Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: L o u    11/06/2014    4 recensioni
{ ambientata durante le scene finali | Fluff | #HulkDefenceSquad | adorkablekid inside}
-
Qualcosa gli diceva che ce n’erano altri come loro - supereroi intendeva - pronti a proteggerli, a New York e nel mondo.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


                                          “
                                                                                                                                                     In heroes we trust

 
 
 
 
«Signorina. Signorina, apra gli occhi. È tutto finito glielo prometto.»

La voce calda e gentile dell’uomo le arrivò ovattata. Le parve di svegliarsi da un sogno profondo, un incubo senza fine. Lo scenario non era dei migliori: auto rovesciate, taxi bruciati e corpi di alieni simili a lucertole invadevano le strade; volanti della polizia, camion dei pompieri, soldati con i loro carri armati prestavano soccorso; gente che urlava, che piangeva, che rideva alla morte. Si portò una mano tremante alla fronte e rimase sconcertata alla vista del sangue sulle punta delle dita. Aveva anche molti tagli, alcuni profondi, che stillavano ancora sangue, altri superficiali, a invaderle le braccia. Dappertutto vedeva persone ferite, certe molto gravi, persino morte. C’era chi aveva un arto ingessato o bende ad avvolgergli la testa. Iniziò ad agitarsi. Poi a colpirla con il suo schiacciante peso fu l’assenza di suo figlio accanto a sé.
 
«Dove … Dov’è mio … mio figlio?» deglutì a fatica. Si guardò attorno confusa e impaurita. Lo cercò tra i detriti. Nulla. «Dov’è mio figlio?» chiese di nuovo con voce tremante.

Tentò di alzarsi, ma un forte dolore alla coscia - non osava abbassare lo sguardo per capire di cosa si trattasse - la costrinse ad appoggiarsi all’uomo che le offriva aiuto. Quando lui le portò gentilmente il proprio braccio sulle spalle e le cinse il fianco con l’altro senza dire una parole sul suo rivoltante aspetto, notò il motivo tipico della bandiera americana e il rosso degli stivali. Voltando la testa corvina notò un oggetto di forma circolare appeso alle spalle, poi quando osservò il suo volto coperto dalla maschera capì: era un eroe, era l'eroe.
 
«Ha cinque anni e mezzo, più o meno alto così - portò la mano aperta sul fianco; ha i capelli biondi e delle lentiggini sul viso. Indossa una maglietta con il volto di Hulk, la sua ...» un singhiozzo la scosse violentemente. «La prego mi risponda, Capitano.» non poteva perdere anche lui, non lo avrebbe permesso.

La stava portando verso l’ambulanza più vicina, ma lei non desiderava essere curata in quel momento. Dopo, soltanto dopo aver riabbracciato suo figlio, avrebbe accettato le cure mediche necessarie. Il Capitano Rogers non poté che compatire la disperazione che leggeva negli occhi della donna — d'altronde essa era una sua vecchia amica. Aveva sì intravisto un bambino corrispondente alla sua descrizione, ma era disteso su un lenzuolo bianco. E non respirava.
 
«Suo figlio è … è …»

«È?» la voce le si incrinò nuovamente.

E fu in quel momento che sentirono un urlo, l’urlo di Hulk, risuonare nell’aria rabbioso. Sussultarono entrambi, lei per lo spavento, lui per la sorpresa. Sperò che accadesse lo stesso miracolo di poco prima.
 
«Con me ha funzionato e, per la cronaca, io ho perso i sensi nello spazio, quindi non terrei su tutta questa suspance, non sta presentando gli Oscar. Ecco, l’ha fatta preoccupare. Sa quant’è difficile trattare con le donne preoccupate? Io non credo. E non le auguro che abbia il cic--» la voce semi metallica si fermò per poi riprendere subito dopo «Sto cercando d’aiutare, agente Romanoff. Va’ invece a recuperare Occhio di Lince o come diavolo si chiama, si sarà perso nel suo habitat naturale a pochi isolati da qui.» disse piccato andando altrove.
 
Non fece caso allo strano monologo/dialogo che aveva preso luogo. La sua completa attenzione era rivolta altrove.
 

Avvertì un forte dolore alla nuca non appena aprì gli occhi sul cielo newyorkese. Intorno agli ultimi momenti prima del “risveglio” c’era una fitta nebbia, il ricordo delle urla disperate e degli spari a far loro da sottofondo, e non sapeva spiegarsi perché fosse disteso sull’asfalto, però era tutto intero e tanto gli bastava. A macchiare il cielo oltre alle nuvole c’era del fumo grigio proveniente da un punto imprecisato, e da lontano proveniva il suono delle sirene. Aspettò qualche altro minuto, forse aveva qualcosa di rotto. Ritenne inutile stare ancora lì, dopotutto avrebbe saputo se qualcosa fosse mancato, così si mise su due piedi aggrappandosi alla stoffa di un pantalone per mettersi in posizione eretta. Aggrottò le sopracciglia chiarissime. Non poteva essere un pantalone quello. Guardò in alto e per poco non urlò dallo spavento, o per il dolore oppure per entrambe le cose. Indietreggiò intimorito, inciampando quasi sul lenzuolo dove poco prima era incosciente.
 
«T-tu sei …» balbettò indicandolo. L'altro lo guardò senza battere ciglio, quasi offeso. Spalancò occhi e bocca. Lo stava immaginando, non poteva essere altrimenti. Guardò la maglietta sporca e strappata - la mamma lo avrebbe rimproverato e messo sicuramente in punizione - come a cerca conferma, e poi l’enorme umanoide verde a pochi passi da lui. «Sei Hulk! Sì, sei Hulk! Non ci credo, sei … Hulk!» saltellò sul posto con occhi ridenti, dimenticando le fitte pungenti al torace, continuando a ripetere il suo nome con sempre più emozione.

Lui era il suo supereroe preferito. Tutti i suoi amici non lo conoscevano, nemmeno sapevano che lui era tra loro, o almeno fino a adesso. La mamma gli aveva fatto vedere filmati di quando aveva sconfitto quel brutto mostro deforme salvando New York: era stato mitico! Lo aveva picchiato per bene. Poi però era scomparso nel nulla, nessuno lo voleva cercare e tutti lo accusavano di aver distrutto mezza città quando invece era stato l'obrobrio vagante. Lo chiamavano “mostro”, ma per lui era un eroe.
 
«Sei tornato, e-e ci hai salvato dagli alieni, non è così? Erano tanti però li hai sconfitti tutti!» Hulk continuava a guardarlo con quella indecifrabile espressione. Non si aspettava di essere riconosciuto? Come si poteva non riconoscerlo?!

Lo vide annuire e ne gioì come non mai.

«Li hai spaccati tutti!» disse accorgendosi di un corpo grigiastro sotto un grande pezzo della facciata crollata dal palazzo di fronte. Dietro di lui vide una donna dai capelli rossi celare un sorriso e fare un cenno con il mento verso di loro all’uomo armato d’arco e frecce al suo fianco. Lui alzò le sopracciglia voltandosi poi verso la donna. Non aveva paura di stargli così vicino, sapeva che non gli avrebbe fatto del male.

«L’ho sempre detto che non sei cattivo. Sei incredibile, l’incredibile Hulk.» sussurrò emozionato.

Senza pensarci tese in avanti il pugno chiuso. Doveva essere una scena piuttosto buffa dal suo punto di vista: un piccolo bambino che tende il pugno ad Hulk. Non lo stava certo sfidando, voleva solo salutarlo come si deve. Si chiese se sapesse cosa fosse un brofist. Lo guardò accigliato e agitò il pugno. “No, non lo sa.” pensò scuotendo sommessamente il capo. Spostò il peso da un piede all’altro e poi riportò la mano sul fianco.
 
«Allora, non so bene come spiegarlo, però alcuni si salutano così - mimò con le mani due pugni che si colpivano. È un modo speciale per salutarci! Io sono James Lee III e … Be’, tu sei Hulk!» disse ridendo.

Allungò ancora una volta il braccio destro con la mano chiusa a pugno e lo osservò. Hulk fece un passo avanti esitante, girandosi a guardare la donna che mimava con le dita due gambette. Ritornò a rivolgere la sua attenzione verso il bambino e allungò la grande mano chiusa a pugno verso la sua e la sfiorò appena. Gli occhi chiari di James presero a splendere di una luce magnifica e il suo cuore corse più veloce che mai; era il bambino più felice del mondo - di tutti i mondi - in quel momento.
 
«Amici?» chiese tenendo ancora il braccio teso verso l’alto.

«Amici.» non si aspettava una sua risposta e sussultò visibilmente al suono cavernoso fuorisciuto dalla bocca del supereroe.

 
†•†
 
«James?»

«Mamma sono qui!» urlò sulle spalle di Hulk, sbracciandosi per farsi vedere dalla piccola creatura qual'era sua madre.

 

Alcuni poliziotti si spostarono lasciandola passare. Anche lei, come altri che erano lì alla stazione centrale, era ferita. Non aveva più la giacca di pelle e il volto scarno era di un pallore spettrale, messo in evidenza dall'enorme quantità di sangue che l'avvolgeva come una seconda pelle. Si gettò tra le sue braccia, senza remore, facendola barcollare quando a separarli c’era solo il sollievo di essersi ritrovati.
 
«Dov’eri finito, eh?! Ho avuto molta paura, non dovevi allontanarti da me!» lo scosse piano per le spalle, la voce rotta dal pianto. James non seppe risponderle e abbassò lo sguardo colpevole verso le sue mani.
«Vieni dalla mamma, su.» e non lasciarmi mai più.

C’era un uomo, dall’aderente divisa blu a stelle e strisce che sorrideva guardandoli, notò. “Chissà chi è”. Chiuse gli occhi, ispirando il profumo di casa nascosto dall’odore di fumo e dalla polvere che aveva intriso i suoi lunghi capelli, ignorando lui e l'inferno che li circondava.

 

Ben presto arrivò il momento di allontanarsi da lì. Era rimasto poco lontano dall’ambulanza dove sua madre veniva medicata, osservando il supereroe verde ormai lontano. Prima aveva visto due cose che difficilmente avrebbe dimenticato: sua madre ringraziare l’uomo a stelle e strisce con una stretta di mano che non avrebbe dovuto aver nulla di caloroso dato che era una stretta di mano, e Iron Man spiccare il volo urlando “SHAWARMA ASSEMBLE!”. Qualcosa gli diceva che ce n’erano altri come loro - supereroi intendeva - pronti a proteggerli, a New York e nel mondo. Il vigilante mascherato spara-ragnatele, per esempio, era uno di loro probabilmente.
 
«Forza, andiamo a casa.» gli disse, scompigliandogli i capelli e distogliendolo dai suoi pensieri.

James annuì guardando per l’ultima volta indietro mentre prendeva mamma per mano.

Non vedeva il caos e lo scompiglio che avevano portato gli alieni, la gente ferita e la città devastata, i cuori di chi aveva perso un familiare o un amico e i morti, umani e non. Vedeva una luce nascere nelle persone, la speranza che non erano soli e che c’erano loro a proteggerli, angeli invisibili, la certezza che quando ne avessero avuto bisogno quelle persone eccezionali sarebbero state lì a combattere quelle battaglie per loro insostenibili. Erano scomparsi tra le macerie lasciandoli tra le mani dei soldati e dei medici, ma sarebbero tornati, prima o poi. Il mondo aveva bisogno di loro.




_____________________________________________________________________________________________________
Wolf's Corner
Ritorno ad infestare con la mia diabolica presenza questa sezione a.k.a preparatevi al peggio.
Se non si era capito, io amo i riferienti puramente casuali a persone o cose realmente esistenti. Adesso vi illumino neanche fossi l'Enel:

 
►"non sta presentando gli Oscar": chi è che interpreta Rogers? Chris Evans. E cos'ha fatto Evans agli Oscar?Deducete voi, cari Watson;
►il "brutto mostro deforme" è ovviamente Abominio #Capitanovvio;
►"quel vigilante mascherato spara-ragnatele" sapete chi è quindi sto zitta;
►"quando ne avessero avuto bisogno quelle persone eccezionali sarebbero state lì a combattere quelle battaglie per loro insostenibili" è direttamente tratta dalle ultime battute di Fury alla fine del film.

Anche il nome del piccoletto ha il suo perché, un po' stupido ma sempre perché. James, chi è che si chiama James? ma James Buchanan 'Bucky' Barnes! Se mi dite il perché del cognome vi do un biscotto.
Thor-nando a noi, Tony "ogni presente" Stark ha voluto il suo piccolo momento da diva anche questa volta, ma il ruolo principale va a Banner. mi piace puntare i riflettori su di lui.
L'idea per questa one-shot me l'ha data un mio amico mentre discutevamo su Hulk e, anche se la cosa del brofist l'ho sparata io, devo riconoscergli l'ispirazione. Contento?
Vi sto annoiando e quindi mi dileguo.

P.s: LOKI'D
P.p.s: recensioni di ogni tipo sono ben accette.

 
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: L o u