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Autore: Zodiac    10/06/2014    2 recensioni
Bellarke ~ Non l’avrebbe lasciata andare, stavolta.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Then there's me, all fox for your gun

Then there's me, just love me for fun

Uh there's me, no, no use in pretending

Oh there's me, a hundred and one.





Il cielo era luminoso quella notte, quasi accecava chi lo scrutava dalla terra; un abito di stelle fungeva da faro luminoso, quei fari che Clarke aveva sempre immaginato illuminassero i grandi divi in visita a qualche spettacolo importante e mondano. Ma cosa poteva saperne lei? Aveva imparato a conoscere gli umani attraverso i vecchi libri che il padre le portava di tanto in tanto come piccoli regali. Li custodiva, amava passare ore intere, giornate intere, a leggere e a fantasticare sulla vita terrestre. Frizzante, energica, vitale, capace di trascinarti da una parte all’altra. Probabilmente i libri erano la cosa che più le mancava dell’Arca.
Uno in particolare amava sfogliare, vivere parola dopo parola. Un diario di una giovane adolescente.
Clarke era intenta a fissare il grande cielo che giganteggiava sulla sua testa, seduta sul manto erboso di una piccola collinetta, sotto un grande albero, possente ma leggere al tempo stesso: spesso si trovò a fissare il moto ondoso delle sue fronde al vento. Non aveva mai visto il mare, ma le onde se le immaginava proprio come quei rami fogliosi, armonici e autonomi. Dirompenti e silenziosi allo stesso tempo. Strano come non avesse mai visto una spiaggia coi propri occhi ma come allo stesso tempo avesse sempre scrutato le masse oceaniche della terra dall’alto dell’Arca: le conosceva a memoria, in ogni insenatura. Ma anche, non le conosceva affatto.
Aveva deciso di allontanarsi per un momento dal gruppo. Quello era un giorno speciale, se così poteva definirlo, se, soprattutto, avesse saputo davvero quale giorno fosse esattamente. Il tempo si era fermato, lì sulla terra. Quella notte però, decise determinata che sarebbe stata perfetta. Perfetta per rileggere, per ricordare nella sua testa, le parole di quella ragazza.

21 Agosto, 2013
Caro diario,
sono davvero così sciocca se continuo a tremare ogni volta che lo vedo?
Caro diario, dovrei lasciar perdere… ormai sembri guardarmi con disapprovazione anche tu.


Un sorriso sfiorò il viso concentrato di Clarke. Conosceva le righe, le sbavature, gli errori di quella pagina a memoria. Anche il suo odore.

<< Hey, ora ridi anche da sola?! >> la canzonò silenziosamente Bellamy, che spuntò da dietro il tronco dell’albero. Un sorriso illuminò il volto fresco del ragazzo quando Clarke si girò verso di lui, dal basso.
Una brezza colpì entrambi.
Era piacevole.
Era perfetta.

Bellamy non riusciva a trattenersi dal guardarle le ciocche di capelli muoversi; sembrava ballassero.
<< Posso? >> le chiese, indicando il terreno umido accanto a lei.
Clarke accennò un leggero “sì” con il capo.
Il ragazzo si sedette veloce, spalla contro spalla. Riusciva a sentire il suo cuore più forte, ora. Solo lui disturbava la notturna quiete.
<< Sai, io ed Octavia stavamo pensando che forse…>>
<< Shh!>> lo interruppe improvvisamente la ragazza, poggiando la sua mano sulla gamba di Bellamy, quasi istintivamente. Lui la fissò. Non era a disagio. Anzi, sembrava fossero fatti per quello; per stare insieme, uno accanto all’altro.
<< Ascolta… >> gli sussurrò, prima di cominciare a narrare.
Si sporse verso di lui e cercò di concentrarsi, per quanto le potesse essere possibile. Il suo odore la confondeva ogni volta. Le sue lentiggini, quelle imperfezioni, la facevano tremare ogni volta.

Non sono stata creata per le feste, per essere sommersa dalla gente; sai che ogni volta mi sembra di affogare. Di soffocare.
E mai nessuno è lì a salvarmi tra le onde di persone.
Ma c’era anche lui ieri sera.
Ti immagini? Scarlet ad una festa scolastica!


Bellamy continuava a fissarla con i sui occhi profondi. Non capiva cosa volesse dire, dove volesse portarlo con quelle parole, ma gli piaceva.
Lei ricambiò lo sguardo.
<< Sai, ho sempre tifato per Scarlet. Amavo leggere il suo diario.Ed ogni volta che leggevo, io, io ero lì con lei. Non era mai sola >> annunciò la ragazza.
<< Doveva essere fantastico. Una festa. Pensi riusciremo mai a viverla anche noi?  >> chiese, rivelandosi sorpreso della sua stessa tristezza.
Clarke guardò smarrita il suo volto. Era il suo sogno. Essere una terrestre qualunque. Con problemi d’amore qualunque.
<< Comunque,io avrei invitato te >> si trovò a dire lui, improvvisamente.
<< Le Principesse non escono con i rospi >> gli disse avvicinandosi sempre di più al suo viso. Entrambi potevano avvertire il fiato caldo dell’altro.
<< Sarebbe scontato se ti rivelassi che i rospi si trasformano in principi grazie al potente bacio di una principessa? >>
Tra le stelle si udiva solo la loro risata. Era unica, sembrava che le loro voci combaciassero, all’unisono.
<< Sai perché da piccola costringevo ogni persona sull’Arca a chiamarmi Principessa? >>
I loro occhi non erano mai stati così vicini, così intensi.
Clarke continuò con voce solenne, cercando di restare calma.
Il suo volto era perfetto.

Sono arrivata alla festa. Vi erano lunghe file di ragazze meravigliose.
 Mi sentivo un rospo. Scrutai la sala da destra e sinistra e lo vidi. Immobile.
Scusai me stessa per essere sempre così inopportuna: cerco sempre lui, prima del tempo, all’interno di una stanza. Mi fissava con la bocca dischiusa. Tutto ad un tratto lessi il suo labiale.
“Sei una principessa, stasera”.


Clarke terminò il racconto.
Il silenzio aleggiava tra i due ragazzi.
Tuttavia, era tutto ciò che di importante si potesse dire in quel momento.
<< Non è mai successo nulla tra Scarlet ed il misterioso ragazzo. Ma lui l’ha fatta sentire speciale, almeno per una notte >> concluse infine, sospirando.
L’aria cominciava a diventare frizzante, entrambi avvertivano il calore dell’altro. Sempre più vicini, sempre più uniti.

Bellamy si alzò in piedi. La fissò dall’alto e sporse la sua mano.
<< Mi concedi questo ballo? >> le chiese.
Gli occhi brillavano di luce propria.

Sotto le stelle, si trovarono avvinghiati uno all’altro, una sola ombra sotto i grandi fari luminosi.
L’universo li stava spiando.

Ballavano.
Non importava che non ci fosse una melodia ad accompagnarli.
Non ne avevano bisogno.
Erano loro, loro due insieme, la melodia perfetta.
<< Sei un principe, stasera >> gli disse, mentre cingeva le sue spalle in un grande abbraccio.
<< Pensi che il bacio di una principessa non servirebbe a nulla, quindi? >> chiese deciso Bellamy.
Non l’avrebbe lasciata andare, stavolta.
  
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