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Autore: MerasaviaAnderson    11/06/2014    2 recensioni
• {Post-Mockingjay ~ Accenni Everlark ~ 1217 parole}
Dal testo:
"Nel bosco calò un silenzio improvviso, che neanche una delle tante Ghiandaie Imitatrici osava infrangere. Sembrava tornato tutto come prima, quando al posto di quella donna e di quell’uomo c’erano due ragazzini pronti a tutto per sfamare le proprie famiglie."
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimbo Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Profumo di casa
 
Camminava per quei boschi, i suoi boschi, quelli dove era cresciuto, dove aveva imparato ad amare, ad odiare, a piangere, a sorridere … a combattere.
Sapeva tutto di casa, conosceva ogni albero, ogni ciottolo che incontrava il suo cammino: quella era casa sua.
Chiuse gli occhi grigi e iniziò a respirare a pieno l’aria di quei boschi e poi iniziò ad incamminarsi verso un vecchio tronco cavo ricoperto di foglie secche d’autunno, si chinò e appena vide cosa c’era dentro al tronco sorrise, ma non si stupì del fatto che lì dentro c’erano ancora il suo arco e le sue trappole.
«Papà, cosa fai?» chiese curiosamente la piccola bambina con due grandi occhi grigi e delle lunghe treccine nere. Somigliava tanto al papà, aveva ereditato persino la stessa pelle olivastra e il sorriso.
«Nulla, Prim.» gli rispose con un sorriso, forse un po’ triste «E’ tutto normale.»
La bambina gli lanciò un’occhiata curiosa, ma non rispose; guardava semplicemente il suo papà prendere l’arco e mettersi la faretra con le frecce in spalla e prendere quel groviglio di corde.
«Ma cosa facciamo qui?» continuò a chiedere la bambina con fare curioso.
«Nulla.» rispose l’uomo «Solo una passeggiata.»
L’uomo prese la piccola mano della bambina e la strinse delicatamente nella sua, conducendola per una via a lei sconosciuta, guardava quei boschi affascinata, era sorpresa, ma infondo si sentiva a casa, come se avesse sempre vissuto lì.
Appena arrivarono ad un laghetto videro una donna seduta davanti, che teneva per le braccia un biondo bambino paffuto dagli occhi grigi che rideva.
Non si accorse nemmeno dell’uomo e la bambina che si sedettero accanto a lei silenziosamente, così appena si voltò vide una copia identica dei suoi occhi, forse erano solo un po’ più grandi e un po’ più tristi.
«Gale.» mormorò in tono sorpreso.
«Catnip.» le rispose l’uomo accennando un sorriso un po’ timorosamente.
«Cosa ci fai qui?» continuò a chiedergli la donna.
«Mi mancava casa.»
La bambina iniziò a tirare il papà per il braccio freneticamente, come se avesse la necessità di chiedergli qualcosa.
«Papà, lei chi è?» continuava a chiedergli insistentemente.
La donna si avvicinò alla bambina e le prese una manina, mostrandole un grande sorriso, di quelli veri.
«Io sono Katniss.» disse «La migliore amica di papà.»
Katniss alzò lo sguardo e vide un’espressione sorpresa comparire sul volto di Gale, sapeva cosa si stava chiedendo, ma non era il momento adatto per rispondere alle sue domande, così scosse il capo e gli regalò un altro sorriso.
«Non fare domande, Gale. È così e basta.»
La bambina si avvicinò a Katniss, come se fosse una persona che conosceva da sempre, quando invece l’aveva solo sentita nominare nei racconti che il papà le leggeva la sera, di nascosto dalla mamma.
La piccola le porse gentilmente la manina, sorridendo nel modo splendido in cui solo i bambini sanno sorridere.
«Io sono Prim. Primrose Hawthorne.»
Katniss sbiancò nel sentire quel nome, non credeva mai possibile che l’avesse fatto, non le era neanche mai passato dalla testa che Gale potesse chiamare sua figlia in quel modo.
Cercò di sorridere per come ci riusciva, tentando di cacciare indietro le lacrime.
«Anche io … » mormorò «ho una bambina che si chiama Prim. Avete quasi la stessa età.» tirò su col naso e poi riprese a parlare «Lui invece è Rye. È più piccolino.»
La bambina fece un piccolo sbadiglio strofinandosi gli occhi con le manine piccole e magre.
«Ho sonno, papà.»
Gale le fece posto tra le braccia, accogliendo la sua piccola come una bambola. La fece appoggiare alla sua spalla, accarezzandole i capelli per farla addormentare.
«Dormi, amore mio. Dormi.» mormorava.
«Mi canti una canzone?» chiese la piccola mentre si assopiva.
Gale guardò Katniss e lei capì subito ciò che desiderava, all’inizio fece di no con la testa, non sentendosi pronta a rintonare di nuovo quelle parole, ma poi qualcosa nello sguardo dell’amico la convinse e iniziò a cantare con la sua voce candida.
 
“Là infondo al prato, all’ombra di un pino,
c’è un letto d’erba, un soffice cuscino
il capo tuo posa e chiudi gli occhi stanchi
quando li riaprirai il sole avrai davanti.
Qui sei al sicuro, qui sei al calduccio,
qui le margherite ti proteggon da ogni cruccio,
qui sogna dolci sogni che il domani farà avverare,
qui è il luogo in cui ti voglio amare."
 
Appena finì di cantare l’ultima strofa la bambina era già crollata nel mondo dei sogni e anche il piccolo Rye sembrava essersi assopito un po’ tra le braccia della mamma.
Forse quello era il momento giusto, forse adesso lei e Gale potevano chiarire, ascoltarsi, parlare.
Ma nessuna delle domande che si aspettavano venne fuori.
«Così … l’hai chiamata come lei.» disse Katniss non riuscendo ancora a pronunciare il nome della sorella.
«Era il minimo. Dopo quello che le ho fatto.» rispose Gale guardando il paesaggio che aveva davanti.
«Tu … tu … Non hai fatto niente. Non credo che … l’abbia uccisa tu.» confessò Katniss insicura e con voce tremante.
«Vivo tutti i giorni con questo tormento.» disse Gale calando lo sguardo sulla bambina che aveva tra le braccia «E’ stato così, Catnip. Quelle bombe le ho progettate io … e l’ho uccisa. Mi sono macchiato di un peccato orribile, ma io … » le lacrime premevano sugli occhi del giovane uomo, tirava su col naso, nel tentativo di cacciarle indietro, ma non ci riusciva «Io non sapevo che era lì.» e in quel momento perse ogni controllo sulle lacrime, iniziarono a scendere copiose e i singhiozzi gli scuotevano il corpo.
Anche Katniss aveva iniziato a piangere lacrime amare.
«Gale … » mormorò attirandolo verso di lei «Non far così, ti prego.»
Gale appoggiò il viso sulla sua spalla, mentre Katniss gli accarezzava il viso bagnato, asciugandogli le lacrime e intrecciando le sue dita tra i capelli di Gale.
«Sono passati più quindici anni … » mormorò lui «E ancora non me ne do pace.»
«Shh. Va tutto bene.» cercava di rassicurarlo Katniss.
Dopo un po’ lui alzò il viso rosso dal pianto e bagnato dalle lacrime che tentava di asciugare, guardò Katniss negli occhi, abbozzando un sorriso, uno dei tanti sorrisi che camuffavano i tanti demoni che gli bruciavano dentro.
«Come sta Peeta?» le chiese. Sembrava volersi assicurare che quel ragazzo  non le avesse fatto del male.
«Sta bene. Qualche volta ha qualche episodio, ma riesce a controllarli.» disse con voce un po’ incerta «Sta bene.»
Gale sorrise, scostando una ciocca di capelli dalla piccola Prim addormentata fra le sue braccia.
«Bene.»
Nel bosco calò un silenzio improvviso, che neanche una delle tante Ghiandaie Imitatrici osava infrangere. Sembrava tornato tutto come prima, quando al posto di quella donna e di quell’uomo c’erano due ragazzini pronti a tutto per sfamare le proprie famiglie. Quel ragazzino dai capelli neri troppo grande per la sua età e quella ragazzina con la treccia che sorrideva solo nei boschi.
Tutto profumava di casa lì: l’erba fresca, la legna, le foglie e il lago aveva quel chiarore che forse non aveva mai avuto in tanti anni.
Erano stati troppi i pomeriggi passati assieme nei boschi per essere scordati, così come i sorrisi veri e gli abbracci che si erano scambiati.
Nulla poteva cancellare il passato, niente poteva mai sostituire quel posto che profumava di casa.


Angolo autrice:
Buonasera/Notte, people of Efp!
Bene, ho scritto questa One Shot un bel po' di mesi fa, ma ero indecisa se pubblicarla o meno,
ma adesso ... Eccomi qui!
Innanzi tutto, ho sempre sognato di scrivere il "ritrovo" tra Gale e Katniss, perché - come sapete già - 
sono la più grande Everlark shipper del mondo, ma secondo me la nostra Susanna ha sbagliato a 
far allontanare il MIO Gale da Katniss. :(
Così, ho provveduto a far ritornare Gale al 12! u.u
La trama è un po' strana, lo ammetto, ma in quel momento il mio cervello
malefico mi ordinava di scrivere cose strane.
Eh va be' ... Che ci possiamo fa'!
Spero che vi sia piaciuta e che non ci siano troppi errori perché questa storia è stata scritta per metà
nell'ora di matematica e per metà alle 03.00 del mattino e infine revisionata a mezzanotte, quindi 
è molto probabile che abbia scritto qualche scemenza! :3
Vi ringrazio per aver aver letto e ringrazio anche chi recensirà!
Un bacio a tutti.♥
_merasavia.
   
 
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