaforma, per lei è una cazzata questa roba! Ho fatto la figura dell'idiota!'

Draco ce l'aveva più con se stesso che con la ragazza, mentre imprecava mentalmente.

-Allora, vogliamo entrare, o vogliamo aspettare che qualcuno ci becchi qui a conversare amorevolmente? - chiese lei.

Con un aggraziato balzo, scese dal davanzale, camminò davanti alla parete per tre volte, poi guardò la porta comparire davanti ai suoi occhi. Accennò un invito a Malfoy di seguirla, poi entrò. Quando anche Draco ebbe oltrepassato la porta, lo scenario era pressappoco questo:

a destra c'era un caminetto al momento spento, circondato di poltrone blu. Ora che guardava meglio, tutta la stanza era arredata sui toni del blu e dell'azzurro. Era, in qualche modo, rilassante. Vicino alle grandi finestre, stava un tavolo da cucina, con sopra dei pasticcini e delle bibite. Sembravano birre babbane, ma avrebbe giurato di scorgere anche del fire-wisky. Al centro della stanza, stava un grande tappeto, tessuto come se fosse un turbine d'acqua, e ne riproduceva i riflessi con i fili colorati, e sparsi sul pavimento stavano tanti grossi cuscini tipo quelli dell'aula di divinazione. Sulla sinistra invece, con grande stupore di Malfoy, troneggiava un letto a baldacchino a una piazza, anch'esso coi tendaggi blu, e sul comodino accanto, c'era quella che avrebbe giurato essere una barretta di cioccolato fondente. Più vicino alla porta c'era addirittura un pianoforte a coda, non molto grande. Quella stanza rappresentava tutto quello che NON si aspettava di trovarci. Il letto era quello che più di tutto lo mandava ai pazzi. Da una porticina sulla sinistra, comparve Grace, che era sparita appena entrata, anche se lui era così preso dall'analisi della stanza, che non se ne era neanche accorto. La guardò con una muta richiesta di spiegazioni, indicando con un cenno della testa piuttosto eloquente, il letto.

-Che ci dobbiamo fare con quello? - chiese malizioso, ghignando come suo solito.

-Dormirci, Malfoy. Questa è la mia stanza personale, che faccio comparire solo per me. Vengo qui quando ho voglia di stare sola, e gli altri mi assillano. C'è decisamente troppa gente in questa scuola, mi devo ritagliare un po’ di tempo solo per me. Se sono stanca, non mi spreco a tornare nel mio dormitorio, dormo qui e faccio prima. E poi, servirà anche a te, appena faremo seriamente con gli allenamenti.-

disse con fare pratico la ragazza. Per quanto Draco cercasse di immaginarsene un'altro uso, riusciva a focalizzarne solo uno, e coinvolgeva anche la ragazza. Lei sembrò percepire questi pensieri, perché esclamò, ironica:

-Sei proprio un piccolo maniaco, Malfoy! Si vede lontano un miglio che pensi solo a quello! Un'altra pecca che mi toccherà aggiustare. -

la ragazza sospirò nell'intravedere l'ennesimo ghigno del biondo.

-Non è colpa mia se la tua stanza me lo ispira, Parker! - disse lui.

-Se il letto ti disturba tanto Malfoy, posso sempre farlo sparire, sai?- 

-Oh, non servirebbe a molto! È una delle mie fantasie farlo sui cuscini della Cooman, ma tu sembri avermi preceduto! Glieli hai rubati durante la notte?- chiese ancora il serpeverde, accennando ai cuscini giganti sparsi ai bordi del tappeto.

La ragazza sospirò ancora.

-Ora basta, parliamo di cose serie. Hai già scelto l'animale che vuoi diventare? -

-A dire il vero, non ho avuto modo di pensarci.- rifletté Malfoy distrattamente.

-Allora, solitamente i maghi scelgono il proprio animale in base alle esigenze della loro vita. Chi come te deve spiare la gente, sceglie animali piccoli e comuni, solitamente domestici, come quel ratto senza spina dorsale di Minus, hai presente? - cominciò la giovane strega, calcando con aria disgustata sul nome del traditore, prima nominato affettuosamente da Ron, Crosta. Malfoy annuì, in segno d'intesa, e lei proseguì.

-Quello che intendo è che puoi scegliere per lo più tra cane, gatto, uccellino e topo. Ora passo ad illustrarti come mai tu di scelta ne hai una sola, in realtà.
1)
il cane è dipendente dall'uomo, e se ti fai beccare a dare fastidio a un mangiamorte ti spediscono al canile, o peggio, ti schiantano all'istante. È un animale poco agile, che tende a essere troppo fiducioso. Non è adatto agli appostamenti, perché i cani sono irrequieti, si muovono in continuazione. È un'animale più adatto alla fuga, alla latitanza, non è chiaramente il tuo caso. - disse Grace, pensando con nostalgia alla forma animagus di Sirius Black, che aveva apprezzato molto come uomo, quando era in vita.

-2)il topo sarà anche piccolo e veloce, ed è vero che passa ovunque, ma è un reietto della società. Sono visti con diffidenza perché portano malattie, non avresti vita facile, è un animale domestico solo tra i maghi. E poi Voldemort ha quel "docilissimo" serpentone di nome Nagini, che ti farebbe la festa senza darti nemmeno il tempo di pensare che vuoi tornare normale. Non potresti stare fermo troppo a lungo in un posto, e viaggeresti solo di notte.

3)l'uccellino in alcuni casi è comodo come animale. Puoi volare e seguire gli spostamenti facilmente, soprattutto se si muovono con la scopa. Però è anche selvatico, ed è un animale timido, che scappa dall'uomo, non ti potresti avvicinare più di tanto senza destare sospetti nelle tue vittime.-

-Ma così... rimane solo...-

-Il gatto-

-Tu vuoi che mi trasformi in un gatto pulcioso, tipo quello della Mezzosangue magari? Scordatelo, non ci penso proprio! -

disse alterato Malfoy, contrario all'idea di diventare una palla di pelo ambulante. Gli occhi di Grace si chiusero in due strette fessure, i capelli divennero ricci e sembravano sprizzare elettricità. Erano rosso carminio, crepitavano come tante fiamme ardenti in un caminetto, come le iridi sanguigne, emanavano scintille. Si stava arrabbiando, e un bel po’ anche. Trattenendosi a stento dall'ucciderlo all'istante, disse:

-Allora sentiamo, genio, che vorresti essere?-

Malfoy si fece pensieroso, ma tutte le idee che gli venivano, doveva scartarle perché demolite dalle precedenti constatazioni della grifondoro. Alla fine cedette, sotto lo sguardo maligno della ragazza.

-Oh, e va bene! Diventerò uno stupido gatto! Contenta ora?-

esplose in un moto isterico Malfoy, lanciando con stizza il suo mantello su di una poltrona vicina a lui. All'improvviso sentiva caldo.

I colori della ragazza tornarono subito delle tonalità di pochi istanti prima, segno che la rabbia stava sbollendo, e disse:

-No, non sono particolarmente contenta, ma se mi lascerai parlare, tu lo sarai della tua scelta -

-Parla - diretto, sillabico, freddo. L'essenza di Malfoy espressa in un solo istante.

-Il gatto è un'animale indipendente, è elegante e sinuoso. Agile, veloce, arriva ovunque con un salto. È silenzioso e discreto, pigro e irriverente, un po’ menefreghista e opportunista. Potrai appostarti dove ti pare e aspettare anche delle ore, che nessuno lo noterà o ti scaccerà. I tuoi occhi vedranno al buio, il tuo orecchio sarà fino, finissimo, ascolterai conversazioni da metri di distanza. Avrai un invidiabile equilibrio, e il tuo istinto ti avviserà in caso di pericolo. Diventare animagus significa diventare un gatto, non somigliargli e basta. Sarai un felino al cento per cento. Pensi ancora di non voler essere uno stupido gatto?-

gli chiese sorridendo la grifoncina. Non era un ghigno, di quelli che lei faceva per sfottere quelli di lui. Era un sorriso semplice, fine a se stesso. Lui sembrò capire che quella scelta sarebbe stata un vantaggio più che un danno, e disse:

-Ok, mi hai convinto. Che devo fare ora?- con la solita aria scocciata e menefreghista.

La ragazza si schiarì la voce, e disse a voce alta, aprendo il palmo della mano destra verso l'alto:

-Accio "Enciclopedia del gatto"!- e un grosso, spesso e pesante libro le si materializzò direttamente in mano. Subito lo porse a Malfoy, che lo prese senza capire cosa dovesse farci.

-Bene. Qui troverai tutte le razze conosciute di gatti, la loro anatomia interna, il loro aspetto e soprattutto il loro carattere. Dovrai, entro domani si intende, scegliere una razza. Per tutti i due mesi studierai il comportamento tipico della specie, perché alla fine dovrai essere una perfetta imitazione di quel gatto. Chiaro, Malfoy?-

Draco fissava prima la ragazza, poi il libro e poi ancora la ragazza, e intanto pensava:

'Accidenti, mi tocca studiare anche qui! Che palle!'

-Sì, sì, ho capito, lo farò. Ma ora che facciamo?-

Grace si guardò l'orologio da polso e lesse l'ora.

-Manca un quarto alle cinque. Ho tempo solo per spiegarti come sarà l'allenamento. Allora, si divide in tre fasi:
primo: concentrazione, controllo del flusso magico, immedesimazione.
Secondo: trasformazione parziale.
Terzo: trasformazione totale. La prima fase sarà la più complicata per te. Non tanto per la concentrazione, ma per il controllo dei flussi di energia magica che scorrono dentro il tuo corpo -

-Tradurresti anche per noi poveri esseri umani? Di che stai parlando? - chiese Draco con espressione contrariata. Non capire qualcosa lo rendeva nervoso.

-In pratica, nel tuo corpo di mago, scorre la magia come il sangue nelle vene. Di vene e arterie però, ce ne sono molte di meno, e passano in grossi rami per gli arti e la testa, e si raccolgono tutte all'altezza del cuore. La funzione della bacchetta è in sostanza quella di convogliare gran parte del tuo flusso nella mano in cui la impugni, così da dare la giusta quantità di energia all'incantesimo che vuoi eseguire. Io ti insegnerò a espandere il tuo flusso, fino a farlo arrivare ad ogni cellula del corpo, così che tutte le particelle si possano trasformare in quelle del gatto contemporaneamente. Col tempo e l'esercizio, imparerai anche a dosarla per non sprecarla, e ad usare gli incantesimi non verbali senza bacchetta. -

-Addirittura? Potrò fare magie anche sotto forma di animagus? Non lo sapevo... - Draco era veramente stupito di questa novità.

-Certo Malfoy. Saresti totalmente indifeso altrimenti, se ti attaccassero sotto forma di gatto, e non ti dessero il tempo di ritrasformarti, non credi?-

chiese la ragazza, che dava per scontata una cosa del genere.

-Sì, è giusto. È perché sei capace di fare questa cosa, che sei riuscita a richiamare il libro, prima, senza avere la bacchetta? -

chiese curioso Malfoy, a cui non era sfuggito nemmeno un particolare delle mosse della grifondoro. Grace sorrise, soddisfatta dell'attenzione che Malfoy, nonostante tutto, le prestava.

-Esatto. Se sarai in grado di imparare l'espansione dei flussi, potrai farlo anche tu, e in battaglia sarà una dote molto utile. - spiegò la ragazza.

-Accidenti, sono già le cinque! Devo andare in biblioteca, Hermione mi aspetta, mi sbrana se tardo! Devo scappare Malfoy, ci vediamo domani, sempre qui, ma visto che abbiamo entrambi il Quidditch, facciamo...dopo cena, alle nove? -

Malfoy ci pensò su qualche secondo, poi disse:

-Per me va bene, ma non saremo troppo stanchi a quell'ora? -

-Oh non ti preoccupare di quello! Ricordi? La prima fase è meditazione e concentrazione. Dovrai solo applicare il tuo cervellino per un'oretta, poi potrai andare a dormire, o a intrattenerti con qualcuna delle tue donnine di malaffare -

rispose la ragazza con un melenso e falsissimo sorriso, che addolciva le parole aspre e un po’ contrariate che le uscivano di bocca. L'unica risposta che ebbe fu un grugnito e un ghigno, ma a quello era abituata: erano più di sei anni che lo vedeva. Così corse fuori dalla stanza, dirigendosi in biblioteca, mentre il biondo si diresse nella sua stanza. Aveva bisogno di riflettere e poi... doveva studiare quello stupido libro sui gatti!

Poco dopo Grace, spaccando il minuto arrivò in biblioteca in tempo per non alterare la sua migliore amica super-pignola, Hermione Granger. Quando si arrabbiava, diventava peggio di un'arpia, per questo erano tanto amiche: erano caratterialmente molto simili.

-Allora Grace, si può sapere dove sei scomparsa? È dalle tre che ti cerco! Avevo bisogno di te per pozioni, ma tu sembravi esserti volatilizzata. -

In effetti, prima di trasformarsi nel gatto per fare quello scherzetto a Malfoy, aveva trascorso qualche momento appollaiata sul tetto della scuola, sotto forma di aquila. Le piaceva molto diventare quel tipo di animali, e i rapaci l'affascinavano parecchio.

-Ero nella stanza delle necessità. Avevo bisogno di stare un po’ da sola -

rispose, mentre i suoi capelli diventavano verde smeraldo e gli occhi blu. Sembrava un po’ una ninfa del lago così conciata. A Hermione scappò un sorriso, nel vederla in quello stato, ma lei non ci fece caso, succedeva sempre. Non le piaceva mentire agli amici, ma era un ordine di Silente, e poi aveva detto solo una mezza bugia.

-Ah, già. Tuo padre partiva oggi, vero? Sarai preoccupata immagino. -

disse la riccia, con occhi carichi di comprensione.

-Hai indovinato, come sempre Herm - disse Grace sorridendo mestamente - è più forte di me, mi preoccupa sempre più, ogni viaggio mi sembra sempre più pericoloso del precedente...- ora diceva sul serio.

-Capisco Grace, ma non ti preoccupare! Tuo padre è un Auror molto esperto, non si farà fregare facilmente, vedrai! -

le disse Hermione, con un sorriso dolce e uno sguardo d'incoraggiamento. L'amica l'abbracciò di slancio.

-Grazie, non so davvero come farei senza di te Herm! - disse Grace, con tono leggermente ironico.

-Figurati, è il mio lavoro! -rispose lei ridacchiando.

-Allora, piccola pozionista disperata, qual' è il tuo problema?- cominciò Grace, sedendosi sulla panca di fronte all'amica, interessandosi dei suoi dilemmi pozionistici.

 

Intanto, nella stanza del Caposcuola di Serpeverde si stava tenendo un terzo grado in piena regola.

-Com'era la stanza?-

-Carina, rilassante, blu.

-E lei, com'era vestita?-

-Con la divisa! Però s'era tolta il maglioncino...-

-Sul serio, non s'è cambiata? Strano… Che avete fatto?-

-Parlato.-

-E che ci fai con quel librone sui gatti?-

-Cerco di studiare, Blaise, ma è difficile con te che mi sommergi di domande idiote! - 

urlò Draco, dopo la decimilionesima domanda, direttamente nell'orecchio sinistro dell'amico.

Riprendendo il controllo di se, e sbattendo fuori a calci dalla stanza il moro, Draco si dedicò seriamente alla ricerca della perfetta razza di gatto che avrebbe impersonato.

Cominciò a sfogliare il libro, con calma, osservando per bene tutte le specie.

'Questa no...questa nemmeno...questo sembra un topo più che un gatto! E questo addirittura è nudo! Al limite dell'osceno!'

pensava, guardando la foto di un esemplare di gatto egiziano, di quelli senza pelo.

Dopo una mezz'oretta di ricerche, ben poche razze lo avevano ispirato. Ma ecco che all'improvviso vide la foto di quello che sarebbe diventato di lì a breve. Un gatto che dall'aspetto lo convinceva più che ogni altro. Finalmente lo aveva trovato! Si mise a leggere, interessato e sempre più convinto della scelta, e, strano ma vero, passò l'intera serata a studiare tutto su quel felino.

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Antro dell'autrice

Cari lettori, voglio fare un paio di premesse: 1) è la prima fan che scrivo da sola, visto che fin'ora ho scritto solo con delle partner e grandi amiche, perciò vi prego di avere pietà di me; 2) questa fan è gia interamente scritta e solo da pubblicare, perciò aggiornerò ogni una o due settimane; 3) questa fan mi ronza in testa da una vita, completa di nomi e fatti, tanto che non la sopportavo più e ho dovuto scriverla; 4) questa fan è per lo più frutto dei miei scleri notturni (sono diventata una specie di vampira), di lunghe notti insonni passate a scrivere al pc ( che ormai mi odia, tra le altre cose ), perciò spero mi vorrete scusare se ci sono orrori grammaticali ed altre piccole sviste dovute alla ridotta prestazione cerebrale in quella fascia oraria ( l' una, le due, le tre del mattino -.-). 

Inoltre spero che vorrete lasciare un commento, anche solo per sapere se vale la pena o no di continuare a pubblicare questa fan che promette essere una specie di epopea. 

Firmato: Nami l’autrice insonne

  
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