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Autore: Oktavia    11/06/2014    8 recensioni
« Stupida. » continuava a ripetersi « Sei una stupida, un’idiota, una sprovveduta! »
Bulma non si dava pace, erano giorni, mesi, che le cose andavano avanti così, che combatteva una furiosa guerra contro sé stessa.
Come aveva potuto? Come?
Come aveva potuto innamorarsi di lui, di quel maledetto assassino?
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Between life and death
 
« Stupida. » continuava a ripetersi « Sei una stupida, un’idiota, una sprovveduta! »
Bulma non si dava pace. Erano giorni, mesi, che le cose andavano avanti così, che combatteva una furiosa guerra contro sé stessa.
Come aveva potuto? Come?
Come aveva potuto innamorarsi di lui, di quel maledetto assassino? Aveva avuto perfino il coraggio di ospitarlo in casa sua come se fosse una persona qualunque, senza davvero immaginare con chi aveva a che fare. E ora ne stava pagando le conseguenze attraverso una punizione peggiore di qualsiasi altra, una punizione che aveva dato il colpo di grazia alla sua ormai terminata relazione con Yamcha. Certo, era stata soprattutto colpa di lui, che più e più volte l’aveva tradita con altre donne, ma parte della responsabilità era anche di Bulma, che si era lasciata trasportare da un amore sbagliato, che non l’avrebbe portata da nessuna parte, se non alla rovina.
« Riconosco le mie colpe, » le aveva detto l’ex fidanzato la sera in cui si erano lasciati una volta per tutte « ma tu? Tu hai qualcosa da dire in tua difesa? »
« C-Che cosa vorresti dire?! » aveva urlato lei indignata, anche se aveva capito perfettamente a cosa lui si stava riferendo.
« Credi che non me ne sia accorto? Non essere stupida, ho visto come guardi quel Saiyan. Svegliati, Bulma, lo sai che così ci perderai solo tu. Svegliati prima che sia troppo tardi, lo dico per te. »
Quelle parole continuavano a rimbombarle nella testa, era più che conscia del fatto che Yamcha avesse ragione da vendere, eppure non riusciva a cancellare l’immagine di Vegeta dalla propria mente, ostinandosi a pensare che dietro quella corazza e quelle cicatrici profonde che solcavano la sua pelle ci fosse almeno un cuore.
Povera illusa.
Stava pensando una cosa del genere di un mercenario spietato e senza scrupoli che sino a qualche anno prima aveva intenzione di attaccare la Terra, con il preciso scopo di sterminare tutti i suoi abitanti per poi rivenderla al miglior offerente; come poteva essere così sciocca da sperare che un giorno o l’altro sarebbe cambiato?
Se non l’aveva ancora uccisa era solo per convenienza, perché aveva bisogno delle sue doti di scienziata e di quella camera infernale per allenarsi, non certo perché nutriva qualche interesse nei suoi confronti, e Bulma sapeva che, se fosse riuscito nel suo intento di superare Kakaroth, avrebbe subito attuato la propria vendetta, e nessuno sarebbe sopravvissuto alla sua furia omicida.
Era arrivata a un punto di non ritorno, era caduta in una trappola mortale da cui non sarebbe potuta più uscire, una trappola che, alla fine, l’aveva trascinata tra le grinfie di quel demonio, o meglio, era stata lei a lasciarsi trascinare.
Adesso si trovava lì, distesa sul gelido pavimento della camera gravitazionale, quasi totalmente nuda il peso di lui a schiacciarla.
Gemeva, Bulma, mentre Vegeta le mordeva i seni e giocava con il suo corpo, e non erano gemiti di dolore, i suoi, ma di piacere. In cuor suo continuava a maledirsi, a ripetersi che stava commettendo il più grande errore della sua vita, ma il piacere e il desiderio erano più forti di lei. Ciò che stava avvenendo – per quanto sporco, animale e peccaminoso – era consensuale. Nel preciso istante in cui quel Saiyan le si era buttato addosso la giovane scienziata non aveva opposto alcuna resistenza, al contrario, lo aveva incitato ad andare avanti attraverso il linguaggio del corpo. Nessuna parola era stata detta da quel momento in poi, c’erano stati solo mugolii e rantoli affannosi, e quando Vegeta si era spinto con forza dentro di lei, i loro sguardi si erano incrociati. Bulma si era sentita penetrare da quei due mari di pece, più di quanto stesse facendo il membro di lui, e solo guardandolo negli occhi aveva capito che sì, lei aveva paura.
Sapeva che a quell’alieno sarebbe bastato pochissimo per spezzarla in due, ma ormai non c’era più nulla da fare, era finita in quello che ben presto si sarebbe trasformato in un gioco che avrebbe stabilito la differenza fra la vita e la morte. 

 
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Angolo dell'autrice
E boh, è arrivato anche il mio primissimo tentativo di Vegeta/Bulma, anche se la cosa rimane abbastanza velata. Ho voluto concentrarmi sul tormento interiore di Bulma nel momento in cui ha capito di essersi innamorata di Vegeta, che come individuo all'epoca risultava ancora abbastanza pericoloso. Come vedete, c'è anche Yamcha, che ho evitato di trasformare in uno stronzo insensibile come succede in molte altre storie, perché lui non è così. Sarà farfallone e cascamorto, ma a Bulma ci tiene. Poi niente, ho tratto ispirazione da un'immagine che mi hanno mandato, ovvero questa ---> 
http://oi57.tinypic.com/2zefrme.jpg.
Non so ma mi ha molto ricordato il fatto che Bulma, nonostante tutto, abbia provato a capire e comprendere Vegeta, che era visto da tutti gli altri come, appunto, una bestia assassina, anche se ovviamente anche lei ha avuto non poca paura. Certo, ha imparato a farsi rispettare sin da subito, ma la paura secondo me c'era eccome, visto che Vegeta tanto affidabile non era. X°D
Detto questo, spero sia stata di vostro gradimento! :3
Alla prossima!
Oktavia

 
   
 
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