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Autore: paoletta76    10/06/2014    2 recensioni
Ecco. Adesso sei davvero nei casini, Darcy.
Un assassino. Hai davanti un assassino senza scrupoli, ridotto al fantasma di sé stesso. Chiunque sia stato, ieri come settant'anni fa.
E tu? Sei come lui?
Fissare a lungo entrambe le siringhe, la consapevolezza di tenere una vita letteralmente fra le mani.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stark Tower, due settimane dopo
 
Silenzio.
Solo lo sciabordio dell'acqua della piscina, a farle compagnia. Adorava questi momenti di puro relax, nonostante fossero dettati principalmente dalla necessità di fare riabilitazione alle gambe.
Nonostante dopo mezz'ora di nuoto leggero iniziasse di nuovo il dolore.
 
Un sospiro, rilassandosi a faccia in su, braccia spalancate e respiri lenti e regolari.
Toh, non l'aveva mai notato, quel disegno, fra le mattonelline del soffitto..
 
Un movimento, improvviso, oltre la testa. Passi, leggeri. Si voltò a pancia in giù e la prima cosa che vide fu un paio di piedi nudi al bordo della piscina.
Lo sguardo a risalire, lungo quel paio di gambe vestite di calzoni scuri e leggeri, lungo un torace che, sotto quella camicia, sembrava decisamente ben scolpito.
Capelli lunghi e leggermente scompigliati, occhi di ghiaccio.
 
Il Soldato d'Inverno stava di fronte a lei e la fissava con aria sorpresa.
Come non si fosse aspettato di trovarla proprio lì.
 
La prima reazione fu un balzo del cuore in gola. Raddrizzò la schiena e l'effetto fu uno schizzo d'acqua di fronte al viso.
- Non ti volevo spaventare.- mormorò quella voce scura.
 
Bella, questa, detta dal tizio che ha cercato di farti fuori. Bella davvero.
- Hai intenzione di fermarti tanto? - replicò, acida, tornando in posizione a viso in su. Nessuna risposta.
- No, perché basta che lo dici e me ne vado. Anche se non vedo perché devi avere diritto ad usare questa piscina.. o anche solo ad uscire da quella stanza. Fosse per me, ti avrei-
 
A rubarle le parole, il suono di un tuffo.
- Ma che bello, facciamo il bagno insieme, ora..- sbuffò, aspettandosi di venire raggiunta e magari di doversi anche difendere.
Ecco a cosa non ha pensato, Nat. Il corso di autodifesa in acqua mi servirebbe proprio.
 
Uno sguardo intorno, individuare quel corpo immobile sul fondo della piscina.
Che cacchio fa? - aggrottò le sopracciglia, notando come l'ondeggiare di quei capelli apparisse come l'unico segno di vita. Uno sbuffo di bolle, ancora nessun movimento. Un secondo sbuffo, confuso con un filo di sangue. Smise totalmente di pensare, dando un colpo di gambe come poteva -provando una fitta tremenda ad entrambi i lati della schiena- e raggiungendolo.
Altro dolore, acchiappandolo sotto le braccia e trascinandolo a forza verso il lato della piscina in cui si riusciva a toccare coi piedi, fino alla scaletta di accesso. Una volta con entrambe le teste fuori dall'acqua, gli allacciò le braccia sotto lo sterno e diede una, due strette veloci.
Il Soldato diede un paio di colpi di tosse, sputando acqua e piegando la testa indietro, fino a sentire il contatto con la spalla della ragazza.
- Perché..? - disse, in un soffio.
-..Perché sei un imbecille? - replicò lei, invelenita.
- Perché ti ostini a salvarmi la vita..? Io.. io ti ho..
- Non sono come te, Jimmy.- lei prese fiato, lentamente, trattenendolo addosso - credevo l'avessi capito. E ucciderti non è la soluzione.
 
Quel nome. L'aveva chiamato con quel nome. Le labbra a stringersi fra loro, deglutire.
- Io..
- James Buchanan Barnes. Nato nel 1917, rimasto orfano di entrambi i genitori all'età di tre anni.- lei lasciò che quelle mani raggiungessero le sue, contro la camicia ormai fradicia. I battiti di quel cuore rallentavano, anche il respiro appariva più leggero, regolare. Raccolse il fiato, continuò a parlare - arruolato nel 1943, sei entrato a far parte degli Howling Commandos e hai aiutato Capitan America a distruggere diverse basi dell'Hydra posizionate lungo i fronti europei. Deceduto nel 1944, durante un'azione offensiva.
- La neve..- mormorò quella voce, contro il suo petto.
- Già. La neve. Steve dice che è stata colpa sua, che non è riuscito a salvarti. Che non è riuscito a fare quello che avevi fatto tu, quando t'ha liberato dalla base in cui ti tenevano prigioniero.
- Il fuoco..
- Non l'hai lasciato da solo. Sei il suo migliore amico. Lo hai tirato su tu, dal fiume, vero?
- L'uomo che era sul ponte.. ha detto che..
- Era lui, Jimmy. Era Steve. Ve le siete date di santa ragione, ma lui continua a credere che non sei cattivo. Nemmeno se hai ammazzato quasi trenta persone in cinquant'anni. Dice che i tuoi occhi sono ancora limpidi come quando-
- Bucky..
- Beh, sì, hai anche un soprannome. Meglio di quello che hanno dato a me alle superiori. Chiappona. Ti pare credibile, una con un soprannome del genere? Chiappona.. Mmah..
Adesso il Soldato rideva. Un ridere appena accennato, ma i suoi muscoli si contraevano nonostante non uscisse voce dalle sue labbra. Un ridere che sembrava confondersi col pianto.
- Perdonami..
 
Il cuore le prese velocità, mentre quelle dita scivolavano ad intrecciare le sue e quel viso si piegava appena a cercare il suo calore.
- Forse ha ragione lui, sai.. lì dentro ci sei ancora tu.. ehi..- si scosse un po', cercando di scacciare quella malinconia che le iniziava a chiudere la gola - ti va di fare una cosa? Però i vestiti li togliamo. Ok?
Lo vide annuire appena, e scivolò via dall'abbraccio, appoggiando le mani sulla scaletta ed iniziando la risalita verso il bordo. Un gradino, un altro. Appoggiare le mani sul successivo e darsi la spinta.
- Fa male.- lo vide aggrottare le sopracciglia, e sospirò, rimettendo le mani in posizione - mah.. prima o poi passerà. Basta organizzarsi e.. ehi! - una spinta verso l'alto la colse totalmente di sorpresa; un attimo, e si ritrovò fra le braccia del giovane, fuori dall'acqua - che..?
- Ti tiene. Il braccio.- lui mosse appena il sinistro, dietro la schiena della ragazza - è guarito..
- Lo so. Lo vedo.- lei gli passò un braccio dietro le spalle, stringendogli con l'altra mano la camicia e cercando di non sembrare preoccupata - è guarito. E adesso?
- Ti porto io..
- Do-dove?
- Dove vuoi.
 
Un istante, lunghissimo, con la mano sempre stretta a quella camicia e il naso in su, persa ed annegata nel mare di quegli occhi di cristallo.
Darcy? Ehi, Darcy! Svegliaaa!
 
- Uh? - strizzò appena gli occhi, arricciando il naso. Che situazione assurda.. in bikini, stretta fra le braccia del suo quasi-assassino, il corpo tutto addosso a quel corpo in un contatto che ora sembrava quasi bruciare.
- Dove vuoi..- ripeté lui, leggerissimo - la mia seconda possibilità..
- Uhm.. quella.. quella porta là, alle mie spalle - un morso alle labbra, riprendersi un po' - andiamo là.
 
Il silenzio del corridoio sapeva di irreale. Sei pazza, Darcy? Questo adesso ti scaraventa a terra e ti strangola, gli bastano due dita, c'è abituato. E siete completamente soli; nessuno ti sentirà gridare.
- La.. la porta a sinistra.- la voce le tremò, mentre puntava la sala in cui Tony aveva posizionato idromassaggio e cromo-aromaterapia.
La sala delle coccole, la chiamava. Il suo angolo preferito in tutta la Tower. Adesso c'entrava con un brivido di paura, e le mani sempre più strette a quella camicia.
 
Il Soldato d'Inverno doveva avere un sesto senso molto ben sviluppato. O forse il suo tremare era stato davvero troppo evidente.
- Non ti farò del male..- le disse, appoggiando la fronte contro la sua.
- Parola di scout? - replicò lei, senza mascherare un altro tremito.
- Non voglio farti del male..
- Là..- puntò appena il dito, e lui la depositò delicatamente entro il bordo della vasca.
Posso fidarmi di te? recitava lo sguardo che gli sollevò addosso.
 
La risposta Darcy non se la sarebbe dimenticata. Mai più. Il Soldato avvicinò il viso al suo, tanto da lasciarle percepire il proprio respiro. E le sfiorò la fronte con un bacio.
 
- Ehm.. ecco.. adesso però..- lei lasciò che la seguisse, accomodandosi al suo fianco in posizione di attesa. Le dita tese, indecise sulla prossima mossa. Gli occhi ad indagare in giro in cerca di suggerimenti. La mano di lui che raggiungeva la sua.
- Puoi toccarmi..
- Io..- si morse le labbra, forzandosi a guardare fra le pieghe di quella camicia ormai fradicia e trasparente.
- Non mi fai male..
- Non è questo che..
Ecco. Adesso aveva il cuore dritto in gola e sicuramente tutto il sangue dipinto sulla faccia.
 
Accidenti. L'aveva quasi uccisa. E adesso le sue mani la guidavano contro la propria pelle.
Se avesse avuto un pugnale, l'avrebbe lasciata usarlo. E solo questo pensiero aveva il potere di farle male.
 
Guidate dalle sue, le dita arrivarono ai bottoni della camicia, a slacciarli uno dopo l'altro, lentamente, in sincrono col respiro che muoveva il corpo lì sotto.
La camicia fradicia che scivolava via dalle spalle del Soldato e lontana dalla vasca, il suo sguardo di ghiaccio che, avrebbe potuto giurarci, adesso aveva un non so che di malizioso.
- I pantaloni però li togli da solo.- si allontanò con uno scatto, le mani dritte alla console di comando della vasca.
Schiacciare una coppia di tasti, mentre le labbra del suo ospite si stiravano in un sorriso. Un sorriso vero.
-..Le mutande le hai, vero? Perché.. cioè.. sei un gentiluomo degli anni quaranta.. in teoria.- continuò a smanettare coi tasti della console, cercando di evitare il contatto visivo, mentre si accendevano i soffioni delle bolle - oh. Allora.. questo si chiama idromassaggio. Serve a rilassarsi.- un sorrisetto imbarazzato, notando quel braccio che risaliva dall'acqua e lasciava cadere i pantaloni sul pavimento - e io sono rilassatissima, adesso.. eccome no.. ma chi me l'ha fatto fare..
Si voltò quando bastava per cogliere la sua espressione sorpresa a quell'improvviso venir circondato da bolle di ignota provenienza. E le scappò un sorriso.
Prendi un uomo nato ad inizio secolo, congelalo, eliminagli ogni ricordo ed isolalo completamente dal mondo. Poi tiralo via dalla scatola nel secolo dopo ed immergilo in una vasca idromassaggio. La stessa espressione da bambino nel paese delle meraviglie che ha messo su anche Steve.
Mordersi appena le labbra, quando lui le sollevò gli occhi addosso.
- Cosa..?
- Bolle d'aria.- lei si spostò verso uno dei bocchettoni, agitandoci una mano davanti - ti ci metti vicino e ti fanno i massaggi - si posizionò con le spalle verso il getto e lasciò che la imitasse spostandosi davanti all'altro - toglie un po' anche il dolore.
- Perdonami..- lui arricciò appena le labbra, abbassando lo sguardo.
- Non è stata tutta colpa tua, in fondo. Ti hanno fatto a pezzi e ricostruito come volevano, eseguivi degli ordini. Come un pupazzino nelle loro mani. Adesso sei libero.
- Libero..- lui spostò lo sguardo lontano, di fronte a sé.
- Beh, sì. L'Hydra non ti controlla più. Pierce è morto, i suoi sono dispersi. Tu saresti un prigioniero. Saresti. Di solito ai prigionieri non facciamo usare l'idromassaggio. Non dovresti neppure essere fuori dalla tua stanza.
Per tutta risposta, lui sollevò il polso destro, scoprendo lo stesso braccialetto che avevano imposto anche all'agente Ward.
- AH. Quel coso.- lei sollevò il naso - credo funzioni solo se provi a scappare oltre gli spazi consentiti. Tipo, se provi ad uscire dalla torre per andartene in giro sulla Fifth. Tony ha detto che spegne chi sconfina. Credo induca una scarica elettrica che tramortisce.
Adesso lui esaminava il bracciale, stendeva le mani, tendeva le dita di entrambe. Come se non le vedesse da tanto tempo.
- Il guanto metallico è da qualche parte in laboratorio. Non credo te lo restituiranno..- lei mise su una leggera smorfietta - saresti troppo..
-..Pericoloso.
- Già. Non che tu lo sia meno, anche senza, visto così..- lo sguardo a percorrere il perimetro delle sue spalle, dei pettorali. Beh, l'amico di Steve era decisamente messo bene, braccio bionico o meno.. messo bene eccome.. occacchio.. ma non le portavano le mutande i gentiluomini degli anni 40?
Con il viso in fiamme, voltò lo sguardo e scattò lontano, andando alla ricerca del terzo bocchettone -quello dal lato opposto della vasca- e di qualcosa che raffreddasse la situazione.
 
Adesso il Soldato d'Inverno la fissava con la tipica espressione da ma che diavolo stai facendo? e lei non aveva risposte o scuse da tirar fuori dal cilindro.
Va bé, Darcy. Calma e sangue freddo. Sei nella vasca idromassaggio di Stark. Con l'uomo che ha cercato di farti fuori, e che potrebbe riprovarci in un qualunque istante. Beh, forse ci sta provando. Sta cercando di farti venire un infarto. Dove accidenti le ha ficcate le mutande?
- Non avevi un paio di slip? - gli puntò il dito contro, aggrottando le sopracciglia.
- Eh?
- Slip. MU.TAN.DE. Usavano, negli anni quaranta, vero?
- Non capisco cosa..
- Stai cercando di uccidermi in maniera alternativa?
 
Lui fece appena cenno di no con la testa, cercando di capire cosa diavolo avesse, quella ragazza, da farfugliare.
- Sei.. strana.
- E tu sei nudo.
All'espressione scandalizzata della ragazza, lui scoppiò a ridere. Sincero, cristallino. Come non faceva da più di una vita.
- Non hai.. non hai mai.. davvero?
-..Visto un uomo nudo? Oh, sì. Ma non del tuo modello.- lei mise su una smorfia indecifrabile - e credimi, questa è una situazione a dir poco imbarazzante. Quattro mesi fa m'hai sparato, e adesso siamo nell'idromassaggio insieme. E tu sei completamente nudo. Ottima tattica, davvero.
- Scusa, non l'ho..
- OH. Non l'hai fatto apposta. Sai? Credo tu ci prenda in giro, quando affermi di non ricordare nulla della tua vita precedente. Eri uno che andava forte, con le ragazze, a quanto dice Steve. Uno abbastanza sfacciato da-
 
Troppo tardi. Adesso il Soldato le scivolava addosso. Letteralmente addosso, senza nascondere più quel velo di pepe in fondo all'azzurro dei suoi occhi.
Il primo istinto fu quello di chiudere i suoi, strizzarli e sollevare le braccia a difendersi, troppo morbida e debole da impedirgli di trattenerle con le mani ed allontanarle, portandosele sulle spalle.
Un brivido, lunghissimo, al contatto di quelle labbra contro la sua pelle. La fronte, la punta del naso, la bocca. Quel corpo che bruciava quasi, contro il suo.
- Jimmy..
- Ancora..- rispose lui, in un soffio, lasciandola andare per poi tornare a massaggiarle le labbra con le proprie - dillo ancora..
- Cosa..?
- Il mio nome.. ancora..
Quelle mani adesso giocavano ad accarezzarle la schiena, un brivido dietro l'altro.
Che diavolo stai facendo, Darcy..? Lui.. lui è..
Neanche il tempo per farsi troppe domande; quelle dita caldissime scioglievano i laccetti del bikini e poi lo trascinavano pezzo per pezzo fuori dalla vasca.
 
Si lasciò appoggiare contro il getto delle bolle e smise di pensare.
  
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