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Autore: Drunk on Love    10/06/2014    1 recensioni
Il cane corse via, in direzione dell'ospedale. Solo allora, si accorse che la piccola piangeva. Kakashi andò di fronte al tavolo, osservando con il suo occhio attento la bambina. Aveva la carnagione molto scura, i capelli ricci e degli occhi verdi che contrastavano con la sua pelle. Notò un piccolo graffio sulla guancia. Si decise a prenderla in braccio.
Questa ff parla di Kakashi, che da un giorno all'altro si ritrova padre di una bambina di cui sa solo il nome. Spero che vi piaccia ;)
Genere: Comico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Team 7, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I giorni passarono veloci e frettolosi, talmente tanto che Kakashi quasi non ebbe il tempo di salutare Naruto, Sakura e Sai prima della loro missione con Yamato.
Sarebbe partito insieme a loro, ma doveva badare alla piccola Sukai.
Era pomeriggio, quando Kakashi vide i suoi allievi allontanarsi dal Villaggio. Di certo non poteva immaginare che quella sarebbe probabilmente stata l’ultima volta che li vedeva.
Successe tutto così in fretta.
 
 
«Hai visto Kakashi?» chiese  Jiraiya a Tsunade. Era oramai sera inoltrata. L’Hokage scosse la testa.
«Probabilmente sarà ancora al cimitero» rispose in un soffio di voce.
«Non ne sono molto convinto. E poi non porta mai Sukai con sè quando va lì» disse l’eremita.
«Forse crede che sia arrivato il momento di raccontarle la sua storia.»
Jiraiya sospirò.
«Se sei preoccupato vai a cercarlo» disse spazientita Tsunade, anche se un po’ di preoccupazione non riuscì a nasconderla.
L’eremita annuì e, in silenzio, uscì dall’ufficio dell’Hokage.
 
Arrivato al cimitero, diede un’occhiata rapida alla tomba di Rin e al centografo, ma di Kakashi non c’era traccia.
Provò a casa sua, ma dell’albino nemmeno l’ombra. Né tantomeno quella di Sukai.
Allarmato, corse a cercare Yamato ma, sulla strada, incontrò Asuma che gli disse che era andato in missione con i ragazzi.
«Cos’hai?» chiese preoccupato il moro, vedendolo affannato.
«Non riesco a trovare nè Kakashi né Sukai. Speravo che Yamato sapesse dove trovarli, ma mi hai detto che non c’è..»
«Dai, ora calmati. Kakashi non è uno sprovveduto, sarà occupato in qualcosa..» disse Asuma, ma nemmeno lui era convinto delle sue stesse parole.
Appunto: Kakashi non era uno sprovveduto. Avrebbe avvisato della sua assenza.
Presero entrambi un lungo respiro, poi si guardarono negli occhi.
«Andiamo da Tsunade» dissero quasi in coro.
 
 
 
Plic. Plic.
Il suono fastidioso e snervante delle gocce d’acqua che scorrevano da un lavandino chiuso male lo fece svegliare.
C’erano delle urla, eppure quel rumore fastidioso lo distraeva dal resto.
Plic. Plic.
Provò a passarsi una mano sul volto, ma l’arto non rispondeva al suo comando.
Si accorse di avere ancora gli occhi chiusi. Quando sollevò le palpebre, fu accecato da una luce biancastra.
Quando si fu abituato alla lampada, si guardò intorno cercando di rimanere calmo, ma in testa aveva un solo pensiero: Sukai.
Pian piano la memoria gli ritornò, e stralci delle ore precedenti gli si fecero spazio nella mente.
Stavo guardando i ragazzi partire. Un uomo. Sì, c’era un uomo. Ma era mascherato. Ed era lontano. No, era vicino. Molto vicino. Sukai. Era vicino a Sukai. Un colpo alla testa.
Mentre cercava di ignorare il forte mal di testa e a ricordare con precisione quello che era accaduto, la porta della stanza nella quale si trovava si aprì.
«Oh, sei sveglio» notò l’uomo che stava entrando.
È lui. È il tizio mascherato, pensò Kakashi.
Dopo essersi sorpreso di essere rimasto a terra, l’albino scattò in piedi, ma le mani non lo aiutarono.
Ancora un po’ confuso, abbassò lo sguardo sulle sue braccia: le aveva legate dietro la schiena.
Eppure si meravigliò: non aveva tagli né altre ferite e non gli era stato imposto alcun sigillo.
L’unico dolore che avvertiva era alla testa.
Tornò a guardare l’uomo di fronte a lui: doveva avere i capelli neri -spuntava qualche ciocca da dietro la maschera- ed era anche abbastanza alto. La maschera era arancione, fatta a forma di spirale, che lasciava un buco per permettere all’occhio destro di vedere. Solo dopo Kakashi si accorse della sua tunica.
Organizzazione Alba.
All’improvviso gli tornò in mente il discorso che aveva avuto qualche giorno prima con l’Hokage.
Avevo ragione. Dannazione!
«Smettila di guardarmi così. Non ho torto un capello alla tua adorata figliola, né tantomeno a te, quindi smettila di fissarmi in questo modo» disse indignato l’uomo mascherato incrociando le braccia.
Kakashi rimase a bocca aperta: quella voce gli era familiare, molto familiare, eppure non riusciva a collegarla a nessuno. Anche il tono non gli era nuovo. Era duro, ma allo stesso tempo quasi infantile. Dal timbro capì che doveva avere più o meno i suoi stessi anni, ma non ricordava di aver combattuto contro qualcuno della sua età quando era un ragazzino. Perlomeno non qualcuno che fosse ancora vivo.
Sembra quasi...
«Allora? Ti ho detto di non guardarmi con astio, ma anche quella faccia imbambolata non è molto meglio» brontolò l’uomo.
Non può essere..
Kakashi scosse la testa e cercò di calmare l’affanno.
L’uomo mascherato sbuffò.
«E ora che ti prende?»
«Dov’è Sukai?» chiese infine Kakashi, dopo avergli rivolto uno sguardo truce.
«Tranquillo, è di là che dorme» rispose l’uomo.
«E queste urla?» chiese l’albino, ricordandosi di aver sentito qualcuno gridare.
Il tizio mascherato guardò in direzione della porta, poi tornò a rivolgere lo sguardo a Kakashi.
«Oh, non farci caso. C’è la tv accesa su un film horror, credo» rispose scrollando le spalle.
Kakashi ebbe di nuovo la stessa sensazione di familiarità. Anche se era legato e non sapeva dove fosse sua figlia, si sentiva quasi a suo agio a parlare con quell’uomo. Come se stesse scambiando quattro chiacchiere con un vecchio amico.
«Allora; come stanno le tombe del cimitero di Konoha?»
Kakashi rimase spiazzato.
Un vecchio amico...
«Vai a trovarle spesso, vero? Dimmi, Kakashi, quanti morti vai a trovare ogni giorno?»
L’albino ricominciò ad ansimare.
Non è possibile..
«Immagino siano più di due, oramai. Bé, contando il vecchio Sakumo, il Terzo, il Quarto, chi più?» l’uomo mascherato rivolse a Kakashi uno sguardo di sfida, intuibile nonostante la maschera.
Al copia ninja sembrò di scorgere un riflesso vermiglio nell’occhio a malapena scoperto dalla fessura della maschera.
No. Kakashi torna in te. Non è possibile, continuava a ripetersi, ma l’affanno non cessava.
«Dov’è Sukai?» chiese di nuovo, più impaziente. Ora non gli pareva più di parlare con un vecchio amico, ma con un addetto alle torture.
«Hai la memoria corta? Ti ho detto che sta dormendo.»
«Portami da lei.»
«Ti piacerebbe.»
Kakashi lo fissò cercando i suoi occhi da qualche parte sul suo volto coperto.
«Che vuoi da lei?»
«Da lei niente. È da te che voglio qualcosa, e se questo comprende la piccola, allora prenderò anche lei» rispose duro l’uomo mascherato.
«Si può sapere che vuoi?» anche in stato confusionale e allarmato, Kakashi riusciva sempre a tenere un tono calmo, quasi freddo.
«Rivoglio quello che tu mi hai portato via. »
L’albino smise di ansimare e fissò intontito il suo interlocutore.
«Che significa?» ora lo sguardo di Kakashi era quasi disperato.
L’uomo mascherato rimase immobile per qualche secondo, poi abbassò la testa e tirò fuori una pergamena dalla manica della tunica.
«Farai una cosa per me, se vuoi rivedere la tua adorata figlia» disse freddo, diventando serio.
«Non puoi costringermi…»
«Sì che posso» lo interruppe «vedi, è proprio perché posso, che tu farai quello che ti dirò.»
Kakashi non proferì parola: aveva imparato che quando non sapeva che fare, doveva rimanere in silenzio e valutare la situazione a mente lucida.
«Dunque» l’uomo mascherato aprì la pergamena «questa è una mappa, ma per leggerla ho bisogno di sciogliere i sigilli che la bloccano. Ed è qui che entri in gioco tu: so che sei molto bravo, la tua fama ti precede, Hatake Kakashi. Sciogli i sigilli, e io lacerò andare te e quella piccola peste» concluse.
Kakashi scrutò la mappa: erano sigilli abbastanza complessi, ma avrebbe dovuto essere in grado di scioglierli in un paio d’ore.
«Dove porta questa mappa?» chiese sospettoso.
«Non ti riguarda» rispose secco l’uomo mascherato.
Kakashi rimase a riflettere qualche secondo.
«Ti basti sapere che presto ci sarà una guerra, e che non basteranno tutti i ninja della Terra del Fuoco per fermarla. Né per uscirne vivi» sussurrò l’uomo mascherato all’orecchio dell’albino.
«E questa mappa potrebbe fermarla?»
«Oh no» rise l’uomo «serve per darvi inizio.»
 
 
Dopo aver ottenuto il permesso dall’Hokage di cercare Kakashi, Jiraiya fece convocare due dei migliori ANBU.
«Dovete trovare Hatake Kakashi» spiegò l’eremita, consegnandogli il fascicolo dell’albino «qui c’è scritto tutto: ci sono foto, nome, data di nascita, hobby, tutto. Non credo vi servano a molto, ma per regola devo consegnarvelo comunque.»
«Ma qui è tutto o TOP SECRET o è stato cancellato!» esclamò uno dei due ninja. Jiraiya sospirò.
«Andiamo, hai bisogno di qualche pagina di inutili descrizioni per riconoscere Kakashi Hatake? Maschera sul viso, coprifronte sull’occhio sinistro, capelli argentei e una bambina» disse l’eremita.
Caspita, e questi sono gli ANBU migliori? Kakashi ai suoi tempi era informato di ogni starnuto dei ninja degli altri villaggi e questi non sanno niente neanche dei nostri! Pensò esasperato e deluso.
«Speriamo perlomeno che non si facciano ammazzare prima ancora di trovarlo» mormorò Jiraiya appena se ne furono andati.


-Spazio autrice-
Salve, scusate se aggiorno solo ora, ma il computer si era rotto per l'ennesima volta (giuro che non è una bugia).
Comunque, so che fa un po' schifo questo capitolo ma.. THIS IS IT.
Recupererò con i prossimi ew
Ciao :(

-Drunk on Love-

 
  
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