-La prima settimana di
Novembre-
Lunedì 2 Novembre
Ad Hinata
piace il lilla
Era
la prima settimana di quel freddo novembre quando Naruto Uzumaki, da poco
sedicenne, lo realizzò per la prima volta. Nemmeno in seguito mi seppe spiegare
perché e percome, ma per lui quella semplice constatazione aveva un ché d’inquietante.
Tutto
quello che vi dirò me lo raccontò lui stesso, la sera
di sabato 7 novembre. Non è mia intenzione mentirvi o alterare la realtà dei
fatti, semplicemente voglio che si sappia come sono andate realmente le cose.
In
sostanza giuro di dire tutta la verità e nient’altro che la verità.
Lo
giuro.
Naruto non
conosceva Hinata Hyuuga.
Quando me lo raccontò fui tentata di ridergli in
faccia: ero abituata ad ascoltare ogni genere di stramberia da lui, ma questa
le superava tutte. Capii la serietà di quel problema solo quando
vidi che sul volto di Naruto -invece del classico
broncio offeso- c’era un’espressione seria e tesa.
Naruto non conosceva Hinata
Hyuuga, e questo per lui era un problema.
Non
mi fu difficile risalire alla causa del suo “quesito amletico”, infatti quella stessa mattina il professor Kakashi aveva estratto a sorte le coppie che avrebbero
lavorato assieme all’annuale progetto di storia.
Uzumaki e Hyuuga. Ironia
della sorte.
“Come
faccio? Oddio come faccio? Come, come, come?” mi chiese più volte,
completamente nel panico, mentre armeggiava furiosamente con la serratura del
suo armadietto.
“Naruto, smettila!” lo rimbeccai infastidita “non è vero che tu non conosci Hinata.
È un classe con noi da quasi tre anni, siede sempre al
terzo banco da destra -quello accanto al tuo- e quando ti incrocia per i
corridoi ti saluta sempre”.
“…con
non detto, Sakura” continuò come se non mi avesse
sentito, spalmandosi letteralmente contro lo sportello ancora chiuso.
“Insomma,
io non capisco proprio dove stia il problema” ammisi, riponendo con cura il
pesante tomo di storia nel mio armadietto e cogliendo l’occasione per controllarmi
i capelli nello specchio che avevo sistemato nella parte interna dell’anta.
“Dovete semplicemente fare una ricerca, mica convolare a nozze”.
“Lo
trovo ugualmente inquietante!”.
“Non
è questo il momento di fare il baka. Non ti senti un
po’ infantile?”.
“Oh,
ma devo andare a casa sua, capisci?” piagnucolò portandosi le
mani al volto “hai idea di dove abiti?”.
Annuii.
La famiglia Hyuuga era in assoluto la famiglia più influente e ricca di tutta la regione e, come
c’era d’aspettarsi nel loro caso, abitavano nel quartiere più lussuoso dei
dintorni, in una villa che definire enorme sarebbe un eufemismo.
“Ecco,
quel posto mi fa paura” disse con
voce spettrale, guardandomi storto “riesci ad immaginarti me mentre
attraverso spavaldo tutto il viale, suono al campanello di villa Hyuuga e dico ‘salve, sono qui per
una ricerca di storia’?”.
“Capisco
che la cosa ti possa far soggezione, ma credimi, non c’è nulla di cui essere
spaventati” ribattei cercando di essere razionale.
“E invece si! Suo padre non vuole che lei vada a casa dei
compagni di classe, né tanto meno la lascia uscire con te, Ino e le altre
ragazze. Secondo te uno così non è terrificante?”.
Sbuffai
cercando di guardar oltre la sua chioma bionda, nella vana speranza di scorgere
il profilo di Sasuke Uchiha.
Di lì a poco avrei dovuto aver lezione di francese e stavo
già perdendo minuti preziosi. Avevo perfettamente previsto di incrociare Sasuke nel corridoio C e di inventarmi una scusa per farmi
accompagnare da lui in classe. Ovviamente a causa delle bizzarre paure di Naruto il mio piano andò in fumo.
“Evidentemente
è soltanto iper-protettivo” decretai alla fine, ben
decisa a porre fine a quell’assurda discussione “ok, non conosci Hinata, lei non parla mai e spesso balbetta. Non nego che
all’inizio potreste sentirvi in imbarazzo nel lavorare insieme, ma vedrai che
con il tempo andrà meglio. Forza Naruto,
alla fine sono solo cinque giorni!”.
“Sei”
puntualizzò lui, facendo segno con le mani “sei compreso oggi”.
“Esatto,
sei” inspirai a fondo, nel vano tentativo di rilassarmi “Si
tratta solo di una misera settimana… non può accadere poi molto in una
settimana, no?”.
Naruto si limitò a fissarmi in silenzio, con uno
sguardo poco convinto.
Forse
già allora sapeva quanto mi sbagliassi.
Terminate le lezioni mattutine, Naruto
tornò
a casa come sempre. Pranzò come in un qualsiasi altro giorno e si sedette a guardare
la televisione per un po’. Infine, quando l’orologio scoccò le quindici e
trenta, indossò il pesante cappotto invernale, si avvolse nella sua sciarpa di
lana arancio ed uscì di casa.
Non
si trattava solamente di una stupida ricerca, se lo sentiva. Avanzava verso
quella casa come un condannato avanza verso il
patibolo, ma senza sapere in quale modo sarebbe avvenuta la sua fine.
Sospirò quando si ritrovò ad imboccare, rigorosamente a
piedi, un maestoso viale su cui si affacciavano elaborati cancelli in ferro
battuto.
Villa
Hyuuga doveva trovarsi esattamente al finire della strada, al numero 23.
Procedette
concentrato e solenne finché non la vide: l’imponente villa gli apparve di un
bagliore accecante, oltre le punte aguzze della ringhiera. Era bianca, di un
bianco innaturalmente candido, tanto chiara da apparire quasi luminosa se
immersa nel grigiore di quel 2 novembre.
Naruto rimase qualche attimo ad ammirare lo
spettacolo, ammirato e intimorito allo stesso tempo. Infine, dopo essersi
ripreso da quella sorta di trance, si decise a suonare
il campanello.
“Si?”
chiese una voce atona dall’altra parte del citofono.
“Ehm…
sono Uzumaki, Naruto Uzumaki” rispose, dandosi mentalmente dell’imbecille:
quella presentazione faceva troppo ‘Sono Bond, James Bond’. Pregò il cielo che il suo interlocutore non lo prendesse per deficiente, ma siccome non ottenne risposta
provò di nuovo.
“Sono
qui… si, insomma… sono qui perché devo… devo fare una
ricerca con Hinata, ecco” riuscì a farfugliare alla
fine.
“Attenda
un attimo”.
L’attimo
si prolungò per diversi minuti, quando infine il cancello si aprì con un rumore
secco.
Naruto oltrepassò titubante quella soglia. Ora non
poteva più tornare indietro.
Nell’ingresso
trovò Hinata ad attenderlo, indossava vestiti più
comodi rispetto a quella mattina e i lunghi capelli neri erano legati in una
treccia.
“B-benvenuto Naruto” lo salutò
timidamente “P-prego, dai pure il tuo cappotto alla
d-domestica”.
Il
ragazzo interdetto porse cappotto e sciarpa all’anziana donna
sbucata dal nulla alle spalle di Hinata, poi tornò
a concentrarsi su di lei.
“Ehm…”
-appunto mentale numero 1: mai più incominciare le frasi con
‘Ehm…’- “Grazie per l’ospitalità” disse, cercando di sorridere.
“N-non c’è di che” rispose Hinata muovendo qualche passo verso il corridoio “V-vieni, s-staremo in camera mia, per te va bene? È
al piano di sopra”.
“Certo”
mormorò Naruto seguendo la sua sagoma nella penombra
della stanza “non c’è nessun problema”.
La
camera della ragazza era esattamente come se l’era
immaginata: ordinata ed elegante. Una cosa che però lo stupì furono le pareti
completamente spoglie. Fatta eccezione per un quadro raffigurante una
deprimente natura morta, non c’era traccia di fotografie o poster.
Sembrava
la foto di un catalogo d’arredamento. Una bella stanza, sì, ma assolutamente
anonima.
In
quel momento gli tornò in mente il pensiero che l’aveva tormentato tutta la
mattina.
Lui non la conosceva.
Si trovava nella sua camera, in sua compagnia, e ancora non riusciva a capire
nulla di lei se non che era una ragazza ordinata.
“Qual è il tuo colore preferito?” le domandò a
bruciapelo mentre toglieva dallo zaino alcuni libri.
“I-io…” Hinata sembrò spaesata da quella domanda così semplice “…non
ci ho mai pensato” concluse sorridendo forzatamente.
“Beh, tutti sanno qual è il proprio colore
preferito” ribatté lui un po’ deluso “il mio ad esempio è l’arancione, anche se
Sakura dice che non mi dona.
Mentre Rock Lee preferisce il verde… dovresti vedere
che tutine improbabili indossa quando facciamo
educazione fisica! Poi c’è Ino, lei si veste sempre di
viola, e TenTen che…”.
“Lilla”.
“…come scusa?”.
“I-l lilla. Lilla è il m-mio colore preferito.
P-però non mi piace il rosso, è troppo forte” .
“Vedi?” chiese Naruto
con un ampio sorriso “non era una domanda poi così difficile”.
Hinata arrossì vistosamente e mormorò: “N-nessuno
mi aveva mai chiesto quale fosse il mio colore preferito”.
Naruto non poté fare a meno
di inarcare le sopracciglia. Quella ragazza gli sembrava più strana
ogni minuto di più.
“Dunque” iniziò con
tono professionale “l’argomento che Kakashi ci ha
affidato è la Riforma Luterana. Diamoci dentro!”.
Passarono più di un’ora sfogliando
enciclopedie e manuali, sottolineando i punti più
importanti e applicando post-it ovunque. Si parlarono
soltanto lo stretto necessario per riuscire a lavorare fino a
quando Naruto non sentì l’impellente necessità
di trovare risposta ad almeno alcune delle sue domande.
“Senti Hinata…”
iniziò cautamente “Posso chiederti come mai non ci sono
foto o poster appesi alle pareti? Sai, è che sono abituato a vedere la camera
di Sakura e -credimi- il bianco del muro è praticamente scomparso” ridacchiò “per non parlare delle
foto dei suoi cantanti preferiti! Sembra più un santuario che una camera…”.
“Se incollassi foto alle pareti queste
r-rovinerebbero l’intonaco” rispose lei flebilmente “inoltre mio padre non mi
permette di u-uscire spesso, quindi non ho m-molte
foto che m-mi ritraggono con i miei amici”.
Naruto annuì gravemente ed
assunse un’aria meditabonda.
“Mi è venuta un’idea!” annunciò raggiante dopo
un attimo di riflessione “domani mi faccio prestare la macchina fotografica da Kiba, così ci facciamo delle foto
e tu avrai qualcosa da appendere -o anche solo da mettere nell’album delle
fotografie”.
“V-va bene” balbettò
lei, imbarazzata dall’entusiasmo del ragazzo.
“…grazie Naruto”.
Non
conosco Hinata Hyuuga, pensò Naruto quella sera mentre rincasava. Non
la conosco… però
il suo colore preferito è il lilla.
Ohohohohoh ß risata di Babbo Nachele.
Con questo capitolo do ufficialmente il via
alla mia seconda pseudo-long-fic
su Naruto. Si tratta di un breve lavoro composto da soli 6 capitoli, ovvero i giorni che vanno da lunedì 2
novembre a sabato 7 novembre. Come avete potuto constatare i personaggi
principali saranno Naruto e Hinata,
mentre l’intera storia sarà raccontata da Sakura.
Altre cose?
Beh, questa FF è dedicata a LalyBlackanger
per il suo diciannovesimo compleanno <3
Buon compleanno a te e al neurone che
condividiamo!
Mela
-attualmente sola come un cane nella fantastica Bergamo City-