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Autore: Andromeda Lair    11/06/2014    1 recensioni
Due ragazze che si incontrano, forse, per volere del Destino.
Due ragazze speciali l'una per l'altra, che nascondono paure ed insicurezze come chiunque.
Le loro vite si sono intrecciate per caso, cosa capiterà a queste due giovani universitarie?
Amicizie, amori, giochi da bambini troppo cresciuti e solo una vita per tentare il tutto per tutto.
"Non puoi impedirti di amare e non puoi saper cosa questo ti porterà a fare."
Storia ispirata dal mio primo recensore, grazie Pierrot!
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Troppa gente.

Troppo rumore.

Troppe luci.

Troppe voci.

Ragazzi, uomini, donne. Un bambino che piange.

Non riesco a pensare lucidamente, non riesco ad orientarmi.
Il cuore inizia a battere più forte, la testa gira
Cado e nessuno si accorge di me.
Sento i brividi e il sudore freddo correre lungo la schiena.
Nausea.

Ho sempre sofferto di agorafobia, ma mai un attacco è stato più forte di questo: sono stata cresciuta in campagna, non sono abituata a questo genere di confusione. Confusione, per me, è il rumore delle pentole che suonavo come strumento, il mio strimpellare sul pianoforte, non tutto questo. Il petto inizia a fare più male, il respiro si fa pesante e la vista si annebbia.
Non posso farcela, non riuscirò ad uscire da questo caos!

Cerco gli occhi delle persone, cerco aiuto, ma sono tutti troppo indaffarati per notarmi.
Comincio a piangere.

Poi, improvvisamente, mi trovo una mano tesa davanti al viso, una mano che mi offre aiuto. Non saprei dire se è maschile o femminile, so solo che non riesco ad afferrarla, sono paralizzata.
Calore.
Quella persona, chiunque essa sia, si è inginocchiata davanti a me e mi sta abbracciando.
Sussurra parole dolci, tenta di calmarmi. Inizio a capire il senso di quelle.  frasi mormorate sopra il chiasso generale.

"Hei, sta' calma, non è successo niente. Sono qui con te, mi senti? Adesso ti porto a casa, ok?"

Continua a stringermi e pian piano la paura passa, fino a che non mi ritrovo a ricambiare il suo abbraccio.
Sono felice che qualcuno mi abbia vista e sia venuto in mio soccorso.

La vista piano piano sta migliorando, vedo i suoi occhi, blu...no, sono...verdi.
Stupita li guardo ancora: eterocromia. Non avevo mai visto una persona con gli occhi di due colori diversi, così belli poi.

Sono decisamente più calma, anche se non dovrei: una persona mi sta abbracciando nel bel mezzo della strada, dovrei essere preoccupata, per l'amor del cielo! Eppure non è così.
L'ho guardata negli occhi, sono troppo dolci perché abbia cattive intenzioni.
Quello sguardo è comprensivo, come se capisse ciò che sto provando, e il sorriso che le piega le labbra è benevolo.

Ormai sono sicura che sia una ragazza: ciglia lunge, pelle pallida, naso piccolo, bocca rosata. Riesco a mettere a fuoco anche i capelli, bellissimi anch'essi. Non sono né biondi né castani, sono del colore del grano appena prima che venga mietuto... Sto sorridendo adesso, senza neanche sapere il perché.

Il sorriso di lei si allarga e mi chiede con tono calmo "Andiamo?" sempre le sue mani strette alle mie.
Vorrei sapere come si chiama, sicuramente avrà un nome degno del suo aspetto. Come se mi avesse letto nel pensiero, si scosta leggermente la camicetta dal petto e mi mostra una catenina. Andromeda. Dio, se avevo ragione: un nome tanto raro quanto bello. Ride. Quella risata è così cristallina... Questa ragazza non appartiene a questo mondo, io sono morta ed è sicuramente un angelo venuto a prendermi.

Senza volerlo annuisco, così lei mi prende per la vita. Ha una stretta decisa, ma gentile e piacevole. Mi aiuta ad alzarmi in piedi. Appena sono stabile riprende la mia mano nella sua e mi guarda.
Arrossisco, anche se mi sembra irragionevole: per quale motivo dovrei arrossire davanti ad una ragazza?
Poi si gira e mentre mi da le spalle inizia a cantare. Anche la sua voce è cristallina come la sua risata. Conosco fin troppo bene quella canzone, era quella che mia mamma mi cantava da piccola per farmi addormentare. Canto in risposta; adesso stiamo cantando insieme, e anche se le nostre voci sono diverse, è un bellissimo suono.

Poi mi indica un punto lontano davanti a sé. Seguo il suo sguardo e scorgo una vista magnifica. L'oceano, sovrastato dalla gigantesca palla di fuoco del sole al tramonto. Si volta di nuovo verso di me, ancora cantando, e piega un po' la testa verso destra.
La mia risposta è sì.
Così ci avviamo mano nella mano verso il mare, entrambe certe di aver scoperto qualcosa di nuovo.

 
  
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