10/06/2014
9 recensioniLe pagnottine
Attenzione: OOC
È lei. Ha appena sospinto la porta del panificio, ma riconoscerei tra mille volti quei capelli biondi.
Eravamo nella stessa classe ai tempi della scuola, ma non siamo mai state amiche. Io non avevo amiche.
Bellissima e con una gentilezza da offrire a chiunque, sono sempre stata invidiosa del suo animo disponibile.
La vedo spesso qui in città a fare compere, ma non le parlo mai. Non le ho nemmeno mai augurato "buona fortuna". Ma come potrei mai farlo?
Eravamo nella stessa classe ai tempi della scuola, ma non siamo mai state amiche. Io non avevo amiche.
Bellissima e con una gentilezza da offrire a chiunque, sono sempre stata invidiosa del suo animo disponibile.
La vedo spesso qui in città a fare compere, ma non le parlo mai. Non le ho nemmeno mai augurato "buona fortuna". Ma come potrei mai farlo?
- Tre pagnottine alle noci, per favore - mi chiede, poggiando le sue mani graziose sul banco delle monete. Invidio le sue dita candide. Lunghe, affusolate e sempre sterili. Le mie sono ruvide, scottate e sporche di lievito.
Tre? Perché spendere soldi per una pagnotta che non verrà mai mangiata?
- Per buon auspicio - aggiunge, come per dar voce ai miei pensieri.
La situazione è selvaggiamente deprimente: due madri al termine dei giochi.
Entrambe sappiamo che il sopravvivere di un figlio precluderà la vita dell'altro. Se saremo fortunate, tornerà solo una bara.
Nella peggiore delle ipotesi, siederemo entrambe a lati opposti durante il tour della vittoria; e con gli avvenimenti che spesso accennava Peeta a cena, sempre con voce sommessa e spaventata, non ci sarebbe da stupirsi. Eppure.. Qualcosa, nel profondo, mi smuove a sperare che tornino entrambi anche quest'anno.
Mi rendo improvvisamente conto che condivido troppe cose con questa donna: gli errori della nostra maternità, l'amore di mio marito, praticamente Peeta stesso, visto che durante i preparativi per l'edizione della memoria, era spesso a casa Everdeen per medicarsi.
- È l'ultimo giorno nell'arena, Hexe. Non credo che ce ne sarà un altro - mi dice, spezzando il silenzio che si è creato.
- Il piano del tizio con gli occhiali funzionerà, stasera? - domando.
Lei accenna un sorriso; e ritrovo in quelle labbra sottili l'espressione dolce che mio figlio riesce a far fiorire in Katniss, qualche volta.
- Possiamo solo sperare - mi risponde, quasi sussurrando.
Non riesco a distogliere lo sguardo da quell'espressione tormentata; la stessa che io faccio tanta fatica a nascondere.
Quando le do il sacchetto con il pane, rifiuto le sue monete. Perché da quando la fame dei miei figli non è più un problema da affrontare, grazie alla vittoria di Peeta, mi capita di non accettare più soldi dalle persone che soffrono particolarmente. E so che Elaisa Everdeen, in questo momento, si sta sgretolando proprio come me.
Mentre esce, apre la busta e ne annusa il profumo. Facendolo, si volta dubbiosa verso di me.
- Hexe, ne hai messa una in più -
- si - replico - per Peeta -
Il suo viso, che si apre ora in un sorriso tanto bello da ferirmi, è l'ultimo ricordo che avrò di Elaisa Everdeen.
[...] dal libro "il canto della rivolta" [...]
- Perché i miei familiari non sono venuti a trovarmi? - chiede Peeta.
- Non possono - Delly sta per mettersi a piangere di nuovo. - molti non sono usciti dal 12 -
Ta - dan! Per chi mi credeva scomparsa.. Naah! MatitaGialla non scompare mai, ricordatevelo!
Tre? Perché spendere soldi per una pagnotta che non verrà mai mangiata?
- Per buon auspicio - aggiunge, come per dar voce ai miei pensieri.
La situazione è selvaggiamente deprimente: due madri al termine dei giochi.
Entrambe sappiamo che il sopravvivere di un figlio precluderà la vita dell'altro. Se saremo fortunate, tornerà solo una bara.
Nella peggiore delle ipotesi, siederemo entrambe a lati opposti durante il tour della vittoria; e con gli avvenimenti che spesso accennava Peeta a cena, sempre con voce sommessa e spaventata, non ci sarebbe da stupirsi. Eppure.. Qualcosa, nel profondo, mi smuove a sperare che tornino entrambi anche quest'anno.
Mi rendo improvvisamente conto che condivido troppe cose con questa donna: gli errori della nostra maternità, l'amore di mio marito, praticamente Peeta stesso, visto che durante i preparativi per l'edizione della memoria, era spesso a casa Everdeen per medicarsi.
- È l'ultimo giorno nell'arena, Hexe. Non credo che ce ne sarà un altro - mi dice, spezzando il silenzio che si è creato.
- Il piano del tizio con gli occhiali funzionerà, stasera? - domando.
Lei accenna un sorriso; e ritrovo in quelle labbra sottili l'espressione dolce che mio figlio riesce a far fiorire in Katniss, qualche volta.
- Possiamo solo sperare - mi risponde, quasi sussurrando.
Non riesco a distogliere lo sguardo da quell'espressione tormentata; la stessa che io faccio tanta fatica a nascondere.
Quando le do il sacchetto con il pane, rifiuto le sue monete. Perché da quando la fame dei miei figli non è più un problema da affrontare, grazie alla vittoria di Peeta, mi capita di non accettare più soldi dalle persone che soffrono particolarmente. E so che Elaisa Everdeen, in questo momento, si sta sgretolando proprio come me.
Mentre esce, apre la busta e ne annusa il profumo. Facendolo, si volta dubbiosa verso di me.
- Hexe, ne hai messa una in più -
- si - replico - per Peeta -
Il suo viso, che si apre ora in un sorriso tanto bello da ferirmi, è l'ultimo ricordo che avrò di Elaisa Everdeen.
[...] dal libro "il canto della rivolta" [...]
- Perché i miei familiari non sono venuti a trovarmi? - chiede Peeta.
- Non possono - Delly sta per mettersi a piangere di nuovo. - molti non sono usciti dal 12 -
Ta - dan! Per chi mi credeva scomparsa.. Naah! MatitaGialla non scompare mai, ricordatevelo!
Eccomi qui con una piiiccolissima flashfic senza pretese! Ho voluto rendere un po' più "mamma" la madre di Peeta.. In effetti anche quella di Katniss. BEH! Spero vi sia piaciuta e mi auguro di trovare le vostre recensioni, positive o meno!
Baci e abbracci a tutte, torno a studiare (sigh).
MatitaGialla
MatitaGialla